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Autore: bianfre    20/05/2011    3 recensioni
Serie di brevi flashfic della coppia più gettonata ItaliaxGermania
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ho avuto paura”
“Quando è successo di preciso?”
“E’ stato durante il terzo Reich. Non volevo crederci, Germania lo aveva fatto.
Lui… posizionava le persone, gli ebrei, uno ad uno, uomini, donne, perfino i bambini. Li metteva con la testa
rivolta al muro, urlava che gli fossero puntati i fucili addosso. E ordinava di sparare.
Bam, così, e una trentina di persone erano ben che morte, stese sul terreno. Le faceva alzare e buttava le loro
carcasse in profonde buche e li lasciava lì. Poi mi passava al fianco, e mi ordinava di seguirlo. Se ne andava, e
io con lui.”
“Ma le visioni, le visioni Signor Vargas… quando—“
“Ah si è vero, mi scusi, mi sono lasciato trasportare. E’ solo che è stata una cosa così impressionante, mi creda, che
anche poi… non so come feci, badate, io sono una persona tutt’altro che cinica e fredda e… – sta di fatto che mi ci abituai.
La scena era sempre la stessa, gente contro i muri e ‘bam’ – forse il fragore degli spari non sono mai riuscito a sopportare.
Altri cadaveri in giro. Era più la gente morta che quella viva ma Germania ripeteva ‘ancora, ancora e ancor—“
“ehm, Messer Vargas”
“si, mi scusi… le visioni dicevamo… credo, si , fosse in uno di quei giorni. Non è stato nulla di così particolare, in vero.
Solo, lo vidi. Lì, in piedi di fronte a me. Vestito con lo stesso lungo abito nero, cresciuto. Non era più il bambino paffuto
dei miei ricordi. Nonostante l’età i capelli erano rimasti corti e gli occhi erano—“
“Cosa successe?”
“Scusi, continuo a tergiversare. Beh, lui, come ho detto, se ne stava lì in piedi, silente. Io non riuscii a dire nulla, tale
la sorpresa. Non seppi muovermi subito, ma quando questo mi porse la sua mano, sentì scoppiarmi il petto e in un impeto
folle mi alzai e lo abbracciai, scoppiando in lacrime.”
“Riusciva a toccarlo?”
“Oh si, era proprio calore umano, quello. Sentii il suo profumo, la consistenza delle sue vesti e non avrei voluto lasciarlo
mai. Però fu anche questo che mi inquietò. Io sapevo che era morto, in guerra, tanti secoli fa. E non mi spiegavo davvero
come fosse possibile che lui fosse lì. Ovviamente, in quel momento non m’importò granchè e restammo abbracciati per
una decina di minuti e--“
“Cosa le disse?”
“Prego?”
“Il ragazzo… cosa le disse?”
“Un momento, un momento ci sto arrivando… Beh, ero ancora perso nei miei sentimenti e tutto a un tratto sciolse
l’abbraccio e mi fissò dritto negli occhi –sempre quell’azzurro smeraldino- e guardando oltre la mia spalla mi indicò
la pistola”
“Ti ha detto di prenderla?”
“Il suo sguardo fu un chiaro invito, ma non capivo. Comunque andai a prenderla, e voltandomi verso di lui lo vidi
indicare se stesso. Era talmente serio che m’impaurii.”
“Non ha mai detto una parola? Per tutto il tempo?”
“No, lui… si esprimeva a gesti. Se ci ripenso ora, effettivamente era un fantasma, e i fantasmi non parlano, no?
“Mmh”
“Beh, fatto sta che lì per lì, preso ancora dall’ansia, restai fermo a fissarlo. Non capivo cosa volesse davvero. Ma
la risposta era più che semplice, insomma, mi stava chiedendo di sparargli. Ovviamente non volevo – chi mai
sparerebbe alla persona che ama?- e ritirandomi l’arma al petto scossi forte la testa. Lui allora spostò la mano
dietro di sé, indicando la porta.”
“La porta?”
“Si, la porta”
“Quale porta ha indicato?”
“Vediamo, quella vicino alla finestra, vicino alla scrivania.”
“Vicino alla finestra…”
“Si, insomma, pensai anche io che fosse strano. Era uno sgabuzzino, non c’era nulla là. Mi fissò più intensamente
di prima, facendomi sempre intuire che avrei dovuto sparare. Mi faceva paura in quel momento. Mi ricordava
così tanto Germania.”
“Germania?”
“Si, lui. Sa, ero sempre stato convinto che infondo lui e Germania fossero la stessa persona ma—insomma, i fatti
parlano in modo diverso. Comunque lui stava lì a indicarmi la porta. E se ci fosse stato dentro qualcuno?,mi chiesi.
Allora, sotto il suo sguardo vigile, andai prima a controllare cosa vi fosse dentro. Non mi stupii poi molto
nell’aprirla e nel notare che dentro non c’erano che poche scatole e qualche scopettone impolverato.”
“Cianfrusaglie?”
“Si e molte! Un’infinità, tutte impacchettate e legate per bene. Ora che ci penso... c’era solo il ciondolo che mi aveva
regalato Germania fuori posto. Lo avevo buttato alla rinfusa lo stesso pomeriggio, me lo ero completamente
dimenticato, eh eh!”
“La croce?”
“Essì, proprio quella! Fatto sta che richiusi la porta e girandomi verso di lui lo vidi ancora lì ad indicare la porta.
Mi sorrideva, stavolta. Forse si era rasserenato anche lui nel vedere che non vi era pericolo. Gli sorrisi
di rimando, era così bello! Allora feci qualche passo indietro, puntai l’arma al centro del portone e sparai.”
“Ha sparato?”
“Beh, si… ma non accadde nulla. Cioè, appena mi voltai lui non c’era più. Se n’era andato, e da allora non l’ho più visto.”
“… se ne è andato”
“Già… devo ammettere che mi manca, ma forse è meglio così. Non era qui in suo posto”, sorrise.
Il medico finì di trascrivere le ultime annotazioni e salutando composto uscì dalla camera. Feliciano gli sorrise:“Ah scusi!”
“Si?”
“Ecco, potrebbe avvisare Germania che sono ancora qui? Non vorrei che si preoccupasse inutilmente non vedendomi
arrivare per l’ora di cena!”
Sorrise di rimando.“lo farò senz’altro”e salutandolo ancora uscii.
 
 
 
Chiusa la porta, l’uomo venne raggiunto da un giovane. “E’ andato tutto bene?”
“Si, non preoccuparti. Ha detto tutto quello che sapeva e sembra stare bene”
“Ha detto anche com’è successo?“
“Gli ha sparato un colpo, era incosciente. Crede di aver visto il fantasma del suo amico d’infanzia. Dice che è stato lui a dirgli di sparare”.
“Il signor Beilschmidt—“
“Ha passato dei momenti orribili, non mi stupisco che sia finita così… ha parlato di uno sgabuzzino vicino alla finestra”
“Ma non ci sono sgabuzzini nella stanza“
“Appunto. E’ lo stesso punto dove abbiamo rinvenuto il corpo… sai, lui ha continuato a sorridere, per tutto il tempo.
Ha chiesto di Germania”.
“Come facciamo a dirgli che è stato lui ad ucciderlo?”
“… non lo so”
 
 
 
“Quando verrà a prendermi Germania?”
“Ecco lui… è molto impegnato al momento”
“Però verrà… vero?”
Le lacrime cominciarono a scorrere copiose.
Il ricordo di un dolore passato, una promessa mai mantenuta.
 
“me lo ha promesso”
 
 

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