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Autore: KH4    20/05/2011    6 recensioni
L'amore, si sa, non è bello se non è un pò litigarello e la cara Belle sa fin troppo bene cosa significhi questo detto, ma a tutto c'è un limite e quando la pazienza finisce completamente, sono guai per un certo cuoco dalla sopracciglia attorcigliate. Ecco per voi una One-Shot dedicata alla coppia BellexSanji, con tanto di romanticismo, comicità e tanto altro ancora. Valy-chan, questa è tutta per te! Spero di aver ritratto la tua Belle come tu l'hai creata ^^
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Sanji, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Sopresi di rivedermi? Spero di si ma saltando gli inutili convenevoli, passiamo subito al sodo: questa che ho portato è una One-Shot (sono 17 pagine in realtà) dedicata alla mia cara amica Valy1090, autrice della fict La Belle Rose: è una SanjixBelle ma per chi non seguisse la  sua storia, per farla in breve, Belle è la stratega della ciurma di Cappello di Paglia, una ragazza che veste alla Gothic lolita, altezzosa e che ama il caro cuoco, anche se lei, per puro orgoglio, non lo ammetterà mai. Chi volesse sapere di più della loro storia può trovarla nei miei preferiti. Oltre a lei comparirà la ciurma, Keyra, l’oc di MBcharcoal, protagonista di Nereid Black Pearl e Keep Holding on e Maya, la capo infermiera della Moby Dick, un mio OC presente in Giglio di Picche. Temporalmente, giusto perché non si crei confusione, la storia non segue gli eventi originali della storia: ho scelto di seguire la linea temporale della prima fict di Marta-chan perché mi sembrava la più adatta per il contesto. La ciurma si è ritrovata dopo gli eventi di Marineford scritti da Marta, senza uno scarto di due anni e sono tutti vivi. Per ulteriori chiarimenti potete chiedere ma penso che ora sia arrivato il momento di lasciarvi alla storia ^^! Valy-chan, spero tanto che ti piaccia!!!
 
 
 


Stupido. Imbecille. Deficiente. Fedifrago. Idiota. Adulatore da quattro soldi. Traditore. Amatore incallito. Dongiovanni da strapazzo. Cretino. Maniaco. Alza sottane a tradimento….
 
Non c’era fine a quella lunga lista di appellativi, non ci poteva essere con un caso irrecuperabile come quello!

Nell’elencare freneticamente tutta quella serie di epiteti, Belle stava bruciando ogni suo record precedente con una facilità tale da risultare quasi mostruosa, ma la cosa al momento le importava meno di niente. D’accordo, teoricamente ciò non avrebbe nemmeno dovuto toccarla poiché si era ripetuta centinaia di migliaia di volte che non le interessava, ma la vista di quanto stava assistendo era fin troppo deplorevole perché non storcesse il naso imbestialita. Se con quei termini una persona era capace di riempire due pagine d’aggettivi, lei sicuramente sarebbe stata più che in grado di trovarne altri mille e sfornarci così un’enciclopedia intera.

D’altro canto, Sanji Gamba Nera era pressoché impossibile da descrivere con un solo appellativo e al momento, la lista di epiteti a suo carico non faceva che aumentare smisuratamente, parallela all’astio della stratega di Cappello di Paglia, a pochi passi dall’esplosione definitiva.

Tutto era iniziato all’incirca tre settimane prima, quando un gabbiano postino aveva recapitato un invito per il Whitebeard’s ball, l’evento più importante e prestigioso di tutta la pirateria insieme al Summit dei pirati. Al sol sentire la parola “Ballo” gli occhi della ragazza si erano riempiti di tantissime stelline luccicanti, aventi una luminosità ancor più intensa di quelli di Nami quando sognava di poter mettere le mani su una contingente quantità d’oro. Un simile onore era concesso solo a pirati di un certo livello e lei, in qualità di membro della ciurma di Cappello di Paglia, nonché ragazza più affascinante di tutta la Grand Line, non aveva alcuna intenzione di sfigurare o ancor peggio, di passare inosservata. Una volta appreso tutto quello che c’era da sapere – il luogo, la data e via dicendo –, Belle si era chiusa nella sua personale stanza del cucito – costruitale da Franky insieme al nuovo guardaroba – vietando l’accesso a tutti quanti e uscendo soltanto per mangiare. Una ballo non era certo una questione da prendere alla leggera: per farla breve, implicava tutto ciò che lei amava svisceratamente, a dispetto di Keyra, la quale rabbrividiva ogni qualvolta si parlasse di “Meraviglie estetiche”.

Ancora le risultava a dir poco che incomprensibile che una ragazza così bella si comportasse come un maschiaccio patentato, una nemica delle “Femminilizzazioni”.

Comunque, fatto stava che in quei ventuno giorni  si era data da fare appositamente per risultare ancor più sfavillante di quanto già non fosse: il vestito confezionato aveva richiesto ogni singola fibra della sua concentrazione, ore notturne passate a sfogliare riviste di moda per trovare i giusti abbellimenti e anche un paio di occhiaie antiestetiche che aveva fatto sparire giusto qualche minuto prima dell’attracco. Ci aveva messo anima e corpo, ma alla fine lo strepitoso risultato ottenuto aveva lasciato basita addirittura se stessa: l’abito rispecchiava la perfezione e l’eleganza di cui lei continuava a ribadire l’assoluta appartenenza.

Non c’è che dire: un capolavoro!  Aveva pensato quando si era ammirata tutta orgogliosa nello specchio della stanza datale, con l’intero operato indosso.

L’abito aveva un taglio semplice ma era stato estremamente curato in ogni suo dettaglio: fasciava il corpo di Belle alla perfezione, senza stringerla, come una seconda pelle. Privo di spalline, arrivava a sfiorare appena il pavimento con una gonna color lilla brillante, molto vaporosa grazie ai diversi strati che la componevano, scalati sul fondo d’essa, di modo che si notasse l’utilizzo delle tonalità più scure rispetto al colore principale. La stoffa - di pregiata fattura - luccicava grazie alle minuscole pagliuzze argentate cucite, che scintillavano non appena venivano colpite da una luce di qualsiasi entità. A valorizzarlo ulteriormente poi c’era l’acconciatura, un altro particolare che le aveva richiesto almeno tre scatole del suoi prodotti preferiti: aveva optato per dei graziosi boccoli, sistemandoli di modo che non le ricadessero troppo in avanti e abbellendoli ulteriormente con un fermaglio a forma di rosa rossa, il suo fiore preferito. Quanto agli accessori - altra questione di importanza nazionale - aveva scelto un paio di orecchini a forma di rosa - come il fermaglio - e un paio di guanti bianchi che superavano di appena la linea del gomito.

Con questo Sanji-kun mi troverà bellissima! Aveva gongolato nel mentre si truccava facendo attenzione a non sbavare col mascara.

Era sicura, sicurissima, certa oltre ogni limite inimmaginabile che quella sera sarebbe riuscita ad accecare il cuoco con la sua bellezza, al punto da fargli perdere la voglia di fare il cascamorto con ogni altra donna che non fosse lei. Con questo non si voleva certo dire che il biondino le piacesse! Figurarsi se andava a perdere la testa per un tizio con delle sopracciglia assurdamente arrotolate! Sebbene si trattasse di un ballo sarebbe stato alquanto stupido abbassare la guardia così su due piedi, quindi era di vitale importanza che almeno “le menti della ciurma” - che poi erano Nami, Robin e lei – tenessero d’occhio quei screanzati con cui viaggiavano, Sanji compreso: non era un segreto che questo cascasse come una pera cotta quando intercettava col suo Mellorine-radar una bella donna, pertanto, se proprio doveva fare la corte a qualche fanciulla, era giusto che la facesse a lei, la più bella della ciurma.

E invece no! Anziché fare attenzione, quello cosa fa? Cosa fa?!? Va a giocare al “Cavalier servente” con tutte le ragazze presenti nella sala, tranne che con lei!!!!!!!

Inviperita fino all’inverosimile Belle incrociò le braccia, contenendo a malapena gli innumerevoli sbuffi per lo spettacolo pietoso a cui era costretta ad assistere da più di mezz’ora: il cuoco roteava a destra e a sinistra facendo il galante con ogni femmina presente nel raggio di dieci metri. I cuoricini che stava spargendo non si potevano contare e lei, seduta su una poltrona, come lasciata in disparte, non faceva che guardarlo in cagnesco, pronta a sbranare il primo malcapitato che fosse finito nel suo raggio d’azione: le profonde iridi nere erano divenute scarlatte, accompagnate dai canini finemente diventati aguzzi che, fortunatamente, erano celati dalle labbra colorate e corrucciate.

Quel…quel..quel brutto marpione da strapazzo! Guardalo come si diverte a fare il cagnolino servizievole!!

Sbuffò con più enfasi, distogliendo lo sguardo completamente schifata. Quella che sarebbe potuta essere una serata da sogno si stava rivelando un fallimento su tutti i fronti. Tutti si stavano divertendo, tutti quanti, e invece lei era seduta a fare la bella statuina, aspettando che il suo principe azzurro si degnasse finalmente di guardarla. Aveva perfino rifiutato un paio di inviti pur di ballare col suddetto, ma quello….!
Sul punto di far traboccare la rabbia, appianò il tutto sospirando. Non poteva certo mettersi a strillare in mezzo a una sala, era una signorina di buona famiglia dopotutto. Socchiuse gli occhi, abbassando le pupille sul bel vestito, finendo per lisciare quelle pieghe quasi inesistenti senza una ragione in particolare.

E pensare che ci ho messo tutto il cuore nel fare quest’abito…

Come la malinconia l’assalì, i suoi occhi riassunsero il proprio colore originale.
Lasciò perdere ogni insulto venutole in mente, riprendendo finalmente a respirare e rilassando le spalle, rigide quanto due aste d’acciaio. Doveva ricomporsi, perdere la spigolosità accumulata prima che fosse troppo tardi ma in cuor suo, Belle non era certa che a ciò ci fosse rimedio: sicuramente a occhi estranei la questione poteva risultare esagerata, ma per lei non era così. Il vestito confezionato racchiudeva tutta la fatica fatta nelle ultime settimane e il rendersi conto che il suo lavoro non stava venendo apprezzato come aveva desiderato, la demoralizzò ancor di più. Sanji aveva superato il limite questa volta e lei ne era così delusa, da non trovare la forza per arrabbiarsi come al suo solito. Il cuoco amava tutte le donne del mondo, questa era fermamente risaputo: le corteggiava, le viziava, faceva tutto quello che gli chiedevano senza lamentarsi…insomma, soddisfaceva ogni loro capriccio in tutto e per tutto.
Per quanto facesse la sdegnosa davanti a quei elogi mielosi, la stratega di Cappello di Paglia, a lungo andare, ci si era così abituata da non poterne fare più a meno: il suo considerarsi una “Star” trovava negli idilli del biondo un compiacimento tale da farle toccare il cielo con un dito, cielo che purtroppo si frantumava non appena quello partiva in quarta pronto a servire e riverire un’altra fanciulla. La sua incoerenza al riguardo gli aveva fatto guadagnare così tanti calcioni sugli stinchi, che Belle aveva dovuto buttare via un paio dei suoi stivaletti preferiti, la cui punta si era consumata troppo.
Era fatto così, era il suo carattere, la sua indole e siccome aveva affermato più volte che non le interessava a chi quello stupido rivolgesse le sue attenzioni, la cosa non avrebbe mai dovuto toccarla. Eppure rimaneva il fatto che adesso era arrabbiata per come il biondo la stesse ignorando e la delusione per quell’insuccesso, stava velocemente cancellando ogni possibilità di perdono nei suoi confronti.

“Belle-chwan”

Ma guarda, parli del diavolo….

Nel sollevare gli occhi verso l’alto, Belle incontro il viso dispiaciuto di Sanji. Nel suo elegante smoking bianco, il ragazzo le si era avvicinato senza che lei se ne accorgesse, attirandone l’attenzione solo all’ultimo, ma anche se si fosse presentato con in mano un colossale mazzo di rose rosse, l’espressione della ragazza non sarebbe minimamente mutata.

“Belle-chwan, ti chiedo….”
“Incredibile, ti ricordi ancora il mio nome” lo interruppe seccamente, facendo finta di essere sorpresa “La cosa mi stupisce, perché sai, era sicura che te ne fossi dimenticato a forza di fare la corte alle altre invitate”
 “Oh, Belle-chwan, come puoi dire una cosa simile? Non potrei mai dimenticarmi della mia adorata..”
“Risparmia il fiato, le tue scuse non mi interessano” affermò stizzita.
 
Questa volta non l’avrebbe perdonato. Non gli avrebbe permesso di cavarsela così a buon mercato, se lo poteva vivamente scordare che lei cedesse e gli abbuonasse l’ennesima scappatella. Ma chi diavolo credeva di essere?! Figurarsi se si lasciava trattare come l’ultima ruota del carro!

“Chiediamo scusa, signorina…”

Sanji era sul punto di parlare nuovamente quando, tutto ad un tratto, erano comparsi due giovani molto affascinanti. Erano due gemelli, aventi capelli castani e occhi azzurrissimi, distinguibili dai vestiti di diverso taglio e dalla lunghezza dei capelli: il primo portava un abito rinascimentale, con una giacca nera rifinita dai bordi dorati e aveva i capelli corti segnati da una riga laterale. Il secondo invece indossava un abito più recente, ovvero un completo simile ad uno smoking color crema ma senza papillon, perfettamente in sintonia coi lunghi capelli che gli arrivavano sul fondo del collo, legati di modo tale che solo qualche ciocca davanti gli sfiorasse le guance.
Inutile dire che il cuoco non mancò di squadrarli con occhio furente, pronto a calciarli via per l’aver solo rivolto la parola alla sua Belle-chwan, ma quelli non badarono minimamente alla sua presenza e focalizzarono tutta la loro concentrazione sulla fanciulla, il cui interesse per i nuovi arrivati non fu del tutto passivo.

“Scusate l’interruzione, signorina, ma non abbiamo potuto fare a meno di notarvi qui seduta tutta sola” continuò il primo con fare galante, suscitando le ire sempre più grandi di Sanji “Se la cosa non le crea troppo disturbo, ci concedereste un ballo?”
“ASSOLUTAMENTE NO, SCORDATEVELO!!!” tuonò il cuoco con le fiamme uscenti dall’unico occhio visibile “NESSUNO DI VOI OMUNCOLI BALLERA’ CON LA MIA PRINCIPESSA E ADESSO SPA…..”
“Accetto con molto piacere”

La furia scatenata di Sanji fu investita da una forza così estranea e devastante da non lasciargli il tempo di difendersi: raggelato, si pietrificò all’istante, come se fosse appena stato pugnalato alle spalle. Sbiancò di colpo, divenendo un cencio in meno di cinque secondi, addirittura più chiaro del suo stesso abito ma la corvina, nel guardarlo con la coda dell’occhio, non diede peso alla sua reazione e lasciò che la sua lingua tagliente continuasse a dar voce ai suoi pensieri: una dama andava giustamente ammirata e corteggiata e lei non aveva alcuna intenzione di ammuffire su quella poltrona per il resto della serata senza neppure cimentarsi in un ballo. Quei due bei ragazzi avevano porto il loro invito e considerato il fatto che aveva aspettato fin troppo che il biondino venisse da lei, ritenne più che giusto concedersi finalmente il divertimento che tutti gli altri stavano già sperimentando.

“B-Belle-chwan…” balbettò il cuoco sconcertato. Vederla accettare la mano del primo cavaliere lo colpì duramente come mai nessuno aveva fatto.
“Sei pregato di lasciarmi in pace e di non fare scenate” continuò lei con freddezza, sorpassandolo “Non sono la tua fidanzata e se proprio vuoi ballare con qualcuna, puoi chiedere a chi ti pare. Hai solo l’imbarazzo della scelta”
Mi sono stancata di aspettare.
“Ma……ma…..ma…..”
“Hai sentito la signorina? Non vuole averti tra i piedi” gli disse il secondo ragazzo, guardandolo con fare strafottente.

Il mondo cadde sulla testa di Sanji con la stessa eleganza di quattro elefanti in sovrappeso.
Che fosse un incubo? Una punizione divina per l’amare troppo il gentil sesso?? Una maledizione degli Okama???
Al momento le risposte non vennero in suo soccorso, il cervello pareva essersi appena sciolto in una massa gelatinosa incolore e inodore. Quanto al cuore…..oh, su quello era meglio sorvolare. Tutto in lui si bloccò, lasciandolo in ginocchio e con il braccio teso verso la ragazza, che si stava allontanando sempre di più, accompagnata da quei due ragazzi a cui aveva rivolto il suo splendido sorriso, lo stesso che riceveva lui come premio quando le preparava la sua mousse di fragole preferita!!!
Tutto ciò doveva essere per forza un incubo ma a Belle di Sanji al momento importava meno di niente. Era stata fin troppo paziente e non intendeva tornare sull’argomento, non con un ballo in mezzo.

Che muoia  pure nell’agonia quel brutto cafone! Tanto non mi interessa! Si disse nel mentre elargiva un bel sorriso ai due giovani.

Anche a costo di farsi venire le vesciche avrebbe ballato tutta la notte con uomini di cui non avrebbe mai ricordato il nome. Dove stava scritto che lei non poteva divertirsi con altri uomini? In fondo Sanji non si era mai fatto nessun problema a fare avances ad altre donne. Solo perché ogni tanto provava fastidio nel vederlo fare lo scemo con quest’ultime non significava che lei non potesse essere carina con dei ragazzi che gentilmente le avevano chiesto un ballo! Un’occasione del genere non sarebbe mai più capitata e non voleva che il suo bel sogno finisse nell’armadio insieme al vestito: che le importava se non avrebbe ballato con Sanji?!

Stupido biondino…E con quell’ultimo epiteto, iniziò a volteggiare con grazia, accompagnata dai suoi due nuovi cavalieri.




“BELLE-CHWAN NON MI VUOLE PIU’ BENE!!!!! MI ODIAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!”

I piagnistei di Sanji stavano letteralmente rimbombando per tutti i corridoi del palazzo dentro cui si stava svolgendo il Whitebeard’s ball. A ogni scoppio il volume della sua voce aumentava e di conseguenza le pareti e i lampadari tremavano quanto bastava perché ci si preoccupasse. Neppure un terremoto avente magnitudo forza dieci avrebbe potuto eguagliare quelle urla disperate e il resto della ciurma, riunitasi in una stanza a parte insieme al suddetto, non aveva idee su come calmarlo. L’unico a cui proprio la questione non interessava era Zoro, comodamente disteso su un divanetto, con le braccia incrociate dietro il collo, la camicia e il papillon slacciato e una bottiglia di vino ai piedi del mobilio.

“B-B-B-Belle-chwan….la mia Belle-chwan….” balbettò il biondo con l’occhio gonfio per le lacrime.
“Sanji, cerca di calmarti, altrimenti ti verrà un altro infarto” gli disse Chopper posandogli una pezza d’acqua sulla fronte.

La sofficissima e adorabile renna stava facendo quant’era in suo potere perché le condizioni del amico, almeno quelle fisiche, si stabilizzassero. In tutta la sua carriera medica non aveva mai visto nessuno venire colpito da ben due infarti. Non uno, due! E in contemporanea!
Qualunque fosse stata la causa – scoperta poi – aveva quasi mandato il cuoco all’altro mondo, ma forse sarebbe stato meglio farlo addormentare in un coma farmaceutico anziché riportarlo nel mondo dei vivi: almeno i timpani di tutti presenti sarebbero stati risparmiati. La coscienza della vittima ci aveva impiegato pochissimo a rielaborare quant’era accaduto negli ultimi minuti e se non fosse stato per la prontezza di Chopper, sicuramente sarebbe schiattato a terra  in preda a quella che sarebbe stata ricordata come la più grande crisi cardiaca mai registrata nella storia della medicina.

Legato per eventuale sicurezza, steso sul secondo divanetto presente nella stanza e con due montagne di fazzoletti usati ai piedi d’esso, il poveraccio non faceva che ripetere il nome dell’amata, con le macchine collegate al corpo per visualizzarne i parametri.

“Aw! E’ proprio K.O!” esclamò Franky nel mentre alzava con la punta del pollice gli occhiali da sole.
“C’è mancato poco che ce lo giocassimo..” mormorò Usop “Avete visto poi Belle? Mamma mia, non ho avuto il coraggio di rivolgerle la parola” continuò tutto impaurito.

Per puro caso l’aveva vista seduta sulla poltrona e sarebbe anche andato a chiederle come se la stava passando se non avesse visto fuoriuscire dal suo corpo una violacea aura omicida, contornata dai occhi scarlatti e dalle zanne. Quest’ultime non le aveva viste, ma il cecchino sapeva fin troppo bene che quando Belle attivava il potere del frutto del diavolo Bat Bat, i canini le si allungavano spaventosamente.

“A me ha fatto così paura che mi sono venuti i brividi sulla pelle, anche se io la pelle non ce l’ho più, yohohoho! Skull joke!” esclamò Brook.

Nami si astenne dal decapitarlo e preferì massaggiarsi le tempie doloranti. In un modo o nell’altro riuscivano sempre a farsi riconoscere per qualcosa e più lei si impegnava a tener lontani i ragazzi dai guai, più questi parevano emergere di loro spontanea volontà. Sarebbe stato fin troppo bello passare una serata tranquilla ma considerata l’entità della faccenda e il grado d’intelligenza dei membri maschi della ciurma, era giusto che vestisse i panni della “Voce della ragione” e che ponesse fine a quello strazio prima di attirare l’attenzione dei altri invitati. Le questioni di cuore erano troppo delicate perché dei decerebrati  potessero porvi soluzione da soli: tanto valeva che lasciasse il compito di condurre la Thousand Sunny a Rufy!

“E’ perfettamente naturale che sia così furibonda” proferì lei guardando il malato d’amore con occhi rimproveranti “Da quand’ è entrata nella sala da ballo non l’hai nemmeno degnata di uno sguardo tant’eri impegnato a fare la corte alle altre. Si è sentita offesa”
“Ma, Nami-swan, io non ne avevo intenzione…” pigolò tristissimo.
“Lo sappiamo, è solo che ti sei lasciato distrarre un po’ troppo dalle altre presenti” si aggiunse Robin dolcemente “e Belle giustamente se l’è un pochino presa”

Seppur l’archeologa avesse cercato di minimizzare entro i limiti concessi il disastro, il povero cuoco si raggomitolò ugualmente su se stesso riprendendo a piagnucolare il nome della stratega. La Gatta Ladra e la Bambina Diabolica si scambiarono uno sguardo complice, perfettamente consce di quanto la situazione stesse rasentando l’esasperazione: non era un segreto Sanji prediligesse Belle ma non era altrettanto strano che il compagno solesse fare il cascamorto con altre ragazze, a volte lasciando la stratega sola di punto in bianco. Era già capitato, quindi entrambe avevano pensato che questo ennesimo litigio si sarebbe concluso come le volte precedenti, con un fiore e un ballo rappacificatore, ma non era stato così: a giudicare dalle condizioni pietose del ragazzo, anche un cieco avrebbe compreso che questa volta la faccenda era molto più grave di quanto già non desse a vedere e sicuramente le sole premure da parte di Chopper non avrebbero potuto porvi un rimedio sufficientemente efficace, salvo evitargli la morte.

I chili di depressione accumulatisi stavano ingigantendo la buca dentro cui Sanji si era rintanato e nessuno si sarebbe stupito se tutta quella negatività avesse invaso la stanza: neppure gli insulti di Zoro l’avevano smosso! Nonché il marimo si fosse impegnato, ma solitamente bastava un “Stupido cuocastro dalle sopracciglia attorcigliate” per far scattare il biondo. Quanto a Rufy…beh, lui, nella sua ingenuità se ne era uscito con una battuta talmente idiota che Nami l’aveva soppresso seduta stante: secondo il suo lampante modo di pensare tutto si risolveva con una coscia di pollo!

No, no, no: un simile caso implicava una cura drastica, peccato solo che l’unico rimedio al momento fosse altamente in collera con il malato.

Stavolta la topastra non ha tutti i torti. Pensò Keyra con gli occhi rivolti all’insù.

Da quando era entrata a far parte della ciurma di Rufy, la compagna con cui più si accapigliava era proprio Belle: non litigavano mai seriamente, le loro erano amabili discussioni che avevano come tema portante le multiple differenze di stile. Se la stratega amava svisceratamente tutto ciò che rientrava nel fantastico e meraviglioso mondo della moda, a Keyra faceva venire il mal di stomaco il solo pensarci: l’esperienza vissuta ad Athlandia, nei panni della “Principessina ritrovata”, era stata lautamente esauriente.

Non capiva che cosa ci fosse di così emozionante nel stare in equilibrio su dei tacchi a spillo e non aveva mancato di criticare l’ossessività di Belle al riguardo, però, in quel frangente, non potè astenersi dal non provare un po’ di compassione per la corvina: perfino lei aveva notato quanto si fosse data da fare per quella serata e le dispiaceva che il suo piano non fosse andato a buon fine. Il solo fatto d’averla colta nella palestra di Zoro a fare aerobica, a sudare, le aveva quasi fatto cadere la mascella a terra: se c’era una cosa che Belle odiava più delle doppie punte era proprio il sudare, il fare qualcosa che impregnasse i suoi abitini di un odore diverso dal profumo di fragola!
Per quelle tre settimane era stata così presa dal suo progetto che Keyra era riuscita a vederla per più di cinque minuti soltanto quand’era uscita dalla stanza datale, dopo aver monopolizzato il bagno per quasi quattro ore e passato le rimanenti a truccarsi. Per quanto avesse da dire sulle sue doti di stilista, nell’ammirare l’abito cucito dalla compagna non aveva trovato alcun commento negativo da rifilarle: considerato chi voleva colpire si era limitata a farle l’occhiolino, alzando il pollice all’insù, fiduciosa che il cuoco questa volta sarebbe definitivamente capitolato ai suoi piedi.

 Non ricordo di aver mai canato così tanto in vita mia. Si ritrovò a pensare la timoniera nel ricordare come aveva alzato i tacchi nell’intercettare l’aura assassina della stratega.

Il solo pensiero di com’era riuscita a scamparla le fece emettere un sospiro di sollievo. Di sicuro Belle non avrebbe esitato a vendere l’anima al Diavolo se solo questo le avesse concesso il dono di uccidere con lo sguardo ma senz’ombra di dubbio, l’essersene andata a ballare con quei due sconosciuti doveva essere stata una gratificazione dieci volte più soddisfacente dell’uccidere il maledetto con le sue stesse mani.
La si poteva forse rimproverare? In fondo, il vedere il ragazzo per cui si ha lavorato tanto corteggiare Nami, Robin, lei, sua madre Koral, l’Aspide - alias Boa Hancock -, Margaret, Bonney, Hope, l’equipe infermieristico di Barbabianca, Alvida  e tutte le altre dame presenti nella sala grande, ululando “Mellorine!” ogni tre per due, non era esattamente la ricompensa che si aspettava di ricevere.

“Aaaah, fratellone! Questa volta l’hai combinata proprio grossa!” sospirò Keyra nel eseguire il suo leggendario “Pat-Pat” sulla spalla di Sanji “Vedi cosa succede a trascurare troppo la topastra?”
“Sigh, sigh…Belle-chwan….rivoglio la mia Belle-chwan…” mugugnò questo nello stringere ossessivamente la bambolina di pezza avente le sembianze della tanto decantata ragazza.
“Dite che Belle lo perdonerà?” domandò Chopper preoccupato “Se continua così le sue condizioni potrebbero peggiorare”
“E chi lo sa? Secondo me a quest’ora nemmeno ci starà pensando a Sanji” buttò lì Usop.

Crick!
Una crepa di consistente spessore rovinò la superficie del cuore del cuoco.

“Non….non..non mi pensa…?” sussurrò con la pupilla quasi del tutto scomparsa.
“Yohohohoho! Forse Belle-san si è innamorata di uno di quei giovani!” ipotizzò Brook.

Crick, crick, crick…!

“In….in….in….innamorata?????” sussurrò stritolando la bambolina.

Ancora un paio di frecciatine e quel poco che ancora lo teneva intero sarebbe andato in mille pezzi.

“Come no!” sbuffò Nami scuotendo la testa per quelle assurdità “E magari in questo preciso momento si staranno sposando in segreto per poi partire per la luna di miele!”

Crick, crick, crick, crick, crick, crick, crick…..!!!!

“Si….si…..si…….si……si stanno sposando????????????” il fiato a quel punto gli venne completamente a meno.
“Ma, Nami, Belle non può andarsene! E’ una di noi! Se si vuole sposare può festeggiare con noi e suo marito può entrare a far parte della ciurma!” esclamò Rufy.

CRASH!

“BWAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!! LA MIA BELLE-CHWAN NON PUO’ SPOSARSI CON UN ALTRO, NON PUO’ LASCIARMI SOLO!!!!!!!!!! VOGLIO MORIREEEEEEEEEE!!!!!!!!”

E si aprì il secondo atto della tragedia.

“Oddio! sta per avere un altro collasso!” esclamò Chopper con gli occhi fuori dalle orbite nel mentre i macchinari impazzivano per l’incontrollabile scoppio del malato.
Uffa! Mai che si riesca a schiacciare un pisolino in santa pace.Brontolò mentalmente Zoro coi occhi chiusi.




L’aria fresca era sempre un ottimo toccasana quando si passava troppo tempo al chiuso. Dopo un valzer che non era neppure durato un quarto d’ora, Belle aveva trovato rifugio in un balcone esterno e ora, stava sfogando la sua frustrazione strappando una discutibile quantità di fazzoletti di carta. Neppure la vista del giardino sottostante, pieno di bellissimi fiori, l’aveva rilassata: era troppo nervosa e più fazzolettini strappava, più ne voleva.

Che accidenti! E’ tutta colpa sua!! Pensò riducendo in mille pezzi l’ennesimo pezzo di carta.

Il suo grembo era letteralmente coperto da una piccola montagna di fazzolettini-cadavere e a forza di mordersi e labbra per l’indignazione, del rossetto era rimasto a malapena l’alone. Alla fine non era riuscita a godersi la compagnia di quei due ragazzi e, inscenando un malore, se ne era andata: aveva avvertito qualcosa di strano nell’essere cinta dal primo dei due fratelli, qualcosa che le aveva dato un forte senso di disagio, di sbagliato. Le era stato impossibile ignorarlo e la sua insistenza non faceva che ricollegarsi al volto di quel cavaliere incallito dei suoi stivali, la cui immagine aveva deciso di tormentarla peggio di una maledizione millenaria. Il solo pensiero le fece gonfiare le guance, spingendola ad incrociare le braccia e ad accavallare le gambe: ma che cosa aveva fatto di male per meritarsi una serata del genere?!
Quello che avrebbe dovuto avere i rimorsi di coscienza era lui non lei, che aveva fatto i salti mortali per entrare senza problemi nel vestito confezionato: niente dolci per più di una settimana ed esercizi di fitness con tanto di pesi, un vero supplizio! Zoro si era perfino infuriato con lei per aver fatto erroneamente cadere uno dei manubri sul suo piede. A saperlo che era così pesante non l’avrebbe mai toccato…..

Quante storie: e dire che gli ho chiesto pure scusa! Borbottò mentalmente. Pure con lo spadaccino se la stava prendendo…
“Ma come siamo arrabbiate..” proruppe una voce soave.

Da una porta – finestra laterale era appena uscita una donna così bella, che la stratega arrossì involontariamente nel sol vederne il profilo. Era indubbiamente più grande di lei, doveva avere all’incirca l’età di Robin, forse qualche annetto di più: con una siluette invidiabile, indossava un abito viola scuro con due spacchi laterale vertiginosamente alti, accompagnati da scarpe col tacco del medesimo colore. La stoffa si andava a intrecciare dietro il collo, lasciando scoperta tutta la schiena e creando una perfetta “V” a livello pettorale su cui gli uomini difficilmente non avrebbero fatto ricadere a caso i loro occhi. I capelli, appena più chiari del vestito, erano raccolti in un elegante chignon, rilasciante solo due ciocche ondulanti in avanti. Non aveva alcun bisogno di portare dei gioielli: bastavano i due rubini incastonati nei suoi occhi per attirare l’attenzione.

Ancheggiando con disinvoltura, la donna si sedette accanto a Belle, rimasta incantata davanti a tanta eleganza. Fino a quel momento soltanto la signora Koral, la madre di Keyra, era riuscita a imbambolarla a quel modo.

“Si direbbe proprio che questa non sia la tua serata” continuò lei  adocchiando i rimasugli dei fazzoletti.
“Sto solo prendendo un po’ d’aria fresca. Tutto qui” cercò di salvarsi la più giovane distogliendo lo sguardo.
“Davvero?”
“Certo” esclamò di rimando lei, stando sulle sue “Solo perché sto strappando dei fazzoletti non significa che sia arrabbiata o che mi annoi. Io qui sto benissimo e anche se siamo ad un ballo non è mica obbligatorio danzare o socializzare…”

Accortasi di star dicendo un mucchio di sciocchezze, Belle stoppò la sua ridicola parlantina prima di risultare più patetica di quanto già non si sentisse. Mancava solo che si dipingesse come una folle prossima al manicomio davanti a una perfetta sconosciuta!

“Non hai tutti i torti: ad un evento del genere danzare non è obbligatorio, però…” e qui la sconosciuta allungò il braccio per afferrarle dolcemente il mento col proprio indice, facendola voltare verso di lei “Mi stupisce il fatto che tu sia qui tutta sola: è difficile che un così bel visino passi inosservato”

A complimenti del genere la stratega avrebbe risposto con fare soddisfatto, ma quella donna stava sortendo su di lei come un effetto paralizzante, che le permetteva giustappunto di arrossire: percepiva il suo indice sostenerle il mento senza alcuna fatica nel mentre le scrutava con occhi socchiusi ogni singolo centimetro del viso, compiacendosi di quel che vedeva. Belle non potè fare a meno di soffermarsi sui occhi scarlatti della nuova arrivata, cercando nelle sfumature e in quei spicchi luminosi il particolare che li rendeva così incredibilmente attraenti: si ritrovò ad osservare le ciglia, lunghe e sottili, che a ogni battito toccavano morbidamente la pelle priva d’imperfezioni, i lineamenti, finissimi e delicati come la porcellana e infine la bocca, contornata da un sorriso malizioso ma incuriosito.

Era davvero una bella donna, una di quelle che curavano il proprio aspetto con poco ma che sapevano valorizzare ogni loro qualità portandola al massimo dello splendore. Il genere di femmina che Belle avrebbe voluto impersonare: a ogni inclinamento della sua testa pareva scorgere qualcosa che lei cercava di non far trapelare e il vederla sorridere con modestia, le fece intuire di essere un libro aperto ai suoi occhi.

“Sai decisamente come prenderti cura della tua pelle” proferì una volta finito il suo esame e rilasciandole il mento “Un simile lavoro deve costarti parecchio e sono sicura che tu non faccia tutta questa fatica per niente: la tua devozione avrà sicuramente una ragione più che valida, no? Oh, a proposito, io sono Maya, molto piacere”

Ecco. Colpita e affondata. Neppure seppe dirsi com’era potuto accadere: come Maya si raddrizzò, le rimase ferma e inebetita, col cervello in corto circuito e un espressione ebete in faccia. In un angolo remoto della sua mente una voce le impose di ricomporsi e di darsi un contegno, ma tale era lo stupore per come quella donna l’aveva esaminata e scoperta, che riuscì solo a dire…

“Belle, salve….”
“Eh eh, rilassati, guarda che non ti mangio mica” ridacchiò la più grande “Allora, lui chi è?”
“Lui chi? Non c’è nessun lui! Dovrebbe esserci?” farneticò sventolando la mano freneticamente a destra e sinistra.

Se avesse potuto si sarebbe presa a pugni da sola: ma come, si sbloccava dalla paralisi per cascare nella voragine della pateticità?!?

“Oh, direi proprio di si. E a giudicare da come ti sei accanita contro questi fazzoletti, penso proprio che si tratti di quel biondino che è quasi morto nel mezzo della sala. Giusto, Belle?”

Non era possibile…quella le stava leggendo la mente! No, aspetta un momento: Sanji-kun era quasi morto????

“E invece no! Non so a chi tu ti stia riferendo: il mio cavaliere non mi lascerebbe mai da sola!” negò per poi incrociare le braccia, alzare il viso e storcere il naso indispettito.
“Ah no?” captando istantaneamente la bugia, Maya inclinò la schiena in avanti, poggiando il gomito sulla gamba accavallata e con la guancia sostenuta dal palmo aperto della mano “E allora com’è il tuo cavaliere?” domandò infine incuriosita.

A quella domanda, Belle dischiuse gli occhi neri e abbassò di qualche centimetro il capo.
Com’era Sanji-kun? Poco ma sicuro, si trattava di un argomento dall’inizio sicuro ma dalla fine incerta. A volte l’adorava, altre lo detestava a tal punto che avrebbe volentieri costruito una bambolina maledetta coi suoi capelli per poi riempirla con gli spilli del cucito. Le era difficile posizionarlo su un piatto specifico della bilancia, il ragazzo non poteva essere misurato o definito, così come lei non poteva a limitarsi a descriverlo con un solo appellativo. In quell’istante, davanti a Maya, Belle sentì come l’impellente desiderio di svuotarsi, di dare un giusto sfogo a quella rabbia accumulata a tempo di record, risalitale lungo la gola e pronta a uscire com’era giusto che fosse.

“E’ un’idiota, uno stupido, un cafone di prima categoria!” esclamò col viso imbronciato “Fa tanto il galante ma appena mi giro è subito a fare la corte a qualcun’altra! Basta che qualcuna gli faccia l’occhiolino e lui subito scatta come fosse un cagnolino, anche quando si tratta di un’avversaria! E’ incoerente, una testa di rapa senza spina dorsale e…..e……”

Per una ragione a lei sconosciuta, nell’istante in cui aveva iniziato a descriverlo, la sua mente era stata soggetta a tutta una serie di immagini accavallanti fra di loro, raffiguranti il suddetto nei suoi momenti peggiori ma poi, ulteriormente contro la sua stessa volontà, quelle erano state sostituite da alcuni suoi ricordi significativi, dove il ragazzo appariva in tutt’altro modo.

“E..coraggioso” mormorò socchiudendo le palpebre “E’ forte, gentile, sa sempre cosa dire per tirarmi su il morale e piuttosto che colpire una donna si taglierebbe le gambe; non è capace di fare del male a una ragazza e questo forse rappresenta un problema, ma devo ammettere….” senza accorgersene, arrossì “Che gli fa onore. Anche se apparentemente può sembrare un tipo freddo non esiterebbe a sacrificare la sua vita per la ciurma, non ci lascerebbe mai soli o in pericolo. In qualunque situazione io mi trovi, so….so che potrò sempre contare su di lui e che mi aiuterà anche se io non glielo chiederò. A volte fa un po’ lo scemo..” ridacchiò  “Però è veramente adorabile”

Lo ammetteva ma non completamente. Lo negava ma nel profondo non mancava mai di guardarlo di sfuggita.
I sentimenti di Belle per molto tempo avevano oscillato su due sponde non del tutto chiare. La prima impressione di Sanji-kun non era stata delle migliori, specie perché al loro primo incontro lei era travestita da uomo per motivi di sicurezza. Non le era occorso molto per squadrare la sua idiozia delirante, ma quando questa veniva fulmineamente messa da parte, non poteva fare a meno di osservarlo con il fiato sospeso mentre cucinava i nemici a suon di calci.
C’era sempre stato per lei, sin da quando si conoscevano e lei era ben conscia che senza il suo aiuto non sarebbe la persona di adesso: era stato lui a salvarla da Kevin prima che le facesse dal male, era stato lui a proteggerla da suo fratello a Shiroi Bara ed era sempre stato lui a consolarla per l’aver scoperto che il parente era sotto il controllo di uno scienziato pazzo della Marina. Dal prepararle i suoi dolci preferiti al proteggerla in battaglia, Sanji-kun poco a poco si era insinuato nel suo cuore e più lei negava l’evidenza, più questa si rafforzava. Era un maniaco, un adulatore da quattro soldi, ma era anche il principe azzurro del suo primo amore, amore dentro cui lei era invischiata a tal punto da non riuscire a capire il perché di quei arrossamenti.

“Uhm…… ti sei scelta proprio un bel tipino” proferì Maya appoggiando la schiena scoperta contro la panca “Capisco bene la tua indignazione: non sentirsi apprezzata per il lavoro fatto lascia sempre l’amaro in bocca ed è peggio quando a non accorgersi di nulla è proprio la persona designata”
“Vero!” asserì Belle annuendo vigorosamente.
“Ma gli uomini sono fatti così, mia cara” continuò la donna alzandosi in piedi “Non tutti ma alcuni e questi hanno bisogno di venire colpiti in faccia da quanto non vedono per realizzarne l’esistenza”

Con questo voleva dire che doveva farsi una foto con l’abito e attaccarla in faccia a Sanji-kun?

“Belle, sei libera di non ammetterlo davanti a me, ma tu sei innamorata” le disse dolcemente Maya tornando a sedersi accanto a lei “ E credo proprio che questo tuo cavaliere provi lo stesso sentimento. Due infarti d’amore non sono cosa da poco e non penso che avrebbe reagito a quel modo se al posto tuo ci fosse stata un’altra ragazza”
“Su questo avrei qualche dubbio” brontolò accigliata. Ricordava fin troppo bene come il cuoco fosse collassato dopo aver visto il pesce lesso assumere la sua forma di nereide.

L’esperienza con quei orribili Okama l’aveva reso fin troppo sensibile alla bellezza femminile e effettivamente, era un autentico miracolo che si fosse salvato da un doppio colpo al cuore, ma ciò non toglieva il fatto che un po’ se l’era meritato. Seppur il suo animo non fosse più tanto spigoloso come prima, Belle era incerta sul da farsi: comprese che era arrivato il momento di stendere un velo pietoso su tutta quella faccenda ma non voleva che finisse come le scorse volte, altrimenti non sarebbe cambiato nulla.Puntando gli occhi sui rimasugli dei fazzoletti accartocciati sul suo grembo, sospirò sconsolatamente: sarebbe stato fin troppo bello avere a propria disposizione una lampada magica che privasse Sanji-kun del suo difetto, ma la realtà dentro cui lei viveva non implicava certo la presenza di oggetti magici che sanassero le sue crisi d’amore.
Se tutto si fosse risolto come le volte precedenti, le acque non si sarebbe smosse come lei desiderava e la donna parve cogliere quel suo particolare pensiero, come già previsto. Le era occorso poco per farsi un’idea in generale del ragazzo descritto dalla corvina, poiché era lo stesso che l’aveva adulata per una buona decina di minuti prima di volare via verso una delle sue subordinate. Di buono c’era che sapeva come trattare una fanciulla, al contrario di una sua conoscenza a cui avrebbe reciso volentieri la carotide con le unghie se non fosse stata troppo superiore per farlo.

Non hai idea di quanto tu sia fortunata, Belle.

Indubbiamente, se la piccola bambolina dai vaporosi boccoli avesse avuto a che fare con Don per cinque minuti, poco ma sicuro avrebbe cercato di mozzargli la testa con qualunque oggetto contundente a portata di mano.

“Cosa ci vuoi fare, Belle? Gli uomini sono irrecuperabili” sospirò portandosi dietro l’orecchio una ciocca ribelle “La sola cosa che possiamo fare noi donne e accettarli per quello che sono. E chissà…” estraendo un rossetto dalla sua borsetta, riagguantò il mento della ragazza per portarselo vicino al viso “Forse, quando meno ce lo aspetteremo, sapranno stupirci al meglio delle loro possibilità” continuò nel mentre sistemava le labbra di lei, con le gotte nuovamente in fiamme.




“Sigh….sob….!”

Raggomitolato nell’angolo della depressione e con sempre la bambolina raffigurante Belle stretta in petto, Sanji uggiolava sommessamente, quasi del tutto sommerso dalle numerose montagnette di fazzolettini consumati durante la crisi. Dopo svariati tentativi e accertamenti medici, i suoi compagni avevano reputato saggio lasciarlo ad appallottolarsi sul divano, con la speranza che la tranquillità potesse giovare al suo umore. Una speranza praticamente inesistente considerando il fatto che senza l’adeguata ancora di salvezza, il biondino avrebbe continuato a sprofondare nel buco scavato dalle sue stesse mani.

“Che diavolo stai facendo?”

Nessuna forza umana o celestiale avrebbe avuto il potere di far aprire gli occhi gonfi di Sanji e fargli alzare la testa come se avesse appena ricevuto un pizzicotto sul fondo schiena. Niente del genere l’avrebbe riscosso, salvo il suono melodico a cui si era aggrappato così insistentemente da versarci tonnellate di lacrime.
Belle era davanti a lui, in piedi, con le braccia incrociate e la linea della bocca storta per via dello sguardo accigliato che teneva ben in mostra.

“BELLE-CHWAN!” ululò il biondo fiondandosi su di lei “SEI TORN..!”
“FERMO LI’!” e lo atterrò con un pugno “Non pensare di averla vinta così facilmente: sono ancora arrabbiata con te” disse appoggiando le mani sui fianchi “Ma non mi va di averti sulla coscienza, ne di abituarmi ad un nuovo cuoco. Non sarebbe la stessa cosa” sbuffò.

Evitò accuratamente di guardarlo dritto nei occhi mentre lo forzava a distendersi sul divano. La fortuna aveva voluto che incrociasse Chopper e che questo le avesse spiegato velocemente le condizioni del ragazzo. Visto che non era più in pericolo di morte poteva pensarci lei, giusto per non sprecare l’occasione capitatale fra le mani.

Lo so che tanto non cambierai mai. Pensò nel mentre gli sistemava la pezza d’acqua sulla fronte Quindi preferisco tenerti così che non vederti più.

Viaggiare senza di lui non sarebbe stata la stessa cosa e avere a che fare con una persona che non fosse stato lui sarebbe stato ancora peggio. Dubitava fortemente che qualcun altro avrebbe potuto prendersi cura di lei come solo lui faceva: le piccole attenzioni che le rivolgeva ormai erano divenuti veri vizi, che si trattasse di dolci o fare il facchino durante il suo sfrenato shopping. Ormai si era affezionata irrimediabilmente al biondino e non voleva che per un suo capriccio questo ci lasciasse la pelle. E se lui non sarebbe cambiato, allora sarebbe stata lei a muoversi per prima, come giusto che fosse.

“Scusami, Sanji-kun. Non volevo farti star male” mormorò dispiaciuta, abbassando lo sguardo.
“E di cosa? Non..” Sanji non pareva capire ma il fatto che fosse “Normale” per Belle era già un buon segno.
“Ho esagerato” continuò senza lasciarlo finire “Non dovevo prendermela per così tanto, per un vestito e un ballo poi!” esclamò ridacchiando quanto bastava perché la faccenda suonasse ridicola “Mi sp…Sanji-kun, cosa fai?!”

Contro tutte le sue previsioni, il cuoco si era alzato e vestito di tutto punto senza che lei se ne accorgesse e del tutto privo dei segni lasciati dalla crisi di pianto. La sua capacità di ripresa era inimitabile, decisamente una prerogativa unica del suo genere, ma la stratega non stette lì a stupirsene visto che era stata ben informata dalla renna delle condizioni fisiche del compagno.

“Sanji-kun, mettiti subito seduto!” gli ordinò lei cercando inutilmente di farlo tornare sul divano “Devi stare giù!”
“Sta tranquilla, Belle-chan. Mi sento bene” la rassicurò “Su, adesso andiamo”

La calma di cui stava facendo sfoggio gli permise di afferrare la mano della stratega e di farla alzare come fosse una piuma.
Belle percepì istantaneamente quel cambiamento e, privata della capacità di resistere fisicamente, si ritrovò a camminare nei ampi corridoi illuminati e animati dall’orecchiabile sottofondo dell’orchestra, che stava scaldando gli strumenti per il prossimo ballo. Ma mano che il suono di questi si fece più forte, la corvina strabuzzò gli occhi nel comprendere che Sanji-kun la stava conducendo nella sala da ballo e l’ulteriore vista della porta bianca, intarsiata di decori dorati, la incitò ad agire prima che fosse troppo tardi.

“Insomma, Sanji-kun, ascoltami!” sibilò cercando di non farsi sentire dai altri invitati “Non è il caso che ti sforzi!”
“Non ti devi preoccupare per me, Belle-chan. Non mi sono mai sentito meglio in vita mia”
“Ma non possiamo esserne sicuri!” esclamò lei sempre a sottovoce “La tua salute viene prima di qualsiasi altra cosa: che me ne importa del ballo, ce ne saranno altri! Per favore, se Chopper dovesse vederti….”
“Se dovesse vedermi…” e si voltò per poterla guardare dritta nei occhi “Gli dirò che volevo a tutti i costi ballare con la mia principessa”

Come udite quelle parole, la mente di Belle andò completamente in cortocircuito. Sanji era incredibilmente e pericolosamente vicino al suo volto, abbastanza da farla diventare tutta rossa e illuminarle gli occhi come fossero lucidi. Il cuore non mancò di aumentare il proprio ritmo, accorciandole il fiato e paralizzandola completamente, senza permetterle di reagire. L’orgoglio, già fieramente messo da parte per propria scelta, andò sciogliersi fino a scivolare giù, in chissà quale antro non ben definito del suo animo. Attorno a lei i suoni erano scomparsi: udiva soltanto i battiti del proprio cuore farsi sempre più scombussolati, confusi dalle parole del compagno, scandite da una fermezza così dolce da impedirle di sciogliere la presa che la mano di lui sortiva sulla sua. Ma perché quando faceva così lei perdeva automaticamente il dono della replica?
Se lo sarebbe anche domandato se non si fosse accorta d’essere in mezzo alla sala da ballo e con l’orchestra pronta a iniziare. Per una ragione a lei sconosciuta si sentì incredibilmente osservata, come fosse la sola femmina su tutta l’isola: l’attenzione le era sempre piaciuta ma in quel preciso istante avrebbe preferito avere una sacco di patate sulla testa, perché non era sicura che la sua faccia fosse credibilmente decente. Quando poi sentì Sanji-kun riprenderle la mano dopo l’inchino, a stento trattenne un gridolino: non riusciva a più a muoversi!

Oddio! Sono bloccata! Cosa faccio?!?!? Si disperò.

Stava rischiando il panico totale. Mentalmente pregò che Keyra non si fosse portata dietro la sua luma-camera: se il video di lei, ridotta peggio di una statua di granito, fosse stato reso pubblico, la sua reputazione sarebbe letteralmente colata a picco.

Se quel brutto pesciaccio ci prova, giuro che le tingo i capelli di giallo, le pitturo le unghie e la costringo a mettere i tacchi a spillo per il resto della sua vita!!

Il solo pensiero le scaldò i muscoli per la rabbia e, incredibile ma vero, i suoi arti si ammorbidirono fino a tornare padroni della propria mobilità. Stette per sospirare ma non appena udì i violinisti intonare la musica, venne delicatamente sollevata da terra: Sanji la reggeva per i fianchi e non pareva risentire del suo peso.

“Pronta, Belle-chan?” le domandò.
Oh, mamma mia…..  qualcuno mi aiuti!!!! Non seppe che pensare questo nel mentre guardava il ragazzo, con il viso rossissimo e il cuore fuori controllo.

Evitò di aprire bocca per risparmiarsi il biascicamento, limitandosi ad annuire con molta meccanicità. Non osò neppure guardare nel mentre compiva i primi passi tant’era sicura che sarebbe inciampata nella gonna, ma come non avvertì i proprio piedi intrecciarsi fra di loro, aprì gli occhi e non li chiuse più: Sanji-kun la conduceva con maestria, cingendole la vita con un braccio e usando la mano dell’altro per stringere la sua. La faceva volteggiare senza impedimenti, seguendo le note della musica senza alcuna fatica, muovendola come fosse un bambola ma trattandola con estremo riguardo.

Ci volle poco perché Belle si lasciasse andare completamente, dimenticando tutto ciò che la circondava e godendosi il suo ballo senza che alcun pensiero la infastidisse: la sala pareva essersi svuotata del tutto, c’erano solo loro due, accompagnati dalla musica e da un’atmosfera talmente romantica da risultare unica. Lei e il suo stupido e adorabile cuoco, esattamente come aveva sognato.

“Belle-chan, questa sera sei veramente bellissima” le disse ad un certo punto lui.
“Ah…Grazie. Ci tenevo che te ne accorgessi” mormorò la ragazza nel guardare in basso a destra.

Non potè non fare a meno sorridere, compiaciuta per quelle parole che voleva sentirsi dire fin dall’inizio. Quanto aveva desiderato si stava avverando ed era tutto così perfetto da risultare quasi una favola. Una favola dove lei e il suo principe ballavano felici e contenti dopo aver risolto tutta una disdicevole serie di problemi e senza alcun scocciatore pronto a interromperli. Finalmente poteva stare in pace con Sanji-kun e averlo tutto per sé: la cosa non potè che renderla ancor più felice, tanto da appoggiare la testa al torace del ragazzo.

“A volte credo tu sia irrecuperabile, Sanji-kun” gli disse accoccolandosi un po’ di più “Ma non per questo smetterò di pensare che tu sia un tesoro” e gli diede un bel bacio sulla guancia per poi tornare ad appoggiarsi al suo torace.

Era giusto che premiasse il ragazzo per lo splendido ballo che le stava regalando, se lo meritava, ma nell’elargire il suo innocente gesto d’amore, la stratega si era completamente dimenticata quanto un semplice bacio potesse essere letale per un ragazzo come il suo cavaliere. E infatti…

“Sanji-kun? Sanji-kun, perché non parli? Sa….SANJI-KUN!”

Nell’alzare la testa, la corvina si ritrovò a guardare il poverino completamente sbiancato, vittima di un dissanguamento nasale colossale e pronto a schiattare a terra non appena questa l’avrebbe lasciato andare.

“Sanji-kun, riesci a sentirmi?!” gli sventolò la mano davanti al viso più volte ma era fin troppo evidente quanto il danno fosse già esteso “Sanji-kun!”
“Belle-chwan! Sei tornata ad amarmi!” ululò con un cuore al posto dell’occhio “Dammi ancora un bacino!!!”
“Ma non dire cavolate, stai morendo dissanguato!! Chopper, presto! Vieni ad aiutarmi!!”
  
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