Capitolo 11
Le urla dei miei amici mi svegliarono.
Aprii gli occhi e li vidi correre, mentre ridevano come matti.
"Smettetela!". Presi un cuscino e glielo lanciai contro, arrabbiato.
"Hey, calmati Bieber!" disse Chaz, divertito. "Ieri sera eri davvero strano, raccontaci che cosa è successo".
"Scusa, ma ora non posso".
"Perchè?" mi chiese Ryan.
"Perchè...". Dovevo trovare una scusa. Non volevo raccontargli di avere scritto una lettera al padre di Rose, o mi avrebbero sicuramente detto: "Stupido! Perchè non gliel'hai chiesto personalmente?".
"So esattamente che in questo momento stai cercando disperatamente una scusa" disse il mio amico biondo.
Ryan mi conosceva bene, forse troppo.
"Devo andare". Uscii dalla stanza.
Sentii dei passi dietro di me e così capii che Ryan e Chaz mi stavano seguendo. Mi girai, sospirando.
"Lasciatemi solo".
"Oh no, amico. Tu hai un problema ed ora ci dirai quale, perchè siamo i tuoi migiori amici e ci ami tantissimo".
"Come sai che vi amo tantissimo?".
"Lo so semplicemente perchè sono un genio". Ahahah. "Parla, o dirò a Violet di venire a picchiarti". Decisi di raccontare tutto. Non perchè avevo paura di Violet (o forse sì), ma perchè ero stanco delle insistenze dei miei amici.
"Una lettera... una lettera... una lettera?! Justin! E se non la vedrà? E se la ignorerà? Devi dirglielo di persona! Solo così potrai avere una possibilità di poter parlare ancora con Rose e di registrare quella canzone insieme!". Chaz aveva la faccia rossa come un pomodoro, stava impazzendo. Era buffissimo.
"Credi che sia facile?" dissi.
"Non è facile, ma lo devi fare".
Aveva ragione.
Decisi di aspettare fino a mezzogiorno, così forse il padre di Rose avrebbe trovato la lettera, ma lui non disse niente a riguardo. Per tutta la durata del pranzo non mi guardò. Sua moglie, invece, era gentile con me. Mi sorrideva, ma il marito le lanciava occhiate di rimprovero. Mi disse più di una volta quanto fossi un bravo ragazzo.
Clarissa non indossava più la sua t-shirt con l'immagine di Justin Bieber e non sorrideva più. Non sembrava la Clarissa di sempre, era diversa.
Rose mangiò nella sua stanza.
Quando finimmo il pranzo, parlai con Robert. (Il padre di Rose)
"Io... Io...".
"Parla. Non voglio perdere tempo".
"Io... vorrei... Io...". Feci entrare un po' di ossigeno all'interno del mio corpo ed iniziai a dire qualcosa di sensato: "Vorrei parlare di sua figlia...".
"Mia figlia? Tu non c'entri niente con mia figlia".
"Per favore, mi lasci parlare. Io e sua figlia siamo amici. L'amicizia è un sentimento fortissimo, però io sono una star, lei è una ragazza "normale"... io la capisco perfettamente, lei vuole difendere sua figlia, ma...".
"Tu non c'entri niente con mia figlia" disse, ancora.
Questa volta esplosi.
"Io non c'entro niente con sua figlia?! Ascolti: dopo Ryan e Chaz, lei è l'unica persona che riesce a farmi sorridere, sorridere sia dentro che fuori. Lei è importante per me. Sì, è importante, anche se la conosco da poco tempo. Vorrei solo che lei riflettesse: è davvero giusto separare due amici?".
Incrociai le dita della mia mano destra dietro la schiena.
Ma lui, senza dire niente, se ne andò semplicemente.
"Devo solo aspettare che glielo dica anche Rose..." continuavo a ripetermi.
"Justin!". Violet venne ad abbracciarmi. Aveva assistito alla scena. "Ho visto tutto, ho sentito tutto. Tu sei davvero un ragazzo fantastico, ma mio figlio è davvero cocciuto".
Mi abbracciò ancora.
Anche se era un po' pazza, io adoravo quella donna.