Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: ___CASYeSILVI___    21/05/2011    0 recensioni
È la mia prima storia, spero vi piaccia.
-Casy-
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Con Elizabeth.

Ciel
: "Dopo aver chiuso la porta dietro le nostre spalle, mi stacco bruscamente da lei.
«Oh, caro! Che ti è preso?! Comunque… MA COME SEI VESTITO?!» esclama spalancando gli occhi in quella sua tipica espressione inorridita. Apre immediatamente la sua borsa… sicuramente starà cercando qualcosa che abbia quegli odiosissimi merletti rosa. Sospiro profondamente e le dico «Risparmiati quei tuoi ridicoli vestiti; cosa sei venuta a fare?»
Si ferma a guardarmi e apre la bocca come per rispondermi, poi urla «NON RIESCO A PARLARE CON UNA PERSONA VESTITA IN MODO ROZZO!» e scoppia in lacrime.
Io sono impassibile e la osservo scocciato. Mentre la guardo mi viene in mente il MIO maggiordomo… Un’angoscia mi invade immediatamente l’animo. Per la prima volta sono invaso da molti dubbi… il mio maggiordomo non è mai stato meno mio di così.
Le urla di Elizabeth mi riportano alla realtà. Inizia veramente a darmi sui nervi.
«SE NON LA SMETTI TI BUTTO PERSONALMENTE FUORI DA QUESTA CASA» le dico a voce molto alta. Lei si blocca di colpo. Vedo che vorrebbe ricominciare a piangere e strillare anche in modo più forte di prima, ma , avendo capito che non stavo scherzando, si trattiene. Stiamo in silenzio qualche minuto… Sebastian tenta ancora di penetrare nei miei pensieri, ma stavolta scaccio l’immagine del suo dolce viso dalla mente, non senza, però, uno sforzo enorme.
È lei a rompere il silenzio dicendo «… Almeno questa cuffietta rosa la potresti mettere però…»
Il mio sguardo dalla sua faccia arriva all’oggetto che sta stringendo in mano: una cuffietta rosa chiaro con merletti in pizzo e nastrini bianchi che terminano con dei fiocchetti dello stesso colore. Inorridisco al solo pensiero di dover indossare una cosa del genere e cerco di far finta di nulla.
«Elizabeth… che cosa sei venuta a fare stamattina?» le richiedo.
«Non deve esserci per forza un motivo! No?! Sono solo venuta a trovare il mio caro fidanzatino!» mi dice con in volto un largo sorriso che, però, io non ricambio minimante, anzi, mi giro addirittura dall’altra parte, verso la finestra.
Da quì si vede il giardino e, dietro questo, posso scorgere parte della cucina che si intravede da una finestra aperta… Sebastian sta lavando i piatti e non si è accorto che lo sto fissando … meglio così! All’improvviso, però, solleva il volto e i nostri sguardi si incrociano per un attimo; arrossisco immediatamente e giro subito la testa. Spero non si sia accorto di nulla anche se so che è una speranza vana.
«Ciel? Ma mi stai ascoltando?!» sento Elizabeth dire mentre mi chiama.
«S-si, certo che ti ascolto!»
Allora riprende a dire: «Ti stavo chiedendo se vuoi metterti si o no questa cuffietta!» e allunga il braccio con quell’orribile cosa nella mano. Io la afferro bruscamente e la butto a terra dicendole «Non indosserò mai un oggetto del genere!».
Sento Elizabeth urlare un fragoroso «NOOOOOOOOOOOOOOOOO!» e la vedo gettarsi immediatamente a terra per raccogliere la cuffietta e pulirla. Ha le lacrime agli occhi.
«TU la indosserai che ti piaccia o no!». Suona quasi come se fosse una minaccia.
Scoppio in una perfida risata che, però, viene spezzata quasi subito dalla ragazza che mi si getta addosso cercando di infilarmi la cuffietta. Cado a terra con lei sopra di me.
«MA SEI IMPAZZITA?!» strillo afferrandola per le spalle e provando a spingerla via. In quell’attimo sento la porta aprirsi e una voce che MAI avrei voluto sentire in una situazione del genere… la SUA voce che dice «Signorini, ecco vi ho portato il…» e si blocca.
Mi giro di scatto a guardarlo, ha un’espressione che non avevo mai visto sul suo volto: ha gli occhi sbarrati.
Lo sento dire «S-scusate… ripasserò dopo col thè» e, chiudendo la porta, va via.
«SEBASTIAN!!» lo chiamo urlando, ma lui non ritorna.
«LEVATI DI DOSSO, MALEDETTA!» strillo.
Sono furioso e le do una spinta così forte da farla cadere a terra. Finalmente sono libero e mi alzo di scatto. Osservo la porta… il primo istinto che sento è quello di correre dal MIO Sebastian, saltargli al collo e spiegargli tutto cioè che per me è sempre esistito, esiste e esisterà solo LUI. Resto fermo però… Un’idea mi balena nella testa.
E se sfruttassi tutto questo a mio vantaggio? Un sorriso cattivo e perfido mi si stampa in volto. Gli farò provare ciò che io ho sentito stamattina.
Mi volto verso Elizabeth, le tendo una mano per farla rialzare e le dico «Perdonami, cara» e, mentre mi invade un sentimento di disgusto, indosso quella ridicola cuffietta che ora si è pure un po’ sgualcita. Che stupida che è, penso mentre un sorriso le si stampa radioso sul volto. Guardo le nostre mani stringersi… Sì… è perfetto!!"
  
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