Lothlorien si rivelò un
luogo incantato, impregnato e denso
di magia elfica. Dopo il discorso con la Dama Galadriel, capii quanto
potere
fosse racchiuso in Nenya e compresi quanto fossero esili le speranze di
conservare tutto come
nei tempi antichi,
senza cambiamenti.
Peccato che il
cambiamento fosse già in atto, e che la pioggia delle foglie
dorate
preannunciasse la fine del Reame della Dama del Bosco. <<
Che destino
crudele. >> Commentò Boromir quando gli
raccontai dell’incontro con la
Dama << Un luogo così bello eppure
così intimamente legato a una cosa
orrenda come l’Anello, destinato alla distruzione. Tu non
faresti di tutto pur
di salvarlo? >> Gli avevo parlato della visione, evitando
accuratamente
la Torre di Echtelion in fiamme e Minas Thirit avvolta dal fuoco, per
non
parlare dell’essere mostruoso che volteggiava sopra la
città. Perché non ne
parlai? Semplice: con che coraggio potevo dirglielo? Sarei stata
stupida e
anche insensibile a condividere la mia pena con lui: avrei reso la sua
anche
più grossa di quanto già era. Infatti, anche se
non parlava praticamente più
dell’Anello, spesso e volentieri lo sorprendevo in
contemplazione di Frodo.
Cosa gli girava in testa, mi chiedevo allora, cosa? Boromir era uno di
quelli
che pensa poco e agisce subito, che non ama troppo pensare a intrighi e
sotterfugi. Certo, sapeva elaborare piani di battaglia con cui teneva
in vita i
suoi uomini, strategie di guerriglia di cui rendeva partecipe anche
Faramir,
dotato di un cervello più fine e di un’astuzia
sottile migliore rispetto a suo
fratello. Che stesse pensando a qualche piano di battaglia? Qualche
schema di
guerriglia? Se si, per cosa? In realtà, sapevo
già la risposta, ma non osavo
confessarla a me stessa.
Restavano solo pensieri, dunque,
pensieri che vorticavano
incessantemente nella mia testa, mentre passeggiavo sotto i mallorn
dorati in
compagnia o da sola. Giulia ormai era sempre assieme a Legolas e
persino Gimli
aveva capito di non accettare gli inviti che comunque essi gli
rivolgevano,
troppo gentili ed educati per sgattaiolare via dal campo zitti zitti.
Allora Aragorn
prendeva Gimli con
se e andava a trovare
Haldir e i suoi fratelli, con cui spesso e volentieri si fermava a
chiacchierare;
gli Hobbit erano sempre in qualche casa di Caras Galadhon, ospiti di
elfi
gentili che venivano assordati dalle loro chiacchiere e divertiti dalle
loro
risate. Restavamo solo io e Boromir, dunque. Spesso non ci muovevamo
neppure
dal campo e restavamo in silenzio a contemplare la pioggia di foglie
dorate che
scendevano senza far rumore fino a terra, condividevamo ricordi ed
esperienze,
oppure parlavamo di cose futili e profonde, o di tutto e niente. Era
così anche
quel pomeriggio. << Questo posto è
meraviglioso. >> Disse Boromir
all’improvviso, spostando gli occhi dalle foglie dorate a me.
<< Mi piace
molto. >>
Annuii piano <<
E’ delizioso. >> Ribadii
<< Ma non durerà per sempre. >>
Lui si strinse nelle spalle
<< Però, l’idea di
lasciarlo per riprendere il viaggio mi turba. >>
Lo guardai storto <<
Come sarebbe a dire che ti turba,
Boromir? Desideri restare in questo giardino incantato e non tornare
più a
casa? >> Lo guardai a lungo e in silenzio. Gli elfi
avevano dato
indumenti puliti a tutta la Compagnia, bruciando gli abiti impregnati
di morte
che ci portavamo appresso dall’inizio del viaggio. Boromir
indossava una tunica
verde scura ricamata d’oro ai polsi e allo scollo, lunga sino
a metà coscia. I
pantaloni erano in cuoio e, per i piedi, gli elfi gli avevano donato
morbidi
stivali. Ma l’erba era talmente soffice che era un peccato
schiacciarla con
essi, era molto meglio sentirla tra le dita dei piedi. Come a disagio,
il mio
uomo si portò le ginocchia al petto e distolse lo sguardo
dal mio. << No
no, non fraintendere: non
è tanto il
viaggio in se a turbarmi, il fatto di camminare ancora per chilometri e
chilometri, il
pericolo costantemente in
agguato e casa lontana… è che temo di sbagliare.
>>
<< Sbagliare?
>>
Lui tacque, pensieroso
<< Sai, quando si è in
battaglia, capita di avvertire il pericolo prima che arrivi, anche solo
un
attimo prima, non dico con ore di anticipo, ma quell’attimo
ti salva da morte
certa. >> Spiegò << Io ho
combattuto a lungo, sono quasi dodici
anni che calco i campi di battaglia, e questo senso l’ho
particolarmente
sviluppato. E’ anche per questo che sono sopravvissuto fino
ad oggi. Lo chiamo
“ istinto della battaglia “. >>
Mi strinsi nelle spalle, non sapendo
che dire << E
cosa ti dice, questo istinto? >>
<< Che presto questo
viaggio avrà fine. >>
Ribadì asciutto << E che qualcosa sicuramente
andrà storto. >> Vidi
la sua mascella contrarsi per l’angoscia e mi avvicinai,
passandogli un braccio
sulle spalle. << E mi sai dire anche cosa, Bo?
>>
<< Come diavolo credi
che lo sappia, eh? >>
Ribadì, stizzito, per subito tornare calmo e borbottare
<< Perdonami, non
dovrei rispondere così alla persona che amo.
>> “ Nonché tua promessa
sposa. “ Pensai io, sorridendo al sol pensiero.
<< Tranquillo, non
riuscirai mai ad allontanarmi da te. >> Risi,
stringendolo << Io e
te siamo fatti dello stesso sangue, della stessa carne. Siamo come due
persone
con la stessa anima- almeno questo io credo… nessuno
potrà mai dividerci.
>>
Mi aspettai un sorriso, almeno un
po’ di allegria. E invece,
Boromir mi scostò da se e si alzò in piedi
<< Ne sei certa? >> Mi
chiese << Se sapessi cosa agita la mia mente, sicuramente
la tua risposta
sarebbe no. >>
Mi sentii improvvisamente spaesata
<< Che vuoi dire,
Boromir? >>
<< Siamo sempre andati
d’accordo su tutto, più o meno
e, se anche non eravamo d’accordo, abbiamo trovato punti in
comune. Giusto?
Giusto. Ma su una cosa io e te non siamo mai andati
d’accordo, sin dall’inizio
di questo fottutissimo viaggio. >> Fece una pausa piena
di tensione. Infine
sibilò << L’Anello. >>
“ Oh no…
“ L’angoscia mi invase <<
La sai benissimo qual è la mia
opinione in merito. >> Risposi, improvvisamente fredda,
alzandomi a mia
volta << L’Anello va distrutto. Si,
è abbastanza potente da distruggere
tutti gli eserciti di Mordor, ma chi lo userà, eh? Ci hai
mai pensato, Boromir?
Nessuno è abbastanza forte da saperlo
controllare… >> Feci un passo
avanti, accarezzandogli la mano << Amore mio, devi capire
che non puoi
usarlo. >> Bruscamente, lui si scostò dalla
mia presa << Tu vuoi
vedere Gondor in fiamme e me ridotto in rovina. >> Disse,
glaciale, ma
quelle parole bruciarono come uno schiaffo << Tu vuoi
vedere la mia città
cadere e ridotta in cenere! Vuoi vedere Faramir e Matilde morti,
proprio come è
successo a Jadis e a Gandalf! Perché non mi vuoi aiutare,
Anna? Io saprei come
fare a salvare tutto, a salvarli tutti, ma ho bisogno di te!
Perché io non riesco
a pensare a un futuro senza di te. >>
Risi, ma non di gioia
<< Mi stai forse chiedendo di
sposarti, Boromir figlio di Denethor? >> Mi avvicinai, ma
stavolta con
aria minacciosa << Se vai avanti così, non ci
sarà più una casa pronta ad
accoglierci, nessun luogo dove far crescere i nostri bambini. E,
soprattutto,
TU STESSO non ci sarai più, troppo preso dalla smania di
potere dettata dall’Anello!
>>
Incrociò le braccia sul
petto << Io ho abbastanza forza
di volontà per non cedere! >>
Proclamò << Io da solo, con l’aiuto
dell’Anello, sarei in grado di sbaragliare gli eserciti di
Mordor e di far
uscire Gondor e gli Uomini
vittoriosi da questo conflitto. >> Stavo per ribattere,
ma lui continuò
con fare febbrile << Dovremmo raggiungere Minas Thirit,
contattare mio
padre e prendere possesso dell’Anello. Tutto qui.
Perché non vuoi darmi
ascolto, amore mio? La casa per noi è già pronta,
io desidero avere un figlio
da te più di qualsiasi altra cosa. Non mi credi?
>> Si inginocchiò
<< Non mi credi? Chiedi ad Aragorn. Imploralo di dirti
quanto gli ho
detto qualche giorno fa. >>
Non mi lasciai impietosire da quella
improvvisa
dimostrazione di dolcezza << Quanto ha Aragorn da dirmi
ora non mi
interessa, Boromir. >> Gli risposi, per poi sibilare
<< Voglio solo
dirti una cosa, anzi chiedertela: quale tarlo è entrato
nella tua mente per
renderti così folle? Cosa ti dice, amore? Ti rendi conto di
quanto è vicina
Minas Thirit a Mordor, di quanto poco basterebbe a Sauron per
riprendersi il
suo giocattolo? Ma Boromir, ti rendi conto che ti vuole USARE, sto
cazzo di
Anello?! >> Le ultime parole le dissi a voce
così alta che il bosco
risuonò per un attimo dell’eco di quella parola,
così sinistra da pronunciare
tra le foglie dei mallorn dorati. Asciugai con rabbia le lacrime che mi
rigavano le guance, guardando con altrettanta rabbia l’uomo
inginocchiato
davanti a me, un uomo solo con la sua follia, che mi aveva chiesto di
aiutarlo
a compiere un crimine anche peggiore dell’assassinio. Un uomo
che io amavo dal
profondo del cuore e anche più della mia stessa vita,
qualcuno che per me era
tutto e anche più del tutto. Qualcuno che io dovevo
proteggere.
<< Non ti
permetterò di fare quanto mi hai appena descritto.
>> Sussurrai, guardandolo << Non
permetterò a nessuno di farti del
male, e non lo permetterò nemmeno a TE. Ti terrò
d’occhio, amore mio, ti terrò
d’occhio e ti salverò da quel coso malvagio che
è l’Anello. Non permetterò che
cada nelle tue mani. Hai capito? >> Lui non mi guardava.
Mi inginocchiai
davanti a lui e cercai i suoi occhi, ma lui si ostinava a sfuggirmi.
Allora lo
abbracciai, e lui si lasciò abbracciare ma non
ricambiò il gesto << E’
per il tuo bene. >> Gli sussurrai, affondando il viso
nella sua spalla
<< E’ solo per il tuo bene. >>
Da quel giorno, Boromir mi rivolse la
parola raramente.
Cercava di non restare da solo con me e spariva interi pomeriggi,
inglobato
dalle sue riflessioni e dal bosco di Lothlorien. Ero molto preoccupata
per lui,
ma non rivelai a nessuno, nemmeno a Giulia, la mia pena: gli altri
avrebbero
pensato a quanto fosse pericoloso e, magari, l’avrebbero
fatto imprigionare o,
peggio ancora, uccidere per preservare l’Anello nelle mani di
Frodo. Quello era
il mio terrore più grande: che Boromir diventasse
così pericoloso da essere
costretti ad abbatterlo, come se fosse una bestia feroce. La sola idea
mi
faceva venire le lacrime agli occhi, ma decisi di essere forte e di
andare
avanti con una meta ben precisa: salvarlo dalla dannazione. Sarei stata
il suo
baluardo, il suo scudo, la sua protezione. Mi sarei consacrata a quel
ruolo per
il nostro futuro.
Venne il giorno della partenza. Gli
elfi ci procurarono
delle barche leggere e rapide per discendere l’Anduin, il
fiume che ci avrebbe accompagnati
per qualche giorno col suo lento scorrere, prima di porci davanti una
scelta:
da che parte andare? La domanda era ancora in sospeso la sera prima
della
partenza, quando si valutavano diverse opzioni, compresa Minas Thirit,
ma
nessuna di essa venne valutata come buona e, la mattina dopo,
all’alba, ci
trovammo tutti con un grosso punto di domanda in testa: che fare?
<< Scenderemo
l’Anduin. >> Decise Aragorn, e
almeno su quello eravamo tutti d’accordo, <<
passeremo gli Argonat e
giungeremo alle soglie di Rauros. Ci vorrà qualche giorno,
il tempo per
schiarirci le idee. Siamo tutti d’accordo? >>
Lo eravamo tutti, tranne
Boromir. Ma il suo peso sulla Compagnia andava affievolendosi.
Gli elfi ci salutarono con auguri di
buona fortuna, doni e
provviste. La Dama donò ad ognuno di noi un mantello verde
ornato da una spilla
a forma di foglia di squisita fattura, assieme a doni più
personali che diede
in privato. A me e Giulia donò una cosa particolare: la
telepatia. Ci baciò
sulla fronte e sulle tempie, per sfiorarci infine le labbra con parole
remote e
antiche come il mondo. Subito, la voce caotica di Giulia
affollò la mia mente e
io probabilmente affollai la sua, dato lo sguardò stupito
che ci scambiammo.
“ Ora siete davvero unite.
“ Disse la voce maestosa di
Galadriel nelle nostre teste “ E’ un dono utile,
che passerà di generazione in
generazione. Comunicherete fra voi anche a grande distanza, anche da
mondi
differenti, se capiterà di allontanarvi. Siate liete e grate
di queste dono,
che pochi mortali lo hanno ricevuto dai Valar. Vi auguro ogni sincero
bene. “
Le acque scure scivolavano sotto di
noi nelle nebbie del
mattino. In barche differenti, io e Giulia sperimentavamo la telepatia
e ci
rendevamo conto di una cosa: che quella era davvero l’inizio
della fine. L’ultima
parte del nostro viaggio assieme.
NOTICINA!!!uacciù che
chappi problematico! Da tempo immemore
non mi succedeva una crisi simile!vabbe, comunque è andataJ
ohibò, amate lettrici,
cosa ne pensate del comportamento di Mister B.? dite che la litigata
è abbastanza
veritiera? A me lascia alquanto perplessa…ma vabbe, a volte
la qualità
scrseggia!!!spero tanto di arrivare a 100 recensioni con questa storia,
sarebbe
un obbiettivo fantastico!!! Anche perché, ormai, siamo agli
sgoccioli: ecco le
prime crepe che si aprono… vedrete vedrete!!!
Mi raccomando, non abbandonatemi
proprio ora, nell’ora dl
bisogno!!! Vi lovvo!!!!
Vostra, Nini.