Fanfic su attori > Robert Pattinson
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Autore: Giulls    21/05/2011    3 recensioni
Michelle Waldorf è all'apparenza una ragazza normale: ha 18 anni, vive con la madre a Los Angeles, sta per diplomarsi ed è il capitano della squadra di pallavolo della scuola. Eppure la sua vita viene presto sconvolta da due avvenimenti: il fantasma del suo passato e lui, il suo nuovo vicino di casa. Robert Pattinson.
< Ti va di ricominciare? > propose porgendomi la mano, < ciao, mi chiamo Robert Pattinson >
< Piacere, Michelle Waldorf >
< Waldorf? > ripeté sgranando gli occhi, < come Blair Waldorf in Gossip Girl? Cavolo, puoi farmi un autografo? Non capita tutti i giorni di conoscere una ragazza che faccia di cognome Waldorf >
< Va bene, ma tu devi promettermi di mordermi sul collo > risposi a tono e entrambi incominciammo a ridere.
[...]
< Io avrei ancora un paio di scatoloni da sistemare… okay, più di un paio e avrei bisogno di qualche buon'anima che mi dia una mano. Ti andrebbe? >
< Certo, perché no? > risposi alzandomi in piedi, < ma mi offri la colazione >
< Va bene, > asserì, posando una banconota da dieci dollari sul tavolo, < andiamo? >
< Andiamo > dissi mente prendevo la mia borsa e uscii dal bar insieme a Robert. Chissà, questo potrebbe essere l'inizio di una nuova amicizia.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima di lasciarvi al capitolo voglio precisare una cosa: MICHELLE NON È INCINTA!
Prima o poi succederà, ma non ora. E poi scusate, deve finire la scuola, poi c'è il college! Come fa con un bambino? ;)

Una volta finito il capitolo andate a leggere tuuuuuutto quello che ho scritto in fondo. Se non lo farete, Samara verrà a farvi visita tra sette giorni.


Ma Kristen Stewart non ha una vita sociale propria?

< Amo il sabato, amo il fatto che non ci sia la scuola e amo essere qui al mare! > esclamò Charlotte mentre si buttava a peso morto sul suo telo.
Alle otto di mattina Sarah e Jenny suonarono alla mia porta di casa, mi obbligarono ad indossare un costume e mi trascinarono con e con tutte le altre Clovers al mare per trascorrere una giornata tra sole donne. Così, nella fretta, indossai un costume nero, molto semplice, con le mutande a brasiliana e il pezzo di sopra era a fascia, mentre sopra al tutto indossai un vestito bianco di cotone con le bratelline e lungo fino a metà coscia.
< Già, effettivamente non facevamo un'uscita del genere da molto > intervenne Megan, che tra tutte noi era la più abbronzata per via di quei giorni trascorsi in Florida, ma non potevo darle torto: ultimamente le nostre uscire erano sempre rare per via dei vari impegni di ognuna di noi, riuscivamo a stare insieme solo durante gli allenamenti di pallavolo.
< Uhm, è così rilassate > dissi io mentre mi godevo il calore del sole.
< Michelle, ci sei questa sera alla festa di James? > chiese Mary mentre mi picchiettava sul braccio.
< Cavolo, la festa! Me ne ero completamente dimenticata! > esclamai sgranando gli occhi.
< Questo vuol dire che sei con Robert? > intervenne Megan.
< No, assolutamente, ci sono. Qualcuno fa le macchine? >
< Io, Amanda e Vanessa > disse Jenny sorridendo: da quando la sua auto era tornata dalla riparazione non faceva altro che guidare lei < Michelle, ti passo a prendere io sulle nove >
< Va bene > risposi alzando i pollici < grazie mille >
< Chi vuole fare un tuffo? > chiese Hilary alzandosi in piedi.
< Io! > esclamò Jenny, seguendola a ruota < Michelle? >
< Uhm, mi scoccia > replicai mentre le guardavo.
< Che pigrona che sei > ribatté Hilary, che mi prese per il braccio e mi trascinò per tutta la spiaggia.
< No, ferma! > urlai < La sabbia brucia! >
< E allora muovi il culetto, capo >
Mi alzai dalla sabbia, mi scrollai la sabbia che avevo addosso e, ignorando i fischi dei ragazzi che ci stavano fissando, mi tuffai con Jenny e Hilary in acqua. Era da una vita che non andavo al mare, non ricordavo di quanto fosse pulita e rinfrescante l'acqua dell'Oceano Pacifico.
Noi tre restammo in acqua per un sacco di tempo a nuotare, raccontarci i pettegolezzi e a schizzarci.
< Hey, ma quella non è Olivia? > disse Jenny ed entrambe ci voltammo nella direzione da lei indicata, che non era molto distante da dove eravamo noi.
< Guarda guarda chi c'è! > esclamò Olivia non appena ci vide < Ciao, ragazze >
< Taylor > replicai incrociando le braccia al petto.
< Waldorf, ti sei già stancata della popolarità? > chiese maligna.
< E tu ti sei stancata di fare la sgualdrina? > risposi per le rime.
< Prego? >
< Beh, so che non hai esitato a mettere mano nei pantaloni di Stephan >
< Non è colpa mia se la tua amica verginella non è abbastanza per lui >
< Ritira subito quello che hai detto > sibilai avvicinandomi al suo viso, livida di rabbia.
< Perché non dovrei dire la verità? A nessuno interessano le santarelline, gli uomini vogliono le ragazze spigliate, disponibili, con un passato alle spalle…e di passati ne sai a pacchi, vero, Waldorf? > continuò con il suo tono maligno.
E in quel momento non ci vidi più. Non so bene cosa mi prese, non sono mai stato un tipo manesco, sta di fatto che nel giro di qualche secondo il mio pugno centrò il suo naso.
< Prova ad aprire di nuovo la tua boccaccia e vedi come ti annego > le dissi minacciosa e strinsi le mani a pugno < non me ne frega un accidente delle conseguenze, ti giuro che lo faccio >
Olivia, senza aggiungere altro, prese a raccolta il suo gruppo di ochette/amiche e si allontanò da noi.
< Michelle, stai bene? > domandò Jenny avvicinandosi a me e posò una mano sulla mia spalla.
< Non hai idea di quanto la odi >
< Parla a vanvera, lo sai benissimo > intervenne Hilary avvicinandosi a noi < torniamo dalle altre, vi va? >
Annuii e ci incamminammo verso riva.
< Michelle? > mi chiamò Megan quando tornai a sedere sul telo da mare < so che Olivia è una persona da picchiare costantemente, ma come mai le hai tirato un pugno in faccia? >
< Ha insultato Sarah > risposi brevemente mentre tornavo a stendermi.
< Grazie per avermi difesa, Michelle > disse Sarah stendendosi accanto a me, sul suo telo.
< Non ringraziarmi, l'ho fatto con piacere > risposi sorridendo.
Le due ore successive le trascorsi a fare dentro e fuori dall'acqua con le mie amiche e me la spassai alla grande. Verso le sei incominciammo a mettere via le nostre cose e ci demmo appuntamento per le nove e mezza davanti alla casa di Jackson.
Entrai in macchina con Sarah e Jenny e non appena Jenny mise in moto il mio cellulare iniziò a squillare.
< Pronto? >
< Michelle, finalmente! >
< Ciao, Rob >
< Ciao, Rooob! > esclamarono le mie amiche ridendo.
< Dove sei? >
< Sono in macchina con Jenny e Sarah e sto tornando a casa, siamo state al mare >
< È tutt'oggi che ti chiamo, ma tu non mi hai mai risposto >
< Scusami, tesoro, non ho guardato per niente il telefonino >
< Sì, ho notato > continuò, seccato.
< Cosa volevi dirmi? > chiesi cambiando discorso.
< Dovrei parlarti di una cosa >
< Parla >
< Non per telefono >
< Okay, come vuoi. Vengo lì da te allora >
< Che ne diresti di parlarne a cena? Ti porto a mangiare fuori > rispose dopo qualche secondo di silenzio, ma dalla sua troppa calma avevo intuito che c'era qualcosa che non andava.
< Lo sai che sono in grado di farti scenate anche in pubblico, vero? >
< Va bene, vieni da me >
< Nascondi gli oggetti appuntiti >
< Già fatto, ma so che tanto li troverai >
< Infatti. Arrivo tra cinque minuti > dissi e spinsi il tasto rosso.
< Che succede? > domandarono le mie amiche.
< Rob vuole parlarmi e a quanto pare è una cosa seria >
< Centra Kristen? >
< Sicuramente centrerà quella > ribattei storcendo il naso e guardai fuori dal finestrino, notando che pochi minuti dopo ero davanti a casa < ci vediamo più tardi, ragazze >
< Va bene, a dopo > replicarono e le guardai allontanarsi dalla mia visuale.
Senza passare da casa a farmi una doccia o a cambiarmi, andai immediatamente a casa di Robert, suonai il campanello e attesi che venisse ad aprire, il che avvenne una manciata di secondi dopo.
< Caspita, sei abbronzata! > esclamò non appena mi vide.
< Già, penso di aver messo quintali e quintali di olio abbronzante. Spero di non essermi scottata, però >
< Non mi pare tu sia rossa > disse facendomi accomodare in casa e squadrandomi < ti sei divertita? >
< Parecchio, era da tanto che noi Clovers non stavamo un po' insieme > replicai sorridendo a trentadue denti < ma tu non lo sai! > esclamai ad un certo punto, mentre Robert mi indicava di seguirlo in cucina.
< So cosa? >
< Ho mollato un pugno ad Olivia in pieno naso >
< Ma tu ce l'hai con i nasi ultimamente? > domandò ridendo.
< Che vuoi dire? >
< Prima hai sbattuto la porta contro il naso di Kristen, ora hai colpito Olivia proprio sul naso >
< Beh, a Olivia sta bene, così impara ad offendere le mie amiche, mentre con Kristen non è stato un colpo intenzionale > risposi e vidi che la tavola era piena di piatti della cucina greca < hai ordinato greco? >
< Sì, a te piace molto ed io non sono capace di cucinare. Due piccioni con una fava >
< Infatti > risposi guardinga e mi appoggiai al tavolo < coraggio, questa attesa mi sta dando ai nervi. Che cosa vuole ancora Kristen? >
< Come…? > domandò sconvolto.
< Chissà perché ogni tuo “
dobbiamo parlare” ha come argomento Kristen Stewart > ribattei sarcastica e parecchio irritata.
< Beh, sì, ecco…non è che io lo voglia, ma mi è stato chiesto…sai, devi sapere che molti fan… >
< Robert > dissi interrompendolo < vieni al nocciolo della questione >
< I produttori mi hanno chiesto di fingere di stare con Kristen >
< E perché di grazia? > domandai a bruciapelo.
< È una trovata pubblicitaria della Summit, i produttori ritengono che, se Kristen ed io fingiamo di frequentarci potremmo avere più consensi dei fan >
< Ma poveri fan scontenti > replicai con sarcasmo < immagino che Kristen abbia accettato al volo. Ma scusa, i produttori non sanno che hai una vita privata? >
< Ehm, beh, ecco… > disse lui imbarazzato.
< Cosa? >
< A dire il vero la Summit ci ha riuniti per escogitare insieme una trovata pubblicitaria e Kristen ha proposto di fingere di stare insieme > rispose senza guardarmi negli occhi e in quel momento non ci vidi più.
< Quella schifosa ha fatto cosa?!? > urlai a pieni polmoni.
< Michelle, non esagerare >
< Non esagerare un cazzo! > continuai < Come diavolo si permette quella…quella…quella scopa con la faccia da cavallo di pensare a cose del genere! E poi mi meraviglio di te e dei produttori, state inventando delle storie per cosa? Per non perdere fan e per avere più soldi in tasca, magari! > sbottai e mi portai una mano davanti alla faccia.
< Non centrano i soldi, ma se devo essere onesto non lo so perché i produttori ci abbiano chiesto aiuto per queste trovate pubblicitarie, nemmeno io ne vedo il motivo >
< Cosa hai risposto? > domandai glaciale.
< Che prima ne avrei parlato con te >
< Perché? Non siamo sposati, puoi fare quello che ti pare > ribattei incrociando le braccia al petto e iniziai a picchiettare col piede.
< Ma sei la mia ragazza >
< Tu cosa vuoi fare? >
< Non lo so…tu cosa ne pensi? >
< Non deciderò per te, Robert >
< Voglio un tuo parere >
< Tu vuoi un mio parere? > chiesi ridendo sarcasticamente < Ti prego, non farmi ridere. Sappiamo entrambi che per non scontentare la Summit dirai di sì. Vuoi sapere cosa dico io? Fai quello che ti pare, non me ne frega niente. Mettiti con lei, facci anche sesso se ti va. Io sono stanca > risposi mentre mi allontanavo dalla cucina, in direzione della porta d'ingresso.
< Hey, aspetta solo un attimo! > esclamò bloccandomi per un polso < Che cosa vuol dire che sei stanca? >
< Sono stanca di tutto questo! > urlai < Sono stanca di dover sempre lottare contro Kristen, di avercela tra i piedi ogni volta che sono con te, di dover parlare sempre di lei. Devi stare con Kristen? E allora stacci sul serio! >
< Non è per mia scelta >
< Nessuno ti sta obbligando, la scelta è unicamente tua >
< Quindi mi stai lasciando? >
< Non lo so, forse! > urlai guardandolo negli occhi < No, non ti sto lasciando > ripresi più calma pochi secondi dopo < se vuoi fare questo favore ai produttori e nascondere per un po' la nostra relazione, va bene, fallo >
< Ma? >
< Ma io voglio tornare a vivere la mia libertà, la mia vita. Tu flirti con Kristen, io flirto con altra gente >
< Cosa?!? No! > esclamò < Non se ne parla nemmeno >
< Vuoi aiutare la produzione? Questi sono i patti. Prendere o lasciare >
< Potresti anche andare oltre al bacio >
< No, ovviamente >
< Ma potresti baciarli >
< Esattamente come tu bacerai Kristen >
< Non voglio che altri ragazzi ti bacino >
< Siamo sulla stessa barca >
< Ma tu lo vuoi fare per ripicca >
< Non centra niente >
< Sì, invece. Vuoi farmela pagare >
< Robert, taci >
< No, non dirmi di stare zitto! > tuonò, furibondo < Sai che ti dico? Sei solo una ragazzina viziata. Non ha neanche senso fingere e sai perché? Perché tra noi due è finita per davvero, sono stanco di queste tue stupide lamentele >
< Lamentele?!? > domandai, alzando la voce < Forse non ti ricordi, ma a causa di Kristen stavamo per lasciarci >
< Certo che mi ricordo > rispose stizzito.
< Ed ora ci stiamo lasciando. Forse hanno ragione le care fan Robsten, non siamo fatti per stare insieme >
< Forse no >
< Bene. Spero siate felici insieme > sussurrai mentre mi richiudevo la porta alle spalle.
Rientrai in casa sbattendo la porta con tutta la forza che avevo in corpo e gettai la borsa per terra, incurante del telefonino che vi era dentro. Camminai fino alla cucina, aprii il frigorifero, mangiai una fetta di cocomero, perché nonostante tutto avevo fame, presi il cellulare dalla borsa e vidi che erano quasi le nove.
< Al diavolo la festa, io non ci vado > dissi mettendomi a sedere sul divano.
Alle nove e cinque minuti suonarono alla porta, andai ad aprire e mi trovai Jenny davanti agli occhi.
< Pensi di venire così? > chiese squadrandomi.
< No, non vengo >
< E perché? >
< Non sono in vena di festeggiare >
< Cos'è successo? > domandò portandomi a sedere sulle scale e quando mi prese la mano tra le sue scoppiai in lacrime.
< Robert ed io abbiamo chiuso e questa volta definitivamente > le dissi tra le lacrime.
< Cosa, ma perché? > chiese mentre mi abbracciava e le raccontai tutto l'accaduto < Oh, io non…non so cosa dire, mi dispiace >
Sciolsi l'abbraccio e mi asciugai le lacrime con il dorso della mano.
< Ho cambiato idea, voglio venire > le dissi con voce tremante.
< Sei sicura? >
< Non voglio restare in casa da sola a deprimermi, voglio…voglio uscire. Non mi importa dove, voglio solo stare lontana da casa mia e dalla sua >
< Perché non ti fai un bagno rilassante? > propose la mia amica accarezzandomi la guancia.
< Ma non facciamo tardi? >
< La festa non finirà di certo a mezzanotte > rispose sorridendomi e l'abbracciai.
< Tu non hai idea di quanto io ti voglia bene >
< Te ne voglio tanto anche io >
Salite le scale andai a farmi una doccia, mentre Jenny mi disse che mi avrebbe aspettata in camera mia, dove la raggiunsi quaranta minuti dopo con i capelli già asciutti e pronta a vestirmi. Tirai fuori dall'armadio un paio di shorts di lino bianchi, un paio di sandali marroni e una canotta lunga con un ampio scollo a U, sempre marrone.
< Vado bene così? > le chiesi quando fui pronta.
< Vai benissimo > replicò la mia amica abbracciandomi e mi porse una collana d'oro con il ciondolo a forma di quadrifoglio < l'ho comprata oggi dopo il mare, ma credo serva più a me che a te ora >
< No, non posso accettarla! >
< Ma io voglio che tu lo faccia > disse sorridendo < mi farebbe piacere se tu lo facessi >
La guardai commossa e l'abbracciai una seconda volta.
< Grazie, grazie, grazie >
< Sei davvero sicura di voler andare alla festa? >
< Sì > risposi sorridendole < ora sto bene. Certo, soffro per quello che è successo, ma non sono il tipo di ragazza che piange davanti ad una vaschetta di gelato. La vita va avanti…e lo dicono anche i Queen,
Show must go on >
Jenny rise e mi abbracciò.
< Lo dicono anche i Queen > ripeté ridendo e mi contagiò < forza, ora andiamo >
Uscimmo di casa, chiusi la porta con la doppia mandata e controllai che l'avessi chiusa per bene.
Chiusa.
Salii in macchina con Jenny e raggiungemmo la casa di James che erano ormai le dieci. Sarah mi aveva chiamato nel frattempo per chiedere dove fossimo finite, le spiegai brevemente la situazione e la pregai di non dire niente alle altre. Non ero ancora pronta a dare spiegazioni, ma
Jenny e Sarah erano le amiche più care che avevo, non avevo segreti con loro.
Entrammo in casa del nostro compagno di scuola e vicino al tavolo dove era posizionata la birra vidi tutte le Clovers. Ci avvicinammo a loro, le salutai come se niente fosse e tutte si misero a ridere e a prenderci in giro perché Sarah aveva raccontato loro che avevamo bucato mentre stavamo venendo alla festa. Guardai quest'ultima e la ringraziai con gli occhi, ma lei si avvicinò e mi abbracciò.
< Mi dispiace tanto > sussurrò al mio orecchio, in modo che non sentisse nessuno.
Ricambiai la stretta e serrai gli occhi per cacciare indietro le lacrime che minacciavano di uscire. Pochi minuti dopo il gruppo si disgregò: Jenny andò a salutare Walter, Megan, Emily, Amanda, Charlotte e Vanessa andarono a bere, Kate e Mary andarono a giocare al gioco della bottiglia e Sarah e Hilary andarono a ballare. Queste ultime mi invitarono ad unirsi a loro, ma declinai l'invito e mi incamminai verso la cucina per cercare qualcosa di più forte della birra.
< Cosa stai bevendo? > domandai a James quando entrai in cucina.
< Un mix tra vodka, tequila e lime >
< È disgustoso! > esclamai.
< Pensavo di peggio. Vuoi? > chiese porgendomi il suo bicchiere e con titubanza lo accettai, per poi mandar giù tutto il liquido in una volta sola, senza nemmeno prendere fiato < Gira voce che tu abbia rotto il naso alla Taylor >
< Purtroppo non sono così forte da riuscire a spaccarglielo, ma ti giuro che avrei tanto voluto farlo oggi > risposi mentre gli passavo il bicchiere, che ormai era diventato mio, per riempirlo una seconda volta.
< Che cosa ha fatto? >
< Ha insultato Sarah >
< Non sarai perfetta, ma almeno sei una buona amica >
Allontanai il bicchiere dalla bocca e mi voltai a guardarlo.
< Sai, è la cosa più carina che mi abbiano detto oggi >
James rise e per un attimo rimasi incantata dal suo sorriso e dal suono della sua risata: non ci avevo mai fatto caso, specialmente perché da quando mi ero messa con Robert non guardavo più gli altri ragazzi, ma lui in quest'ultimo anno era diventato davvero carino. Insomma, era alto, muscoloso, aveva i capelli di un castano scuro, quasi nero, mentre gli occhi erano azzurri. Aveva un neo sopra la bocca che rendeva il suo sorriso ancora più affascinante e uno sguardo magnetico.
< Certo che è strano >
< Cosa? > chiesi tornando a bere.
< Non ci siamo mai rivolti la parola in un anno e incominciamo ora, alla mia festa >
< Destino? > dissi ridendo.
< Perché no? > ribatté facendosi serio < Credevo ti portassi dietro il tuo fidanzato >
< Ti dispiace che non l'abbia portato con me? >
< A dire il vero speravo tu non lo facessi >
< Beh, il problema non sussiste, Robert ed io non stiamo più insieme >
< Oh, mi dispiace > disse guardandomi con un mezzo sorriso e sorrisi scuotendo la testa.
< Bugiardo >
< Infatti non mi dispiace per niente >
< E perché mai? >
< Perché così posso chiederti di uscire qualche volta, se ti va >
< Ehm…James…non mi sento pronta ad imbattermi in una nuova storia >
< Hey, hey, hey, calma, Waldorf > disse mettendo le mani avanti < ti sto solo chiedendo un'uscita, non ti sto chiedendo di sposarmi >
Annuii sorridendo.
< Allora okay, mi piacerebbe >
< Amico, è richiesta la tua presenza! > esclamò Kyle, quoterback della squadra di rugby, interrompendo la nostra conversazione.
< Arrivo subito > rispose James e gli fece cenno con la testa di andarsene < se resti fino alla fine della festa, mi piacerebbe parlare di nuovo con te >
< Volentieri > risposi sorridendo.
James mi lasciò sola e dopo aver vuotato il bicchiere tornai a cercare le mie amiche, trovando Jenny e Sarah, le quali non appena mi videro mi corsero incontro.
< Michelle, ma dove ti eri cacciata? > domandò Sarah.
< Walter? > chiesi guardando Jenny.
< È andato a casa, domani mattina deve andare ad aiutare suo padre in officina, quindi deve svegliarsi presto >
< Oh, avrei voluto salutarlo… >
< Riferirò domani. Ma dov'eri? >
< Ehm…ero in cucina a parlare con James >
< James?!?!? > esclamò Sarah sgranando gli occhi e mi prese la mano, trascinando me, e di conseguenza Jenny, fuori casa < Hai parlato con James? E cosa vi siete detti? >
< Le solite cose…abbiamo parlato del più e del meno e mi ha chiesto di uscire insieme >
< Ci uscirai? > chiese Sarah appoggiandosi sulla ringhiera.
< Perché no? Non ho più un ragazzo, nessuno me lo vieta >
Rientrammo dentro casa e quando mi avvicinai alla pista da ballo vidi James guardarmi e sorridermi. Gli sorrisi anche io, poi rivolsi l'attenzione alle mie amiche e ballammo fino alle due di notte, orario in cui la festa terminò: i genitori di James, che erano in vacanza, sarebbero rientrati alle otto di mattina e lui aveva bisogno di sistemare.
< Ragazzi, mi dispiace mandarvi via, ma se i miei genitori tornano e trovano la casa in queste condizioni mi uccidono >
Pochi minuti dopo la casa si era svuotata ed eravamo rimasti in sala solo James, Jenny, le Clovers ed io. Megan e le tutte le altre Clovers se ne andarono subito dopo, mentre Jenny ed io fummo le ultime ad andarcene.
< James, vorresti una mano a riordinare? > chiesi mentre gli porgevo alcuni bicchieri rossi.
< Non preoccuparti, non ce ne è bisogno. Non ci metterò molto, ma volevo che la gente si levasse dalle scatole. Mi piacciono le feste, ma ad un certo punto preferisco il silenzio >
< Sì, ti capisco benissimo > risposi mentre guardavo Jenny, la quale ci lasciò soli dicendomi che mi avrebbe aspettato in macchina < beh, allora io vado. Grazie per la festa, mi sono divertita. Mi ci voleva proprio una serata così >
< Sono felice che tu ti sia divertita e… > disse appoggiando il saccone blu dei rifiuti e si avvicinò a me < e sono felice che tu sia venuta >
Mi portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e senza smettere di guardarmi negli occhi abbassò il suo viso sul mio e mi baciò. Portai una mano tra i suoi capelli mentre le nostre labbra si muovevano l'una sull'altra. James aveva un profumo buonissimo e il bacio che ci stavamo scambiando era un bacio dolce, per nulla passionale o malizioso. Ma non era un bacio di Robert.
Una volta terminato il bacio mi diede la buonanotte e mi disse che ci saremmo visti lunedì a scuola. Lo salutai sorridendo e uscii da casa sua.
< Allora? > domandò Jenny mentre metteva in moto < Cosa è successo lì dentro con James? >
< Niente > risposi mentre guardavo fuori dal finestrino < non è successo proprio niente >
Per tutto il viaggio nessuna delle due parlò. Io mi sentivo ancora addosso il profumo di James, che per quanto fosse buono non era il
suo, quello di Robert. Mi sentivo sporca come non mai.
< Ti va di vederci domani? > chiese quando accostò davanti a casa mia.
La guardai e feci di no con la testa.
< So bene che giorno è domani, sono mesi che lo aspetti. Non voglio che tu rinunci all'uscita con Walter per me >
< Ci saranno altre occasioni per conoscere i suoi nonni a New York, io voglio assicurarmi che tu stia bene >
< Ma io non sto bene > replicai scrollando le spalle < non so quanto mi ci vorrà, ma di certo non sarà immediato. Ho amato e amo tutt'ora Robert, non posso fingere che lui non esista. Insomma, dieci minuti fa ho baciato James e non ho fatto altro che pensare che non stavo baciando Robert, mi sento ancora il suo profumo addosso e mi sento sporca perché non è quello della persona che amo > continuai mentre indicavo la casa di Robert.
Jenny mi abbracciò e mi strinse forte a sé.
< Vorrei poter fare qualcosa per farti stare meglio, dico davvero >
< Grazie, amica mia > dissi ricambiando l'abbraccio < domani sera voglio che tu mi chiami e che mi racconti tutto >
< Senz'altro. Ciao >
La salutai con la mano e aspettai che se ne andasse, poi salii il vialetto, entrai sotto il mio portico e inserii la chiave nella toppa, che fece aprire la porta non appena girai la chiave verso destra. Eppure io l'avevo chiusa dando due giri di chiave, mi ricordavo benissimo.
Aprii la porta ed entrai senza far troppo rumore, richiudendola dietro di me. Tesi l'orecchio, ma non sentii niente e non vidi nient'altro che buio.
< Bi…mamma? > la chiamai mentre avanzavo verso la sala: sicuramente Bianca era entrata con Mike, aveva lasciato la porta aperta e ora se la stavano spassando alla grande.
Oh, ma questa volta mi avrebbero sentito.
< Mamma, sei qui? > domandai accendendo la luce della sala, ma non vi trovai nessuno.
Sbuffai spazientita quando improvvisamente mi sentii afferrare per un braccio. Urlai e tentai di dimenarmi per liberarmi dalla presa, ma quando, voltandomi, vidi che era Robert mi calmai.
< Cristo, Robert, mi hai fatto quasi prendere un infarto! > esclamai mentre mi portavo una mano sul cuore.
< Scusami, non era mia intenzione >
< Ma cosa ci fai qui? > chiesi guardandolo negli occhi.
< Sei…sei stata ad una festa? > domandò e trapelò dalla sua voce un mix tra rabbia e gelosia.
< Cosa ti aspettavi, che trascorressi tutta la serata a piangere e a mangiare gelato? > sbottai incrociando le braccia al petto < Non sono quel tipo di ragazza, Robert. Sai, io ho diciannove anni e ho ancora tutta una… >
< No, aspetta > intervenne interrompendomi < non sono qui per litigare >
< Come diavolo sei entrato qui dentro? > domandai.
< Dopo la nostra lite sono uscito con Kellan per sfogarmi e quando sono tornato ho suonato il tuo campanello perché volevo parlarti, ma tu non c'eri. Così sono entrato in casa mia, ho preso la copia delle tue chiavi e sono entrato qui >
< Cosa…di cosa volevi parlarmi? >
< Possiamo sederci? > chiese indicando il divano.
Annuii e lo seguii.
< Vuoi qualcosa? > chiesi guardandolo negli occhi.
< No, sto bene così > rispose mentre si contorceva le mani < allora, per prima cosa volevo chiederti scusa per quello che ti ho detto. Mi sono odiato quando ti ho insultato. Michelle, io non voglio che la nostra storia finisca. Lo ammetto, io non sono molto pratico con queste cose, ma se c'è una cosa su cui sono sicuro sei tu, siamo noi. Io…io ti amo l'ultima cosa che voglio è smettere di frequentarti per una stupida lite. Non ho problemi a dire di no alla Summit. Tu vali più di qualunque altra cosa >
Deglutii a fatica a causa del nodo alla gola che me lo impediva e, nonostante cercassi di fare la dura, il mio intento fallì miseramente e calde lacrime scesero dal mio viso.
< Io…io…io ci sono rimasta male, tanto male. Nemmeno io voglio che finisca così, ti amo e… > dissi senza terminare la frase a causa del singhiozzo che mi tradì.
Robert sorrise e diminuì la nostra distanza sul divano, posò le sue mani ai lati del mio viso e mi baciò, esattamente come fece mezz'ora prima James. Ma la differenza si sentì. Il nostro bacio, dapprima dolce, pian piano divenne sempre più passionale e solo tra le sue braccia mi sentii felice e appagata, come una bambina che il giorno di Natale ha ricevuto il regalo tanto desiderato.
< Mitchie, mi dispiace così tanto >
< Anche a me, Robert. Ti prego, perdona tutte le cattiverie che ho detto >
< Per questo giro ti va grassa, non hai niente di cui farti perdonare > mi disse Robert ridendo.
Portai entrambe le braccia attorno al suo collo e mi persi nel bacio. Senza rendermene conto Robert mi aveva fatto stendere sotto di sé e mi stava alzando la canotta.
< No, aspetta > gli dissi cercando di riacquistare tutta la mia lucidità.
< C'è qualcosa che non va? > domandò allontanandosi da me e mi misi a sedere.
< C'è…c'è una cosa che non ti ho detto >
< E sarebbe? >
Abbassai lo sguardo perché mi vergognavo troppo a guardarlo e mi immobilizzai sui miei piedi.
< Alla festa ho baciato un ragazzo > gli dissi tutto d'un fiato < lui ha fatto la prima mossa, ma io non mi sono sottratta >
< Chi hai baciato? >
< James, il proprietario della casa > risposi senza alzare lo sguardo < non so se possa farti stare meglio, ma quando l'ho baciato io… > dissi e sbuffai, interrompendomi < più le nostre labbra si toccavano, più desideravo le tue, più il suo profumo si impregnava nei miei vestiti, più mi sentivo sporca > continuai e solo alla fine ebbi il coraggio di guardarlo in faccia e notai che era inespressivo.
Immaginai che si alzasse in piedi, mi maledisse e se ne andasse, ma ciò non accadde. Anzi, tutt'altro: si avvicinò a me di nuovo e mi baciò.
< Se puoi perdonami pure tu, ti prego > lo scongiurai.
Robert non disse niente e tornò a baciarmi e a farmi sistemare nella posizione di prima.
< Ucciderei questo James > mi disse ad un certo punto < solo io posso baciare e toccare la
mia Mitchie >
Non appena finì di parlare sorrisi come non mi capitava da tanto e lo strinsi a me.
< Mi perdoni? > domandai mentre Robert mi slacciava gli shorts e li lanciava chissà dove per terra e tempestivamente si liberò anche dei suoi e dei nostri intimi.
Allargai le gambe e lasciai che entrasse in me
e iniziasse a muoversi.
< Tu che dici, tesoro? > sussurrò roco al mio orecchio quando gemetti di piacere.



Sono una colossale stronza, lo so. Ma in mia difesa posso dirvi che mi diverto a farli litigare e poi a farli riappacificare, specialmente perché sono una romanticona e mi piacciono le storie a lieto fine (leggete tra le righe).

Come sempre ci tengo a ringraziarvi per tutte le belle parole che spendete per me, o semplicemente perché vi fermate a leggere il capitolo.

Mi spiace aver postato solo ora, ma ho trascorso due settimane infernali con la scuola e non ho mai trovato un momento (e la forza) per fermarmi a postare. Ad ogni modo, spero di essermi fatta perdonare.

A presto! (spero)

Un bacio, Giulls

P.S. Donne, voglio sapere come vi immaginate Michelle, orsù, scrivetemelo! ;)

Tàtàtà, pubblicità!

Vi piace Harry Potter? Siete fan della coppia Dramione? Volete leggere qualche nuova storia! Bene, allora con il cursore premete su CERCA, poi andate su NICKNAME e infine digitate il nome Sognatrice85. E poi vi auguro una buona lettura!

   
 
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