~ Esteriormente ~
Lo
specchio sbatté con forza contro il tavolo, la campana di vetro tremò e una
crepa lo spezzò da parte a parte. La magia s’interruppe e si ritrovò a fissare
i suoi stessi occhi, carichi dell’odio che si portava dentro. Impenetrabili.
L’unica cosa che gli era rimasta, l’espressione del vero principe che era
stato. L’unica cosa che aveva disgustato anche quando era ancora “umano”. La
sola parte di sé che non lo aveva mai abbandonato: l’espressione della sua
anima maledetta. Quante donne si erano perse in quegli occhi di ghiaccio,
abbagliate. Quante avevano avuto paura scoprendo cosa nascondevano e quante si
erano piegate al suo volere solo perché lui li chiudesse. Quanti sguardi
abbassati pur di non incontrare il suo. Le sue parole, i suoi gesti, la sua
bellezza le ammaliava, ma i suoi occhi, quegli occhi, così limpidi e vitrei,
che le conducevano fino ai suoi pensieri, le spaventavano. Ora gli erano
rimasti solo quelli. Tutto ciò che li circondava era ripugnante. Una perfetta
combinazione di orrore.
Erano
passati molti anni, era cambiato. Eppure tutte le volte che vedeva la sua
immagine riflessa non riusciva a vedere quel cambiamento. Niente di quello che
gli stava addolcendo il cuore si vedeva dall’esterno. Questo lo lasciava
impotente. Come avrebbe potuto far innamorare quella ragazza di lui? Come ci
sarebbe riuscito se esteriormente era l’espressione del mostro che si era
creato dentro? Se quello che era prima della maledizione ora lo portava
addosso, ben visibile da tutti?
Si
era concesso una piccola debolezza, da quando l’aveva intrappolata nel
castello. Una goccia cadde sul vetro spezzato, poi un’altra e un’altra ancora.
Lacrime. Purificatrici, liberatorie. Stava perdendo la sua integrità, da quando
aveva capito che lei era la sua unica e ultima possibilità, da quando la rosa
aveva iniziato ad appassire.
Non
si era mai curato delle sue conquiste, gli bastava un sorriso prima. Ora no,
ora era un insieme di denti affilati e irregolari. Aveva imparato a convivere
con il suo nuovo aspetto, ma non si era mai mostrato al di fuori della sua
servitù. Sul castello era scesa una coltre di nebbia e nessuno aveva più osato
avvicinarsi. Era caduto il suo regno, era svanito il suo potere. Era diventato
una leggenda.
Narravano
gli anziani dei villaggi vicini che…
C’era
oltre il bosco un castello. Un castello maledetto e dentro quelle mura era
rinchiusa una terribile bestia. Nessuno era sopravvissuto per raccontarne le
sembianze, nessuno si era salvato…
Eppure lei era venuta lo stesso, si era offerta di
restare in cambio della vita del padre. Lei non era come gli altri, lei era
speciale. E il cuore di lui batteva più velocemente quando la pensava. Quando
le sfiorava la pelle con i suoi desideri. Era passato troppo tempo dall’ultima
volta in cui aveva toccato una donna. Ma mai aveva provato qualcosa di simile,
ne era sicuro. Il desiderio lo consumava, lo lasciava senza fiato. Si mischiava
alle lacrime e una nuova luce brillava in quegli occhi maledetti.