WORD
ASSOCIATION
di Lizzy Tears
Traduttrice:
Faith Lupin
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“Hey Sirius,” disse Remus una sera. “Fai un gioco con
me.”
Sirius smise di fare ciò che stava facendo, alzò lo sguardo e lo guardò.
”Tu vuoi fare un gioco?” Chiese incredulo.
”Sì.” Disse Remus con disinvoltura, spostando i suoi libri. “Ti va?”
”Certamente.” Disse Sirius ansiosamente. Non aveva mai rifiutato una sfida, e
poteva dire che quella era una sfida. Era in ogni lineamento del corpo di
Remus, nell’espressione attenta incisa sul suo viso e nel tono così casuale
della sua voce. Non era sicuro di ciò che avesse in mente il suo amico, ma con
uno sguardo come quello negli occhi di Remus, sarebbe stato qualcosa di interessante. “A cosa giochiamo?”
“Associazione di parole.” Remus gli disse senza mezzi
termini e sorrise soddisfatto all’espressione del viso di Sirius.
”Odio quel gioco.” Sputò.
”Lo so.” Remus annuì. “Ma non mi importa. Gioca lo
stesso con me.”
“Ma –“ Sirius iniziò a protestare.
”O,” Remus lo interruppe, avvicinandosi, un sorriso
scaltro sulla faccia. “dirò alla scuola che ti sei tirato indietro davanti a una sfida.”
Sirius era combattuto. Lui odiava l’associazione di parole. L’unica cosa che
quel gioco significava per lui era noia e mal di testa. D’altra parte…pochi
minuti di noia valevano veramente la sua reputazione? Sirius sapeva
di essere stato sconfitto.
”Bene.” Sibilò incrociando le braccia. “Inizi tu.”
”Aspetta.” Remus gli disse, afferrandogli la mano. “Voglio che sia corretto.
Giura che sarai completamente onesto. Voglio la prima parola che ti viene in
mente, non importa quanto insana, imbarazzante, sporca” (sbiancò) “o
incriminante possa essere. Capito?”
Sirius annuì a malincuore.
”Tocca a te.” Aggiunse.
”Ma certamente. “ Remus gli disse e il gioco iniziò. “Chiaro”
”Scuro.”
”Stelle.”
”Luna.”
”Lupo mannaro.”
”Tu.”
”Padfoot.”
”Cane.”
“Tu.”
”Um…” E la mente di Sirius si fece vuota.
”Ho vinto il primo round.” Remus disse soddisfatto e
segnò il punteggio nell’aria con la sua bacchetta. Lasciò un
macchia rossa scintillante, prima di abbassarsi su un piccolo segnapunti
libratosi nel mezzo del tavolo. “Inizi tu.”
”Aria.” Sirius disse, la sua determinazione a vincere iniziava a scintillare.
”Vivere.” Remus disse placido.
”Alberi.” Sirius sparò in risposta.
”Erbologia.”
”Sprite.”
”Copriorecchie.”
”Tenero.”
Remus sollevò un sopracciglio ma non disse nulla.
”Gatto.”
”Cane.”
”Pelo.”
”Bagnato.”
”Doccia.”
”Mattino.”
”Dormire.”
Da quel momento i due si stavano guardando quasi torvamente, perché ognuno di
loro difficilmente stava dicendo ciò che davvero aveva in mente, e l’altro lo
sapeva. Ma dire qualcosa avrebbe significato perdere il gioco.
”Sabbia.”
”Spiaggia.”
”Sesso.” Sirius sparò e urlò in trionfo quando Remus arrossì e si lasciò
sfuggire la parola successiva, confermando la sua
sconfitta. Un secondo piccolo punto apparve tra di
loro e si librò sulla parte opposta del segnapunti, sotto un piccolissimo
‘Sirius’ scritto in oro scintillante. “Tocca a te.”
”Tavolo.” Remus disse calmo e Sirius pensò che il suo tentativo di far perdere
il controllo al suo amico fosse fallito. Non sapeva che Remus aveva raccolto il
guanto della sfida e non aveva intenzione di farsi cogliere di nuovo
impreparato. Se Sirius voleva giocare sporco, così avrebbe fatto anche Remus.
”Ballare.” Sirius ghignò compiaciuto.
”Rosmerta.” Remus rispose e notò con soddisfazione lo stupore negli occhi di
Sirius.
”Bella.” Sirius disse, arrossendo un poco.
”Fiori.” Remus disse onestamente, arrossendo per la sua femminilità.
”Polline.” Sirius gli disse.
”Allergie.” Remus ammise.
”Letto.” Sirius disse, guardando Remus di nascosto.
”Vuoto.” Remus gli disse.
”Segreto.” Sirius disse.
”Lupo mannaro.”
”Pericolo.”
”Io.”
”Sexy.” Sirius disse a dispetto di sé e si impose di non coprirsi la bocca con
una mano. La sua mortificazione scomparve, comunque,
quando Remus si trovò incapace di trovare una risposta. “Due per me.” Sirius
disse e una terza linea danzante apparve. “Tocca a te.”
”Pollo.” Remus iniziò, sperando che andasse nel modo in cui voleva.
”Gallo.” Sirius sparò allegramente.
”Uccello.” Remus disse, arrossendo vagamente. [L’autrice ha usato
rispettivamente i termini “rooster” e “cock” giocando sul loro doppio senso.
Entrambi, infatti, significano sì “gallo” e “uccello”,
ma nel gergo indicano anche…ehm, ehm...l’organo sessuale maschile…n.d.T.]
”Bagnato.” Disse Sirius senza pensare.
Remus si maledì nuovamente quando si trovò incapace di rispondere. Non stava
andando nel modo in cui l’aveva programmato. Si stava comportando troppo
innocentemente. Stava facendo questo gioco con Sirius, che era la persona più
sessuale che avesse mai conosciuto. Il sesso non gli avrebbe fatto perdere il
controllo. E allora cosa l’avrebbe fatto? Voleva
giocare sporco…ma quanto sporco sarebbe dovuto essere?
Non voleva ferire Sirius, dopotutto. Prese un momento per pensare e poi
ricominciò il gioco.
”Cibo.”
”Coltello.”
”Omicidio.”
”Famiglia.” Sirius disse sommessamente e Remus rimpianse la sua decisione. Ma Sirius aveva risposto.
”Potere.”
”Voldemort.”
”Bastardo.”
”Moony!” Sirius urlò per la sorpresa e Remus forzò un sorriso. Era stata una
cattiva decisione introdurre la famiglia di Sirius. Quel punto che bruciava tra
di loro gli sembrò insignificante quando Sirius
continuò il gioco.
”Sole.”
”Caldo.”
”Toccare.”
Sirius lanciò a Remus uno sguardo di sottecchi.
”Bacio.”
”Lingua.”
Sirius stava apprezzando questo nuovo lato di Remus, il lato che lo stava
fissando attraverso il tavolo scuro, gli occhi entusiasti e la naturale
timidezza abbandonata per il momento.
”Bagnato.”
”Doccia.”
Una risposta di Remus, nessun’ombra di imbarazzo. Sirius pensò che poteva cogliere qualcos’altro, comunque, e si chiese il
motivo di questo nuovo mistero di Remus. Poteva veramente essere ciò che lui
pensava che fosse?
”Nudo.”
Sì, Sirius decise. Stava sicuramente leggendo Remus in modo corretto. La fiamma
che aveva notato era improvvisamente tramutata in un fuoco che minacciava di
consumarlo. Sembrava come se la sua anima stesse
cercando di uscire da quei bellissimi occhi d’ambra.
”Asciugamano.”
Sirius improvvisamente realizzò che a lui stava bene che Remus lo guardasse
come se volesse saltargli addosso. Poteva sentire il calore dell’altro ragazzo,
persino attraverso il tavolo e sentiva la sua stessa pelle reagire in risposta.
”Morbido.”
I loro occhi si incatenarono l’uno all’altro,
rifiutandosi di staccarsi. Sirius vide del desiderio negli occhi di Remus e fu
solo un momento dopo che realizzò che gli occhi di
Remus stavano effettivamente riflettendo i suoi.
”Letto.”
Questo particolare tipo di seduzione lo stava rendendo pazzo. Le sue gambe
erano solo a pochi centimetri da quelle di Remus, allungate di fronte a lui, e
si ritrovò dolorante per il desiderio di toccarle.
”Dormitorio.”
Era quasi troppo per lui da reggere. Riusciva difficilmente a sopportare il
pensiero del momento che stava trascorrendo. Desiderava l’altro ragazzo da
sempre; non aveva mai sperato che i suoi sentimenti potessero essere ricambiati.
Ma non c’era alcun equivoco nel rossore diabolicamente
attraente che macchiava le guance pallide di Remus. Non c’era alcun dubbio che
la cravatta allentata e la camicia aperta fossero così
per un motivo.
”Malandrini.”
Fanculo a loro. Sirius poteva sentire il suo sforzo nel cercare di non alzarsi
dalla sedia e lanciarsi sul suo amico attraverso il tavolo. Il suo respiro era veloce e poco profondo, le sue mani erano serrate
strette sul tavolo. Quell’ostacolo era davvero troppo per lui
da sopportare.
”Incantesimo Insonorizzante.”
I capelli di Remus gli cadevano negli occhi, oscurando parzialmente gli
occhi del ragazzo dallo sguardo febbricitante e penetrante di Sirius. Ebbe una
momentanea e vivida immagine di Remus che lo guardava attraverso quei
fastidiosi capelli e ebbe l’improvviso impulso di
scostare quella ciocca e baciare la morbida fronte che nascondeva. Quasi gemette quando la promessa di quell’immagine lo pervase.
”Efficace.” Remus disse e Sirius percepì consenso.
”Ora?” Quasi sussultò e la voce fuoriuscì strozzata.
”Esatto.” Remus annuì e improvvisamente non ci fu più un tavolo tra di loro.
Si toccarono l’un l’altro per la prima volta stesi sul
tavolo della biblioteca. Sirius riusciva appena a comprendere il sentimento che
lo consumava, quando sentiva Remus muoversi contro di lui, il calore del petto
di Remus che filtrava nei suoi vestiti e – caro Merlino
– il tocco delle sue labbra su quelle di Remus. A dispetto del loro frenetico
incontro, il loro primo bacio fu tenero e morbido, sebbene entrambi avessero improvvisamente realizzato ciò che stava accadendo,
e fossero ancora insicuri su ciò che l’altro provava.
Il bacio fu morbido e lento, le loro labbra si toccavano appena. Conteneva promesse e cenni di passione repressa a cui Sirius
programmava di rimediare. Avvolse più strette le braccia attorno al ragazzo, e
sentì le lunghe, pallide mani di Remus appoggiarsi delicatamente sul suo petto,
stringendo leggermente la sua camicia, tenendoli vicini.
Il bacio arrivò ad una fine e, quando Sirius aprì gli occhi, vide gli occhi
d’ambra di Remus fissarlo intensamente. Ci volle un momento per realizzare che quello era l’inizio di qualcosa, e poi gli
occhi di Remus si riempirono di un luccichio malizioso.
Si avvicinò e seppellì il viso nel collo di Sirius, sospirando profondamente e
facendo correre le dita lungo la sua schiena. Questo provocò dei brividi a
Sirius, che sussultò leggermente e percepì il sorriso di Remus contro il suo
collo.
”Per la cronaca,” sussurrò in una voce bassa, il caldo
fiato che solleticava il suo collo quando spostò le labbra sull’orecchio di
Sirius, “Ho vinto.”
Fine^^