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Autore: tomlinsoulmate    22/05/2011    12 recensioni
"Mmmh..sei speciale..", mugugnò, affondando il viso tra i cuscini; erano le tre e dodici e, ancora una volta, un sorriso increspò di felicità il viso di Blaine.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Declaimer:
Glee appartiene a Ryan Murphy e alla Fox. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.




Turn around, bright eyes






"Kurt, ma sei proprio sicuro?", chiese il ricciolo che, per l'occasione, aveva evitato le solite impalcature di gel con cui, ogni dannato giorno, s'impastava i capelli; si erano nuovamente fermati prima di giungere, finalmente, sotto il portico di casa Berry. 

"Blaine vuoi calmarti, per cortesia?", cominciò l'altro, in tutta tranquillità. "Stiamo andando ad una festa, non verso il patibolo! E poi, in tutta sincerità, cosa diavolo vuoi che succeda?", concluse poi, con un sorriso. Lo fissò per diversi istanti; ed era la cosa più bella che avesse mai visto. 
"Beh? Che c'è? Ho qualcosa che non va?", chiese nuovamente Kurt, osservandosi di sottecchi. 
"Assolutamente nulla", disse l'altro, avvicinandosi ulteriormente e sfiorando impercettibilmente la sua mano. "Sei decisamente perfetto", ma questo, Blaine, lo pensò soltanto.
"Bene, allora possiamo andare? Comincio ad aver freddo e il mio naso sta perdendo la sua naturale sensibilità", pigolò ancora Kurt affondando il viso nel giaccone del ragazzo; quest'ultimo lo strinse a sè, con dolcezza, prima di sfiorare il campanello che, all'interno dell'abitazione, emise il consueto suono.
Nei pochi attimi che seguirono nessuno dei due parlò ed, entrambi, avvertendo il lieve movimento del pomello della porta, cercarono di ricomporsi. Rachel li accolse sorridendo sorniona e Blaine, voltandosi verso Kurt, trattenne a stento una risata; l'espressione apparsa sul suo volto, lasciava ben poche cose all'immaginazione; e lui, Kurt, lo capiva bene, forse più di chiunque altro.
"Non essere acido, almeno stasera", gli sussurrò dolce all'orecchio, scendendo le scale. 
"Giuro che ce la sto mettendo tutta, Blaine. - disse l'altro, facendo roteare gli occhi verso il soffitto - Ma quella ragazza è l'anti-moda per eccellenza e certi commenti me li tira proprio fuori con le pinze!", concluse poi indicandola, schifato; e, in effetti, non aveva tutti i torti. "Neanche mia nonna si veste più così", si disse, dando mentalmente ragione all'amico.
Rachel si avvicinò nuovamente, invitandoli ad accomodarsi. "Ad ognuno spettano due consumazioni, così evitiamo di esagerare", disse porgendo due strisce di carta che, entrambi, afferrarono. "Serviamo dei soft drink stasera, sono la nostra specialità!", concluse poi, trasudando enfasi da tutti i pori come, d'altronde, faceva in ogni occasione.
I due si allontanarono prontamente. "Mi piacerebbe dirti che, di solito, non è così, ma purtroppo non direi la verità", disse Kurt, quasi mortificato, ma, il sorriso che l'altro gli regalò, lo tranquillizzò all'istante. 
"Che ne dici, ci sediamo?", chiese Blaine, indicando il divanetto poco distante. Kurt annuì, senza farselo ripetere due volte e, sorridendo raggiante, s'accomodò accanto a lui; e l'imbarazzo, tra i due, era facilmente tangibile. 
"Guardali, sembrano due completi scemi!", commentò scherzosa Mercedes, attirando l'attenzione del resto del gruppetto; avrebbe fatto qualunque cosa pur di vedere Kurt felice ed, evidentemente, Blaine era tutto ciò di cui aveva bisogno per esserlo. Bastava guardarlo per rendersene conto e, allo stesso modo, bastava osservare la luce negli occhi di Blaine per accorgersi che, anche per lui, valeva lo stesso discorso.
"Eppure sono così carini e poi Kurt si merita un po' di serenità, non credete?", disse Tina stringendosi ancor più saldamente nell'abbraccio di Mike.
"Possibile che non capisco? Di cosa state parlando?", pigolò Finn osservando tutti i presenti con fare confuso. 
"Come se fosse una novità, Hudson! Tu non capiresti niente neanche a fatto compiuto!", lo rimproverò Lauren, ridacchiando. 
"Possiamo concentrarci, per un attimo, sul vero problema? Qui non si sta divertendo nessuno e Rachel non ne vuole sapere di aprire il frigobar!", esclamò Noah, gesticolando come un ossesso.
"Forse m'è venuta un'idea!", disse Finn, scattando in piedi; uno strano luccichio s'impossessò, ben presto, dei suoi occhi. Gli altri ragazzi lo osservarono, preparandosi psicologicamente all'ennesima idiozia che, da un momento all'altro, sarebbe meccanicamente uscita dalle labbra dell'amico.
"E sentiamo un po', quale sarebbe questa fantastica idea?", chiese Mercedes, scettica e ricordando, momentaneamente, i disastri causati dalle 'genialate' di Finn.
"Giuro che questa volta sono serio, non giudicate prima d'aver ascoltato!", esclamò nuovamente il morettino, incrociando le braccia al petto.
"Amico, però datti una mossa, vorrei ricavare un senso alla serata e, per il momento, proprio non ce lo trovo. Stiamo cercando di sballarci con dei succhi di frutta, ma in che mondo siamo finiti?", disse Noah, camminando freneticamente; erano tutti in attesa di conoscere questa fantomatica 'idea'. Ogni persona presente in quella saletta, - Kurt e Blaine a parte, immischiati in conversazioni tutte loro - pendeva dalle labbra di Finn che, dal canto suo, continuava a tenerli sulle spine.
Inaspettatamente parlò. "Rachel farebbe di tutto pur di non rovinare questa serata, a detta sua, molto importante per la sua carriera di compositrice, ma, se fingiamo di andarcene..beh, potrebbe ripensarci, non credete?", propose il ragazzo, titubante. Santana rischiò d'ingozzarsi con il drink che, qualche attimo prima, aveva cominciato tranquillamente a sorseggiare. 
"F-Finn puoi ripetere, prego?", chiese la ragazza, ricomponendosi e fissandolo sconcertata. Finn si guardò attorno confuso; tutti gli occhi erano irrimediabilmente sgranati e posati sulla sua persona; già, perchè, in tutta sincerità, solitamente, non era quello che si poteva definire 'una cima' in materia di perspicacia e, la sopresa, derivava appunto da questo suo improvviso slancio d'intelligenza. "Beh, chi si offre?", chiese Noah, quasi sollevato. Brittany alzò la mano, sbalordendo tutti quanti. "Sì, Brit?", esclamò Mercedes avvicinandosi alla ragazza. "Posso andare in bagno?", domandò lei, innocentemente e facendo cadere un'ipotetica ed immaginaria gocciolona in stile manga sulle fronti di tutti i presenti; Santana la prese, dolcemente, per un polso, per poi trascinarla al piano superiore. La conversazione tornò, immediatamente, al punto in cui si era momentaneamente conclusa. "Artie, Mike, Tina, con me. Si va in scena! - disse Finn, attirando l'attenzione su di sè - E tu Noah, tieniti pronto!", concluse poi, rivolgendosi all'altro che, prontamente, annuì.
I quattro ragazzi, decisi più che mai a migliorare la situazione pressapoco disastrosa, si avvicinarono allo stereo poco lontano dove, Rachel, trafficava con alcuni cd. 
"Ehi!", la richiamò Finn; la ragazza si voltò, sorridente. "Allora ragazzi? Vi state divertendo?", chiese speranzosa.
"Ehm..Veramente staremmo per andarcene, ci aspettano per una cena", disse Tina cercando di sembrare convincente mentre, gli altri, annuirono.
"No, aspettate! Non potete andarvene, la festa non è ancora cominciata!", piagnucolò lei, sorridendo imbarazzata; Finn cercò lo sguardo di Noah che, afferrato il segnale, si avvicinò al gruppetto. "Se ne vanno tutti, vedi? Questa festa è una palla! Lasciami aprire il frigobar! - stava per cedere, lo sentiva - Domani ricomprerò tutto e nessuno si accorgerà di niente!", concluse poi poggiando una mano sulla spalla della ragazza; quest'ultima, titubante, annuì. I ragazzi si sorrisero soddisfatti, scoccandosi sguardi d'intesa, quasi a complimentarsi per la buona riuscita dell'operazione.


...


La serata stava, decisamente, prendendo una piega diversa da quando, grazie ad una delle poche idee decenti partorite dal cervello bacato di Finn,  Noah era riuscito a convincere la padrona di casa a dare, finalmente, il via alla festa.
"Sono sempre più convinto che non sia stata una bella idea", affermò Blaine, spaventandosi per le occhiate indubbiamente strane da parte di Rachel; non era più così sicuro di sentirsi a proprio agio, nonostante la presenza di Kurt. Si voltò verso sinistra per incontrare, nuovamente i suoi occhi cristallini, ma, l'immagine che era convinto di trovarsi di fronte, apparve decisamente distorta. 
"K-Kurt st-stai bene?", biascicò, sconcertato. L'altro, dal canto suo, era immobile e raggomitolato in un angolo del divano, abbracciando uno dei cuscini; le guance colorate di un'accesa sfumatura rossastra, gli occhi carichi di lacrime. Pronto ad esplodere, insomma. Blaine gli si accucciò accanto e, prendendogli il viso tra le mani, lo costrinse ad alzare lo sguardo.
"C-che succede?", chiese ancora; ma Kurt non parlò e, al contrario, gli si fiondò fra le braccia. Non capiva, fino a qualche minuto prima rideva e, adesso, sprizzava tristezza da tutti i pori.
"Voglio il mio kilt e il nuovo numero di Vogue e..e un pinguino! Voglio un piiinguiiino!", pigolò, tra le lacrime. Blaine si guardò, nuovamente, attorno in cerca d'aiuto peccato che, in quella stanza, regnava il caos più totale: Santana piangeva e baciava Sam, ad intervalli alterni; Lauren e Quinn insultavano Noah, senza ritegno; Mercedes e Tina ridevano, rasentando le convulsioni; Artie lanciava soldi verso la lavatrice su cui, una Brittany danzante, si stava improvvisando spogliarellista. Poi il suo sguardo si posò, inavvertitamente, su Finn; lo osservò con attenzione. "Non ha gli occhi lucidi, non ride a sproposito e, soprattutto, riesce a stare in piedi per più di dieci secondi senza cadere a terra come un salame. Vuoi vedere che è l'unico sobrio?", si domandò, mentalmente. Non vedendo soluzioni alternative e, soprattutto, immediate, Blaine cercò di richiamare l'attenzione del ragazzo che, in quello stesso momento, cercava, inutilmente, di scollarsi di dosso una Rachel troppo appiccicosa, anche per i suoi soliti, ed eccessivi, canoni. 
"BLAIIIIINEEEE VOGLIO UN PINGUIIIINO!", pigolò nuovamente Kurt, strusciandosi contro il suo maglione. 
"Dimmi che non sta messo così tanto male, ti prego!", esclamò Finn, avvicinandosi dopo aver colto l'sos del ricciolo.
"Pinguino..pinguino.. Uh, Blaine sei un pinguino?", strillò Kurt, togliendo ogni minimo dubbio al fratellastro.
"Maledetto a me e alle mie stupide idee! Dannazione, è ubriaco pure lui..Aaaah Burt m'ucciderà, mi ci vedo già: appiccicato ad un muro con un fucile puntato in testa!", cominciò a delirare Finn; in altre situazioni, probabilmente, assistere ad uno svarionamento simile, lo avrebbe fatto sorridere, ma non in quel contesto. Non con Kurt in quelle condizioni. 
"Suppongo che non regga l'alcool, o sbaglio?", chiese Blaine, cercando di risollevare la testa ciondolante di Kurt.
"Supponi bene..ah e, fossi in te, starei attento alle scarpe, potrebbero correre grandi rischi!", esclamò Finn, ricordando l'episodio avvenuto qualche tempo prima con la signorina Pillsbury.
"E adesso?", chiese Blaine, non sapendo cosa fare; di solito, quello che si ubriacava era lui e, dalla parte opposta, non ci si era mai trovato.
"Prova a portarlo un po' fuori, di solito con l'aria fredda si riprende..ah e tienilo d'occhio perchè tende ad arrampicarsi ovunque, ma, forse, siamo fortunati, non m'è sembrato di vedere alberi troppo alti, qui intorno", disse Finn allontanandosi per riacciuffare Quinn che, nel frattempo, tentava di prendere per i capelli Santana; non aveva ancora superato il fatto che Sam l'avesse lasciata per poi fidanzarsi con l'ispanica.
La situazione stava degenerando, in tutti i sensi.


...


"Bottiglia! Giochiamo al gioco della bottiiiglia!", strillò Rachel, in piedi sul palchetto; e fu in quel momento che, Blaine, si maledisse per non essersi fatto convincere - da un Kurt decisamente delirante - ad acciuffare un innocente gattino che, quest'ultimo, credeva un pinguino fuggito dallo zoo. "Cosa non si fa per amore", pensò il ricciolo, cercando di evitare che Kurt, colto da un'improvviso entusiasmo per le parole pronunciate da Rachel, cominciasse a rotolare per le scale. Lo aiutò a sedersi, tra Mercedes ed un cuscino, per poi sedervicisi accanto. 
"Dobbiamo proprio?", chiese, sporgendosi verso di lui. Lo sguardo che l'altro gli lanciò non lasciava dubbi riguardo alla risposta; e lui, a quegli occhi, non sapeva dire di no.
Nel frattempo la bottiglia girava e, per quel giro, toccò a Brittany e Sam, cosa che mandò su tutte le furie Santana che pigolò un "Gente, vi voglio ricordare che quella bocca è mia, le labbra di Steve Tyler sono mie, perciò..!" gesticolando con un bicchiere tra le mani. Kurt rideva strusciandosi sulla spalla di Blaine che, dolce, accarezzava i suoi capelli, attorcigliandoseli tra le dita; d'un tratto, abbassando la testa, si accorse che i suoi occhi erano teneramente chiusi. Decise, così, di lasciar da parte il gioco per adagiare l'esile e piccolo corpo di Kurt sul divano poco lontano. Gli si sedette accanto accarezzando, ancora una volta, la sua fronte. "Riesce ad essere perfetto, anche così", pensò osservando i sottili tratti del suo viso; quel naso un po' all'insù, le gote arrossate e l'accenno del sorriso che, come poche cose al mondo, sapevano farlo impazzire.
La mano di Finn posata, distrattamente, sulla sua spalla, lo distrassero momentaneamente. "Andiamo? Si sta facendo tardi ed io non ne posso più di scollarmi Rachel da dosso!", esclamò, sorridendo al ricciolo che, prontamente, annuì. Si avvicinò al viso addormentato di Kurt, intenzionato a svegliarlo.
"Kurt?", sussurrò al suo orecchio, ma, i suoi occhi, rimasero indiscutibilmente serrati e, quasi meccanicamente, portò le braccia a circondargli il collo; sorrise a quel nuovo contatto ed, alzandosi in piedi, lo afferrò dolcemente. Salutando quelle poche persone rimaste ancora sveglie e, soprattutto, sane, tornò a seguire Finn su per le scale, con Kurt fra le braccia. 
Giunti all'esterno dell'abitazione, nei pressi del luogo in cui, qualche ora prima, avevano parcheggiato, Finn si fermò, osservandolo. 
"Te la senti di guidare? Possiamo sempre venir domani a recuperare la macchina di Kurt!", disse, premuroso.
"Nessun problema, tranquillo. Vai avanti, io ti seguo!", esclamò sicuro, stringendo il più piccolo al petto.


...


"Posso occuparmene io, ora", disse Finn tranquillo, posando lo sguardo sul fratellastro addormentato e, finalmente, nel proprio letto. 
"No, rimango anche io..cioè sì, sempre che non ci siano problemi", rispose lui, incespicandosi leggermente con le parole; Finn annuì. "Per qualsiasi cosa, comunque, la mia stanza è proprio qui di fronte", disse poi, uscendo dalla porta e chiudendosela alle spalle. Di sicuro, non poteva nascondere di provare un certo disagio che, però si dissolse nel momento in cui, Kurt, biascicò il suo nome, aprendo leggermente gli occhi. "Ehi", sussurrò a sua volta, avvicinandosi e sedendosi a gambe incrociate accanto a lui. "Torna a dormire, io sono qui", concluse poi, sorridendogli; e lui, accucciandosi tra le coperte, fece quello che gli aveva suggerito. Blaine sorrise nuovamente, osservandolo e sfiorando impercettibilmente i contorni del suo viso, non riuscendo ad immaginare altro posto in cui, in quel momento - e sempre -, avrebbe voluto essere; stava bene lì, con lui.
"Mmmh..sei speciale..", mugugnò, affondando il viso tra i cuscini; erano le tre e dodici e, ancora una volta, un sorriso increspò di felicità il viso di Blaine.


...


Burt, all'oscuro della scena che, da lì a qualche secondo, si sarebbe presentata sotto ai suoi occhi, aprì la porta della stanza da letto di Kurt; e quando si rese conto che, suo figlio, in realtà, non era solo, s'immobilizzò alla vista di un Blaine che, con sguardo assonnato, si guardava confusamente attorno. Quasi traumatizzato, girò i tacchi e tornò a percorrere le scale in direzione della cucina, abbandonata qualche minuto prima. Kurt si sollevò aprendo gli occhi a fatica e, trovandosi Blaine a qualche centimetro dal viso, quasi sobbalzò.
"Buongiorno", sussurrò il ricciolo, sorridendo; e si chiese che cosa, effettivamente, ci facesse lui, in camera sua, alle dieci di domenica mattina, ma, non trovando alcuna risposta, si nascose dietro ad un semplice e tranquillo sorriso. "Come ti senti?", chiese nuovamente Blaine, inginocchiandosi sul letto.
"Come se un tir di cinquecento tonnellate mi fosse passato sopra almeno una decina di volte", pigolò Kurt rituffandosi nel groviglio di coperte e cuscini.
"Con tutto quello che hai ingurgitato ieri sera è ancora poco", disse Blaine, ridacchiando; e gli occhi dell'altro s'allargarono a dismisura, sfuggendo alle proprie orbite.
"Ti prego, dimmi che non ho fatto qualcosa di tremendamente inconveniente, altrimenti sarei capace di barricarmi qui dentro per i prossimi cent'anni!", piagnucolò Kurt nascondendo il viso tra le mani. 
"Stavi per farlo, ma fortunatamente, t'ho fermato in tempo. Vuoi saperlo?", chiese Blaine, scoprendogli occhi e viso.
"Ok, sono pronto. Non ci vorrà molto ad inchiodare porte e finestre, suppongo", disse l'altro con fare drammatico.
"Hai rincorso un povero gatto urlandogli 'Noo pinguino vieni qui, ti riporto a casuccia nella tua gabbietta, vieni qui dai, dai, daaai!'", esclamò Blaine imitando la sua voce da perfetto ubriaco.
"Uhm, solo questo? Pensavo peggio, in effetti", disse Kurt, sorridendo imbarazzato.
"Avevi una strana fissa per i pinguini ieri sera, li nominavi in continuazione, credevi che pure io lo fossi", ridacchiò ancora una volta Blaine, ricordando quella scena a dir poco comica.
"Altro?", chiese Kurt, sperando che le figuracce fossero concluse; Blaine finse di pensarci per un attimo. "Penso che non ci sia altro..anche se..", si bloccò momentaneamente, cosa che fece preoccupare ossessivamente Kurt. "Anche se?", pigolò lui, pronto al peggio. 
"Mmmh no, nulla nulla", si corresse in extremis Blaine. "Dimmelo dai!", continuò Kurt, curioso di sapere. "Mi son fregato da solo", pensò il ricciolo, impanicato fino al collo.
"Dai Blaine, voglio saperlo!", esclamò ancora Kurt, non demordendo; passarono alcuni secondi di silenzio in cui, lo sguardo di Blaine, s'incatenò saldamente a quello di Kurt.
"Sei speciale anche tu", sussurrò poi, all'improvviso, avvicinandosi e lasciando un lieve bacio sul collo dell'altro; e Kurt credette di non aver mai provato così tanta felicità udendo quelle parole, somiglianti ad una dolce melodia esclusivamente sua.
Sapevano, entrambi, che il tempo correva, inesorabile, eppure, in quel momento, niente sembrava più importante ed essenziale delle parole non dette, strabordanti dai loro sguardi. Erano le dieci e dodici - esattamente sette ore dopo - e, le loro labbra, unite in un solo sorriso, scoppiarono d'amore; non sarebbero più stati soli, insieme.






Note dell'autrice:

E' la mia prima Klaine, abbiate pietà :P
Ho rivoluzionato un po' le cose, ne sono pienamente consapevole (come in tutto ciò che faccio, ovviamente xD) ma questo è il risultato di una notte insonne in compagnia dei quarantuno episodi di Glee (non contando quelli che mi son rivista due volte xD)
Ma non son fissata, no no, è solo una piccola impressione xD
Beh, detto questo, ammiro in una maniera smisurata chiunque sia riuscito a leggere senza stramazzare al suolo alle prime due righe. Ho idee stupide a volte e, probabilmente, anche questa rientra nella categoria, ma, riguardando l'episodio 2x14 il cricetino nel mio cervello ha, involotariamente, cominciato a lavorare e quindi ecco qui il risultato xD
Grazie a tutti quelli che recensiranno.
Uh, quasi dimenticavo, un ringraziamento particolarmente speciale và a colei che, con tenacia, è riuscita a trascinarmi in questo fantastico mondo.
And I love you like never before, Alì ♥

Un bacio.

Martì.
  
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