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Autore: Claudia Ponto    22/05/2011    1 recensioni
[Le avventure di Jackie Chan]Strikemaster Ice, DJ Fist and MC Cobra scappano dalla prigione nella quale erano detenuti grazie all'intervento inaspettato di una giovane ragazzina. Una volta tornati a San Francisco, assistono al ritorno di Drago, il demone che aveva quasi conquistato il mondo e di cui loro erano i suoi seguaci, scoprendo che esso è profondamente legato con la ragazza che li ha liberati.Proveniente dal cartone animato Le avventure di Jackie chan. *ATTENZIONE: la storia ha il rating Verde, ma si avvisa la presenza di parole pesanti e parolaccie*
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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  Capitolo 3: Prima missione.
<< Vuoi dire che non sei più il “Mega – demone – distruggi - mondi”? >> chiese Ice sbalordito.
<< Sfortunatamente si. >> rispose a denti stretti Drago, spezzando una barra di metallo.
L’Ice Crew si allontanò temendo di essere i prossimi a finire a pezzi.
Avevano già sperimentato la sua collera, una volta, e non avevano motivo di riprovarla nuovamente sulla loro pelle. Il solo pensiero gli faceva venire i brividi, ed era difficile che qualcuno gli facesse paura in quel modo.
<< Attualmente…. la colpa è mia. >> ammise Winter con voce imbarazzata.
Si voltarono verso la ragazza demone che, con lo sguardo rivolto a terra, si teneva la coda tra le gambe.
<< L’incantesimo che ho usato per aprire il portale diceva chiaramente che dovevo usare ingredienti “originali” riguardante il luogo e la persona da richiamare indietro, oltre a tutto quel mucchio di cianfrusaglie… ma non pensavo che avrebbe riportato allo stato originale anche mio fratello…. >>
Si odiò per aver pronunciato quelle parole che, non solo aumentavano la collera di suo fratello, ma la facevano sembrare un’idiota di fronte a quei tre umani, gli esseri più inutili esistenti sul pianeta Terra.
Era una demone, per la miseria!
Un demone non doveva mai apparire incapace!
Era la regola principale!
Non poteva credere di aver fatto la figura della dilettante!
Sentiva lo sguardo severo di Drago su di sé e non osò alzare la testa, in colpa per quanto era accaduto.
<< L’unico lato positivo…>> intervenne Drago ad un certo punto.
<< …E che i miei poteri non sono scomparsi. Sono solo indeboliti, addormentati all’interno del mio corpo, in attesa di potersi scatenare sul mondo intero. Ma per riuscirci, devo prima… come si può dire? >>
<< Riattivarli? >>
<< Si, qualcosa del genere. è per farlo, è necessario una traccia del Chi rimasto nei contenitori precedenti. >>
<< Quindi, dobbiamo nuovamente andarcene in giro per il mondo, o per lo Stato. >>
<< Esattamente. Voi tre avete le palle per riaffrontare un compito simile? >>
Nonostante la provocazione, i ragazzi non diedero una risposta immediata.
Si misero in disparte in uno degli angoli impolverati del capanno, e a voce bassa, stretti l’uno con l’altro, discussero sulla situazione in corso: la tentazione di ritornare dei mezzi demoni li allettava parecchio, e sebbene volessero tornare nel proprio tempo non avevano intenzione di perdere per la seconda volta un’ occasione così rara.
Sarebbe stato da idioti tirarsi indietro.
I giorni in cui avevano lavorato con Drago erano stati i migliori della loro carriera criminale.
Ricordavano perfettamente il giorno in cui erano stati ingaggiati: erano usciti da poche settimane di prigione per dei piccoli furti nel loro quartiere e armati di soli skateboard avevano vagato per i ghetti e i bassifondi di San Francisco in cerca di un occupazione da parte dei migliori gangster o bande criminali della zona per rimettersi in gioco.
Gli inizi non furono promettenti.
Nessuno li aveva ritenuti abbastanza in gamba per entrare a far parte del gruppo, non gli avevano dato l’impressione da veri duri nemmeno quando, per dimostrare di avere fegato, avevano rotto il culo a tutti quelli che li avevano messi alla prova. Solo il demone, quando erano andati a trovarlo nel suo covo alla discarica, si era reso conto delle loro capacità prive di scrupoli e spacca ossa, l’unico che aveva permesso loro di sfogare ogni atomo di rabbia e violenza repressa nei loro corpi.
E questo grazie al potere del Chi del Fuoco.
Insomma, erano davvero sicuri di voler tornare alle sue dipendenze.
<< Il solo pensiero di tornare un demone mi elettrizza assai. >> commento Cobra sorridente.
<< Yo bro’, l’hai detto. Ci rifaremo anche dei due anni persi in prigione e nessuno stavolta ci rovinerà la festa. >>
D’accordo sul da farsi, finalmente si rivolsero al demone:
<< Ok dawg, siamo al tuo servizio. >>
 
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L’alleanza era fatta.
Drago aveva nuovamente i suoi scagnozzi, l’Ice Crew un lavoro, ed entrambi un obiettivo da portare a termine.
 
Per riuscire nell’intento però, dovevano prepararsi a dovere; nei giorni successivi all’incontro tutti lavorarono per affrontare di nuovo una difficile missione che in passato gli aveva dato non pochi problemi: Drago si allenò duramente per recuperare le energie e la forma fisica, soprattutto per potenziare al massimo il suo Chi del Fuoco che si era alquanto “spento” dopo il viaggio nel Limbo; Ice e gli altri fecero altrettanto, soprattutto nel rubare e nel destreggiarsi abilmente con lo skate o altri sport estremi a cui erano interessati.
Questi ultimi si rimboccarono le maniche per rifarsi soprattutto il guardaroba.
Niente in quei giorni gli creò problemi, a parte qualche contrattempo da parte di Winter.
Più di una volta dovettero andare da lei, quando udivano delle piccole esplosioni o sentivano puzza di bruciato, per assicurarsi che non fosse finita in briciole per colpa della sua stessa magia. La ragazzina infatti era una specie di strega, e come tale si circondava di calderoni colmi di liquidi melmosi e libri di origine sconosciuta e antichi nell’aspetto, usandoli molto più spesso del suo Chi del Ghiaccio con cui si dilettava soprattutto per dare fastidio all’Ice Crew con il quale non aveva instaurato un rapporto tranquillo, se così si può definire: l’odio  nei loro confronti era proprio quello tipico di un demone, tra di loro non si era affatto instaurato un rapporto di rispetto come nel caso di Drago, era tutto il contrario. Fin dal primo momento che si erano conosciuti i quattro non si erano visti di buon occhio, forse perché lei li trattava da idioti senza cervello fissati solo con lo sport e loro, di risposta, la trattavano come una bambina totalmente ingenua. Il trio la minacciò più di una volta di piantarla di fargli prendere dei colpi con i suoi giochetti assurdi, Winter però non aveva intenzione di smettere stuzzicarli, rischiando spesso il linciaggio solo per il proprio divertimento personale.
L’ennesimo litigio costrinse quest’ultima a scappare prima che i gangster la picchiassero a sangue; anche la fuga era un modo per spassarsela, sapendo che ogni volta riusciva a farla franca: la San Francisco abbandonata non aveva segreti per lei, ne conosceva ogni angolo e cantuccio segreto oltre agli innumerevoli nascondigli che offrivano le rovine; qualche breve salto, una piroetta qua e là e il gioco era fatto, i seccatori non avevano la più pallida idea di dove fosse finita; quello era il suo labirinto personale.
Ridacchiò soddisfatta e se ne andò per la sua strada, ma si fermò di colpo quando udì una gran confusione.
 
Poco distante, suo fratello si stava allenando e non l’aveva notata.
 
Winter di nascosto lo spiò.
Da quando aveva fatto quel viaggio nel tempo era cambiato: prima che partisse lo ricordava come un sadico sempre in vena di scherzare, pronto a fargli i tipici scherzi da fratello maggiore, fanatico di armamenti militari e della vita agiata di un principe.
Ora non era nulla di tutto ciò.
Era diventato più serio, scorbutico, e soprattutto più giù di morale.
Winter capiva che ovviamente c’erano cose più importanti da fare adesso che era tornato nella sua epoca e doveva rimettersi in gioco per farsi un nome tra i demoni, eppure quello non la rendeva felice. Sospirò tristemente prima di urlare a squarciagola e scansare per un soffio una palla di fuoco diretta verso di lei.
<< Cavolo… L’ho scampata bella. >> disse con un sospiro di sollievo.
<< L’hai detto. >> la voce minacciosa del fratello, che a braccia incrociate la fissava seriamente, la fece sussultare.
<< Ciao fratellone. >> disse lei, con un largo sorriso.
<< Ti ho già detto che non c’è bisogno che mi fai da balia, puoi anche evitare di starmi in mezzo ai piedi. >>
<< Non era mia intenzione darti fastidio! Volevo solo… ehm… allenarmi! Tutto qui, lo giuro! >> lui non disse niente, si allontanò grugnendo, Winter incrociava le dita sperando che se la bevesse. Notandola, Drago si fermò e si voltò verso di lei, quest’ultima preoccupata che potesse ricevere una sgridata, invece le disse:
<< Perfetto. Mettiamoci subito al lavoro. >>
“Mi sono fregata da sola.” pensò lei.
 
Nel corso di tre ore, fratello e sorella non fecero altro che lottare tra loro per affinare le loro tecniche di arti marziali, usando anche artigli e zanne.
Drago in particolare non aveva intenzione di andarci piano sebbene stesse affrontando sua sorella, l’allenamento che avevano seguito fin da piccoli doveva essere rigorosamente serio e privo di scrupoli, tipico per i demoni che non conoscevano la pietà. Dopo aver schivato l’ennesimo calcio volante, Winter si arrampicò su un lampione per recuperare il fiato, approfittando per momento per chiedere con molta timidezza una cosa:
<< Temi che ti faccia fare brutta figura davanti ai tuoi leccapiedi? >>
<< Non dire stronzate. Perché dovrei preoccuparmi di loro, e soprattutto, di una stupidaggine simile? >> le rispose Drago, distruggendo il lampione con un semplice colpo di fiamma e costringendo Winter a saltare via.
<< Perché stando accanto a me potresti sembrare una specie di baby-sitter. Uno sfigato insomma. >> Drago si limitò a sbuffare qualche fiammella dalla bocca e dalle narici. Ripresero a lottare strenuamente, ma aveva ancora qualche curiosità da togliersi.
<< Sei davvero sicuro di volerti far aiutare da questi mucchietti di carne? >>
<< Il loro aiuto è necessario se voglio riavere il Chi. >>
<< Ma non ti raccapriccia dover stare insieme a loro? Dico, le scimmie sono dei compagni molto più apprezzati. >>
<< Ehi! Ti abbiamo sentito! Aspetta solo che ti troviamo e te la facciamo pagare! >> urlarono offesi Ice e Cobra all’insulto, trovandosi chissà dove nei paragi.
Distratta dai dubbi, Winter si distrasse e non fece in tempo a schivare il pugno diretto in pieno viso che la fece roteare su se stessa, facendola andare a sbattere contro un vecchio furgone abbandonato.
Quello si che faceva male.
<< Tutto bene? >> le chiese Drago.
Lei rispose con un semplice ok fatto con la mano: l’ultimo colpo stava a significare che l’allenamento era finito.
<< Con o senza di te accanto… >> continuò a dirle ad un tratto.
<< …Non m’importa di quello che gli altri dicono. Se non fosse stato per te, sarei ancora prigioniero all’inferno. >>
Winter quasi non ci credeva: Drago la stava ringraziando?
Nonostante gli avesse fatto perdere tutti i suoi poteri?
Solitamente, quando qualcuno combinava un grosso guaio ai suo danni, finiva con qualche osso rotto o se gli andava bene solo carbonizzato, e lei non aveva fatto eccezione.
Forse il viaggio nel tempo non era stato del tutto negativo.
Prima di potergli dire altro, Drago si bloccò di colpo afferrandosi la testa gemendo per l’agonia.
La ragazza non aveva idea di cosa gli stesse accadendo, spaventata a morte chiamò in aiuto gli umani che accorsero richiamati dalle sue urla, arrivando nel momento stesso in cui il demone si riprese: senza spiegare che cosa gli fosse accaduto ordinò all’Ice Crew di seguirlo immediatamente prima che fosse troppo tardi, lasciandosi alle spalle la sorella che gli gridava di poter avere una spiegazione.
 
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Una visione, basata su poche e chiare immagini dalle sfumature rosse, aveva avvertito Drago che a San Francisco si trovava quello che tanto bramava: un contenitore del Chi del Demone. All’aeroporto c’era tale carico prezioso proveniente da San Diego, contenuto in una cassa che si confondeva in mezzo a centinaia di altre simili, ognuna diretta in una destinazione diversa.
Quella a cui era interessato riportava la bandiera della Cina.
Dunque non ci sarebbero stati problemi a riconoscerla, ma a trovarla… quello si che sarebbe stato difficile; giunti a destinazione scoprirono che l’hangar in cui erano sistemate le casse era enorme e ogni scatola sistemata alla rinfusa, senza alcun ordine. Per una idiozia simile Drago non aveva intenzione di arrendersi e aprì una ad una le casse sfondandole con gli artigli, comprese quelle che erano indirizzate verso altri Stati; imitato da Ice e gli altri.
Se solo fosse stato capace di sentire l’odore del Chi avrebbe velocizzato il lavoro.
Un rumore sospetto bloccò i quattro; si guardarono intorno cercando di individuarne la fonte.
Non potevano essere le guardie di sicurezza dato che le avevano legate, imbavagliate e rinchiuse nel bagno pubblico delle donne; avevano inoltre bloccato l’ingresso per scansare la possibile eventualità che qualcuno entrasse e li beccasse.
Una figura si mosse rapida alle loro spalle, allontanandosi in gran fretta.
La inseguirono prima che potesse scappare, o peggio, avvertire la polizia. Di chiunque si trattasse, scansò ogni oggetto che il demone e i gangster gli lanciarono, i quali riuscirono a fermarlo solo saltandogli addosso contemporaneamente.
<< Preso! >>
<< Miseriaccia! Pesate una tonnellata! Levatevi di dosso! >>
Urlò improvvisamente “l’accalappiata”.
<< Ma che cazzo…?! Winter?! >>
<< Che diavolo ci fai tu qui sottospecie di scherzo della natura? >>
<< Vi ho seguito, genio. Ci vuole tanto a capirlo? >>
<< Yo flea, guarda che non siamo qui per giocare con le bambole! Tornatene subito indietro altrimenti... >> prima che Ice potesse aggiungere altro, la coda di Winter lo frustò in piena faccia, zittendolo. La ragazzina scivolò da sotto i corpi dei ragazzi per liberarsi, saltando sopra un macchinario per mettersi al sicuro, fissando i dintorni con curiosità.
<< Non prendo ordini dagli esseri privi di cervello. Piuttosto, perché siete venuti qui? >>
<< Il primo Chi si trova qui dentro, all’interno di una di queste casse. >>
<< Uao. Vi aspetta un bel lavoraccio. C’è ne saranno almeno 1000 e forse anche di più. >>
<< Grazie mille signorina, non l’avevamo notato. >>
<< Avete almeno una vaga idea su dove indirizzare le ricerche? Intendo dire, un indizio? >>
<< Solo che è destinato a raggiungere la Cina. >>
<< Tutto qui? Pensavo che il problema fosse più grave. Lasciate fare a me. >>
<< Non abbiamo bisogno del tuo aiuto! >>
Nonostante il rifiuto di essere aiutati, i quattro rimasero a guardare Winter mentre saltava da una cassa all’altra per vedere se davvero poteva dargli una mano.
Non controllò nemmeno se stesse saltando sulla cassa giusta, si limitò a fischiettare allegramente il motivetto di una nota canzone dei Sonata Artica, ad un certo finalmente si fermò e annusò l’aria, attirata da un profumo che solo lei riusciva a sentire, guidandola verso una serie di casse più isolate da tutte le altre, dalla quale provenivano dei rumori sospetti troppo ovattati per capire di cosa si trattasse. Solo uno la interessò totalmente, l’unica con la bandiera della Cina: scardinò le assi di legno una dalla volta fino a quando la parte frontale della scatola non fu totalmente libera per permetterci di dare un’occhiata dentro, cominciando a ridere incredula.
<< Mamma mia, il vostro Chi è davvero terrificante! >> disse ironicamente al quartetto.
<< Che vorresti dire? Che c’è lì dentro? >>
<< La cosa più tenerissima che avessi mai visto in vita mia. >> esclamò Winter con voce acuta, afferrando un cucciolo di Panda che incuriosito le venne incontro, seguito da altri cinque esemplari. Lo abbracciò come se si trattasse di un peluche, strofinandoci il proprio muso sulla pelliccia bianca e nera.
<< Che cazzo di scherzo è questo, piccoletta?! Noi non stavamo cercando delle palle di pelo, bensì un potere demoniaco! >>
<< Così ho fatto. L’odore forte e unico di un demone è quello che mi ha condotta qui, non la voglia di prendervi per il culo, anche se ammetto che mi era venuta la voglia. >>
<< Se questa è la cassa giusta, perché c’è un orso bicolore dentro? >>
<< Questo dovreste dirmelo voi: per caso uno dei Chi si trovava accanto a un esemplare di questa specie? >>
 
La domanda riportò alla memoria un ricordo alquanto imbarazzante riguardo la ricerca del Chi del demone.
 
Il potere della Luna, capace di controllare la gravità, originariamente era custodito in un fiore di Loto, Simbolo degli Immortali che sconfissero gli 8 demoni malvagi nell’antichità.
Il fiore era stato trovato allo zoo di San Diego, nella piccola zona che riproduceva l’habitat del Panda Cinese, e proprio uno di questi animali aveva assorbito, senza che nessuno se ne accorgesse, il potere celato al suo interno.  
 
<< Allora? Che ne sapete? >>
Nessuno volle rispondere alla domanda della ragazzina.
Prima di potersi preoccupare su come sistemare la faccenda, le luci dell’hangar si accesero contemporaneamente, alcuni punti del pavimento si aprirono e tramite degli ascensori nascosti degli androidi somiglianti a guardie della sicurezza apparvero, attivandosi in modalità di attacco quando i loro occhi bionici videro di due demoni e i tre umani, puntandogli contro fucili di cui erano muniti.
<< Allerta – Allerta. Rilevati – intrusi – in- zona- off – limit. Dare – inizio- sequenza – d’arresto.>>
<< O cazzo. Boss, che facciamo adesso? >> chiese Cobra a Drago.
Questo gli rispose facendo esplodere con una sfera di fuoco la testa di uno dei robot, causando l’inizio di una pericolosa sparatoria.
Le guardie di ferro avanzarono senza problemi attraverso le centinaia di casse di legno che i loro possenti corpi spostavano o schiacciavano senza problemi, sparando contro gli obiettivi in movimento. Ice, Cobra e DJ corsero tra le casse che gli offrivano un sicuro riparo dai proiettili, preoccupati però dal fatto che non avevano niente con cui rispondere alla scarica di munizioni, a differenza di Drago e Winter che decimarono buona parte dei “soldati” usando rispettivamente fuoco e ghiaccio che sprigionavano sia dalle fauci che dalle mani, dimostrando così tutta la loro potenza.
Winter però era rallentata dal cucciolo che spaventato si agitava tra le sue braccia.
<< Libera quella palla di pelo Winter! Così finirai per farti ammazzare! >> gli urlò il fratello.
<< Ma è una specie in via di estinzione! >> replicò lei.
<< Quelli che rischiano l’estinzione siamo noi al momento! Fa come ti dico maledizione! >>
Ringhiando di rabbia, la demone fu costretta infine a lasciar andare il cucciolo che, in tutta fretta, raggiunse i fratelli, stretti tra loro in un angolino, tremando di paura.
Con le braccia entrambe libere la giovane demone poté sfogarsi, mostrando l’incredibile abilità della dominazione del Ghiaccio: la sostanza cristallina sembrava possedere vita propria, si muoveva con grazia producendo un suono particolare che ricordava quello di una piccola campana di vetro. Le forme che esso andava a generare involontariamente sculture di incredibile bellezza, morbide ed eleganti, come uscite dalla mano di uno scultore, un peccato vederle crollare sotto i colpi di fucile.
<< Testardi, non trovi? >>
<< Decisamente. Hai qualche idea per fermarli? >>
<< Io ho sempre un’idea, mia cara sorellina. Dovresti saperlo bene. >>
Winter si accorse che Drago stava sorridendo malignamente.
Il primo sorriso che le concedeva dopo all’incirca una settimana dal suo ritorno nel futuro.
<<  Perché ho la sensazione che tra poco dovrò fare qualcosa che non mi piacerà? >>
<< Perché sai che mi piace torturarti. >>
<< Sei uno stronzo Drago. >>
<< E tu una rompipalle Winter. >>
Fratello e sorella sorrisero insieme, e senza bisogno di dirsi altro lei si racchiuse all’interno di una sfera di ghiaccio che Drago sollevò poco dopo, circondandola di un vortice di fiamme che subito dopo gettò contro gli ultimi androidi rimasti a combattere.
Durante il volo Winter uscì dalla sfera e saltò il più lontano possibile, Drago corse verso un rimorchi e si nascose sotto, in tempo per evitare l’esplosione che si susseguì all’atterraggio della bomba realizzata: la reazione chimica che ne scaturì fu potentissima, tutte le casse nell’hangar esplosero in frammenti di legno aguzzi, le pareti del posto stesso si piegarono su se stesse e i circuiti elettrici dell’impianto di illuminazione saltarono con leggeri scoppi e scintille. Quando la quiete tornò e nessuno dei robot fu più attivo, da un mucchio di travi di legno ne uscì L’Ice Crew senza correre il rischio di venire ammazzati.
<< Peccato, stavo iniziando a divertirmi. >> disse Drago, osservando i resti delle macchine.
<< Cool! Non hai perso il tuo tocco magico boss! Hai fatto piazza pulita! >>
<< Già, avevo bisogno di sfogarmi, spaccando qualcosa. >>
<< Avrei preferito evitare quella tecnica però: ogni volta rischio le squame. >>
<< Non lamentarti Winter, sei stata tu a volerci seguire e aiutarci. >>
<< Si, ma senza morire possibilmente. >>
<< Peccato che non si trattassero di umani in carne e ossa, avrei potuto farci anche uno spuntino. >>
<< Ehi, puoi sempre consolarti con quei tre moscerini. Così si renderanno utili, visto che fino adesso non hanno fatto niente. >>
<< Chi hai chiamato “moscerini”, piccoletta? >>
<< Piantatela. Adesso pensiamo a recuperare il Chi, abbiamo già perso fin troppo tempo. >>
Winter eseguì l’ordine e recuperò il piccolo Panda contenente il Chi porgendolo a Drago, ma quando questo provò a toccarlo, una scarica verde gli bruciò gli artigli, facendolo ringhiare di dolore.
<< Merda! È protetto da magia bianca! Non posso toccarlo! >>
<< Cosa?! Non è possibile! Eppure io riesco senza problemi! >>
<< Queste bruciature ti sembrano inventate sorellina? >>
Ad un tratto delle sirene allarmarono il gruppo: attraverso le fessure formatasi nelle pareti dell’hangar delle luci rosse e blu illuminarono l’interno, segno che la polizia stava intervenendo, costringendoli a fuggire.
 
Mentre si allontanavano, Drago rifletté sul futuro: doveva assicurarsi che nessuno lo scoprisse fintanto che i suoi poteri non si fossero rigenerati completamente.
Nessuno avrebbe dovuto venire a conoscenza del suo ritorno, soprattutto i suoi vecchi nemici, ma come questione più importante, non doveva permettere che il suo destino venisse nuovamente sconvolto.
 





Spiegazione dell'episodio: Salve a tutti amici lettori :)
questa sezione presente a fine capitolo servirà a spiegare, soprattutto per chi non conosce tale cartone, alcune cose riguardanti l'origine della fiction dal cartone animato da cui è stato preso: Le avventure di Jackie chan (titolo originale: jackie chan adventure).

In questa terza parte spiegherò due sole cose: il Chi del Demone e... il panda.
ATTENZIONE SPOILER  Drago intende conquistare il mondo usando dei poteri demoniaci chiamati "Chi", tale termine viene usato nella terminologia cinese per indicare la forza speciale che risiede in ogni persona, in questo caso usata per indicare la forza malvagia dei demoni. Alla fine del capitolo precedente avrete letto che sono 7 perchè legati ad altri antagonisti del cartone animato che menzionerò più o meno durante la storia. In realtà sarebbero 8, ma l'ultimo Drago lo possiede già in quanto suo Chi naturale ottenuto fin dalla nascita.
Questi Chi sono stati rappresentati con gli elementi della natura, tranne due che sono stati sostituiti con Montagna e Luna, quest'ultima usata nel seguente episodio.
Perchè trovato in un panda? semplice.
in uno degli episodi il Chi della Luna viene assorbito da un panda e i personaggi inseguono questo animale per poterlo prendere :P tutto qui.
  
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