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Autore: oldfairytale    22/05/2011    3 recensioni
"Mamma, ho visto papà piangere"
Non so esattamente cosa successe, ma queste parole mi colpirono più forte di quando in terza liceo Beth Cooper mi colpì allo stomaco con una mazza da baseball.
Sentii le lacrime pizzicarmi il naso.
Quanto dolore, quanta sofferenza.
Non se lo meritava.
Come ho detto prima; non lo avevo mai visto piangere. Mai.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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derta Mmmmm...non è proprio uscita come me l'aspettavo ma è ok. ahahahaha. Premetto che NON sono una scrittrice e che quindi è probabile che ci siano molti errori nella storia. Scusateeee. Vi ringrazio fin da subito anche solo per aver "scelto" di leggere la mia FF. Grazie davvero.
Le recensioni e maggiormente le critiche sono sempre bene accette =)
Buona lettura.



"Perchè" mi disse "Voglio solo sapere perchè"

Ero seduta sul divano, la faccia nascosta tra le mani, le lacrime che cercavano uno spiraglio tra le dita.
"Rispondimi Rachel, cazzo!"
Lo sentii tirare un pugno sul muro e il bellissimo quadro astratto appeso alla parete ormai da 5 anni cadde a terra.
Il vetro andò in mille pezzi, ma la cornice rimase integra.

Probabilmente Nick si sentiva così in quel momento, dentro di lui si era spezzato qualcosa, ma solo un emozione riuscivo a intavedere sul suo viso: rabbia.
Non un briciolo di delusione, non un briciolo di tristezza.

"Non lo so, Nick"

"Non lo sai?" sentii la sua voce spezzarsi; alzai
gli occhi.
Era appoggiato adosso al muro, gli occhi lucidi, il viso stanco.
Ora riuscivo a vederla la tristezza, la delusione; il male che gli avevo fatto.

Si sedette anche lui sul divano, distante da me, il capo chino, per nascondere le lacrime. Ma di lacrime non ne vidi. Gli avevo davvero fatto così male?
Sì.

"Nick io non..." mi fermai.
"Mi dispice" riuscivo a dire solo quello? dopo ciò che avevo fatto, riuscivo solo a scusarmi?
Sì.

Dentro di me; non so come spiegarlo, si era liberato qualcosa di nuovo, e ora si stava scatenando;
lo sentivo nel mio stomaco, nelle gambe, nelle mani, lungo le braccia, nella mia testa.
Volevo urlare, gridare, chidere aiuto.
Ma non potevo; non potevo perchè era colpa mia.
Era colpa mia.
Era forse un atroce senso di colpa ciò che si stava risvegliando dentro di me?
Forse.

Gli toccai la gamba con la mano. Lo amavo davvero?
Cinque anni fa ci eravamo sposati. Cinque anni.
Non erano molti, ma bastavano.
Tutto l'amore che provavo per lui era svanito così, all'improvviso?
Sì.

Prese la mia mano e la scostò dalla sua gamba.

Scoppiai in lacrime.

Volevo chiedergli scusa, dirgli che lo amavo ancora, dirgli che tutto si sarebbe sistemato e che il mattino dopo ci saremmo risvegliati, uno nelle braccia dell'altro; ancora innamorati. Ancora vivi.
Ma non sarebbe successo.
No.

"Da...da quanto tempo" si sfregò un occhio "da quanto tempo andava avanti?"

Verità o un altra bugia?
L'avevo già fatto soffrire abbastanza.
Verità.

"circa tre mesi"
In tutti gli anni del nostro matrimonio non avevo mai visto una lacrima sul viso di Nick.
Mai.
Anche adesso non stava piangendo, aveva solo gli occhi un po' lucidi, ma non stava piangendo.
No.

Si infilò una mano tra quei bellissimi riccioli castani dei quali mi ero follemente innamorata in una meravigliosa giornata di marzo, al liceo.
Non erano cambiati. Lui non era cambiato per ninete. Ero lo stesso ragazzino con lo stesso sorriso e gli stessi sogni.
Io ero cambiata. Ero cresciuta. Eravamo cresciuti entrambi, ma lui non era cambito.
Io sì.

"Nick perdonami ti prego..."
non credo di aver mai pianto così tanto in vita mia. Le lacrime continuavano a scendere, inesorabili, lungo le mie guance.

"Nick perdonami, io..." passai velocemente una mano tra i capelli "Merda..."
continuavo a singhiozzare, ma lui era rimasto impassibile, non un singolo segno di conforto, non un abbraccio, non una carezza, niente.
Come potevo biasimarlo d'altronde?

"Ho sbagliato"
In tutta la mia vito ero stata sempre fin troppo orgogliosa per ammettere i miei errori. E chiedere scusa.
Non volevo perderlo. Era una persona troppo importante.

Si alzò e ritornò verso il muro. Girò il viso verso di me.
Nei suoi occhi potevo vedere tutto o niente.
Quegli occhi...

Sospirò.

"Ti amavo, Rachel..." ritornai con il viso tra le mani, le lacrime ancora intrappolate tra le dita.
"Ti amavo davvero" lo sentìì salire le scale, aprire la porta della nostra camera e chiuderla, producendo il minimo rumore.
Anche la rabbia era svanita. Non una singola emozione. Niente.
Non riuscivo a sopportare il fatto che non esternasse i suoi sentimenti. Non l'aveva mai fatto. Ma mi amava.
Già, mi amava. Ora non più.

Guardai l'orologio.
Mezzanotte e mezza.
Ero stanca, ma non potevo andare da lui.

Entrai in cucina, presi del latte freddo dal frigorifero e mi sedetti al tavolo rotondo che si trovava al centro della stanza. E aspettai.
Aspettai tanto.
No, erano passati solo cinque minuti.

Il viso paffuto di mio figlio comparve sulla porta.
Le lacrime si erano seccate sulla mia faccia. Dovevo avere un aspetto orribile.

"Hey Harry, cosa ci fai ancora sveglio?"
"Avevo sete"
Mio figlio aveva 4 anni ed era il regalo più bello che Nick mi avesse mai fatto.
Harry prese una sedia e ci salì sopra, aprì la credenza alla ricerca di un bicchiere.

"Sono in lavastoviglie tesoro"
Gliene presi uno, lo riempii d'acqua e glielo porsi.
Lui lo appoggò sul tavolo e si sedette.
Mi guardò, poi cominciò a bere.
Aveva i riccioli ribelli di suo padre e i suoi stessi occhi. "Il bambino più bello del mondo", così lo chiama la nonna.
E ha perfettamente ragione. Il bambino più bello del mondo.

Appoggiò di nuovo il bicchiere sul tavolo e mi fissò.

"Ritorniamo a letto?"
Non mi rispose, si limitò a fissare il bicchiere.
Mi sedetti di fronte a lui.

"C'è qualcosa che non va Harry?"
Non mi rispose.

"Mamma, ho visto papà piangere"

Non so esattamente cosa successe, ma queste parole mi colpirono più forte di quando in terza liceo Beth Cooper mi colpì allo stomaco con una mazza da baseball.
Sentii le lacrime pizzicarmi il naso.
Quanto dolore, quanta sofferenza.
Non se lo meritava.

Come ho detto prima; non lo avevo mai visto piangere. Mai.

"Perchè piange? qualcuno gli ha fatto male?"
Sospirai.
"Si tesoro, qualcuno gli ha fatto male. Qualcuno di molto cattivo."
"Ma allora papà è ancora un bambino?"
"No Harry, anche le persone mature piangono a volte. Piangono in silenzio. Per non farsi sentire da nessuno."

"Ma papà non piangeva in silenzio. Aveva la testa nel cuscino e urlava. E piangeva. Tanto."
A quel punto gli occhi mi si coprirono di lacrime.
Odio vedere le persone soffrire, soprattutto se sono le persone che amo.
E odio ancora di più sapre che soffrono per colpa mia.

"Tu hai mai pianto mamma?"

Verità o bugia?
Bugia.

"No, la mamma è grande."

Harry si alzò e si avvicinò alla porta.

"Papà mi ha detto di dirti che ti vuole tanto bene. E... e che se te ne vuoi andare puoi farlo. Ha detto che lui non ti fermerà"
Un altro colpo, più forte del primo.
Nick mi amava, mi aveva sempre amato. E mi ama tutt'ora.

"Non te ne andrai vero, mamma?"

Rimasi in silenzio. Non sapevo veramente cosa rispondergli.

"Mamma...Non te ne andrai vero?"
Quegli occhi scuri mi fissavano in cerca di una risposta. Quant'erano belli.

Gli feci segno di venire in braccio a me.
I suoi occhi continuavano a guardarmi. Innocenti. E facevano male perchè erano anche i Suoi occhi.

"Prima, ti ho detto che una persona cattiva ha fatto del male al tuo papà."
Annuì.
"Quella persona cattiva è la mamma. Ho fatto sofrirre davvero tanto papà. E ora non so se mi ama ancora. E se papà non mi ama più, non posso restare, capisci?"

"No, non capisco"

Lo strinsi al mio petto.

"Mamma non te ne andare, papà ti vuole tanto bene. E anchio te ne voglio tanto"
Una lacrima mi scese leggera sulla guancia.
"No" sussurai "No, non me andrò"
Volevo troppo bene alla mia famiglia per andarmene. E ora dovevo rimediare.

"Mamma, stai piangendo"
Passò la sua manina paffuta sulla mia guancia bagnata.
" No, non sto...non"
ma un altra lacrima mi attraverò il viso.

"Mamma?"
"Si Harry?"
I suoi bellissimi occhi erano fissi nei miei.
"Ieri a scuola ci hanno letto una storia, non mi ricordo come si chiama, ma mi ricordo che diceva, non importa quanto proviamo a essere maturi; saremo sempre dei bambini quando veniamo feriti...e piangiamo." Scese dalle mie ginocchia.
"Penso che anche te e papà ora, come me, siete tornati bambini..." si fermò.
"...E sai cosa faccio quando litigo con la mia migliore amica?"
"Non lo so Harry" Sorrisi. quant'era innocente.
"Gli do un bacio sulla guancia"

Mi abbracciò e mi diede un piccolo bacio sulla guancia.
"Buonanotte mamma" sentii i suoi passi leggeri salire le scale.



Bene, fine primo capitolo. Come vi ho già detto è una FF cortissima, quindi oltre che il primo capitolo è anche il penultimo. che figataaa! ahahahah!
Quindo ora non siate timide, recensite in tante!
*abbraccio collettivo*
vi voglio già bene =]



  
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