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Autore: ArinMiriamKane    22/05/2011    0 recensioni
Storia classificatasi nona al contest "In un giorno di pioggia."
Ma quel giorno, Bryce aveva bisogno di sentire le gocce fredde confondersi con le lacrime calde che le scendevano dagli occhi. Sentì di essere più vicina a Will, e al contempo, sentì di non essere l'unica a soffrire, quella sera.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alcuni dicono che la pioggia è brutta,

ma non sanno che permette di girare a testa alta

con il viso coperto dalle lacrime.

Jim Morrison

 

Bryce fece scorrere il dito sul vetro freddo della sala d'attesa. Era l'unica, nella sala, e il silenzio era rotto solo dalla pioggia che picchiettava contro la finestra.

Bryce appoggiò la testa al vetro, guardando il suo riflesso. Era una bella ragazza, dal viso ovale, circondato da boccoli biondi lunghi fino a poco sotto il mento, mentre gli occhi grigi in quel momento erano dello stesso colore delle nuvole nel cielo.

Ecco, William. Anche il cielo piange, oggi.

Fece scorrere lo sguardo nella sala. Appoggiato su una sedia, c'era l'impermeabile giallo che le aveva regalato Will per il suo compleanno, soltanto il giorno prima.

Ventiquattro ore prima dell'incidente.

A Bryce sembrò di rivedere i drammatici momenti di un paio d'ore prima.

Il cielo era scuro, ma ancora non stava piovendo. William guidava, e mentre andavano, lui e Bryce cantavano allegri le canzoni del cd che Bryce aveva inserito nel lettore. Will si era fermato ad uno stop, guardando attentamente la strada ed era ripartito. Ma proprio in quel momento, un'altra auto era sbucata da un vicolo laterale, a tutta velocità, senza fermarsi.

Aveva preso l'auto di Will in pieno.

Bryce si era risvegliata in ospedale. Le sue ferite erano superficiali, si sarebbe ripresa in fretta.

Ma Will rischiava di non farcela.

Le ferite che aveva riportato erano troppo gravi, così avevano detto i medici, rimanendo sul vago per non farla preoccupare più di quanto non fosse già.

Bryce era stata dimessa presto, con solo un braccio fasciato e qualche cerotto.

Qualcuno le vuole bene, lassù, signorina.” le aveva detto il medico, mentre le fasciava il braccio. Bryce aveva fatto una smorfia. Nessun angelo che le volesse davvero bene poteva salvare lei e lasciar morire Will.

Bryce scrutò oltre il vetro, continuando a far scorrere il dito sulla superficie liscia e fredda. A Will piaceva così tanto, la pioggia.

Bryce decise di fare qualcosa che non avrebbe mai fatto in circostanze normali.

Prese l'impermeabile e uscì dall'ospedale.

Le gocce la colpirono non appena varcò le porte scorrevoli dell'edificio.

A Bryce non era mai piaciuto bagnarsi la testa, perché i suoi capelli si appiattivano e si appiccicavano al viso.

Ma quel giorno, Bryce aveva bisogno di sentire le gocce fredde confondersi con le lacrime calde che le scendevano dagli occhi. Sentì di essere più vicina a Will, e al contempo, sentì di non essere l'unica a soffrire, quella sera.

Le gocce cadevano quasi violente, picchiettandole il viso.

Il cielo stava piangendo con lei, e Bryce capì di essere un po' meno sola.

Il medico che le aveva fasciato il braccio la raggiunse, sorridendo amichevole.

Signorina?” disse, riscuotendo Bryce dai suoi pensieri. La ragazza riaprì gli occhi, chiedendosi quando li avesse chiusi.

Signorina, il suo amico è appena uscito dalla sala operatoria. È andato tutto bene, si sveglierà presto.”

Bryce ci mise qualche secondo per assorbire le parole del medico.

William stava bene. Si sarebbe svegliato presto.

Il dolore e la paura che sentiva fino a quel momento si sciolsero, lasciando solo spazio al sollievo. Alla gioia.

Anche la pioggia, ora, sembrava cadere in modo diverso. Persino il cielo si stava rallegrando. La pioggia cadeva più leggera ora, come se stesse sorridendo.

La pioggia ha vegliato su di te, Will. Pensò Bryce, sorridendo ed esponendo nuovamente il viso alla pioggia.

Ma questa volta, le lacrime che si mescolavano con essa non portavano più il suo dolore, ma tutta la sua gioia.

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Nona classificata - ArinMiriamKane: 41,6/60 - La pioggia veglia su di te

Attinenza al tema e utilizzo del suggerimento assegnato 14/15 
Allora, il tema della pioggia ha senz’altro un ruolo principale all’interno della storia, fa da contorno alla vicenda, inserendosi come elemento consolatorio e compassionevole nei confronti della sofferenza di Bryce. Il suggerimento assegnato, l’utilizzo del colore giallo in relazione ad un oggetto, è stato ben gestito, soprattutto per il fatto che va a costituire un legame tra i due personaggi ed è anche posto in relazione con la pioggia stessa. Forse avrei approfondito un po’ di più il valore affettivo dell’oggetto in questione, ma comunque il tema nel suo complesso è stato ben svolto. 

Correttezza grammaticale, lessico, ortografia e sintassi: 12,6/15 
(originariamente erano separati, ma mi veniva più comodo valutarli insieme, così da fare un unico totale. Il punteggio è quindi diventato in quindicesimi, 10+5): 
Non ho notato gravi errori di italiano, forse qualche difettuccio di forma che ti segnalo di seguito, ma niente di grave: 
“Fece scorrere lo sguardo nella sala”: si dice o “sulla sala” o “lungo la sala” 
“A Bryce sembrò di rivedere i drammatici momenti”: non che “rivedere” sia sbagliato, ma “rivivere” sarebbe stato forse più appropriato 
“William guidava, e mentre andavano”: la virgola va dopo la “e” 
“Aveva preso l'auto di Will in pieno”: Avresti potuto sostituire “preso” con “colpito”. “Prendere”, inserito in questo contesto, è tipico del linguaggio parlato. 
“Le ferite che aveva riportato erano troppo gravi”: utilizzando il termine “troppo” sembra che non si possa fare davvero più niente. Utilizzando invece “molto” la frase resta più sul vago, secondo quello che sembrava essere appunto l’intento del medico. 
“Il dolore e la paura che sentiva fino a quel momento si sciolsero”: al posto di “sentiva”, dal momento che dopo hai usato il passato remoto, sarebbe stato meglio utilizzare il trapassato prossimo “aveva sentito”, inoltre a “sentire” avresti potuto sostituire “provare” o un altro sinonimo. Al posto di “sciolsero” sarebbe più corretto dire “dissolsero”. 

Originalità: 5/10 
La storia nel suo complesso, specialmente per la tematica dell’incidente, non è particolarmente originale, ma non è certo questo il problema. Si può partire in venti da una stessa idea e ricavarne venti storie diverse, tutte ugualmente interessanti e magari addirittura sorprendenti. 
E devo dire che, forse con un po’ più di passione (poi in seguito ti ho spiegato bene cosa intendo), anche in questo caso si sarebbe potuto fare davvero un bel lavoro. Avresti potuto dare un vissuto ai tuoi personaggi, avresti potuto, tramite ricordi e flashback, creare una storia parallela a quella che si svolge nel presente (questa è solo un’ipotesi, solo per rendere l’idea, non dico che avresti dovuto fare così, ci mancherebbe!). In questo modo avresti avuto molta più libertà di narrazione, tanto più che il limite massimo di pagine era stato fissato a 10 pagine in TNR 12, che non sono molte, ma nemmeno poche. Si poteva lavorare molto di più sull’introspezione e sui dettagli, magari anche dell’incidente. 

Caratterizzazione dei personaggi: 4/10 
E qui il tasto dolente. 
Allora, vediamo di analizzare bene i personaggi nel loro complesso. 
Di Bryce ci viene fornita una descrizione fisica piuttosto accurata, abbastanza nel dettaglio, ma da un punto di vista psicologico la sua caratterizzazione è carente, per non dire quasi assente. L’immagine che giunge al lettore è quella di una donna disperata e scoraggiata. Inizialmente pensavo addirittura che William fosse già morto. E’ come se in lei mancasse totalmente la speranza di rivederlo. Se l’immagine che avevi in mente di Bryce era quella di una donna profondamente disillusa (generalmente un filo di speranza permane sempre, indipendentemente dalla propria volontà), avresti potuto introdurre quest’aspetto tramite un flashback dei momenti trascorsi con William, magari richiamati proprio dalla pioggia, perché no (come sopra, sto parlando di ipotesi. Avresti potuto usare un pretesto qualsiasi. Tendo ad esemplificare per farti capire che non sto parlando a vanvera). Lo stesso si potrebbe dire proprio di William: un pretesto qualsiasi ti avrebbe dato modo di definire il personaggio. Di lui non ci viene fornito proprio un bel niente, né una descrizione fisica né una psicologica. E’ una sorta di non personaggio che impedisce al lettore di provare un qualsiasi tipo di sentimento nei suoi confronti. Non riesco a immedesimarsi nella sofferenza di Bryce, non so che tipo è William. Non riesco a preoccuparmi per lui. Non riesco a soffrire con lei. Spero tu non prenda male la critica sotto quest’aspetto, ma trattandosi di personaggi Originali, creati da te, avresti dovuto curarli meglio per renderli credibili e dare modo al lettore di conoscerli un po’ più approfonditamente. Quello che mi arriva, è che nemmeno tu ti sei realmente appassionata alla storia. E qui ti spiego il concetto di passione di cui parlavo prima: Bryce e William sono persone che tu hai creato, a cui tu hai dato vita, puoi fare di loro tutto ciò che vuoi. Tu hai scelto di scrivere di loro, non di altri due personaggi. Loro ora esistono, hanno una storia e necessitano di una personalità, ma sembra quasi che tu non ci creda, che tu non creda in loro, che se al loro posto ci fossero state altre due persone sarebbe stato lo stesso. E così quello che ne esce sono personaggi piatti. Poi, mi rendo conto che questa è la difficoltà dei contest, nei quali si rischia di investire tutte le proprie energie nella trattazione del tema finendo per far passare il resto in secondo piano, però non ho potuto darti un punteggio più alto di questo e sinceramente mi dispiace perché, ti ripeto, l’idea mi piaceva molto. 

Giudizio personale: 6/10 
E’ una storia carina, corretta, ma passa via senza lasciare niente. 
Parte bene, mi invoglia a leggere, ma poi si arriva alla fine troppo presto. Tutto è trattato superficialmente e lasciato al caso. Anche il momento della rivelazione del dottore, che dovrebbe essere il momento centrale della storia, nel quale l’angoscia e la paura potrebbero trasformarsi in egual misura in disperazione o in sollievo, passa via in poche frasi che non trasmettono per nulla quel senso di liberazione che la cessata attesa dovrebbe conferire. L’idea è carina, seppur non particolarmente originale, e poteva essere ben sviluppata, ma è stata mal curata. 

Punteggio totale: 41,6/60 punti.
  
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