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Autore: Faith93    22/05/2011    1 recensioni
Era bello e micidiale, come una macchina da guerra. Non di certo come un akuma, mi ricordava più un noah. Sentii una morsa al petto, non ero sicura se quello che avevo davanti era davvero Allen, oppure uno sconosciuto che lentamente iniziava a prendere il suo posto. Odiavo il Quattordicesimo quasi quanto il Conte del Millennio, ma per motivi molto differenti. Il primo stava allontanando il mio amore, il secondo stava rovinando le nostre vite.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allen Walker, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ripresi conoscenza in modo improvviso e violento. Inspirai profondamente sentendo urgente il bisogno di aria nei polmoni. Osservai per qualche istante il soffitto senza capire dove mi trovassi e poi finalmente mi resi conto di essere in una delle stanze della sezione scientifica. L'ambiente era freddo e spoglio se non per i mobili essenziali: un armadio, una scrivania e un lettino per le visite. < Mi trovo dove fanno le riparazioni alle Innocence di tipo parassita..> pensai mentre mi alzavo in piedi con fatica. Ero un poco disorientata dalla strana situazione, non indossavo più la mia divisa, ma una camicia da notte raffinata di non mia proprietà. Rabbrividii per il freddo, il pavimento piastrellato era gelido sotto le piante scalze dei miei piedi. Immaginai Allen in quella stanza desolata, solo e ferito in attesa di farsi riparare il braccio sinistro. E la mia inquietudine aumentò considerevolmete. Non ricordavo come fossi finita in quella stanza e perchè non indossassi i miei abiti abituali; ma soprattutto non sapevo dove si trovasse Allen e se fosse ferito. L'ultima cosa che ricordavo era l'incontro con il Conte del Millennio, poi c'era il vuoto. Più mi sforzavo di ricordare più mi sentivo spaesata ed indifesa, così decisi di andarmene da quel posto. Nel corridoio trovai due uomini del corpo speciale alle dipendenze di Lvellie di guardia davanti alla porta. Rimanemmo a fissarci per qualche interminabile momento: erano increduli. La mia perplessità aumentò quando impallidirono come se avessero visto un morto. Li ignorai decisa a trovare qualcuno in grado di darmi delle risposte. Ma uno dei due mi bloccò per un braccio < Signorina Force abbiamo il compito di non fare entrare ed uscire nessuno da quella stanza> La mia irritazione divenne palese anche alle guardie quando iniziai a battere un piede a terra con stizza. < Scusate ma non sono dell'umore giusto per rimanere a giocare qua con voi> ritirai la mano di scatto e ripresi per la mia strada. Ma dopo qualche passo sentii i due uomini evocare la loro innocence; erano seriamente intenzionati a fermarmi. Sospirando mi rigirai nella loro direzione e dopo aver attivato il mio potere li inchiodai al muro solo con lo sguardo. < Cosa vi ho appena detto? non ho tempo per intrattenermi con voi!> i volti degli uomini erano maschere di terrore, fino a quel momento avevo contenuto il potere del Cuore, ma ero un pò stufa. Probabilmete mi vedevano come un mostro anche se loro stessi esorcisti. La differenza tra la mia forza e la loro era sostanziale, eppure non ero io quella particolarmente dotata, erano loro deboli. Il Conte del Millennio li avrebbe schiacciati come insetti. Ci voleva ben altro per affrontare lui e il suo gruppo di noah. < E ora fate i bravi mi raccomando!> deto questo me ne andai. Camminai velocemente per i corridoi della Home e raggiunsi la mia camera. Fortunatamente riuscii a passare inosservata senza problemi. Per qualche motivo a me sconosciuto in teoria dovevo rimanere rinchiusa in quella stanza della sezione scientifica. Non avevo nessuna intenzione di tornarci, per questo evitai qualsiasi incontro. Sospirai di sollievo quando richiusi alle spalle la porta della camera da letto. Tutto era perfettamente in ordine come lo avevo lasciato, così sollevata decisi di farmi una doccia. E finalmente sotto il getto d'acqua bollente riuscii a rilassarmi e a riprendere il controllo. Mi lavai con calma cercando di cancellare quella sensazione di rifiuto che avvertivo costantemente da quando mi ero svegliata. Immaginai che ogni goccia che accarezzava il mio copro portasse via con se tutto il dolore provato. E troppo immersa in cupi pensieri non mi accorsi del bussare insistente alla porta. Pietrificata rimasi un attimo immobile in ascolto trattenendo il fiato. Avevano scoperto la sua fuga?
  
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