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Autore: Robigna88    22/05/2011    1 recensioni
Baton Rouge 1863: incontrarla cambierà la sua vita.
Baton Rouge 2011: il loro incontro cambierà le loro vite.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Ghosts of the past




Baton Rouge 13 maggio 2011

Non ci avrebbe mai creduto se glielo avessero detto, eppure era successo.
Da più di due settimane era a corto di donne.
Quelle che incontrava, o non gli piacevano, oppure lui non piaceva a loro.
Una.. ragazzina di circa vent'anni si era persino permessa di ridergli in faccia dicendogli che somigliava a suo padre.. e che anzi lui sembrava più giovane.
Come aveva osato?
Il suo tramite era un uomo di mezza età di aspetto fantastico. In forma, con occhi azzurri come il cielo e lineamenti delicati ma mascolini.
La sue pelle era colorita al punto giusto e i suoi capelli dorati.
Inoltre, da quando lui l'aveva “occupato”, il suo gusto in fatto di vestiti era decisamente migliorato.
Prima si vestiva come una specie di prete in pensione, e se ne stava seduto a bere limonata sul portico di una gigante casa immersa nel verde di un solitario ambiente campagnolo, ora si vestiva come un uomo di classe che non rinuncia alla sua giovinezza e che anzi la considera un fattore interiore e non un semplice dato anagrafico.
L'aveva sicuramente migliorato col suo arrivo, nonostante l'avesse preso e mollato più volte prima di domiciliarsi definitivamente dentro di lui.
Ma anche prima era un uomo comunque di classe. Colto e molto intelligente.
Era nato nel 1965 in una. non molto conosciuta città della Francia: La Rochelle.
Patria, tra gli altri, del pittore William Bouguereau e dell'intrigante attrice porno Melissa qualcosa..
Lì a La Rochelle, 77.000 abitanti e 480 km di distanza da Parigi, non aveva trovato subito l'amore e, aveva messo su una piccola ma proficua azienda produttrice di vini e spumanti francesi, diventando ben presto molto famoso e ricco.
Nonostante questo, non incontrava mai donne, troppo timido o semplicemente troppo preso dal suo lavoro, e se ne era rimasto solo fino ai quarantadue anni.
A quel punto, spinto da una comprensibile ma del tutto sorprendente voglia di amare, si era guardato intorno, e aveva trovato quella che sarebbe diventata la donna che avrebbe amato per tre lunghi anni: Clarissa.
Una donna semplicemente meravigliosa, con lunghi capelli dorati e il sorriso dolce di un angelo.
L'aveva amata intensamente, fino al giorno in cui la povera donna non era morta in un terribile incidente stradale, lasciandolo solo e disperato.
Da allora, Louis – era questo il suo nome – non era mai più stato lo stesso.
E un anno dopo la tragedia, il giorno del suo quarantaseiesimo compleanno, Balthazar, che l'aveva osservato per un po', aveva deciso di toglierlo dalla miseria di quel dolore, e così l'aveva convinto a dire di si.
Prima di lui, tanti anni prima, aveva fatto lo stesso col suo bis bis nonno: Jean.
Jean era nato nel 1817, francese di origine e americano per immigrazione, era morto nel 1879 – quattordici anni dopo che Balthazar aveva abbandonato il suo corpo per tornarsene in paradiso, stroncato da un infarto mentre lavorava nei campi.
Lasciava una moglie ed un figlio ed era esattamente uguale a Louis.
Stesso viso, stessi capelli, stesso incarnato.
Sarebbero stati scambiati per gemelli se non fosse stato per le due generazioni di differenza.
Balthazar aveva scelto loro per essere i suoi contenitori, e quando avrebbe lasciato Louis, probabilmente avrebbe preso un nipote, o un cugino. Oppure, semplicemente, avrebbe tenuto lui per sempre, dandogli in un certo qual modo l'immortalità.
Si guardò intorno con le mani in tasca.
Chiuso in un completo elegante, al centro della sala che teneva una mostra d'arte a Baton Rouge, in Louisiana, e cercava con gli occhi una facile preda.
E per facile preda, lui intendeva una bella donna fissata con ricchezze e accenti, da poter ammaliare con i suoi abiti firmati e il suo accento francese.
Ma non ce n'era nemmeno una..
O meglio, non ce n'era nemmeno una che non somigliasse ad una cozza.
Si si.. era ingiusto concentrarsi sull'aspetto fisico.
La vera bellezza sta dentro le persone..
Ma che poteva farci se gli piacevano le cose belle? Se gli piacevano le donne che tutti gli uomini si voltano a guardare?
Non era mica colpa sua.
Non aveva di certo la concezione di donna – trofeo, ma gli piacevano le donne piacenti ecco.
Sospirò e si avvicinò alla zona bar.
Un bourbon per favore.” disse gentile mettendosi seduto.
Incrociò le mani e rifletté.
Il barista tornò dopo pochi minuti, con il bourbon che aveva ordinato e un bicchiere di vino rosso di Montepulciano.
Toscana.. lui la adorava.
Questo è da parte di quella donna laggiù.. A quanto pare ha fatto conquiste signore.” spiegò il barista indicando l'angolo opposto del bancone.
Balthazar alzò gli occhi sicuro che non sarebbe stato il suo tipo, ma deciso, qualunque cosa avesse visto, ad andare a fondo.
Aveva voglia di stringere la carne profumata di una donna, di baciarla, leccarla, perdersi nel caldo piacere di una femminilità.
Quindi si sarebbe accontentato qualunque tipo di donna si sarebbe offerta alla sua vista.
Aguzzò la vista e deglutì a vuoto.
Quella donna era bellissima.
Fasciata da un bellissimo abito di seta beige, senza spalline, con una scollatura a cuore, morbido poco più su del ginocchio, boccoli castani le accarezzavano le spalle.
Era da togliere il fiato come ricordava essere solo un'altra donna, e le somigliava in un modo incredibile.
Spaventoso.
Doveva essere un sogno, o forse era già ubriaco e non se ne rendeva conto.
Si, probabilmente aveva già ingurgitato una vergognosa quantità di alcol e ora stava come.. delirando.
Non era possibile!
Bevve il suo bourbon tutto d'un sorso e poi uscì fuori lasciando lì il vino italiano, la sua sicurezza, e anche un po' del suo coraggio.
Il suo passato tornava a fargli visita e per quanto gli piacesse, lo rendeva triste.

****


Scarlett sospirò amaramente raggiungendo la piccola terrazza.
Il cielo era sereno e pieno di stelle sopra di lei e un leggero venticciolo fresco le fece desiderate di avere con sé una giacca.
Ma non l'aveva, perchè nella sua mini pochette dorata non c'era spazio e perchè lei aveva previsto un'arietta calda per quella sera.
Anzi, più correttamente aveva previsto di rimanere alla mostra solo per qualche ora e poi tornare a casa e infilarsi sotto le coperte per recuperare il sonno che aveva perso organizzandola.
Perchè era questo il suo lavoro, organizzare eventi di qualunque tipo e come organizzatrice, era quasi costretta a parteciparvi.
Quelli che preferiva organizzare erano i matrimoni.
Adorava quella romantica speranza di un amore che sarebbe durato per sempre, e per quanto poco credesse nell'istituzione rappresentata dal matrimonio, si ritrovava comunque sempre a piangere come una sciocca al momento delle promesse.
Non era cinica, credeva all'amore.
Semplicemente non credeva nel matrimonio, con l'abito bianco, la cerimonia, il rinfresco, le damigelle ecc ecc.
Se due persone si amano, che motivo c'è di dimostrarlo con una specie di certificato?
E nonostante questo pensiero fisso, era diventata l'organizzatrice di eventi più quotata della città ed i matrimoni erano la cosa che maggiormente le veniva richiesta.
Si schiarì la voce e si strofinò le braccia con le mani nell'intento di scaldarsi un po'.
Quella serata era stata un successo dal punto di vista lavorativo, ma un fallimento per quanto riguardava la sfera personale.
Aveva fatto la prima mossa con un uomo.
Un uomo affascinante e intrigante, bellissimo e dagli occhi languidi, e aveva miseramente fallito.
Aveva mandato lui un bicchiere di vino rosso e come risposta aveva ricevuto uno sguardo spaesato, quasi.. terrorizzato e un allontanamento a passo tanto svelto da sembrare quasi un volo e non un camminata.
Perchè aveva reagito in quel modo?
Non la trovava carina forse? Pensava che fosse brutta?
Eppure credeva di essere molto carina quella sera.
Il colore dell'abito le donava, il modello metteva il risalto i punti giusto del suo corpo, i tacchi la facevano sembrava più alta, il trucco era leggero e delicato e i capelli erano boccolati a regola d'arte.

Cosa c'era che non andava in lei?
Perchè tutti gli uomini che le piacevano non sembravano degnarla nemmeno di uno sguardo.
Anzi, perchè la guardavano ma lo facevano come se stessero guardando un uomo basso, grasso e pieno di peli?
Poggiò la borsetta su un tavolo e si schiarì la gola.
Ciao, ti guardavo da quel lato del bancone e ho pensato che sei davvero molto carino. Ti va di fare quattro chiacchiere?”
Poi si spostò dall'altro lato e fece la voce grossa.
Ah ah ah.. come sei divertente. Come ti viene in mente? Sei orrenda.”
Poi di nuovo dal lato opposto “Ma ho portato del vino italiano.”
E chi se ne importa?”
Sguardo disorientato e perplesso e poi fuga a gambe levate.
Aspetta, non..”
Cosa stai facendo?”
Sobbalzò e si portò la mano sulla bocca per trattenere un urlo.
Si voltò e si ritrovò davanti all'uomo che era fuggito via rifiutando il suo gentile omaggio.
Lo guardò perplessa e corse dentro, poi si affacciò di nuovo con la testa e lo vide fermo, con le mani in tasca e un sopracciglio alzato in segno di confusione.
Stavo imitando te.. prima quando.. Lascia stare.” disse raggiungendolo.
Allora..” continuò posizionandosi davanti a lui “Che succede? Non ti spavento più? Non mi trovi più orrenda?”
Orrenda?” replicò Balthazar “Ehm no.. credo invece che tu sia splendida.”
Lei annuì e arricciò poco la bocca “Quindi sei.. fuggito via prima perchè mi trovi splendida?”
Balthazar deglutì a vuoto e distolse lo sguardo da quelle fossette sulle sue guance.
Scusa per quello.. È solo che.. somigli ad una persona che conoscevo e che purtroppo adesso non c'è più. Quando ti ho vista è stato come rivedere lei per un attimo.. e mi sono sentito.. confuso diciamo.”
Oh..” sussurrò lei “Mi dispiace.”
Si, anche a me.”
Rimasero in silenzio per qualche secondo, e poi Balthazar si tolse la giacca e gliela sistemò sulle spalle “Hai la pelle d'oca. Immagino che tu abbia freddo.”
Un po'. Ti.. ti ringrazio.” rispose spostando fuori i capelli “Io mi chiamo Scarlett comunque.”
Io sono Balthazar.”
Strano nome il tuo.. Ma interessante.” rispose lei sorridendogli.
Scarlett. È ora dei ringraziamenti, vieni.”
La donna si voltò verso la porta e sorrise “Arrivo subito.”
Poi guardò Balthazar e sospirò “Ci rivediamo qui fra dieci minuti?” chiese.
Mi troverai esattamente qui.”
Bene.. ma terrò la tua giacca in ostaggio fino ad allora. Come.. assicurazione.”
Balthazar rise e la guardò allontanarsi.
Scarlett invece entrò dentro e raggiunse il piccolo palco.
Dopotutto quella serata stava migliorando.
   
 
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