Libri > Harry Potter
Segui la storia  |      
Autore: Camelia    20/02/2006    2 recensioni

-Le Principesse Silenziose?- lesse ad alta voce la moretta, voltando lo sguardo verso il ragazzo.

-Prendere o lasciare, Granger, prendere o lasciare-

Ci pensò un attimo.
Tutto quello di cui aveva bisogno era amore, e quel luogo glielo avrebbe dato.
Tutto quello di cui aveva bisogno era di sentirsi bellissima, e, lì, con Draco, con quegli uomini, poteva esserlo.
Poteva essere una ‘Principessa Silenziosa’.

-Accetto-

E lo sarebbe stata.

Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Distrutto- un sibilo, proveniente da labbra bruciate dal vento, mentre, sul mondo in cui credevi, si abbatte la miseria, la fame... la povertà.

-Distrutto- ripeté a mezzavoce, come se non lo credesse possibile. Eppure, era lì, davanti ai suoi occhi bruni, che pian piano si riempivano di lacrime salate, come il mare in tempesta.

-Herm...- una mano leggera come un fruscio si posò sulla sua spalla, quasi a significare tutto l’affetto che provava per lei.

-E’.... è... tutto distrutto- la stretta si fece più forte, mentre un abbraccio la cingeva da dietro.

-Coraggio piccola- le sussurrò il moro, tenendola stretta.
Molti a quella vista, avrebbero potuto pensare ad una coppia di innamorati, fraintendendo alla grande i sentimenti dei due ragazzi.

A venticinque anni, è morto il mondo in cui credevo, e con lui, anche la mia anima.
Così avrebbe potuto iniziare il suo diario, Hermione Jane Granger, aprendolo quella fredda mattinata di Gennaio, quando il sole è troppo stanco per illuminare il mondo, così, decide di lasciarlo alla sua sorte.
Quello era successo quel giorno.
Voldemort era morto, ma con lui, anche il mondo della magia.
Una maledizione, oscura e terribile, che piano, piano, faceva svanire tutti i poteri dei maghi esistenti.

-Signorina Granger, una dichiarazione per la Gazzetta?- la voce del giornalista le fece alzare lo sguardo vacuo.
Gli occhi lucidi, il volto pallido e i capelli spettinati.
Si staccò da Harry, che la stava ancora stringendo. –Signor Potter, la ringrazio per i servizi resi al Ministero, in quanto lei, Capo degli Auror. Riceverà il suo salario, come un normale dipendente, e la liquidazione... anche se credo le servirà a poco, nel mondo dei babbani- disse, mantenendo il suo solito contegno glaciale, che ricordava tanto quella vecchia professoressa di Trasfigurazione.

-E’ stato un onore, Ministro- le porse la mano, in un’ultima stretta formale, mentre la macchina fotografica scattava quell’ultima foto, dell’ultima edizione.

-Signor Ministro, cosa accadrà ora?-

-Colin, sei sempre stato un ragazzo intelligente, quindi prova a ragionare, e, per l’amor del cielo, smettila con quella stupida penna prendi appunti, mi ricordi quella...-

-HERMIONE!- la interruppe il moro, prima che la situazione degenerasse del tutto.

-Sì, mi scusi signor Canon. Allora, stavo dicendo, il Mondo della Magia è condannato. Nell’arco di ventiquattro ore scomparirà del tutto, e non ci sarà più traccia di nulla. Le Passaporte verranno annullate e i camini chiusi. È bene, quindi, che tutti quelli ancora in possesso di magia evitino di trasfigurarsi, o di mettersi in comunicazione attraverso i camini, in quanto, potrebbero rimanere incastrati- era tornata la solita Hermione, aveva recuperato il suo autocontrollo e la sua formalità.

Eppure, il moro poteva sentire la paura e la tensione che si stava lentamente instaurando nella ragazza, alla vista dell’ignoto.
L’intervista si concluse, lasciando un vuoto dentro i pochi rimasti sul campo di battaglia.

-Herm?- la chiamò Harry, facendo voltare la ragazza.

-Sì?-

-Dobbiamo andare da Ron... ricordi?-

Un debole sorriso le illuminò il volto scarno.
Aveva detto la parolina magica, quella che iniziava per ‘R’ e finiva per ‘ON’, che le riportava sempre almeno un po’ di serenità nell’animo.

-Coraggio bimba! Ce la faremo!- le cinse le spalle con un braccio, evidenziando la differenza di altezza fra i due ragazzi, mentre si incamminavano con lentezza verso la casa dei Weasley, parlottando del più e del meno, come se fossero tornati ai tempi della scuola.

Ma l’incubo era solo all’inizio.
Imbucato il viale di aceri, un forte odore di polvere da sparo invadeva l’aria, mettendo in allerta i due.
Non era mai un buon segno.
Accelerarono il passo, e, quasi senza rendersene conto, iniziarono a correre, fino a che lo spettacolo agghiacciante non gli si presentò davanti.
La Tana era stata mandata in rovina, squarci nella parete e macchie di sangue dappertutto.

-Ron- un sussurrò, flebile, seguito da una goccia d’acqua che cade dal cielo.

-RON!-

-RON- urla che squarciavano il cielo, disperate e piene di paura, come mai aveva avuto.

-Hermione! Hermione calmati!-

Prese a correre, senza curarsi di fare attenzione.
Abbatté la porta con un calcio, forte e ben assestato, anche se, non ci avrebbe messo molto anche a spallate.
Ma appena entrata qualcosa la bloccò.
Non c’erano più tracce di vita.
Regnava il caos.
Nulla era al suo posto, e, se prima poteva sembrare disordinata, ora, era l’inferno.

-Ron?- chiamò piano.

Qualche secondo dopo, anche Harry la raggiunse.

-Ron non c’è... ho... ho.. perlustrato la casa... sì, Herm, mi sono smaterializzato e non guardarmi così!- si difese -...di Ron non c’è traccia... però...-

La mora alzò lo sguardo.
-Però?-

-Però...-

-Ciao Hermione...- la voce della rossa Weasley le fece alzare lo sguardo.

Era cambiata, sporca di fuliggine, i capelli disordinati, e la tristezza negli occhi.
Era cambiata, molto.
L’ultima volta che l’aveva vista era stato due anni prima, alle nozze fra Fred e Angelina.
Si erano quasi picchiate.
L’odio che provavano l’una per l’altra non si era certo affievolito, e non sarebbe mai stato cancellato... forse, però, in quella situazione, potevano entrambe mettere da parte i vecchi rancori di sempre.

-Ginevra- la salutò senza troppa enfasi, alzandosi da terra, con uno sguardo glaciale.

-Hanno portato via tutta la mia famiglia- disse cercando di mantenere la voce ferma.

La mora sussultò appena, ma lei continuò, senza avere il coraggio di alzare lo sguardo.

-Hermione... so che quello che ho detto due anni fa è orribile, che... che tu stavi rovinando mio fratello anche se non stavate insieme è una cazzata vera e propria... solo che...-

-No, senti, è colpa mia, non avrei dovuto...-

-Fammi finire. Ti prego-

Hermione annuì piano. –Solo che, Ron, non faceva altro che dire che tu eri perfetta, che un giorno o l’altro ti avrebbe sposata, ma poi diceva che no, che non sarebbe mai stato così, perché tu eri troppo. Ero stanca di vederlo così prostrato, e... quando ti ho visto, che... ballavi con Dean e lo sguardo di mio fratello... io... -

-Hai perso il controllo, eh?- disse l’altra con un sorrisetto.

-Sì. Io non ho mai pensato che tu fossi una troia, Hermione, davvero-

-Lo so- si sciolsero tutte e due in un sorriso abbracciandosi nel vecchio ruolo di amiche.

-Allora... se avete finito, Ginny, cos’è successo?-

Un lampo di terrore attraversò gli occhi della ragazza. –E’ stato orribile...- mormorò.

-Sono arrivati in massa, erano tanti, quindici, venti. Ron mi ha spinta di sopra, nel solaio, sopra la sua stanza, dove ci sta quel vecchio fantasma, ordinando di non muovermi. Li ho sentiti parlare, poi, la discussione si è fatta più accesa, fino a che non ho sentito un botto.
Cristopher [il bimbo di Fred. Nd Camelia] si è messo a piangere, e Angelina urlava. Poi, poi non ho sentito più nulla. Ah, sì, secondo i registri del Ministero, io sono morta- concluse il terribile racconto, calando nel silenzio più totale.

-CHE COSA?? HERM!- uno scatto d’ira attraversò gli occhi color smeraldo.

-Non... non è vero... aspetta... devo... devo controllare...- estrasse un pesante libro dalla sacca che portava a tracolla, ormai sporca e logora.
Sfogliò le pagine di pergamena.

Ginevra Weasley = Morta.

La mora alzò lo sguardo, sorpresa, per poi leggere ad alta voce.

-Ora del decesso: Dodici, Quindici minuti e Sette secondi, del... quindici Giugno... ma Gin... il quindici giugno è oggi!-

La rossa annuì. –Ron era tutto vestito a festa, si era perfino messo il profumo che gli avevi regalato per il suo compleanno. Canticchiava canzoni babbane, e continuava a ripetere a Fred di tenere il suo bambino alla larga da voi...- ridacchiò –Cristopher gli ha vomitato sulle scarpe-

La mora aprì la bocca ma la richiuse subito dopo. Come se quello che aveva da dire fosse stato cancellato dalla sua mente con un soffio d’aria.

-Hermione... Probabilmente Ron è... morto- disse in un sussurro la rossa.

Il moro si alzò, girandosi, e dando la schiena alle due ragazze.
Vederlo mentre piangeva non avrebbe certo sollevato il morale alle due amiche.

-Non c’è più niente da fare...-

*°°°*§*°°°*

-Mi dispiace deluderla Signorina Granger, ma siamo al completo, e non abbiamo bisogno di nuovi dipendenti-

-Ma... ma... ma lei non capisce! Io... io devo avere questo lavoro!-

-Signorina Granger, è lei che non capisce siamo al completo o se meglio vogliamo dire: non abbiamo bisogni di lei!-

Un’altra porta che sbatte con violenza dietro il suo volto castano.
Tre mesi sono trascorsi da quando la vita ha deciso che lei può anche morire di fame.
Lo sguardo basso, senza aver il coraggio di alzarlo, per guardare dove va, tanto, ogni strada è uguale all’altra, senza distinzione.

All’improvviso, una collisione, un botto e una caduta.

-Accidenti... mi scusi, io... non... MALFOY??- la sorpresa dipinta sul suo volto.

-Granger? Che ci fai qui?-

-Io... io... cercavo lavoro...- mormorò imbarazzata. Decise di lasciar perdere l’orgoglio, tanto ormai... che altro le poteva capitare di peggio?.

Le porse la mano, aiutandola ad alzarsi.
La moretta sentì lo sguardo argenteo trapassarle il corpo.

-Bhe... Granger... io un lavoro per te, ce l’avrei...-

La prese per mano, attraversando vari vicoli stretti, fino a raggiungerne uno piuttosto squallido, e, infondo alla strada, all’angolo con un parco di mala fama.
In alto, spiccava un’insegna luminosa al neon.

-Le Principesse Silenziose?- lesse ad alta voce la moretta, voltando lo sguardo verso il ragazzo.

-Prendere o lasciare, Granger, prendere o lasciare-

Ci pensò un attimo.
Tutto quello di cui aveva bisogno era amore, e quel luogo glielo avrebbe dato.
Tutto quello di cui aveva bisogno era di sentirsi bellissima, e, lì, con Draco, con quegli uomini, poteva esserlo.
Poteva essere una ‘Principessa Silenziosa’.

-Accetto-

E lo sarebbe stata.

  
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Camelia