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Autore: Alex Simon    23/05/2011    2 recensioni
[Era una notte gelida e il leggero vento invernale staccava le ultime foglie dagli alberi ormai nudi e senz'anima, il cielo diventato scuro prima del solito non lasciava intravedere nemmeno una stella tra quella coltre di nubi che preannunciava un bel temporale.];[-Ma che razza...- Borbottò Havoc mentre Fury riprendeva a battere i denti più forte di prima, appena la luna venne in loro soccorso illuminando quella figura nebbiosa.
Qualcosa di impossibile, inquietante... tanto che rimasero di sasso entrambi a balbettare in preda alla confusione: Due stivali neri, pantaloni di pelle aderenti, una maglietta bianca che superava di poco la vita dove arrivavano i capelli biondi sciolti, una giacca di pelle e due occhi dorati che in altre circostanze gli sarebbero stati familiari, ma ora erano diversi, taglienti, crudeli, selvaggi... non una parola usciva da quelle labbra bianche e perfette come quelle del cadavere che dovrebbe essere.
-E-Edward... kun?-]. n.b: non lasciatevi ingannare dall'into ^^ la fic non è proprio drammatica e tutte queste cose qui xD avrà anche i suoi momenti comici :) Buona Lettura!
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Roy Mustang, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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-E-Edward... kun?-

Nessuno dei due sapeva spiegarsi ciò che aveva davanti, in teoria Edward Elric dovrebbe essere morto e sepolto con i dovuti onori eppure adesso lo avevano davanti vivo e vegeto, forse troppo bianco per un essere umano, troppo misterioso... ma o quello era Edward Elric o una copia perfetta dello stesso.

-Non è possibile...- Balbettò Fury, fece un passo avanti per guardarlo meglio anche se tra i due c'era ancora una certa distanza, ma prima che potessero aggiungere altro, com'era venuto quello spettro se ne andò facendo svolazzare i leggeri capelli al vento per poi sparire nella selva con il favore delle tenebre e della foschia.

-Aspetta!!- Gridarono e cercarono in vano di seguirlo... ma di lui rimase soltanto quella rosa appassita, nessun'altra traccia che potesse aiutarli, era sparito nel nulla.

Dopodiché, quando l'alba stava ormai giungendo e la nebbia si dissolveva entrambi si scambiarono uno sguardo sconcertato e non ebbero nessun dubbio: il Colonnello doveva essere informato.

-Smettetela di dire idiozie! Credete forse che io non voglia cancellare quello che è successo? Ma dobbiamo accettare la realtà... Fullmetal non c'è più e voi siete fin troppo superstiziosi, credete di aver visto il suo fantasma o una cosa del genere... ma vi sbagliate, non esistono queste cose-

Come si aspettavano il Colonnello non voleva credere alle loro parole, ma questa volta non guarda le cose dal punto di vista di un uomo di scienza ma come l'uomo a cui era stato tolto un amico, un sottoposto, un ragazzino che era troppo giovane per morire... e la cosa gli rodeva dentro come un fuoco inestinguibile.

-Taisa, non è come la storia del magazzino n° 13! Quella volta ammettiamo di aver sbagliato, eravamo spaventati e non avevamo alcuna luce... ma questa volta è diverso, lo abbiamo visto con i nostri occhi, era reale...-

-Non avete alcuna prova che sia stato veramente lui! Io credo ai miei occhi e a quello che sono certo di aver visto al funerale di Fullmetal... è sepolto a metri sotto terra non se ne va in giro per cimiteri-

-E la rosa allora? E' qui Taisa...- Contenuta in una bustina per le prove, ci hanno messo un po' per raccogliere ogni petalo e qualche spina ma erano certi di dover portare almeno una prova. -Ce l'ha messa lui lì sopra...-.

-Perché dovrebbe mettere una rosa appassita sulla sua tomba...? E' soltanto uno scherzo di pessimo gusto...- Sussurra ma un attimo dopo si ricompone e prende una decisione -D'accordo questa sera verrò con voi, ma solo per beccare quel bastardo che si permette di fare una cosa del genere... non per dare la caccia agli spettri-.

Tanto bastò ai due, perché se il misterioso fantasma tornerà anche quella sera allora il Colonnello Mustang dovrà ricredersi e ammettere che forse c'è qualcosa di veramente strano in tutta questa faccenda.

-Però... non dovremmo dirlo ad Al...?- Iniziò titubante Fury, lui l'aveva visto quel ragazzo ammesso che si sia trattato veramente di Edward, ma supposizioni o no è di suo fratello che si sta parlando e di un mistero irrisolto che è collegato alla sua morte, sarebbe una mancanza di rispetto ancora più grande non informarlo.

-Per ora no, non voglio che soffra ancora con questa assurda storia, se ci saranno dei veri sviluppi lo informerò personalmente ma per ora lasciamo che riposi o almeno che cerchi di farlo-.



La stessa sera il quartiere era silenzioso e deserto, con questo freddo le famiglie non amavano certo uscire quanto piuttosto riunirsi attorno al focolare per riscaldarsi un po' prima di andare a dormire.

Quindi c'era un'atmosfera perfetta per gironzolare indisturbato di casa in casa o più precisamente per introdursi nel giardino di casa Elric e arrampicarsi sull'albero di pesco che dava proprio sulla finestra di Alphonse come un angelo custode o qualcosa di simile.

Questo faceva Edward Elric nascosto tra i rami secchi che gli sarebbero stati più di aiuto se ricolmi di foglie verdi, tanto per mimetizzarsi alla perfezione ma anche così il ragazzo nella sua stanza non faceva particolare attenzione a lui o a cosa provenisse dall'esterno.

Era seduto sul suo letto, in mano un album fotografico vecchio di chissà quanti anni, se non sbagliava al suo interno dovevano esserci foto di famiglia e quelle che loro avevano fatto insieme durante i viaggi.

-Oh Al...- Inutile mentire, a vederlo in quelle condizioni gli si spezzava il cuore... perché nascondere questo segreto si chiedeva, se ciò fa soffrire le persone che più amo al mondo, perché non dire loro la verità e tornare ad essere una famiglia...?

Ma certo, avrebbe potuto metterli in pericolo e questa doveva essere la sua massima priorità, se qualcuno avesse scoperto che persone normali erano coinvolte con un essere come lui... -Tsk...- Strinse i pugni così forte che non si accorse che un rivolo di sangue scorreva ora sulla sua mano. -Al diavolo...- Mollò la presa maledicendosi per l'ennesima volta, quella forza straordinaria non gli apparteneva anche se qualcosa della sua nuova vita gli tornava utile, per esempio non sentire alcun dolore, non soffrire il freddo, essere agile e veloce... però c'erano dei lati oscuri e terribili che detestava con tutto se stesso, all'infuori del non poter vedere la sua famiglia.

-Credimi Al... vorrei dirtelo... ma è più importante la tua incolumità-.

Scese dall'albero in un salto e diede un'occhiata alla ferita che si era già rimarginata lasciando solo una macchietta di sangue secca, dopodiché qualcosa arrivò alle sue orecchie più sensibili che mai, un movimento fin troppo veloce per essere quello di un umano e infatti appena si voltò incontrò due iridi azzurre che lo fissavano da molto, molto vicino con un sorrisetto soddisfatto.

-Ciao Edward...- Lo salutò un ragazzo dai capelli biondi chiari, con indosso una camicia bianca e dei semplici pantaloni, più grande di lui ma non meno pericoloso. -Ti stai divertendo?- Si avvicinò ad un tratto troppo velocemente al suo orecchio tanto da sfiorarlo con le labbra fredde e marmoree.

Il biondo sospirò e in uno scatto d'ira assolutamente non controllato lo prese per la gola atterrandolo così forte che il suolo si crepò, posizionandosi sopra di lui lo guardò con occhi pieni di odio dalle venature nere evidenti che rigavano anche parte delle guance.

-Ti sembro uno che si sta divertendo?! Perché mi hai fatto questo...?- Calmandosi tornò normale ma lo teneva sempre a terra sotto il suo controllo.

-Era un peccato lasciarti morire...- Alzò una mano su quei capelli biondi sciolti al vento che coprivano ora il viso di entrambi e raggiunse il suo proprio all'angolo facendogli una leggera e lenta carezza ma a Edward non parve piacere perché gli afferrò il polso e lo piegò, lo avrebbe sicuramente staccato se il giovane avversario non lo avesse fermato e ribaltato le posizioni: Ora era Edward ad essere sottomesso al suo volere, sopra l'asfalto ancora una volta crepato.

-Sono più vecchio, quindi più forte- Sorrise inchiodandogli i polsi a terra, strano come nessuno dei due sentisse il minimo dolore o fastidio.

-No...- Ma ancora una volta il minore non volle mollare, gli ringhiò contro assestandogli un bel calcio sugli addominali che lo fece volare a metri di distanza e gli permise di rimettersi in piedi a velocità sovrumana. -Sono più determinato quindi più pericoloso-.

-Determinato a cosa?- Si rimise in piedi togliendosi un po' di calcinaccio di dosso ma non osò riaccostarsi.

-A tenerti lontano da me, o chissà ad ucciderti... come hai detto tu le mie emozioni sono amplificate forse cento volte più di quanto lo erano prima, rabbia, tristezza, felicità, collera, sento tutto troppo forte... come i suoni e i sapori e qualsiasi altra cosa che mi stia intorno, il buio... le tenebre... non hanno importanza ormai, la mia forza è incontrollabile...- Finì turbato quasi disperatamente per quella situazione così nuova e incomprensibile per lui.

-E' normale devi soltanto farci l'abitudine... e tanto per essere sincero, niente mi terrà lontano da te-

-Vedremo, Heiderich...- Spostarono entrambi lo sguardo verso le case che si illuminavano una ad una, gli abitanti forse allarmati da tutto quel casino che stavano facendo avevano deciso di controllare, era ora di andare via... -Sono commosso mi hai chiamato per cognome, è un inizio...- Fece per spostare lo sguardo su Edward ma già era sparito tra le tenebre dileguandosi a velocità record.



Nel frattempo dei soldati si erano appostati sul prato del cimitero, non che fosse un posto adeguato per fare un campeggio ma erano decisi a rivedere lo “spettro” a maggior ragione ora con la presenza di Mustang anche se ci fosse voluta tutta la notte.

Muniti di torce e coraggio girano per le lapidi cercando indizi, qualsiasi cosa che possa portarli a quel misterioso ragazzo, in particolare però non si lasciano sfuggire la tomba di Edward che sembra la sua preferita.

-Io... credo che non verrà se ci siamo noi di guardia, non è mica stupido- Osservò Havoc accendendosi una sigaretta.

-D'accordo allora spegnete le luci e state zitti!- Ordina irritato il Colonnello afferrando la sigaretta del sottoposto per spegnerla a terra con rabbia.

-Proprio con la mia sigaretta deve prendersela?!-

-Zitto Havoc... e stai attento-



Intanto Edward tutto contento di essersi liberato di quello scocciatore passeggiava per i boschi avvicinandosi sempre di più al cimitero, chissà perché ma fare visita alla sua tomba vuota dove tutto ebbe inizio in qualche modo era diventato una specie di rito.

Così tra le foglie, il muschio e la fanghiglia arrivò a destinazione e subito con la sua vista sviluppata notò i militari sdraiati a terra mezzi morti di sonno, l'altro giorno aveva esagerato, non avrebbe dovuto farsi vedere... doveva aspettarselo che Mustang sarebbe subito accorso.

“Se qualcosa va male me la do a gambe...” Fece spallucce e così entrò raggiungendo quella lapide spoglia senza portare però nulla con sé.

Gli dispiaceva sapere che Alphonse veniva a fargli visita e parlava con un mucchio di rocce e una bara vuota nascosta a metri sottoterra, ma non voleva demolire la sua speranza, forse lo rincuorava pensare che in qualche modo, ovunque fosse, riuscisse ad ascoltare i suoi pensieri.

Peccato che però il suo Fratellone non era poi così lontano come immaginava...

-Un pensiero te lo lascio io Al... mi manchi immensamente...-

-E-Edward...?- Si voltò sorpreso verso la figura assonnata del Colonnello che si metteva in piedi cercando di fare meno rumore possibile, aveva intuito dei movimenti ma pensava che si stesse muovendo nel sonno non che fosse sveglio...

-T-taisa...- Sperò soltanto che fosse troppo assonnato per ricordarsi tutto ciò al mattino.

-Allora avevano ragione... eri tu...- Si avvicinò fino ad inginocchiarsi vicino a lui, per sfiorarlo anche se con leggera incredulità. -Sei qui... com'è possibile?-.

-Non lo è...- Sussurrò prendendogli la mano -Torni a dormire Taisa... nulla di tutto ciò è reale-. Dai suoi occhi sgorgarono lacrime di sangue scarlatto che bagnarono la lapide, le loro mani e la terra.

-Edward... dimmi se sei reale, ho bisogno di risposte, sono sicuro di non sognare in questo momento-.

-Non posso dargliele Taisa... è una cosa terribile, che nessuno deve sapere... altrimenti sarete in pericolo...-.

Il Colonnello si chiedeva se quello che aveva davanti era veramente Edward Elric, o se si trattasse di un suo vaneggio notturno, ma le lacrime di sangue e la sua presenza erano fin troppo reali per dubitare della sua sanità mentale in questo momento... stava succedendo qualcosa, qualcosa di grosso che però non poteva essere svelato e l'unica persona che ne sapeva qualcosa era il ragazzo che aveva davanti ma che allo stesso tempo credeva di sognare.

[Angolino Dell'autrice]

Wow oggi sto picchiettando sulla tastiera e sul cellulare più che mai XDDD anche perché ho i messaggi gratis evvivaaaaaaaaaaa *_* ahahahahaha, me felice perché non si annoierà durante il pomeriggio... ma tornando a noi e alla fic!! Spero che questo capitolo vi interessi di più ^^  capisco che il primo era un po' cortino e non tanto chiaro... ma adesso vedrete che tutta la foschia andrà via ùwù

Ringrazio chi mi ha recensito lo scorso chap ^.- mi ha fatto davvero piacere... e spero che qualcuno si aggiunga alla comitiva xDD  Intanto però, per le mie altre fic ci sarà da aspettare, causa ispirazione 0!

Vedrò di inventarmi qualcosa, ma per ora vi lascio ^_^ e ci risentiamo nel prossimo gente!!

Bye Bye!!

  
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