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Autore: SkillBeast    23/05/2011    0 recensioni
-Nooooh!-
Il mio grido acuto si estende per il vuoto edificio abbandonato.
-Perchè?! Perchè?!-
Giaci accanto un altro corpo senza vita e io corro incontro a quella scena. Ripeto "perchè" molte altre volte mentre mi inginocchio, abbracciando il tuo cadare caldo. [...]
Il regista avanza sul set raggiungendoci ancora stesi sul pavimento.
-E con questa scena abbiamo finito il film!-
Il regista ci circonda con le braccia.
-Masahito stavo per chiamare un' ambulanza, pensavo stessi morendo davvero!-
Si complimenta con te facendo quella sua odiosa risata che tu imiti così bene e mi fai ridere sempre.
-E tu!Ooooh... il tuo amore verso di lui, la persona che ami, qualcosa di unico! Davvero realistico-
Mi da un pacca sulla spalla continuando a ridere.
-Già... realistico.-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoci ancora qui, dopo troppo tempo. Scusatemi ma in questo periodo sono davvero molto impegnata. Adesso ultimo periodo di scuola, ultime verifiche e interrogazione che devono andare bene per forza. La frase "tanto dopo recupero" non ha più valore ormai. Ma adesso partiamo con il quarto capitolo della storia, spero che vi piaccia.





You don't Know,  04 - "Ciao Kail"





Da quel giorno continui a evitarmi, e se sei obbligato a starmi accanto fai come se non fosse successo nulla. E’ la cosa peggiore che potessi fare è ignorarmi in questo modo.
Anche adesso, ti guardo seduto al bar del set del nostro nuovo film. Sei ad un tavolino, e sorseggi il tuo solito caffè amaro, che solo tu riesci a bere.
E io? Io ti sto lontano, eseguo i tuoi ordini silenziosi che solo io posso percepire. Lo sai benissimo che ti osservo da lontano, come anche io so che quando sono distratto tu osservi me. E ogni volta che ricerco il tuo sguardo tu lo distogli.
Perché devi farmi soffrire così? Quella mattina mi avevi giurato che non mi avresti mai più fatto del male. Stavi solo recitando? Erano solo tutte menzogne per non farmi soffrire almeno in quel momento? Ti conosco, tu non sei una persona meschina, a cui piace prendersi gioco degli altri; e proprio per questo soffro ancora di più: perché per la prima volta da quando ti conosco non riesco a capirti. Ho paura. Molta paura di essermi innamorato di una persona che non esiste veramente, che tutto quello che amo di te sia solo una maschera per gli altri e per me.
Stringo i denti, non devo mettermi a piangere sul set, qui a lavoro. Non posso, non ora.

-Kail, tutto a posto?-

Alzo lo sguardo, la makeup-styler mi sorride avvicinandosi al tavolino dove sono seduto.

-MA STAI SANGUINANDO!-

Si precipita accanto a me, guardandomi preoccupata. Mi tocco il labbro, dovevo essermelo morsicato, ma tra i pensieri non me ne sono accorto. Sorrido amaramente, guarda cosa mi fai fare.

-Stai bene?! Cosa ti è successo?! Perché sanguini?!-

Le urla preoccupate della ragazza attirano l’attenzione di tutte le persone lì attorno, anche la tua. Per pochi istanti incrocio il tuo sguardo. Mi soffermo a guardarti per qualche istante. Anche se siamo lontani, noto l’interesse preoccupato nei tuoi occhi scuri, quel precipizio in cui sono caduto molte volte, ma questa volta sono io che fuggo. Mi alzo dalla piccola sedia di acciaio e guardo, sorridendo gentilmente, la ragazza.

-Si, sto bene. Non ti devi preoccupare. Ho solo le labbra screpolate. Mi dispiace ti farò disperare oggi per il trucco….-

Mi congedo e scappo velocemente dalla sala. La giornata non inizia per niente bene. E il pensiero che tra poco dovrò girare alcune scene con te, “Il tanto atteso e romantico incontro tra i due agenti innamorati dopo tanto tempo”, mi agita profondamente. Sono felice di poterti stare accanto, anche con questa scusa; ma quando tutto finirà tornerò all’orribile verità. Oggi c’è anche il rischio che io esploda sul palco: non sono sicuro di riuscire a trattenere ancora per molto la malinconia di quel benedetto giorno. Il dubbio mi uccide. Cosa sono io per te?

-Kail, tra dieci minuti giriamo.-

Mi avverte un ragazzo dello staff, sbucato fuori dalla porta del mio camerino. Io annuisco col capo senza proferire una parola. Mi reco sul set. Mi blocco vedendo la tua figura, scolpita, perfetta e per giunta anche sorridente. Ma quando ti accorgi di me, quel meraviglioso sorriso svanisce. Una volta quando mi vedevi sorridevi, adesso ti faccio questo effetto? Le mie labbra tremano, trattengo le lacrime. Faccio finta di niente e proseguo per andare a prepararmi, è così che vuoi, no?
Pronto mi ritrovo sul set, solo con te. So perfettamente il copione, perché infondo rispecchia anche la nostra situazione. Il Kail finto è molto arrabbiato con te, perché dopo che gli hai promesso eterno amore, anche dopo la morte, sei scappato fingendoti morto.

-Azione!-

Il registra ci dai il via e iniziamo a recitare.
Io sono seduto ad un bar, sto pensando a te. Non è molto difficile, continuo a pensare a te, Ho in mano il distintivo dell’agente che interpreti, che mi hanno consegnato al tuo funerale, in qualche scena precedente del film.

-Masahito…. Sto diventando pazzo…-

Dico stringendo forte il tuo distintivo, sorridendo amaramente. Accarezzo il tuo nome più volte, in un gesto quasi morboso.

-Ti ho visto in mezzo alla folla... ne sono sicuro.-

Dico portandomi una mano al capo e intreccio le dita nei capelli che mi ricadono sul volto.

-E l’altro giorno, quell’uomo in nero, che mi ha aiutato… aveva la tua stessa voce..¬-

Mi chino sul tavolino, e comincio a tramare lentamente; come richiede il copione, anche se non è molto difficile. I sentimenti che il Kail che interpreto non sono molto distanti da quelli che provo realmente.

-Masahito.. perché te ne sei andato, perché mi hai abbandonato… ho bisogno di te…-

Delle lacrime cominciano a scivolare lungo le mie guance, sono troppe per essere finte. Spero solo che non se ne accorga nessuno.
Sento dietro di me una sedia spostarsi. Deve essere il Masahito che interpreti. Lui non riesce più vedere il suo amato soffrire, e allora si rivela mettendo a rischio tutta la sua missione. Ma lui è un personaggio di un film, mentre tu sei reale; e certe cose accadono solo nei romanzi.

-Ciao… Kail…-

E’ la prima volta, da quel giorno, che sento la tua voce così reale e diretta a me, il vero me. Lo capisco, l’inclinazione della tua voce è stranamente sofferente.
Io alzo lo sguardo, rimango con una espressione ebete e stupita, perfetta anche per la scena. Rimango senza parole, con gli occhi sgranati su di te, come se avessi appena visto un fantasma, perfetto.
Dopo un po’ che mi guardi la tua espressione cambia, diventa triste, come se ti sentissi in colpa; ti sei accorto che le mie lacrime non sono false. Per copione adesso tu dovresti baciarmi. Sarà molto difficile per te. Però ti avvicini, anche troppo velocemente. Le nostre labbra si intrecciano e sembra dalla tua pressione che bramassi questo momento da molto. E’ perfetto per il Masahito personaggio, ma dal vero Masahito? Non sembra che tu stia recitando, e questo mi confonde.
Io ti allontano e mi alzo bruscamente. Sembra che tu ci sia rimasto male, ma sto seguendo il copione. Non rifiuterei mai un tuo bacio, anche se questo mi farebbe terribilmente soffrire.

-Ciao, Kail? Ciao Kail?!-

Ti grido contro quasi isterico. Sono arrabbiato seriamente. Perché mi confondi ancora di più? Perché dopo mesi, arrivi qui, mi dai un bacio, per giunta per una scena di un film, e mi sconvolgi così? Cosa ti ho fatto io del male per meritarmi tutto ciò?

-Ti presenti qui, dicendomi “Ciao Kail”… Pensavo fossi morto!!-

Urlo di nuovo. Mi escono altre lacrime, tutte quelle che non ho potuto versare nei mesi passati. E’ un ottimo momento per sfogarmi, tutti pensano che stia recitando; a parte te ovviamente e questo mi fa arrabbiare ancora di più.
Mi giro e comincio a correre lunga la finta strada di città che hanno allestito sul set. Tu mi segui raggiungendomi come da copione.

-Kail aspetta! Fammi spiegare..-

Tu cerchi di trattenermi per un braccio, io mi giro e ti tiro un pugno facendoti cadere all’indietro. Rimani a terra guardandomi allibito, so che lo sei davvero. Il pugno che ti ho dato non doveva essere così forte, scusami; anche se colui che deve essere perdonato sei tu.

-Fammi spiegare cosa?! Te ne sei andato! Sei sparito!!-

Grido con tutto me stesso, mentre altre lacrime ricadono sulle mie guance.

-Sono passati mesi… e io… sto impazzendo senza te…-

Volto lo sguardo e mi porto una mano sul volto. Cerco di asciugarmi gli occhi, senza far sbavare l’impeccabile trucco applicato poco prima. Tu ti alzi e ti avvicini.

-Credi che sia stato facile per me?-

Mi domandi, prendi il mio volto in modo da riuscirmi a vedere in volto. Mi fissi negli occhi, e io non riesco a scappare da quel infinito spazio; quei tuoi dannatissimi e bellissimi occhi che sembra soffrire quanto me.

-Stare lontano da te tutto questo tempo. Non potevo avvicinarmi, sarebbe stato troppo pericoloso…-

Continui perfetto con le tue battute. Sei un attore professionista e impeccabile, l’ho sperimentato a mie spese.

-Ma ho sempre vegliato su di te, anche se da lontano ti osservavo.-

Ti avvicini, mi abbracci. Appoggi la tua fronte sulla mia, proprio come quel giorno a casa tua. Il giorno più felice della mia vita, ma l’inizio della mia fine.

-Smettila! Lasciami!-

Grido spingendoti via.

-Pensavo che non avresti più potuto farmi del male!-

Comincio a gridare indietreggiando di qualche passo. Non riesco più resistere, se ti avvicini ancora io esploderò, e questa volta non riuscirò più a ritrovarmi.

-Avevi giurato che non mi avresti fatto più del male!-

Continuo, altre lacrime scendono sulle mie guance. Ormai sto quasi singhiozzando. Guardo per terra, non avendo il coraggio di guardarti in faccia. Adesso quello che voglio è solo rifugiarmi nel mio camerino. Le battute non sono precisamente esatte; però ci è permesso improvvisare, l’importante è non uscire troppo dallo schema.
Se il registra fermasse la scena adesso, ritenendola buona, potrei salvarmi. Piango sperando di sentire urlare “cut”.

-Kail… io..-

Invece sento la tua voce, così fievole. Alzo lo sguardo, vedo lucidi i tuoi occhi. Ma a differenza da me, tu sei forte e riesci a trattenere le lacrime. Ma perché vorresti piangere? Perché anche tu mi vorresti o solo perché ti faccio pena?
Protendi una mano verso di me, ma prima che la tua mano mi possa sfiorare, sento la parola tanto sperata urlata dalla voce stridula del registra.
  
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