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Autore: Unsub    23/05/2011    1 recensioni
Il nuovo team è finalmente tornato a casa. Ognuno di loro ha preso la propria decisione. Ma saranno tutte rose e fiori ? Avranno fatto la scelta giusta? Perchè questo nuovo caso sembra mettere in discussione tutte le loro vite?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Emily Prentiss, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'Profiler'
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22 Capitolo XXII. The shape of my heart

-    Perché? – ormai stavano piangendo entrambi – Perché per noi è sempre tutto così difficile? Perché non riusciamo mai a capirci?
Chris le lasciò i polsi e la guardò stupito di quella domanda. Si chiese quanti pensieri Isabel non avesse mai esternato, quante cose tenesse solo per sé. Si sentiva colpevole di non aver capito quanto per lei la loro storia fosse difficile, quanto la ragazza stesse vivendo male quella che doveva essere una cosa bellissima.
La strinse in un abbraccio caldo ed avvolgente, avrebbe voluto tenerla al sicuro da tutti i mali e da tutte le sofferenze. Non gli piaceva vederla piangere, non gli piaceva quel senso di colpa che lo attanagliava ora che si rendeva conto che il dolore della ragazza era lui a provocarlo.
-    Ti amo… so di essere un’egoista, ma non voglio lasciarti andare – aveva immerso il viso nei capelli di lei, alla ricerca di quell’odore famigliare che ora la seduta dal parrucchiere aveva portato via.
Isabel continuava ad essere rigida, le braccia abbandonate lungo i fianchi. Non sapeva cosa dire o cosa fare, sentiva che la loro storia era al punto di rottura anche per tutto quello che le frullava nella testa e non aveva mai condiviso. I dubbi e le incertezze che l’attanagliavano da sempre, quel senso di inadeguatezza, la voglia di scappare lontano da qualsiasi cosa potesse ferirla.
Rivedeva costantemente la scena di Desiré che palpava la patta di Chris, era diventata un’ossessione per lei. In un gesto il riassunto di tutte le sue paure. Un giorno lui l’avrebbe lasciata per qualcuna più bella ed affascinante, qualcuna che fosse alla sua altezza. Il motivo per cui aveva accettato il piano di Prentiss era anche la segreta speranza che potessero trasformarla in un’altra persona, una donna attraente, qualcuna che Chris potesse sfoggiare al braccio sentendosi orgoglioso.
Invece lui aveva detto chiaramente di non gradire quel cambiamento, che lei era ridicola nel cercare di cambiare. Si era sentita offesa e delusa, possibile che lui non avesse apprezzato il suo sforzo? Che non avesse capito perché si era prestata a quel gioco così pericoloso? E allora aveva reagito come al solito, l’aveva provocato per litigare. I loro litigi finivano sempre, invariabilmente sotto le lenzuola, ma stavolta era diverso… aveva cercato di ferirlo, di farlo sentire come si sentiva lei tutti i giorni della sua vita.
La domanda di lui l’aveva spiazzata. Lei pensava mai a lui? Aveva pensato alle conseguenze? Non aveva messo in conto che le potesse succedere qualcosa, aveva troppo fiducia nel resto del team per pensare che qualcosa potesse andare storto. Non aveva calcolato i rischi, né cosa avrebbe provato lui dopo, se….
Era stata egoista quanto lui, era innegabile. Invece di parlare, di provare a spiegare come si sentiva, aveva agito come un’adolescente ribelle. La sera prima l’aveva cacciato fuori di casa, dicendogli che voleva indietro le chiavi e che fra loro era tutto finito: perché l’aveva fatto? Semplice: sapere che LaMontagne era stato il compagno di caccia di Reid l’aveva fatta uscire dai gangheri. Aveva avuto paura che lui tornasse alle vecchie abitudini, quindi meglio giocare d’anticipo e mettersi al riparo…
Non aveva neanche provato a chiedere cosa stesse succedendo, cosa si fossero detti e che intenzioni avesse il suo ragazzo. Era partita in quarta per l’ennesima volta senza valutare i sentimenti degli altri, ansiosa solo di proteggere sé stessa.
Stasera, mentre lui le apriva il cuore e le diceva cosa lo preoccupasse, mentre lui cercava di spiegarle perché aveva reagito in quel modo a tutta la faccenda, lei… beh, lei l’aveva anche preso un po’ in giro. “Non fare il melodrammatico”… come diavolo le era venuta fuori una frase meno appropriata da dire ad un uomo che le aveva appena dichiarato tutto il suo amore? Si diede della stupida e decise che ora era il momento che lei aprisse finalmente il suo di cuore.
Non era sicura di sapere da che parte cominciare, però sapeva che non voleva che tutto finisse così per mero orgoglio. Non voleva che quel ragazzo, così importante per lei, uscisse dalla sua vita perché non era mai stata in grado di aprirsi completamente con qualcuno. Si chiese se non ci fosse qualcosa di profondamente sbagliato in lei.
Sapeva che c’era un'unica cosa da dire e un unico gesto da compiere per cominciare a far capire a lui cosa provava veramente e cosa la muoveva nelle decisioni, spesso sbagliate, che prendeva.
-    Perdonami, sono una stupida – lo strinse con quanta forza aveva – Ti amo, Chris, non voglio perderti.
-    E’ la prima volta… - lui le bisbigliava piano nell’orecchio.
-    Come? – sbatté le palpebre non riuscendo a capire cosa lui intendesse.
-    E’ la prima volta che mi dici ti amo – sorrise mentre le carezzava piano i capelli.

Erano ore che parlavano seduti sul divano, Isabel era un fiume in piena. Sembrava che una volta cominciato non riuscisse più a finire, sentiva di dover dire tutto. Cosa la tormentava, le sue preoccupazioni, i suoi dubbi… e quell’incertezza che la stava accompagnando dalla famosa cena da Carlo’s.
Chris si limitava ad ascoltarla ed annuire pensieroso, mentre le teneva una mano fra le sue e guardava il cammino spento. Non voleva interromperla, timoroso che lei potesse di nuovo chiudere quella porta così faticosamente aperta.
-    … e poi quando ho saputo che LaMontagne era il tuo compagno di baldorie, credo di aver completamente perso il controllo della situazione. Il fatto che foste usciti insieme a bere… non so, a volte neanche io riesco a capirmi. Sapevo solo che non volevo soffrire, non volevo aspettare che fossi tu a tirare in ballo la cosa e così sono partita per la tangente come al solito – riprese fiato, rendendosi conto di essere arrivata quasi alla fine di quel pozzo oscuro che erano i suoi sentimenti e pensieri – Non pensavo veramente quelle cose, credo fosse solo istinto di autoconservazione. Per quanto riguarda stasera, io… Non mi è piaciuto il tuo sguardo oggi pomeriggio, quel misto di disapprovazione e rimprovero non era esattamente quello che mi aspettavo. Voglio dire… gli altri hanno cominciato a farmi tutti quei complimenti e mi aspettavo… lascia stare, è stupido.
-    Continua – si girò finalmente a guardarla – Tutto quello che hai detto finora non è stupido, è quello che provi e che pensi. Cosa ti aspettavi?
-    Che tu mi guardassi… insomma…
-    Come avrei dovuto guardarti? – era incerto su cosa lei veramente volesse.
-    Volevo che tu mi guardassi come gli uomini normalmente guardano i tipi come Desiré… te l’ho detto: è stupido.
-    Io non ti guardo così? Credi di aver bisogno di tutto questo – disse indicando il vestito, il trucco e i capelli – per attirare la mia attenzione?
-    Voglio sentirmi bella, anche solo per una volta in vita mia.
-    E oggi ti sei sentita bella? – prese a giocare con una ciocca di capelli che le aveva sciolto dalla pettinatura.
-    No… ogni volta che un uomo mi guardava, pensavo alla tua reazione. Non mi sono sentita bella, mi sono sentita un pagliaccio – abbandonò la testa contro la spalla di lui.
-    Tu per me sei sempre bella, forse il problema sono io. Non ti faccio sentire quanto ti desidero?
-    Vorrei solo… non so… Anzi lo so fin troppo bene! Voglio entrare in un posto come Carlo’s e sentirmi gli occhi degli altri uomini addosso, voglio che tu sia geloso e possessivo!
-    Vuoi che prenda di nuovo a pugni Mac? – disse lui scherzando – Oppure potrei prendere a pugni Henry… lui proprio se lo merita.
-    Di cosa parli? – si strinse ancora di più a lui, per sentire il calore del suo corpo.
-    Tu gli piaci e la cosa… vuoi sapere come mi sono sentito? Geloso – Reid sospirò decidendo che era il momento che anche lui vuotasse il sacco – Io sono sempre geloso di te. Il solo pensiero che qualcun altro si accorga di quanto tu sia speciale… Vuoi sapere perché ho reagito così oggi? Cosa significava quello sguardo?
Isabel annuì contro il petto di lui.
-    Avrei volentieri preso a pugni JJ, Jack e Puka. Sei bellissima e non voglio che gli altri ti guardino. Io ti amo e sono geloso e se tu non capisci questo… vuol dire che non sei questo granché come profiler…
La ragazza si alzò di scatto e lo fulminò con gli occhi.
-    Come ti permetti, pallone gonfiato? Chi è che non sarebbe questo granché come profiler? – era furente, non sopportava che qualcuno mettesse in dubbio la sua abilità sul lavoro – Razza di cafone che non sei altro! Io me lo sono sudato l’ingresso nelle squadra, non mi è piovuto giù dal cielo.
-    Stai dicendo che per me è stato diverso – si alzò anche lui con fare minaccioso.
-    Il duro vallo a fare al bagno. Su di me quelle occhiate non hanno il minimo affetto, ormai dovresti saperlo! Stronzo!
Chris strinse gli occhi a fessura e poi la guardò ancora un attimo con il fiatone. Sembrava pronto ad esplodere. Le afferrò un braccio e poi se la carico su una spalla.
-    Cosa credi di fare, energumeno? – Irons si dimenava, cercando di liberarsi.
-    Se dobbiamo proprio litigare, tanto vale che ti faccia vedere quanto posso essere stronzo – rispose lui scoppiando a ridere.
La buttò sul letto fra le risate di lei.

Continua…
   
 
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