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Autore: Lyla    20/02/2006    0 recensioni
"Il rumore delle onde del mare raggiungeva rapidamente una ragazza che, seduta sotto un albero, cercava così di ripararsi dalla pioggia che cadeva copiosamente da ore interminabili e che non aveva accennato a scomparire. I tre soli che illuminavano il pianeta minacciavano di sparire presto oltre l'orizzonte, e il cielo era buio e minaccioso, reso ancora più oscuro dalle pesanti nuvole temporalesche. La ragazzina se ne stava lì, immersa nei suoi pensieri. Sembrava che fossero passati mille anni dall’ultima volta che lei aveva aperto gli occhi e respirato l’aria di un mondo ancora del tutto sconosciuto." E' una fanfiction che si svolge tra il primo e il secondo numero del fumetto, e ha come protagonista la coppia che preferisco: Cole e Calliope.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Calliope, Cole
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo tre

Capitolo tre

 

Un raggio di luce abbagliante entrava pigramente nella caverna. Calliope aprì gli occhi, chiedendosi per quanto tempo aveva dormito. A farla addormentare era stata solo la stanchezza, altrimenti, in condizioni normali, distesa sullo scomodo pavimento di una caverna, non sarebbe riuscita a schiacciare nemmeno un pisolino di due ore.

Si mise in posizione seduta, sbadigliando e stiracchiandosi. Poi si voltò, pensando che avrebbe visto Cole ancora immerso in un sonno profondo…anche se non sapeva perchè, era sicura che il ragazzo ci avesse messo molto più tempo per addormentarsi, ma vide che l’amico era scomparso.

Calliope si alzò, cercando di mantenere la calma. Non poteva averla abbandonata, no? Era stupido pensare che Cole avrebbe fatto una cosa del genere dopo che le aveva salvato la vita così coraggiosamente, e la ragazza si disse mentalmente di smetterla di preoccuparsi.

Quasi a voler confermarle che non era capitato nulla all’amico e che non l’aveva abbandonata a sè stessa, Cole fece capolino dall’entrata della caverna, le braccia piene degli stessi frutti che avevano mangiato il giorno prima per smorzare la loro fame. Quando vide che Calliope era lì sveglia, e che lo stava fissando con sollievo, Cole sorrise.

"Buongiorno, Calliope! Hai dormito bene? Io sono in piedi da poco, e ho pensato di prendere qualcosa da mangiare. Scusa se ti ho fatto preoccupare inutilmente," disse il giovane, sapendo bene che la ragazza si era di sicuro sentita smarrita, svegliandosi senza trovarlo accanto a lei.

Calliope fece un gesto con la mano e sorrise, cercando di fargli capire che andava tutto bene e che la cosa più importante adesso era che erano insieme. Mangiarono di gusto tre frutti a testa e uscirono dalla caverna, ritrovandosi immersi del tutto nella luce del giorno. Dopo tanta pioggia era bello vedere un pò di luce. Il cielo era scintillante, macchiato di bianco soltanto da una manciata di nuvole all’orizzonte.

Il peggio era passato. La vegetazione nei dintorni era coperta da un leggero velo d’acqua, ma i ragazzi sapevano che sarebbe svanito in breve tempo, cancellato dal calore dei soli.

Si incamminarono per una distesa di strane piante che crescevano rigogliose nei dintorni, e seguendo il rumore incessante del mare, si ritrovarono sulla spiaggia, nello stesso posto dove la creatura marina li aveva lasciati il giorno prima.

"Chissà dove sono gli altri…" disse Cole guardandosi intorno cercando di scorgere tracce dell’eventuale passaggio dei loro amici. Era tutto inutile. Nessun altro, oltre a loro, aveva ancora messo piede sulla terraferma. Un dubbio gli attraversò la mente, e Cole si disse di non provare mai più a pensare a qualcosa del genere.

Certo che Tanner e gli altri erano ancora vivi ed erano sopravvissuti alla tempesta. Non c’era motivo di preoccuparsi.

Si sedette accanto a Calliope, sulla sabbia, e i due scrutarono il mare immersi nei propri pensieri. La ragazza guardò l’amico di soppiatto, e rimase sorpresa quando notò la preoccupazione nei suoi occhi.

Cole si voltò di scatto, incrociando il suo sguardo, ma abbassò immediatamente gli occhi, arrossendo, e chiedendosi perchè mai sentisse improvvisamente male allo stomaco. Non poteva certo dipendere dai frutti che avevano mangiato, e poi Calliope non dava alcun segno di stare male. Eppure anche lei aveva mangiato quei frutti…

Proponendosi di mantenere la calma, guardò nuovamente la ragazza. La luce dei soli gettava dei riflessi dorati sui suoi capelli rossi, e per un folle attimo, Cole pensò di toccarglieli, ma sarebbe sembrato così stupido che non provò nemmeno a sollevare una mano per provare a farlo. Invece, sorrise.

"Sai, Calliope…Credo che resteremo qui più di quanto mi aspettassi. Voglio dire…chi ci assicura che gli altri sono davvero vivi?" L’aveva detto.

La ragazza al suo fianco assunse un’espressione dolce, e gli accarezzò il braccio con fare consolante, come se volesse spronarlo a non abbattersi. Non doveva perdere le speranze, e Calliope sperò che l’amico si risollevasse un pò di morale.

"Hai ragione…sono uno stupido a preoccuparmi tanto," commentò Cole, con lieve imbarazzo. Avrebbe dovuto essere lui a fare coraggio a Calliope, e non viceversa. Ma che razza di uomo era? Di certo, pensò il giovane con amarezza, era pur sempre qualcosa di meglio rispetto a Raiden.

Non vedeva l’ora di trovarsi davanti a lui e dargli una lezione per averli lasciati andare a fondo senza fare niente. Non era sicuro che Calliope avrebbe mantenuto il suo buon umore ancora a lungo, se si fossero ritrovati da soli per settimane e settimane…no, doveva smetterla di pensare che sarebbero rimasti lì da soli per sempre.

Eppure, per un attimo, tornando a guardare i capelli di Calliope, pensò che la prospettiva non gli sarebbe dispiaciuta affatto.

Rimasero a guardare l’orizzonte per ore.

Cole pensò che gli sarebbe piaciuto distendersi in grembo alla giovane bioanalista accanto a lui. Era sicuro che gli avrebbe permesso di farlo senza problemi. Si stese verso di lei, cercando il suo sguardo per ottenere comunque la sua approvazione.

"Permetti?"

Calliope annuì raggiante, e il ragazzo si distese, sorridendo inebetito senza capire perchè.

Avrebbero continuato a fissare il mare, fino a quando la Colony 6 non sarebbe apparsa all’orizzonte.

Quando Cole si appisolò dopo pochi minuti, Calliope si ritrovò ad accarezzargli delicatamente i capelli, senza pensare a quello che stava facendo, attenta a non svegliarlo. In quel momento, l’unica cosa che le importava, era che si trovava lì insieme a lui.

Insieme al ragazzo che l’avrebbe protetta a ogni costo e con ogni mezzo…come un cavaliere avrebbe fatto con una principessa di un passato così lontano che sembrava non essere mai esistito.

**

"Che ne dici? Ci alziamo per un pò? Solo per sgranchirci le gambe…siamo seduti qui da secoli!" disse Cole all’improvviso. Si era svegliato già da tempo, ed era nuovamente seduto accanto a Calliope. Inutile dire che adesso si sentiva meglio. Aveva smesso di pensare a cose orribili, ed era quasi di buon umore. Cole non era il tipo da tenere il muso a lungo.

I soli erano ancora alti, e faceva caldo. Davanti alla prospettiva di passeggiare per un pò in riva al mare, Calliope non potè fare altro che annuire, e i ragazzi si alzarono, avviandosi verso l’acqua che lambiva dolcemente la sabbia sotto forma di piccole onde.

Una brezza leggera scompigliò i capelli di entrambi, mentre pensavano che dopotutto questo posto non era poi così male. Era perfettamente abitabile, e Cole si chiese se fosse un bene il fatto che non avessero incontrato nessuna creatura vivente nell’arco di un giorno intero.

Calliope attirò la sua attenzione, indicandogli vivacemente degli esseri simili a conchiglie che sfuggivano al suo tocco rifugiandosi nell’acqua o sotto la sabbia.

Il giovane li fissò incuriosito, quindi gli venne un’idea improvvisa. Calliope sembrò leggergli nel pensiero.

Con aria furba, la ragazza si chinò verso l’acqua e si rialzò bruscamente, spruzzandogliene un pò addosso, senza però inzupparlo dalla testa ai piedi.

Cole rise, e gliene spruzzò addosso a sua volta, mentre i due si abbandonavano ai giochi che non avevano mai fatto prima, in vita loro.

Per molto tempo smisero di pensare alla situazione in cui si trovavano, al loro futuro incerto, al fatto che erano separati dai loro compagni da molte ore, ormai (anche se sembrava che fossero trascorsi anni dall’ultima volta che Cole e Calliope si erano ritrovati insieme ai loro compagni).

Ora erano zuppi tutti e due, e smisero di giocare, rendendosi conto che i soli stavano per tramontare ancora una volta gettando su entrambi una luce dorata che faceva brillare come se fossero diamanti i riccioli rossi di Calliope.

Cole aveva la maglietta incollata al corpo minuto, e i capelli umidi di acqua gli cadevano tutti davanti agli occhi. La ragazza lo guardò, e rendendosi conto di non essere meno buffa di lui, lì in piedi e bagnata fradicia, strinse gli occhi e si coprì la bocca con una mano.

Era il modo in cui lei rideva, e Cole rise a sua volta, una risata genuina, che esprimeva perfettamente quello che provava in quel momento.

"Non mi sono mai divertito così tanto! E’ stato troppo forte!" commentò il giovane.

I ragazzi smisero di ridere, quindi si fissarono negli occhi per un lungo momento. Cole si sentì trapassare da parte a parte dallo sguardo magnetico di Calliope, e si chiese se potesse leggergli nella mente…

Stava pensando che lei era l’unica con cui stava così bene, e che avrebbe voluto parlarle del tumulto che nascondeva nel suo cuore, per sapere se anche lei provava le stesse emozioni standogli vicino…

Si accorse improvvisamente che la ragazza tremava dal freddo.

"Vieni, andiamo alla caverna. Si è fatto tardi, e se ti prendessi un raffreddore, mi sentirei in colpa," le disse il ragazzo con voce gentile, tendendole una mano.

Calliope la guardò con una strana espressione sul viso, un misto di timore e curiosità, quindi tese la mano a sua volta, e strinse quella di Cole con forza, come se gli stesse affidando la sua stessa vita. O forse, senza rendersene conto, l’aveva già fatto.

Se fosse stata sola, senza di lui, non avrebbe saputo cosa fare. Ne era certa. Quando raggiunsero nuovamente la caverna, i due ragazzi si tenevano ancora per mano.

  
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