Anime & Manga > Fairy Tail
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Autore: Argorit    23/05/2011    4 recensioni
Poche settimane dopo gli eventi di Edoras, Fairy Tail è costretta a combattere una nuova minaccia. Heaven, una gilda oscura che sino a quel momento si era limitata ad agire nell'ombra, esce finalmente allo scoperto, ed in suo possesso vi è un'antica anfora dai poteri sconosciuti appartenuta a Zeref.
Per sconfiggere il nemico e riportare l'artefatto al sicuro, Makarov invia i suoi maghi con l'appoggio dell'alleanza tra gilde. Questa volta, però, un altro membro si unirà alla squadra, perchè il master di Fairy Tail ha chiesto l'aiuto della temutissima Dark Phoenix, la più potente organizzazione mercenaria di Fiore.
E loro hanno mandato il migliore.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza Scarlet, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                           Lezioni al chiaro di luna
 
La:«Ci accamperemo qui»
La colonna di maghi si arrestò, e tutti si accasciarono a terra, stremati. Erano partiti nove ore prima, marciando senza sosta per anticipare Heaven. Il percorso impervio, però, li aveva ostacolati, affaticandoli oltre il necessario.
Er:«Natsu, Gray, accendete il fuoco. Tutti gli altri cerchino qualcosa da mangiare. Dividetevi in gruppi. Mira con Elfman, Gazille con Lluvia e Panterlily, Shin, tu puoi pensarci da solo?»
Il biondo si strinse nelle spalle, dimostrando la propria indifferenza alla cosa, poi sembrò cambiare idea.
Sh:«Wendy-chan, perché non vieni con me? Un po’ di esercizio non può farti che bene»
Arrossendo, la piccola si portò al fiancò del mercenario.
Er:«Fate attenzione»
Sh:«Si, non temere»
Er:«Speriamo bene. Lucy, tu vai con Gray e Natsu, assicurati che non litighino»
 
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Dopo mezz’ora tutti i componenti della squadra erano di ritorno con il frutto delle proprie ricerche. Tutti meno che Shin e Wendy, di cui ancora non c’era traccia.
Erza non era in pensiero per Shin, che con la sua forza non aveva assolutamente nulla da temere, quanto per Wendy, che presa singolarmente era una facile preda per qualsiasi mago di discreta potenza.
Er:«Non c’è traccia di loro»
La:«Smettila di angosciarti. Quel biondino da strapazzo sa badare a se stesso, e finché la nanerottola è con lui è perfettamente al sicuro»
La rossa sospirò: Laxus aveva ragione.
Er:«D’accordo, vediamo cosa avete trovato»
Elfman sollevò un robusto cinghiale. Era ben in carne, ma non sarebbe certo bastato a sfamare tutti, specie considerando quanto mangiava Natsu. Lluvia e Gazille avevano avuto meno fortuna, rimediando solo una sacca piena di bacche. Buon condimento, forse, ma decisamente poco sostanzioso come pasto.
Lu:«Speriamo che Shin-san abbia preso qualcosa»
Gr:«Riguardo questo credo che tu non abbia nulla di cui preoccuparti»
Il commento di un Gray oltremodo basito attirò l’attenzione generale, spingendo tutti i presenti a voltarsi nella direzione da lui indicata. Il gruppo fisso a bocca aperta uno Shin che, senza sforzo apparente, portava di peso un enorme uccello.
Na:«Ma che accidenti è quel coso?»
Sh:«E’ uno Yan Kut-ku»
Lu:«E come diavolo lo avete preso? È enorme»
Sh:«Oh, è molto più debole di quanto non sembri. Proprio per questo è la preda prediletta dei cacciatori di mostri principianti. E poi non l’ho steso io, ma Wendy»
Gr&Ga:«Tu!?»
La piccola maga si nascose dietro una gamba di Shin, imbarazzata dalla reazione dei suoi due compagni.
W:«E’…è come ha detto Shin-sama. Era davvero debole, e faceva meno paura del Dorma Animu, q-quindi è stato facile batterlo»
Er:«Complimenti Wendy»
W:«G-grazie Erza-san»
Na:«Bene! Mangiamo?»
Al richiamo del ragazzo tutti si sedettero e mangiarono a sazietà. Nessuno notò che ad un certo punto Shin sparì. Fu Erza a notarne l’assenza per prima, perciò si alzò e disse agli altri che sarebbe andata a cercarlo. Da sola, così non avrebbe attirato l’attenzione di eventuali spie.
 
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Er:”Dove accidenti è finito? Come gli è saltato in mente di sparire così improvvisamente?”
Sh:«Ehi Erza!»
La voce del biondo le giunse da dietro un alto muro di rovi, che la ragazza fu costretta a tranciare con la spada, altrimenti le sarebbe stato impossibile passare dall’altra parte.
Er:«Allora eri qui. Come hai fatto a vedermi? Ero nascosta dai rovi. E soprattutto, che diamine stai facendo?»
L’ultima domanda della ragazza era naturale. Come il protagonista di un romanzo o di una fiaba, Shin era seduto a gambe incrociate su una piccola roccia piatta, affiorante dal centro di un limpido laghetto che, illuminato dalla luce della luna, riluceva come argento fuso.
Sh:«Medito. Il Genso Doki richiede costante allenamento sia fisico che mentale»
Er:«Ah, capisco. È che ci eravamo preoccupati: sei sparito senza dire nulla a nessuno. Scusa il disturbo»
La rossa fece per andarsene, ma Shin la fermò.
Sh:«Perché non vieni anche tu?»
Er:«Non vorrei darti fastidio»
Sh:«Nessun disturbo. Anzi, la tua presenza non può che farmi piacere»
Vedendo l’espressione esitante di lei, però, capì che Erza temeva che lui volesse farle qualcosa, così si affrettò a rassicurarla, giurandole che avrebbe tenuto le mani al loro posto.
Dopo un lungo momento di riflessione, in cui la rossa aveva scrutato lo sguardo del mercenario in cerca della benché minima traccia di menzogna, acconsentì alla richiesta del ragazzo, avvicinandosi al laghetto.
Er:«Come ci arrivo lì?»
Sh:«Togliti gli stivali e vieni. L’acqua è bassissima e calda»
La maga seguì il suo consiglio, mandando le proprie calzature nello stock dimensionale e rimanendo a piedi nudi sull’erba fresca. Con diffidenza, quasi come se stesse saggiando la temperatura dell’acqua in una vasca da bagno, mise la punta delle dita nel laghetto, poi, certa che fosse piacevolmente tiepido, vi entrò completamente, constatando che era davvero bassa: le arrivava a stento alle ginocchia.
Con lentezza, come se non volesse turbare la quiete che regnava sovrana in quel luogo, Erza avanzò verso Shin, e l’acqua, quasi volesse facilitarle le cose, sembrava aprirsi al suo passaggio, richiudendosi subito dopo e lasciando come unica traccia della presenza della rossa delle piccole increspature concentriche sulla propria superficie.
Il giovane mercenario la fissò estasiato per tutto il breve tragitto che la portò da lui, credendo per un istante di fissare una candida dea, e non una semplice mortale.
Quando la rossa arrivò ai piedi della roccia, il biondo la aiutò ad issarsi, facendola poi accomodare al proprio fianco. La piattaforma era piccola, ma più che sufficiente ad ospitare due persone.
Sh:«Visto? Nessun disturbo»
Riassumendo la propria posizione di partenza, Shin sembrò cadere in uno stato di serenità perfetta, ed Erza si ritrovò quasi senza volerlo a scrutarlo con cura, chiedendosi cosa stesse provando in quel momento.
Sh:«Vuoi provare?»
La domanda la colse impreparata.
Er:«Come?»
Sh:«Ho detto: vuoi provare?»
Er:«Io?»
Sh:«Vedi qualcun altro?»
Er:«Ma non ho mai fatto nulla di simile in vita mia »
Sh:«Oh ,non temere. Il Doki Besu (Sincronia di base) è incredibilmente semplice. Il difficile viene quando si tenta di manipolare la natura»
Er:«Ti sei allenato in questo modo anche tu?»
Shin si bloccò all’istante, e il suo colorito virò al blu. Sembrava terrorizzato.
Sh:«N-non proprio. Diciamo che il mio maestro non era molto gentile con i suoi discepoli. Ho perso il conto delle volte in cui ho rischiato di morire per colpa dei suoi metodi didattici. Ancora oggi, quando lo vado a trovare, so che se non sto attento potrei non tornare indietro vivo»
Vedendo l’espressione del ragazzo, ad Erza passò completamente la voglia di fare qualunque domanda sul maestro di Shin. Che razza di uomo poteva incutere tanto terrore ad un guerriero potente come lui?
Sh:«A-hem, torniamo a noi»
Sviando il discorso, Shin cominciò ad istruire Erza sulle basi fondamentali del Genso Doki, mostrandole in che posizione mettersi.
Sh:«Col tempo non importa più la posizione che assumi, ma per i principianti questa è l’ideale»
La fece sedere in una tipica posa da meditazione: con le gambe incrociate, il busto perfettamente dritto ma rilassato e le mani poggiate sulle ginocchia, con i palmi rivolti verso l’alto.
Quando fu soddisfatto della compostezza della rossa, Shin si sedette nello stesso modo, posando le mani su quelle della ragazza.
Er:«Che fai?»
Sh:«Entro in sincronia con te, così mi sarà più facile aiutarti in caso di bisogno»
Gli ci volle un solo istante per stabilire il legame tra di loro.
Sh:«Ora chiudi gli occhi ed escludi tutto ciò che hai intorno, inclusa te stessa, dalla tua mente»
All’inizio le risultò difficile: ogni rumore, ogni minima sensazione sulla sua pelle la distraeva, rompendo l’armonia che stava cercando di raggiungere, ma poi, grazie anche all’aiuto di Shin, riuscì pian piano ad estraniarsi dal mondo, sprofondando negli abissi della propria coscienza fino a giungere ad un luogo di calma assoluta, ove non v’era nulla se non la parte più intima della sua anima.
Sh:«Ora, in questo nulla assoluto, immagina un puntino luminoso che ti rappresenti. Ci riesci?»
Er:«Si»
Sh:«Eccellente. Ora immagina un secondo puntino accanto al primo. Quello sono io. Poi devi immaginarne un terzo, più grande, per la roccia su cui siamo seduti, e un altro ancora per il laghetto. Devi immaginare un puntino per ogni cosa intorno a te»
Questo per Erza fu più arduo. Rappresentare mentalmente tutto l’ambiente circostante facendo affidamento solo sui propri ricordi le richiese uno sforzo mentale enorme. Arrendersi, però, non era mai stata una sua prerogativa, e si rifiutò di farsi aiutare ancora da Shin, così s’impegnò con tutte le sue forze, portando a termine l’esercizio.
Sh:«Perfetto. Sei bravissima Erza. Ora, però, viene l’ultimo passo, il più complesso. Prenditi tutto il tempo che ti serve e non esitare a chiedere il mio aiuto, se ti serve. D’accordo?»
Er:«Va bene»
Sh:«Devi trasformare i puntini in immagini nitide, e completare la tua mappa mentale, aggiungendovi gli elementi mancanti che non hai potuto memorizzare con lo sguardo»
Er:«Come faccio a fare una cosa simile con gli occhi chiusi?»
Sh:«Semplice: devi sfruttare tutti i tuoi sensi. Non solo la vista, che ora ti è preclusa, ma anche gli altri. Concentrati su ogni odore che ti giunge alle narici, su ogni sapore che ti si posa sulla lingua, su ogni suono, su ogni spostamento d’aria e ogni vibrazione del terreno che capti. Usa il mondo come un radar e materializzalo sotto forma di immagini»
Sorprendentemente, dopo questa spiegazione Erza non ebbe bisogno di aiuto né di molto tempo per riuscirci.
Sh:«Stupendo. Un’immagine così nitida e pulita nonostante tu sia alle prime armi è rarissima»
Er:«G-grazie»
Sh:«Ora passiamo agli esercizi pratici. Dimmi cosa sta accadendo alle tue spalle, sull’albero a dieci metri dalla roccia a forma di fungo che si trova sulla riva del laghetto?»
Erza si concentrò sul punto indicatole da Shin e vide tutto come se fosse lì.
Er:«Ci sono alcune foglie che stanno cadendo al suolo, e altre che stanno per staccarsi. C’è qualcosa che si muove lungo il tronco, forse sono formiche, ma non riesco a distinguere bene. Ai piedi dell’albero ci sono dei bei fiori. Hanno un buon profumo. Oh Shin, è meraviglioso. È come se fossi un tutt’uno col mondo»
Il biondo sorrise. Se prima era innamorato di Erza, ora ne era completamente pazzo. Aveva appreso le basi del Genso Doki in pochissimo tempo.
Er:«Ehm, Shin, ti posso chiedere una cosa?»
Sh:«Prego»
Er:«Cos’è questo flusso di luce che vedo nel sottosuolo?»
Shin fissò Erza sbalordito, non credendo alle proprie orecchie.
Sh:«Riesci a vederlo?»
Er:«Si, cos’è?»
Sh:«Sei incredibile. Conosco solo un’altra persona che è stata in grado di vedere il Chikyu Ishi (Volontà della terra) al suo primo tentativo»
Er:«Chi?»
Sh:«Io! Tu non sai cosa hai fatto. Potersi immergere in quel flusso è fondamentale per sfruttare il Genso Doki come strumento d’attacco. Di norma ti occorrerebbero due anni di allenamento solo per riuscire a vederlo»
Le guancie di Erza si imporporarono vistosamente mentre la rossa si chiedeva perché i complimenti di quel ragazzo le facevano così piacere.
Sh:«Vuoi provare ad immergertici?»
Er:«Posso?»
Sh:«Col mio aiuto si, ma devo avvertirti che sarà una sensazione forte. Dopo non vedrai più il mondo con gli stessi occhi. Vuoi continuare lo stesso?»
La rossa ci pensò con attenzione. Da come Shin l’aveva descritta sembrava una cosa pericolosa, eppure Erza non aveva il minimo timore di tentare. Si chiese se ciò fosse dovuto a semplice incoscienza, oppure alla presenza di Shin al proprio fianco.
Er:«Mi fido di te. Portamici»
Non sapeva da dove le fossero uscite quelle parole. Conosceva Shin da troppo poco per avere tutta quella fiducia in lui, eppure in quel momento quello era l’unica cosa che le era passata per la mente.
Sh:«Stringi le mie mani»
La rossa fece quanto ordinatole, stringendo le mani del ragazzo in una presa forte ma delicata. Il giovane mercenario si godette per un istante la sensazione della pelle liscia e morbida della rossa sulla sua, poi strinse a sua volta.
Sh:«Tamashi no Docho (Sincronia delle anime)»
La mente di Erza si svuotò all’istante e venne trascinata dalla coscienza di Shin. Non appena entrarono in contatto con la Chikyu Ishi (Volontà della Terra) un’incredibile esplosione di luce si diffuse intorno a loro, avvolgendoli, cullandoli come una madre amorevole. Erza percepì dentro di se un senso di pace assoluta. Tutte le sue paure e le sue ansie sembravano svanite come se non fossero mai esistite.
Er:«E’ meraviglioso»
Sh:«C’ è un motivo se ti ho portata qui. Sai qual è, Erza?»
Er:«No. Perché l’hai fatto?»
Sh:«Perché in questo luogo noi siamo pura mente. Qui non si può mentire»
Si girò verso di lei, fissando due rubini rosso fiammante negli occhi castani della ragazza.
Sh:«Ho pensato molto a ieri. Ho sbagliato e ti chiedo scusa. Avrei dovuto capire che tu avresti avuto dei dubbi sulla sincerità dei miei sentimenti. Per questo ora lo dirò con chiarezza, e ti lascerò la possibilità di scegliere. Se lo vorrai, io non ti infastidirò più»
Shin prese un profondo respiro. Ormai era fatta. Testa o croce, si o no. La scelta spettava ad Erza.
Sh:«Ti amo. Dal primo momento che ti ho vista. Quale che sia la tua scelta, rimarrai sempre nel mio cuore, fino alla fine della mia vita e oltre»
La rossa lo fissò con serietà. Non c’era imbarazzo tra di loro. In quel luogo di pace e luce, in cui due potevano diventare uno, Erza capì con certezza che il biondo era sincero.
Tuttavia ora le si presentava un problema più grave: cosa doveva rispondergli? Shin le piaceva, non poteva e non voleva negarlo, ma l’indecisione era forte.
Ci pensò a lungo, e alla fine decise di dirgli le cose come stavano, a costo di ferirlo.
Er:«Scusa, ma non posso»
Sh:«Non puoi o non vuoi?»
Er:«Non posso. Sono sicura che tu sappia di Gerard. Non mi sento pronta ad innamorarmi di qualcuno, non ora almeno»
Sh:«Allora ti aspetterò»
Er:«Potrei metterci molto a decidermi, sai?»
Il biondo le sorrise. Avrebbe atteso tutto il tempo necessario, che fosse un giorno, un anno o tutta l’eternità.
Sh:«Ti aspetterò lo stesso»
La rossa lo guardò con tutta la dolcezza di cui era capace, grata al ragazzo per la pazienza e la comprensione che le stava dimostrando.
Erza si sollevò sulla punta delle dita dei piedi nudi e gli diede un lieve bacio sulla guancia.
Er:«Per ora accontentati di questo»
Sh:«Lo prenderò come un acconto. Ora, però, torniamo dagli altri. È meglio che tu non rimanga troppo a lungo immersa nel Chikyu Ishi: non sei abituata»
Il biondo chiuse gli occhi e in un istante i due tornarono nel mondo materiale.
Sh:«Che te ne è parso?»
Er:«E’ stato fantastico ma…»
Sh:«Cosa?»
Er:«Sono rimasta seduta in questa posizione per troppo tempo. Le mie gambe non vogliono saperne di muoversi»
Sh:«Beh, non è un gran problema»
Il biondo si chinò e lasciò che la rossa si issasse sulle sue spalle. Erza, troppo stanca per protestare, non si oppose, stringendo con delicatezza le proprie braccia intorno al collo del ragazzo.
Er:«N-non sono pesante?»
Sh:«Per niente. Senza armatura sei una piuma»
Er:«Però così ti bagnerai»
Sh:«Tzk, tzk, sciocchina. Genso Doki. Mizu. Umi o wataru. (Sincronia elementale. Acqua. Attraversare i mari)»
L’acqua sotto i suoi piedi divenne dura come roccia, consentendo al ragazzo di uscire dal laghetto completamente asciutto.
Er:«Un giorno o l’altro questo me lo devi insegnare»
Sh:«Ok»
Er:«Eh?»
Sh:«Ho detto:ok. Ci stavo pensando già da un po’. Se vuoi ti insegnerò il Genso Doki. Ti interessa?»
Erza non riusciva a credere alle proprie orecchie. Shin voleva condividere con lei la sua forza? Era una proposta troppo allettante per rifiutare.
Sh:«Allora da domani cominceremo con le lezioni teoriche»
Er:«Shin…»
Sh:«Uh?»
Er:«Grazie ancora»
Sh:«Prego»
La rossa alzò volse lo sguardo verso il cielo stellato. Quella notte le aveva portato molto, e molto ancora le avrebbe portato il giorno seguente e quelli dopo ancora.
Stremata, la maga chiuse gli occhi, addormentandosi con una guancia poggiata sulla spalla di Shin.
Il biondo la guardò con tenerezza.
Sh:”Ti aspetterò per tutto il tempo che ti occorrerà Erza, ma cerca di non farmi attendere troppo”
 
 
 
Yoh! Come va EFPiani(Ma esiste? Vabbè)? Vi sono mancato? (NO! Ndvoi; *Si impicca* Ndme)
Il titolo vi aveva fatto pensare diversamente eh? Beh ,mi spiace per voi, ma per i capitoli piccanti dovrete aspettare(Si, ho detto “dovrete aspettare” perché ci saranno).
Ringrazio con trasporto le due sante che recensiscono ad ogni capitolo, e chiedo a tutti gli altri di lasciarmi un commentino,sempre se hanno tempo, che non fa mai male e invoglia l’autore a scrivere senza scolarsi un cocktail “vulcano”, che fa male alla pressione.
Sayonara.
  
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