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Autore: Evazick    23/05/2011    2 recensioni
(Seguito di "I fell apart, but got back up again". Ultima storia di questa serie!)
"Improvvisamente e lentamente allo stesso tempo, i miei ricordi iniziarono a disfarsi e a cadere nel buio che stava avvolgendo la mia mente, come le tessere di un puzzle quando vengono riposte nella loro scatola. Ma quelle immagini non cadevano in un posto da dove potessi recuperarle in seguito: finivano nel vuoto, nell’oblio, dove non sarei mai più riuscita a ritrovarle. Vidi sparire mia madre che mi abbracciava e mi scarruffava i capelli quando erano ancora lunghi, la mia amica JoJo che mi tirava un cuscino addosso, Simon che mi sovrastava con la sua pistola in mano, io in volo con le mie ali nere, Slay che si preparava ad uccidermi, Bubble Tower chino sulle sue apparecchiature, Grace che correva e rideva, Frank e Gee durante la ricognizione, Mikey e Ray che sparavano, Joshua che mi stringeva forte a sè per consolarmi...
Joshua."
(AU! Killjoys, make some noise!)
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Nuovo personaggio, Ray Toro
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Eve.'
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Quando passammo dalla sbarra del posto di controllo nessuno ci fermò, e lei non si richiuse alle nostre spalle o tentò di impedirci di passare: rimase lì immobile, alzata, senza più qualcuno che potesse controllarla.

Fu un sollievo poter tornare nel buio notturno del deserto dopo un paio di notti passate dentro Battery City. Inspirai l’aria che mi sferzava il viso e la libertà che mi raggiungeva ogni singolo momento in cui ero in sella alla moto. Eravamo solamente io e la macchina con i ragazzi e viaggiavamo l’uno accanto all’altra, in silenzio: forse dovevamo metabolizzare ancora bene quello che era successo, quello che eravamo riusciti a fare.

Eravamo… eravamo liberi. Eravamo liberi da ogni cosa, liberi da ogni precauzione, liberi dalle taglie che pendevano sulle nostre teste. Liberi di correre e sfrecciare per il deserto quanto volevamo, liberi dai giri di ricognizione delle Zone, liberi di poter andare in giro senza una pistola a raggi infilata nella fondina della cintura. Liberi di poter ascoltare la musica a tutto volume, liberi dai Draculoidi, liberi da tutti gli ostacoli. Liberi di amare. E… “Ehi, ragazzi, devo darvi una bella notizia!” urlai a Mikey, che si voltò verso di me insieme agli altri, decelerando lievemente. “Ah, sì? E quale?” mi urlò il biondo in risposta, che ormai si era ripreso dal seppellimento.

“Ho sparato a Korse. È morto, è morto sul serio!”

La mia rivelazione causò un momento di silenzio incredulo, poi all’interno della macchina di Frank iniziò un mini party: i ragazzi urlavano, cantavano, mi dicevano cose che non riuscivo a capire per il vento che mi veniva incontro. Mi lasciai scappare un sorriso e, rombando, sfrecciai qualche metro più avanti sulla strada per poi farmi di nuovo raggiungere dalla macchina. Mi sentivo così euforica: era finita, era finita per davvero! Ce l’avevo fatta, ce l’avevamo fatta, i Killjoys avevano vinto e avevano fatto così tanto rumore!

“E Airi?”

Bastarono due semplici parole a far calare la mia felicità. Mi voltai di nuovo verso la macchina: dal finestrino posteriore, Gerard mi fissava con gli occhi verdi spalancati. “Cosa?” gli chiesi.

“È morta?”

Esitai. “Non… non che io sappia. Io non l’ho vista quando sono arrivata nell’atrio. Voi avete per caso visto il suo corpo?”

Il silenzio, rotto solo dal rombo dei motori, fu una risposta decisamente accettabile. Incazzata e disperata, tornai a fissare la strada davanti a me e gridai. Era ancora viva, era riuscita a scappare alla bomba e al crollo dell’edificio. E di sicuro non sarebbe rimasta senza fare niente…

Eve, dietro di noi!

L’urlo di Mikey mi riscosse dai miei pensieri e mi voltai velocemente alle mie spalle, dove i fanali di una macchina distavano appena pochi metri da noi. Non era difficile immaginare che macchina fosse e chi fosse la sua conducente. Il mio sguardo si fece di fuoco: non avrei permesso che lei mi portasse via la mia felicità, che mi togliesse la libertà adesso che l’avevo appena conquistata. C’era solamente una cosa che potevo fare e l’avrei fatta, anche se era rischioso. Ma io ero motivata dal futuro che mi aspettava, lei dalla vendetta: quale sarebbe stata la più forte?

Mi avvicinai ancora di più alla macchina di Frank e dissi a Mikey: “Voi andate avanti fino al Diner, io la tengo a bada.”

Eve, non provarci nemmeno per scherzo!” L’urlo incazzato di Fun Ghoul dal sedile del passeggero attirò totalmente la mia attenzione: il ragazzo mi stava fissando con gli occhi verdi che gli brillavano di una luce feroce. “Hai già fatto l’eroina troppe volte, non rischierai una sola volta di più!”

“Se qualcuno non la ferma ci seguirà fino al Diner, e Dio solo sa cosa succederà in quel momento! Siamo così vicini ad essere liberi, basta solo un ultimo sacrificio!”

“E perché dovresti essere tu a farlo?”

Perché questa è la mia battaglia, Frankie. Perché ho sempre dato me stessa per gli altri senza chiedere mai nulla in cambio, perché per me è normale pensare prima ai miei amici e poi a me. Perché è tutta colpa di quella donna se io vi ho fatto così tanto male, e adesso voglio riscattarmi. Perché voglio essere io a mettere la parola fine a questa storia, anche se dovessi morire. E ci sono così tanti altri motivi che adesso non saprei spiegarti… Mi limitai a pensare tutto questo, e dissi solamente: “Fidati di me, Frankie.”

Lui sembrò rassegnarsi e fece per aggiungere qualcos’altro, ma all’improvviso la moto iniziò a sbandare e dovetti allontanarmi dalla macchina per evitare di finirle addosso. La moto procedeva a zig-zag come se non avesse più equilibrio, e si stava inclinando sempre di più in maniera preoccupante. Quando fui vicina a cadere sull’asfalto, girai di colpo il manubrio e finii fuori strada: mi gettai giù dal veicolo, che avanzò per qualche altro metro e poi cadde sulla sabbia. Mi alzai in piedi e lo raggiunsi di corsa, illuminandolo con una torcia che stava accanto al sedile: la ruota posteriore aveva un enorme squarcio, era un miracolo che avesse resistito così a lungo. “Merda,” mormorai. Sarebbe stato difficile tornare al Diner senza un mezzo di trasporto e con una macchina che mi inseguiva, ma avrei di sicuro trovato un modo per…

Una luce si accese improvvisamente dietro di me, illuminando la carcassa metallica che avevo davanti. Non appena mi ripresi dal primo attimo di sorpresa, mi alzai in piedi e mi voltai verso l’auto con la pistola a raggi puntata in avanti, pronta a sparare a chiunque mi fossi ritrovata davanti.  Una figura uscì dal veicolo e mi raggiunse, sistemandosi nel cono di luce dei fanali: la sua spada riluceva nella luce giallastra e stranamente era rivolta verso il basso. “Non voglio combattere con te,” mi disse Airi.

“Davvero? Credevo che la spada fosse una decorazione,” replicai sarcastica.

“Dico sul serio.” Fece una pausa senza smettere di fissare la mia pistola arancione puntata verso di lei. “Potresti abbassarla? È difficile parlare con una roba del genere puntata addosso.”

“Dici? Pensa quanto è difficile essere sdraiati sul pavimento con una spada puntata alla gola.”

Prese un respiro profondo. “Okay, ha ragione. Va bene? Capisco il tuo punto di vista. Ma io non sono venuta qui per ucciderti, voglio solamente parlarti.”

“Per cosa? Per offrirmi un altro dei vostri maledetti patti?!” urlai con la pistola che tremava leggermente. “Io e te non dobbiamo più dirci niente, è successo quello che è successo e tu non mi porterai via quello che ho appena conquistato!”

“E cosa avresti conquistato? Cosa possono darti cinque ragazzi più grandi di te con cui vivi da sola in mezzo al deserto?” Fece un sorriso che mi spaventò. “Certo, è una cosa un po’ strana. Cosa potrebbe pensare qualcuno che vede la vostra situazione dall’esterno?”

Arrossii mentre pensavo a quello che stavo insinuando e caricai un colpo nella canna della pistola. “Possono darmi tutto. Possono farmi sentire la ragazza più fortunata del mondo, possono tirarmi su il morale, possono farmi piangere, arrabbiare, farmi sentire amata. Possono darmi ogni singola cosa di cui ho bisogno.”

“Ma li odi, non è vero?”

La guardai stupita. “Cosa…?”

“Sbaglio? Fai tutti questi discorsi su come ti facciano stare bene, ma ci sono anche tante volte in cui stai male per causa loro. Fino a poco tempo fa li volevi addirittura uccidere.”

Mi avevate cancellato i ricordi!” urlai con le lacrime agli occhi. “Mi avevate fatto credere che loro avessero ucciso i miei genitori, cosa pensavi che avrei fatto?!”

“Abbassare meno la guardia, ad esempio.”

Non capii subito quello che intendeva finchè un paio di braccia non afferrarono le mie e tentarono di disarmarmi. Lanciai un urlo e, con la velocità della luce, tirai una gomitata al mio aggressore, che mi lasciò subito. Gli lanciai un calcio e crollò sulla sabbia con un tonfo soffice, come se fosse morto. Ansimai per quello che era successo nel giro di nemmeno cinque secondi e la voce di Airi si fece di nuovo sentire. “Non ti interessa sapere chi era?”

“No.”

Rise. “Ti consiglierei di guardare il suo volto. Potresti avere una bella sorpresa.”

Qualcosa nel suo tono di voce mi diceva di non fidarmi di lei, ma la mia curiosità era decisamente troppa e portai il cadavere alla luce dei fanali. Non appena guardai il suo volto dovetti trattenere un altro urlo e mi tappai la bocca con le mani, cadendo in ginocchio accanto al corpo: due occhi blu tendenti al viola mi stavano fissando senza potermi vedere. “Bubble Tower…” mormorai sull’orlo delle lacrime. Mi voltai di scatto verso la donna. “Che gli avete fatto?!

“Non gli abbiamo cambiato i ricordi come a te, se è questo quello che vuoi sapere. Ma ho pensato che il suo corpo poteva essere utile anche da morto per farti vedere cosa posso ancora fare.”

Guardai di nuovo il volto di Thomas: mi era mancato così tanto, mi mancava così tanto! Aveva fatto così tanto per me, mi aveva fatto ridere e consigliato così tante volte e Dio solo sapeva quanto volessi il suo ritorno. Ma era morto mesi prima, non sarebbe mai più tornato.

“Ti manca, non è vero?” Airi mi distolse nuovamente dai miei pensieri. “Lo vedo nei tuoi gesti, nei tuoi sguardi, in tutto.”

“Era un amico,” mi lasciai scappare. Sibilai: “E voi lo avete ucciso.”

“Posso anche riportarlo in vita.”

La guardai incredula. Cos’ha detto?! esclamò Evelyn, ma io la zittii e feci segno alla donna di continuare. “Spiegati.”

“Posso farlo vivere di nuovo, con il suo vecchio carattere e tutto quello che ti è mancato di lui. Ma solo se tu deciderai di passare dalla mia parte, Eve.”

“E perché dovrei farlo?”

“Perché ti manca e faresti di tutto per farlo tornare indietro. O no?”

Mi morsi il labbro inferiore: sì, aveva ragione. Bubble Tower mi mancava. Mi mancavano le sue apparecchiature elettroniche, i nostri discorsi a volte senza senso, i suoi comportamenti palesemente effeminati, i suoi capelli biondi cenere, l’odore penetrante delle sue sigarette… ma lui era morto, e niente l’avrebbe fatto tornare in vita. Anche se Airi poteva farlo, sarebbe stato sempre un cadavere vivente, e non avrebbe mai avuto niente del vero Thomas. E fu per questo che dissi: “No.”

La donna sospirò. “Lo sospettavo.” Vidi un luccichio brillare verso di me e mi scansai velocemente: la spada colpì il vuoto, nel punto in cui poco prima c’era il mio petto. Continuammo così per qualche minuto: lei sferzava colpi con la spada e io facevo del mio meglio per evitarli, senza nemmeno riuscire ad afferrare la mia pistola, pochi metri più in là. A un certo punto vidi la spada volare verso di me attraverso l’aria. Deglutii: era troppo vicina, non ce l’avrei mai fatta a scansarmi in tempo. La lama si stava avvicinando sempre di più…

GIÙ!” Mi ritrovai improvvisamente sdraiata sulla sabbia con addosso un altro corpo. Sentii la spada atterrare qualche metro più in là, e il mio soccorritore gemette di dolore. “Che ti succede?” gli chiesi non appena sgusciai da sotto di lui.

“La… gamba…” Joshua riuscì a mormorare solamente questo mentre mi precipitavo a controllare la sua gamba destra: un rivolo di sangue gli correva lungo le calze bianche, ma per fortuna il taglio era poco profondo. Feci per rassicurarlo, ma improvvisamente venni scaraventata all’indietro. Quando tornai in piedi corsi a recuperare la mia pistola a raggi e la puntai di nuovo davanti a me, ma qualcosa mi impedì di premere il grilletto: alla luce dei fanali, con la schiena rivolta verso la strada, Airi teneva fermo Showpony con un braccio mentre con l’altro gli premeva la lama della spada sul collo. Non potevo spararle, probabilmente avrei colpito il ragazzo. Oppure lei sarebbe stata più rapida e gli avrebbe tagliato la gola con un taglio netto prima ancora che il mio proiettile l’avesse raggiunta.

“Sei disposta a sacrificare anche la vita del tuo amico per il tuo orgoglio?” Non risposi, scioccata, e la donna si spazientì quasi subito, premendo la spada sulla pelle di Joshua: una goccia di sangue uscì dalla piccola ferita e scivolò lentamente lungo la lama affilata. “NO!” mi lasciai sfuggire. “Farò quello che vuoi, ma non fargli del male!”

“Allora abbandonerai i ribelli e verrai con me?”

Deglutii, con gli occhi di nuovo pieni di lacrime. “Sì.”

“Anche se sai che non li rivedrai mai più e ti scorderai di nuovo di loro?”

Una lacrima mi corse lungo la guancia sinistra. “Eve…” mormorò Showpony, ma non lo ascoltai e dissi di nuovo: “Sì.”

La donna sorrise soddisfatta. “Bene.” Mosse lievemente la spada sul collo del ragazzo. “Allora non ti dispiace se lo uccido, vero?”

Spalancai gli occhi. “Avevi detto che non gli avresti fatto del male se io avessi accettato!”

“Pensavo ormai tu conoscessi i nostri patti: tutto è possibile e niente è quel che sembra.” Spostò ancora la lama sulla pelle mentre io osservavo impotente, senza poter fare niente.

E uno sparo si fece sentire nel deserto insieme a un lampo di luce.

Airi rimase per un attimo immobile, poi la sua spada cadde dal collo di Joshua senza ferirlo. Mi sbrigai ad afferrare il ragazzo prima che il corpo della donna cadesse per terra immobile. Sentii il respiro affannato di Showpony e gli chiesi con altre lacrime: “Come stai? Tutto okay?”

“Diciamo che non è stato carino avere una spada puntata alla gola,” mormorò con un sorriso. Mi rassicurai e gli chiesi: “Che ci facevi tu qui? Non eri andato al Diner con gli altri?”

“L’idea era quella, ma poi abbiamo pensato ‘Cavoli, se l’ammazzano siamo fottuti’ e così io e lui siamo tornati indietro a darti una mano,” disse una voce alle nostre spalle. Mi voltai: Frank mi sorrise e fece l’occhiolino, con la sua pistola a raggi verde ancora fumante. Si avvicinò a noi due e prese in braccio l’altro ragazzo tra le sue proteste. “Non sono una bambina!”

“Se vuoi ti faccio portare in braccio dalla tua ragazza, ma non te lo consiglio,” replicò l’altro iniziando ad avviarsi verso il Diner. Io gli andai dietro. “In che senso, scusa? Secondo te lo lascerei cadere per terra?”

“No, ma ci andresti molto vicina.” Notò il mio sguardo incazzato e disse a Joshua: “Tieniti forte, Eve è diventata un mostro!” E detto questo cominciò a correre nella notte.

“Ehi, dove credi di andare, nano malefico?!” Mi lanciai all’inseguimento dei due tra le loro risate, abbandonando la macchina e i due cadaveri accanto ad essa.

 
*
Wow, lo scorso capitolo vi è piaciuto un sacco, Sunshines :D Spero che anche questo sia stato di vostro gradimento.
Il prossimo è l'ultimo.
Ma l'ultimoultimoultimo ç_____ç *piange nel suo angolino*
Okay, pianto di sclerarla sennò faccio piangere anche voi *sniff*
LudusVenenum: (DUE SETTIMANE DI VITA? COME DUE SETTIMANE DI VITA?!?!) Okay, perdonami ma dovevo farlo -.-' Ma grazie per tutti i complimenti, I hope you enojoyed this ^_^ "ho sempre adorato le storie che trattano di perdita della memoria (Adhara *-*), poi se sai qual è la verità ti mette un sacco di nervosismo perchè sembra sempre che la realtà sia sotto gli occhi, quando basta calarsi un po' più nel personaggio per capire che non è facile per nulla" Sono d'accordissimo con te, le ho sempre adorate anch'io (Io delle Leggende del Mondo Emerso ho letto solo il primo libro .-.)
Maricuz_M: NOOO Piccola, non piangere D: *la consola* Ti ringrazio per l'ennesima volta per tutti i tuoi maledettissimimifannosemprepiangere complimenti. Nemmeno io voglio che arrivi la fine! TT_TT ("Eva... tutto okay? o_O" "Evelyn, mi mancherai anche te!" *le salta addosso* *crollano per terra*)
So Long And Goodnight. Look Alive, Sunshine!
#SINGItForJapan <3
  
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