Erano le
9 del mattino del 19 Settembre, il giorno prima del suo compleanno, e
Mary era
già sveglia.
Quella mattina non aveva praticamente niente da fare e avrebbe potuto
dormire
fino a tardi, Mary amava dormire, ma erano ormai cinque anni che non
riusciva
più ad avere un sonno profondo e rilassante.
I suoi occhi si erano spalancati all'improvviso e il sonno le era
scivolato
via; la camera intorno a lei era leggermente illuminata da qualche
raggio di
sole che filtrava dalla persiana chiusa male. Tutto intorno a lei era
come
l'aveva lasciato la notte precedente, quando era rientrata in casa dopo
una
serata al solito pub con i soliti amici; i suoi vestiti erano adagiati
sul
divanetto di legno ai piedi del letto, il computer era rimasto acceso
tutta la
notte, la sua tastiera, nell'angolo sinistro della stanza, era
ricoperta da
spartiti stropicciati e fogli accartocciati. Tutto era come se lo
ricordava,
tutto tranne lei, si sentiva strana, non riusciva a ricordare il sogno
che
aveva fatto ma sapeva che, proprio quel sogno, l'aveva svegliata
così
improvvisamente e le aveva lasciato dentro un vuoto e un senso di
insoddisfazione che era già da qualche notte che non provava
più.
Cercò di non pensarci, non avrebbe permesso a quel sogno di
rovinargli anche
questo compleanno.
Si alzò
in fretta, come se allontanarsi da quel letto l’avrebbe anche
allontanata dal
ricordo di quel sogno. Fece colazione e si fumò una
sigaretta, la prima della
giornata e le tornò in mente quel sogno, come un flash nella
sua mente, chiaro
e terribilmente eccitante. Si dovette subito appoggiare al davanzale
per non
cadere. “Non può essere vero, non può
essere vero.” Questo è tutto quello che
riuscì a pensare di quel flash che le aveva appena
illuminato la mente. Non voleva
che quel sogno fosse reale, ma più ci pensava e
più le sembrava di averlo
vissuto veramente.
Ricordava
ancora la prima volta che aveva fatto quel sogno, il giorno del suo
compleanno
di cinque anni fa. Quel giorno fece un incontro al Centro Commerciale
che le
cambiò per sempre la vita, incontrò lui, un
ragazzo che non aveva mai visto
prima, ma difficile da dimenticare. Tra loro non era successo
assolutamente
niente, non si erano neanche rivolti la parola, soltanto i loro sguardi
si
erano incrociati e chissà per quale strana ragione, ma
quell’incrocio di
sguardi aveva creato in Mary un vuoto interiore che le aveva impedito,
da quel
momento in poi, di avere una qualsiasi vita sentimentale. Quel ragazzo
era
diventato il suo chiodo fisso, il suo unico sogno e l’unica
cosa che voleva
veramente.
Improvvisamente
suonò il campanello, Mary andò ad aprire ed era
Diana, pronta a prendere la sua
amica e portarla a fare acquisti per il giorno del suo compleanno, e
Mary fu
felice di trovarsi davanti la sua migliore amica, aveva bisogno di
uscire e non
pensare a quel sogno. Aveva bisogno di non pensare a lui.