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Autore: Rik Bisini    21/02/2006    9 recensioni
Venghino, siori, venghino...
Ecco a voi una storia di cui sono protagonisti Harry e Draco che NON è Yaoi, Slash o che dir si voglia. Avevo la sensazione che mancasse!
La storia è una "What if..." perché descrive un incontro tra Harry e Draco che ritengo l'Autrice ci narrerà a Suo modo nel prossimo libro. Io non mi sono proposto di suggerirLe in che modo scrivere dei Suoi personaggi, ma di presentare una versione di un fatto come potrebbe avvenire per quello che dei personaggi è noto fino ad oggi. Onde evitare che questa presentazione diventi più lunga della One-Shot stessa, auguro a chi vorrà una buona lettura.
Rik
Genere: Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Harry Potter e l'epitaffio di Voldemort

Un enorme serpente giaceva immobile su un pavimento di marmo scuro.
Aveva le fauci spalancate, forse per il dolore dell'agonia, forse perché la morte era sopraggiunta mentre tentava di assalire una vittima.
Questa immagine si rifletteva su un paio di tondi occhiali da vista. Harry Potter, a cui quegli occhiali appartenevano, stava strisciando sul medesimo pavimento, il fiato corto, le costole doloranti, una gamba sanguinante.
Dall'altro capo della stanza giaceva il corpo di quello che molto tempo prima era un uomo, Tom Riddle aveva rinunciato ad essere interamente umano per sottrarsi alla morte. Invano. Il mantello candido che indossava era ora il suo sudario. Colui che tutti ritenevano un mago invincibile, e di cui temevano anche pronunciare il nome che si era scelto, era finito. Voldemort, il Signore Oscuro, si era spento. La sua bacchetta era spezzata ed una metà di essa rimaneva stretta nel suo pugno.
Harry Potter teneva la propria bacchetta stancamente fra due dita. Quello che aveva visto, quello che era stato costretto a fare quella notte, gli rendeva gradevole immaginare di non usare la magia per un po' di tempo, vivendo come un Babbano, come un uomo inconsapevole della stessa esistenza dei maghi.
Ma Harry era ancora nel luogo dove Voldemort era caduto per mano sua.
Per quanto i seguaci di Voldemort, i Mangiamorte, erano stati anche essi in gran parte uccisi o erano fuggiti, Harry non era sicuro in quel luogo. Si riuscì a girare su di un lato, ignorando il dolore che gli veniva dal fianco ogni volte che cercava di inspirare nuova aria, aria pesante, viziata, di un luogo che non era raggiunto dal vento.
Portò una mano avanti, la mano che aveva tra le dita la bacchetta e cercò di fare forza su di essa per mettersi gattoni o seduto in terra. In quel momento la porta si aprì. La tenua luce di poche torce gli fu sufficiente per riconoscere il ragazzo che entrava in quel momento. Un Mangiamorte che conosceva bene, Draco Malfoy.
Il gelido sguardo di Malfoy si fermò prima sul serpente, poi scorse il corpo di colui a cui aveva dovuto la più ferrea obbedienza. Scoprì una manica della tunica che vestiva, sul braccio era visibile un macabro tatuaggio di un teschio dalla cui bocca usciva un serpente, un tatuaggio di un colore grigiastro.
Harry, nell'urgenza del momento, ignorò il suo dolore per sollevare la bacchetta verso il Mangiamorte. Draco tuttavia non reagì subito e fissò sbigottito il tatuaggio sul suo braccio impallidire velocemente fino a svanire del tutto. Finalmente gli occhi di ghiaccio di Draco incontrarono quelli verdi di Harry.
"È morto." disse senza tradire una minima emozione, "L'hai ucciso. Tutte quelle chiacchiere sul Prescelto erano vere alla fine."
Il tono era a metà tra l'indispettito e il sarcastico.
"Ho fatto quello che ha voluto lui." spiegò Harry.
"Bell'epitaffio." commentò Draco, "hai intenzione di scriverlo sulla tomba di ogni Mangiamorte?"
"Non voglio uccidere nessun altro, se riesco ad evitarlo." rispose Harry.
"Non mi sembra che tu sia in grado di decidere della sorte di qualcuno, Potter" disse maligno Draco. Lo chiamava per cognome, come quando erano compagni di scuola.
"Forse sarò io ad ucciderti" continuò, "certo lui non mi obbliga a farlo." Fece un sorriso compiaciuto mentre spostava per un istante lo sguardo verso Voldemort.
"Ma sai che ti ho sempre odiato, Potter, da quando ti ho incontrato sull'Espresso, il primo anno. Tu e quel tuo atteggiarti a santo protettore di Mezzosangue e Babbani. Per di più hai fatto finire in galera mio padre. Sì, mi piacerebbe una morte lenta e dolorosa, che ne dici?"
Harry sorprese Draco con un ampio sorriso. Abbassò la bacchetta.
"Tu non sei un assassino, Draco."
Draco invece estrasse la sua e la puntò verso l'altro.
"Che ne sai tu?" chiese irritato "Che cosa vuoi dire con questa frase? Se sapessi che cosa ho fatto con questa bacchetta in quest'ultimo anno..."
Harry continuava a sorridere.
"Io c'ero sulla torre, quando lui è morto."
La mano di Draco tremò.
"Mi ha impedito di affrontarti allora." continuò Harry, "Lui ti avrebbe dato l'opportunità di tornare indietro. Sapeva che Voldemort ti ricattava e ti terrorizzava e, credimi, dopo averlo visto questa notte, nessuno può capirti come me."
"Era un vecchio pazzo." disse Draco.
"Sai che non è vero." ribatté Harry "Comunque quel vecchio ha dato la vita per la tua salvezza e non sarò io a privartene."
Prese fiato e strinse i denti dal dolore.
"Uccidimi tu, se davvero lo vuoi." lo invitò Harry "Io questa notte ho fatto quello che dovevo fare ed è più di quello che pensassi di riuscire a fare con le mie forze."
Draco continuava a fissare Harry con occhi privi di pietà o comprensione. Però infilò la bacchetta in una delle tasche della sua tunica e si avvicinò ad Harry. Gli ci vollero un paio di minuti per farlo alzare e trovare una posizione nella quale Harry riuscisse a camminare, appoggiandosi a lui.
"Grazie, Draco." disse Harry.
"Non disturbarti ad essermi grato." lo ammonì Draco, "Mi aspetto che tu riesca ad evitarmi la galera per questo."
"Ti è caduta la bacchetta, prima, mentre mi sollevavi." lo avvertì Harry.
"Lasciala lì." replicò Draco, "L'ho usata abbastanza. E a dire il vero ne desideravo una nuova."
"Una nuova bacchetta per una nuova vita." suggerì Harry.
"Forse" replicò Draco, "ma non credere che mi diventerai simpatico, continui a frequentare gente che non mi piace affatto."

   
 
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