Who Killed the Queen?
I. Who killed the Queen?
Il
principe Edoardo, erede al trono d’Inghilterra, era uno dei
figli prediletti
della Regina Vittoria. Per motivi burocratici, ciò che
comportò la morte della
sua povera madre fu insabbiato e sostituito con la ormai celebre
versione della
sua dipartita del 22 gennaio 1901 a Osborne House all’Isola
di Wight. Nessuno,
chissà perché, si è mai chiesto
perché si dicesse che la Regina fosse ancora
sull’isola alla fine di Gennaio quando solitamente passava in
quell’abitazione solo
le vacanze di Natale. In realtà, il suo rientro in
Inghilterra era stato
mantenuto con una certa segretezza, pochi sudditi sapevano del suo
rientro (io
e Holmes eravamo tra questi, anche se non avremmo dovuto. In forma di
grande
fiducia, il fratello Mycroft ci confidava ogni tanto cosa succedesse a
Buckingham Palace ma tutto era ovviamente avvolto nella riservatezza
dei nostri
alloggi di Baker Street.)
Il rientro in gran segreto della Regina era dovuto alla prossima
riunione degli
ambasciatori europei a Londra. Gli esiti della loro riunione, se degni
di nota,
erano rivelati in seguito alla conclusione, prima della quale non si
veniva
neanche a sapere che detta riunione aveva preso luogo nella residenza
reale,
diventata tale proprio sotto il regno di Vittoria.
Questo mio racconto non è destinato alla pubblicazione
immediata, in quanto
potrebbe sconvolgere gli equilibri europei così
faticosamente conquistati, ma sarà
comunque inserito nella mia personale raccolta così se, in
futuro, qualcuno
troverà le mie memorie, potranno non esserci ripercussioni
negative sul
Continente.
Il Principe e il resto della famiglia reale non sono mai stati
biasimati per
aver tenuto segreti gli avvenimenti e aver appoggiato quella montatura
sulla
morte della cara Regina, così come nessuno biasima gli
ambasciatori degli altri
stati che hanno mantenuto il silenzio nelle loro terre madre per
proteggere la
precaria pace creatasi, ma nessuno di loro poteva dire di essere in
grado di
ignorare quanto successe.
Quanto sto per narrare in questa prefazione, non è altro che
quanto ci è stato
riportato in quanto io e il mio collega non eravamo presenti, quindi,
aimè,
potrebbe avere alcune lacune su dei dettagli, fortunatamente non
importanti per
la comprensione delle indagini che ne seguirono.
E’ stato riferito che pressappoco all’ora di cena,
è stata sentita dalle
guardie una richiesta d’aiuto gridata da una voce maschile,
presto riconosciuta
proprio come quella del Principe Edoardo, andato dalla madre per
portarle la
cena, poiché non stava molto bene.
Quando le guardie sono accorse in suo soccorso, hanno capito
perché avesse
gridato in quel modo, lui che era da sempre conosciuto per la sua
compostezza,
ma anche quanto la richiesta di aiuto fosse inutile: l’amata
Regina Vittoria
pendeva dal lampadario della sua stanza da letto, legataci con un
cappio per il
collo.
Sulla sua scrivania era esposta una lettera in cui spiegava i motivi
per cui
avesse compiuto un simile gesto. Si scusava per l’aver
abbandonato i figli, ma
sosteneva che la sua vita senza il marito fosse priva di senso.
All’inizio
questa dichiarazione suonò plausibile alle orecchie di
tutti, dall’ambasciata
alla famiglia. Era noto, infatti, quanto la Regina soffrisse della
perdita del
marito, nonostante fosse avvenuta molti anni prima.
Ogni rappresentante di rilievo del governo britannico venne
immediatamente
messo a parte dell’accaduto e gli ambasciatori stranieri
allertati.
Mycroft Holmes era uno dei rappresentanti convocati
nell’immediato dopo il
ritrovamento. Un avvenimento come la morte della Regina dello stato
attualmente
più potente del mondo, però, non poteva essere
accettato solo tramite una
lettera di disperazione lasciata su una scrivania, per quanto i figli
avessero
riconosciuto la calligrafia come quella della madre, quindi fu deciso
di avviare
un’indagine tenuta segreta alla stampa per avere degli
accertamenti su cosa
fosse successo davvero e se realmente si trattasse di suicidio.
Fu su raccomandazione di Mycroft Holmes che io e il suo fratellino
venimmo a
conoscenza di questi eventi.
[NdA]
Lo so. Avevo detto che avrei ricominciato a scrivere solo dopo la fine
del periodo nero a scuola, ma non sono riuscita a resistere. Questa
potrebbe essere la prima storia su Sherlock che potrebbe risultare un
giallo decente.
Erica ha
detto che come prefazione fa un po' "libro di storia" ma mi sono dovuta
adattare al fatto che Watson non era presente al momento del
ritrovamento, quindi è venuta fuori un po' come un racconto
senza introspezione in terza persona, ma mi rifarò nei
prossimi capitoli. L'intento è quello di seguire una linea
di narrazione in stile canonico mantenendo i personaggi del film.
Un'impresa, vero? Tenterò.
Mi piace anche così però.
Per questa fanfic mi sono documentata sulla vita della Regina, tutto
ciò che ho scritto in questo capitolo è vero,
dalla data e luogo di morte alla presenza di un figlio di nome
Edorardo, erede al trono. L'unica cosa non vera (e molto importante, a
dir la verità xD) è che non c'era una riunione
dell'ambasciata. In questo capitolo è spiegato, comunque,
perchè non si saprebbe niente di questa riunione quindi
tutto segue perfettamente ciò che è scritto nei
libri di storia.
Non darò un giorno d'aggiornamento per questa fanfic, la
scriverò quando sarò libera dallo studio,
così posso vedere di scrivere qualcosa di decente.
La fanfic è complessivamente composta da otto capitoli,
prefazione esclusa. Quindi, a opera conclusa, saranno nove.
L'immagine in cima al capitolo è un cartellone della vetrina
del negozio d'abbigliamento Bershka
di qualche tempo fa. Era una delle prime volte che io e Erica (onnipresente
xD ) uscivamo insieme, mi pare, perchè da quando ci siamo
viste la prima volta (che è stata un'Odissea xD) ci siamo
viste poche volte dopo per un po' di tempo, e questo cartello venne
fuori poco dopo che iniziammo il roleplay. Dicemmo scherzosamente che
questo era il nostro primo caso. Adesso è una fanfic,
ovviamente a lei dedicata.
Credo di aver finito. Spero di aggiornare il prima possibile :)