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Autore: yachan    21/02/2006    1 recensioni
Eccomi con una nuova fiction su Doremì. Un sogno e una premonizione, che sia l'inizio di una nuova minaccia? Nuove avventure e nuovi guai attendono i protagonisti di Ojamajo Doremi (che trailer è? U_U')
Genere: Avventura, Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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TRUST YOU

TRUST YOU

 

Cap.14

 

 

Di nuovo buio…e lei camminava lungo un sentiero.

Non sapeva dove andava, ma qualcosa la stava guidando…in quell’oscurità.

Davanti a lei apparve una foresta…non una foresta come quelle che aveva visto in televisione, ma diversa. Come dire…magica.

Poi comparvero delle piccole casette. Casette che sulla terra non esistevano più. Era come essere tornati sulla terra di tanti anni fa…ma l’ambiente rimaneva sempre ostile.

Un laghetto apparve a pochi passi da lei.

Si fermò e si chinò, come per bere.

Ma l’immagine che si rifletté sul lago…era diversa.

Sì, era lei, lo poteva capire dal viso…ma quel taglio di capelli, non era suo. Li aveva più corti rispetto al solito e il colore era più scuro. Quasi come se quell’atmosfera grigia si fosse portato via i colori.

Lo sguardo della ragazza era triste, quasi preoccupato.

Provò ad avvicinare la mano a quel riflesso, ma al contatto con l’acqua essa svanì, facendo posto alla sua immagine.

Ma ancora c’era qualcosa che non andava. Quello sguardo così freddo, non era il suo.

L’immagine sorrise, senza che lei muovesse le labbra.

“Sei felice, Doremì?”

Si spaventò…quell’immagine parlava?

“Presto non lo sarai più…”

-         C-chi sei?- cercò di dire.

Qualcosa le diceva che quella persona, che non era lei, l’aveva già incontrata. Ma dove?

“E’ ancora presto per dirti chi sono…ma presto ci incontreremo…”

 

 

Camminava e ancora camminava. Il cielo era grigio e rendeva ancora più triste quella giornata.

C’era tanta gente che passava per i negozi del paese. Le passavano accanto, sfiorandola appena, ma risultando a lei quasi impercettibili. Non sapeva con precisione dove andare. Voleva solo allontanarsi da lì.

Si sentiva una sciocca per come si era comportata, ma non aveva alternative. Doveva allontanarsi da tutti.

-         Sei preoccupata?

Doremì si voltò verso la voce e guardò stupita la persona con il mantello blu.

-         Lei, qui?!

La signora fece cenno di sì.

-         Sono venuta ad avvisarti…

-         Che cosa?- chiese curiosa Doremì- Anche perché io avrei tante domande da farle e…

La signora fece cenno di stare zitta e Doremì obbedì.

-         Si sta avvicinando il momento…

-         Il momento di che?

La signora mise una mano sulla bocca di Doremì per farla tacere.

-         Non ho tanto tempo…il cammino che hai scelto, ti porterà ad un nuovo bivio…e la tua scelta, qualsiasi essa sia, comporterà la perdita di qualcuno…

La perdita?- pensò Doremì spaventata.

-         Ma nonostante tutto…non dovrai pentirti della tua scelta e non guardarti indietro.

Doremì voleva chiederle il significato della sua frase, ma la mano della signora le tappava la bocca.

-         Ricorda…il tuo stesso potere sarà la causa della tuoi guai. Non perdere la tua luce…

Nel momento in cui lasciò la bocca di Doremì, si allontanò velocemente.

-         Aspetti, io ho altre cose da chiederle!- la inseguì, però si accorse che era scomparsa.

Doremì si appoggiò ad una parete, per prendere fiato per la corsa improvvisa.

Sentiva che in lei nascevano altre domande, altri dubbi, altre incertezze…

Cosa devo fare?- si chiese Doremì- Perché deve essere così complicato?

Sentì qualche goccia d’acqua caderle in testa…in breve si accorse che stava piovendo.

Ma non le interessava…non le interessava che iniziava a piovere a dirotto e che si sarebbe bagnata tutta. Non le importava. Ciò che voleva sapere in quel momento, era cosa fare per non mettere più in pericolo la vita degli altri.

Ma non riusciva a trovare una risposta.

Con poca volontà in corpo si staccò dalla parete…doveva raggiungere l’albergo. L’insegnante si sarebbe infuriata con lei, se non sarebbe tornata subito. Così s’incamminò per le stradine poco affollate.

Però non se la sentiva…aveva tentato di allontanarsi il più possibile dagli altri, ma le era difficile.

Quanto avrebbe resistito?

Si fermò e chiuse gli occhi. Le gocce della pioggia cadevano sul suo viso incessantemente.

Era come se accentuassero il suo senso di colpa. Lei…avrebbe dovuto prendere una decisione, sapendo che altre persone ci perderebbero la vita? Era una responsabilità che non voleva prendersi.

Non voleva.

Si sentiva così amareggiata…avrebbe voluto chiedere l’aiuto delle sue amiche…di sicuro loro l’avrebbero aiutata, tutte insieme avrebbero preso la giusta decisione.

Ma lei era sola in quel momento. Non poteva coinvolgere le altre persone.

Aprì lentamente gli occhi e notò una persona che stava qualche metro davanti a lei.

La pioggia offuscava la sua vista, non riusciva a vedere bene. Rimase immobile, quasi ad aspettare.

La persona lentamente si avvicinò a lei e la coprì con l’ombrello che aveva in mano.

Doremì alzò lo sguardo debolmente e vide lo sguardo della persona, un sorriso dolce e allo stesso tempo preoccupato. Ma non disse niente.

-         Come sapevi che ero qui?- chiese quasi a bassa voce.

-         …lo sapevo e basta.

Doremì lentamente sorrise mentre lo guardava e delle piccole lacrime le uscirono dagli occhi.

-         …Sciocco.

E quasi come incantata da quella pioggia e da quel suo sguardo, lo abbracciò.

Dentro di sé avrebbe voluto supplicarlo di aiutarla…ma la voce non le usciva, c’erano solo le lacrime.

Il ragazzo ricambiò l’abbraccio, sentendosi in quel momento impotente.

Non sapeva come aiutarla ad uscire da quell’angoscia che la stava torturando. L’unica cosa che era in grado di fare, era abbracciarla per calmarla.

-         Doremì…io starò al tuo fianco…qualsiasi cosa succeda…

La ragazza non disse niente. Si limitò solo a piangere, quasi come se quella pioggia stesse cancellando le sue preoccupazioni. Si sentiva bene…dopo tanto tempo, finalmente riusciva ad essere sincera con se stessa.

 

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-         Allora, allora?- chiese insistentemente Moyra.

-         Calmati Moyra- disse Kimura, mentre Moyra continuava a tirare la manica del ragazzino- Non li vedo ancora.

-         Ma com’è possibile? Dovrebbero essere già tornati…- continuò ad assillarlo.

-         Ehm, saranno a breve qui- disse Marina, cercando di staccare Moyra da Kimura, con un sorriso sulle labbra.

-         Gelosia, eh?- disse Maki a Nobuko, indicando Marina.

-         Già.

-         Che si fa?- chiese Tamaki- Abbiamo inventato una scusa all’insegnante…però presto si accorgerà della loro assenza.

-         Non credo che Masaru sia bravo ad intrattenere l’insegnante- disse preoccupata Marina.

-         Accidenti, sarei dovuta andarci anch’io- disse Moyra agitata.

-         E che sarebbe servito? Tanto ti saresti persa- disse Kimura.

-         Guarda Moyra, stanno arrivando- disse Akatsuki indicando in fondo al viale.

Tutti si girarono a guardare, ma non si vedeva altro che la strada.

-         Ma non c’è nessuno- disse deluso Watabe.

-         Sei sicuro che non ti servano un paio di occhiali?- disse Tamaki ironica.

Akatsuki si limitò a sorridere, sicuro di quello che aveva detto. Gli altri erano perplessi e non capivano da dove gli venisse quella sicurezza.

-         Se lo dici tu, ci credo- disse Moyra, calmandosi.

-         Certo, tra matti si va d’amore e d’accordo- continuò a dire Tamaki.

-         Aspetta…- disse Nobuko- Io incomincio a vedere qualcosa.

-         Anch’io- disse Marina.

-         Sono loro!- disse Kimura felice.

-         Come facevi sapere che stavano arrivando?- chiese sospettoso Watabe.

Akatsuki sorrise di nuovo, come se non ci fosse niente di strano.

-         Chissà, forse sono un mago- disse tranquillamente.

-         Già, chi mancavano solo un altro che si crede un mago- disse Tamaki sospirando.

-         Ehi, io sono un mago!- disse offeso Watabe, che come hobby si dilettava a fare spettacoli di magia.

-         Certo, e io sono una famosa investigatrice!- disse convinta Nobuko.

-         Ehm, adesso non esageriamo- disse Maki facendola stare zitta.

-         Sono loro…- disse Doremì, guardando in fondo al viale.

-         Già, erano tutti preoccupati per te, dopo che te ne sei andata via.

-         Mh…- chinò lo sguardo, rimanendo sempre attaccata al braccio di Kotake.

-         Cosa c’è adesso?

-         Forse non è una buona idea…

-         Che ti salta in mente ora? Mi sembra che ne avevamo parlato durante il tragitto!

-         Sì, però…- disse indecisa- Forse loro non vorranno parlarmi…

-         Pensi davvero che ti avrebbero aspettato, se fossero arrabbiati con te?

-         Ma…

-         Insomma Doremì, ti stai comportando come una bambina- disse Kotake spazientito.

-         E tu, da quando ti comporti da ragazzo maturo?- disse offesa.

-         Cos’è, ti da fastidio?

-         Forse…- disse voltandosi.

Kotake la guardò senza capire.

-         Sei cambiato più di quanto mi aspettassi…speravo che nonostante dovessimo crescere, noi non saremmo cambiati…però pian piano mi rendo conto, che tutto è destinato a cambiare…

Lasciò la frase in sospeso, mentre si ricongiungevano con gli altri compagni di classe.

 

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-         Mh…da quanto mi ricordo…dovrebbe trovarsi da queste parti…- la donna si guardò in giro, poi fermò una passante- Scusi, sa se qui abita una certa Majosakura?

La donna ci pensò su e poi guardò in alto, verso la cima di un monte.

-         Dovrebbe vivere lì, se è ancora viva…

-         Mh…okey, grazie- salì sulla sua scopa e riprese il suo viaggio.

Certo che, si poteva scegliere un luogo più raggiungibile- pensò, mentre volava.

 

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-         Ehm…- disse una ragazzina dai capelli color rosso magenta.

-         Ehm…- disse l’altra ragazzina con la stessa incertezza.

Le due ragazzine abbassarono lo sguardo e nessuno fiatò. Doremì era seduta sul letto e Moyra invece se ne stava in piedi, nella loro stanza.

-         …scusami- disse Doremì.

-         …ah, no, scusami tu. Io non…

-         No, non ti devi scusare…sono io che mi sono comportata male.

-         No, è colpa mia.

-         No, mia.

Stettero zitte di nuovo ed infine risero insieme.

-         Di chi sia la colpa, non importa- disse Moyra- L’importante è che tu sia qui.

-         …sei gentile- fece un pausa- Per quello che ho detto, io non…

-         Non importa- scosse la testa- Posso capire come ti senti adesso…e ti confesso, che se fossi al tuo posto, sarei impazzita- rise.

-         …grazie- sorrise.

-         Sai cosa?- si sedette sul letto, vicino a lei- Mi sono sorpresa.

-         Come?

-         Di Kotake- alzò le spalle- Insomma, da come me l’avevi descritto al periodo delle elementari, pensavo che fosse l’eterno bambino indeciso…ma oggi- sorrise- mi ha sorpreso per come si è comportato.

-         Davvero?- disse stupita Doremì.

-         Ha mantenuto la calma, è venuto a cercarti e…- fece un’altra pausa- Sì, Kotake è proprio una brava persona. Ormai non sembra più il ragazzino che conoscevamo.

-         Già, me ne sono accorta- disse Doremì, abbassando lo sguardo.

-         Mh? Che hai Doremì?- chiese curiosa Moyra- Non dirmi che ti dispiace! Dovresti essere contenta che sta maturando.

-         Sì, lo sono, però…- sospirò.

E’ come se mi stesse lasciando indietro…

-         Però?- insistette Moyra, vedendola pensierosa.

-         Ah, niente, niente- sorrise- Finalmente potrò stare tranquilla, senza che lui mi faccia i dispetti- ridacchiò.

Anche Moyra si unì alla risata.

-         Ah, Tamaki ha comprato dei favolosi dolcetti!- disse Moyra d’improvviso- Per scusarsi, te li vuole offrire.

-         Davvero gentile- sorrise- E poi, ho proprio una certa fame…

-         Lo immaginavo…- si alzò- Scendo giù e te li vengo a portare.

-         Grazie.

Moyra uscì dalla stanza e chiuse la porta.

Doremì sorrise e si lasciò cadere sul letto. Poi il suo sorriso divenne un sospiro.

Era confusa…

 

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-         E così il protettore è intervenuto per salvare la sua dama…- disse Akatsuki con le mani incrociate.

-         Tu sai cosa sta succedendo, vero?- disse Kotake guardando il ragazzo dai capelli rossi.

-        

-         Ehi, mi stai ascoltando?!- lo afferrò per il colletto e lo sbatté contro il muro- Non te lo sto chiedendo più come un favore.

-         Che cambierebbe anche se tu lo sapessi- lo guardò con la stessa serietà di Kotake- Non potresti fare niente. E allora…che senso ha? Non è meglio non sapere niente e andare avanti?

-         Che discorsi sono!- disse Kotake arrabbiato. Poi abbassò il tono di voce- Tu non ti sei mai innamorato?

-         Eh?- si stupì Akatsuki.

-         Dovresti sapere che quando si provano questi sentimenti, non c’è niente che possa fermarti. E qualsiasi cosa tu dirai o che scoprirò da solo, non cambierà la mia decisione- lo lasciò andare e si allontanò.

Akatsuki guardò il ragazzino mentre si allontanava e si aggiustò il colletto. Si era stupito, la forza di Kotake rispetto al passato, era aumentata.

“Tu non ti sei mai innamorato?”

Certo, che domande. Lui si era già innamorato, più di una volta…

Nel periodo in cui il suo regno si trovava in difficoltà, aveva avuto il compito di rapire la piccola Hana. Ma per fare questo, avrebbe dovuto sbarazzarsi delle sue tutrici. Per questo aveva architettato di fare amicizia con loro e conquistare la loro fiducia. Era un compito semplice e nessuno ci avrebbe rimesso. Ma non aveva tenuto conto, con chi aveva a che fare.

La piccola Doremì era imbranata, ma era sempre disposta ad aiutare gli altri. Non le importava chi fosse, se qualcuno era in pericolo, lei accorreva ad aiutarlo. Era questa energia e bontà che sprigionava la bambina, che l’aveva incuriosito. Pian piano che il tempo passava in sua compagnia, si affezionava a lei. E senza accorgersene, erano diventati amici.

Ma poi, dovette rendere conto del piano e rapire la piccola Hana…anche a costo di rovinare la loro amicizia. Era una cosa da niente, si era ripetuto, ma faceva male.

Sapeva che piaceva a Doremì e che nel momento in cui gli avrebbe raccontato la verità, sarebbe finita la bella fiaba.

Però con sua grande sorpresa, nonostante lo shock iniziale, lei l’aveva ascoltato e gli aveva teso la mano. La loro amicizia era ancora salva…ma aveva perso molto di quello che c’era prima.

Doremì gli era ancora amica, ma non era più la stessa cosa. E ne aveva avuto la conferma, quando l’aveva incontrata in occasione di una gita. Lei era più distaccata, nonostante fosse molto gentile con lui.

Con il tempo, si era reso conto che questo distacco gli faceva male, perché lui era veramente innamorato di lei, ma credendo fosse solo amicizia e gratitudine, si era allontanato da lei. Pensava che era la cosa giusta…ma non era servito a cancellare i suoi sentimenti.

Quando la regina aveva commissionato al suo gruppo, il compito di proteggerle, lui ne era contento perché aveva l’opportunità di rivederla. E sperava che standole affianco, le cose sarebbero migliorate. Però, dovette ricredersi di nuovo. Osservandola da lontano, non c’era ombra di dubbio, che ora lei non provava i suoi stessi sentimenti.

Le sue attenzioni, seppur goffamente, erano dirette ad un’altra persona. E non sarebbero tornate più da lui.

 

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-         Ehi- disse un ragazzino dai capelli blu, entrando nella stanza.

-         Ehi- rispose la ragazzina, salutandolo.

-         Come va adesso?

-         Direi bene.

Kotake sorrise e si sedette su una sedia che era lì vicino.

-         Ci hai fatto preoccupare, lo sai?- disse Kotake con un tono di rimprovero, ma anche di sollievo- La prossima volta, pensaci prima di comportarti così.

-         Mh- fece cenno di sì- Scusa…

Kotake rimase a guardarla, mentre lei teneva lo sguardo abbassato.

-         Che ti sta succedendo, Doremì?- disse serio, ma con un tono preoccupato.

-         Eh?- la ragazzina alzò lo sguardo.

-         E’ per quello che ti ha raccontato Moyra…è per quello che ti comporti così?

-         Ah…- disse stupita Doremì. Capì che Moyra ne aveva parlato con lui- E così lo sai…- cercò di sorridere- Eh, eh, certo che è strana Moyra…da un giorno all’altro tira fuori storie assurde, fa concorrenza a Nobuko.

-         Io ci credo.

Doremì si zittì e guardò sorpresa Kotake.

-         Come?

-         Io credo a quello che ha detto Moyra…beh, non del tutto. Ma in parte penso che ci possa essere un fondo di verità.

-         M- ma è assurdo, Kotake…lo sai anche tu che la magia non esiste- disse Doremì turbata, cercando di sembrare tranquilla- Maghi, folletti…andavano bene quando eravamo bambini, ma adesso siamo grandi e…

-         Molti fenomeni della vita non sono spiegabili dalla scienza- disse lui, con un tono quasi da adulto.

Doremì non sapeva cosa dire. Era spaventata dal pensiero che Kotake potesse arrivare a scoprire la verità, ovvero che lei era una strega.

Se avesse detto qualcosa di sbagliato, lui l’avrebbe smascherata e per lei sarebbe stata la fine.

Kotake osservò Doremì e notò di nuovo quell’espressione di terrore e ansia che aveva visto in lei in altre occasioni. Era chiaro che stava nascondendo qualcosa, ma cosa?

Perché non si confidava con lui? Insieme avrebbero potuto fare qualcosa.

E invece lei, aveva sempre cambiato discorso, quasi avesse paura.

Ma la cosa che più lo amareggiava, era che lei sembrava più vicina ad Akatsuki in quei momenti, come se fossero più in confidenza, come se lei si fidasse più dell’altro ragazzo, che di lui.

-         Ah…ma quanto c’impiega?- disse Doremì movendo le mani nervosamente- Moyra aveva detto che mi avrebbe portato dei dolcetti, da parte di Tamaki.

Di nuovo. Kotake ascoltò la ragazzina, come se fosse un disco a ripetizione.

Ancora una volta aveva evitato il discorso. L’aveva lasciato in sospeso, come se non avesse importanza.

Che fare? Tralasciare quei dubbi che lo assillavano o affrontarli una volta per tutte?

-         Perché fai così?

Doremì lo guardò senza capire.

-         Eviti le mie domande e fai finta di nulla- spiegò lui.

-         M- ma no, che dici- disse Doremì sorridendo- E’ solo che mi sembrano discorsi così assurdi, che non vale la pena di starci pensare.

-         Assurdo?- disse Kotake quasi irritato- Tutto questo ti sembra assurdo? O sono io che non ti vado bene?- disse alzandosi- O forse Akatsuki è la persona migliore, con cui parlare di questo? Ti va bene lui, no?

Doremì era quasi spaventata da quell’improvviso cambiamento di umore.

-         Che ti prende Kotake? Io non volevo dire questo…

-         Ma lo pensavi! Tu preferisci Akatsuki a me!

Silenzio. Quest’ultima affermazione, aveva gettato scompiglio nei loro cuori. Le loro guance si arrossirono quasi in sintonia.

Kotake imbarazzato da quello che aveva detto, cercò di moderare il suo tono e le sue parole.

-         Perché hai più confidenza con Akatsuki? Non puoi confidarti con me, una volta ogni tanto?- disse quasi abbassando la voce- Io…non conto niente per te?

-         N- no…non è questo…- strinse forte le mani nella lenzuola- Credimi, io vorrei essere sincera con te…però…- chinò il capo- non posso.

-         Perché?

-         Beh…- disse incerta, mentre evitava di guardarlo negli occhi- è un po’ complicato…

-         Cos’è complicato?- insistette Kotake, irritato per quel giro di parole.

-         Oh, insomma, Kotake!- disse Doremì esasperata- Non posso! Questo è tutto!

-         Io credo che tu abbia solo paura di affrontare il problema!

Doremì era al limite della pazienza e si alzò in piedi per averlo di fronte a lei.

-         Io non ho paura!

-         Sì che c’è l’hai!

-         Ti dico di no!

-         E invece sì! Da quando ti sei salutata con le tue vecchie amiche, sei cambiata!

-         C- come?- disse Doremì, quasi timorosa.

-         Non te ne sei accorta?- insistette Kotake- Sembri un’altra persona, da quando non stai più con le tue amiche! E’ come se la Doremì che conoscevo, fosse morta nel giorno del nostro diploma…

La ragazzina indietreggiò, quasi spaventata da quella rivelazione.

Era così? Lei era cambiata? Com’era possibile? A lei, le sembrava di essere sempre la solita.

-         Pensavo che con il tempo ti saresti ripresa…ma invece stai peggiorando.

-         Io non…non è vero…- un brivido la percosse. Si sentiva strana. Come se per la prima volta stesse aprendo gli occhi. Era così, che gli altri la vedevano?- E…e tu, allora?- disse d’improvviso, quasi riprendendosi da quello stato.

-         Io cosa?

-         Sei cambiato anche tu dalle elementari! Non sembri più tu…ti atteggi in altro modo e…- disse agitata movendo le mani.

-         Doremì…- disse prendendola per le mani, quasi come per calmarla- E’ normale…io sto crescendo.

Doremì spalancò gli occhi. Ancora una volta…ancora una volta stava sbattendo contro quel muro invisibile.

Le tornò alla mente l’immagine delle sue amiche, al momento che si erano salutate davanti al Maho…l’ultima volta che le aveva viste, prima che ognuna prendesse la strada che aveva scelto.

Era perché dovevano crescere, così le avevano detto nel momento che si erano voltate e si erano allontanate.

Non voleva…non voleva.

Scosse la testa e si staccò dalla presa del ragazzino.

-         E perché? Perché non puoi rimanere il Kotake che conoscevo? Quel bambino fastidioso, che gli piaceva farmi i dispetti…ma che in fondo…gli volevo bene?

Kotake guardò dispiaciuto Doremì. Cosa poteva dirle? Se avesse detto qualcosa di sbagliato, avrebbe perso la fiducia dell’amica.

-         Non è così terribile crescere…- disse dolcemente- Sì, forse si deve rinunciare a qualche privilegio e farsi carico di responsabilità più grandi…ma passo dopo passo, si riescono a superare le prime difficoltà…- sorrise- Non è come dicevi sempre? Mai arrendersi…E anche se il nostro aspetto cambia…noi rimaniamo gli stessi, solo un po’ più adulti.

Di tutta risposta, ricevette un cuscino in faccia.

-         Sciocco, non capisci!- disse Doremì con in mano un altro cuscino.

-         …hai rovinato un bellissimo discorso (-_-)*. Non hai idea di quanto ci abbia impiegato per farlo!

-         Non m’interessa, fuori di qui!- gli tirò una cucinata, senza lasciarlo parlare.

-         Ok, ok, ho capito…- ed uscì di fretta.

Appena chiuse la porta dietro di sé, tirò un sospiro. Non era andata come sperava…però pensava che insistendo, alla fine avrebbe reagito e chissà che le cose non sarebbero migliorate…

Alzò lo sguardo per andarsene, ma si accorse che c’era una persona lì davanti.

-         Moyra! Mi hai spaventato!- disse sorpreso Kotake.

-         Ah, ehm…scusate…ero venuta, ma poi vi ho sentito parlare e…non volevo disturbarvi, così ho aspettato…

-         Hai sentito?- disse quasi sottovoce per l’imbarazzo.

-         …sì- disse lei un po’ imbarazzata dall’argomento- M-ma non l’ho fatto apposta- disse agitando le mani- Davvero, io…non ho ascoltato tutto.

-         Beh, tanto non c’è niente di strano- disse Kotake ridendo nervosamente. La discussione che aveva avuto con Doremì era…come dire…imbarazzante? Forse perché, era sembrata una scenata di gelosia? O forse perché voleva dirle qualcosa d’importante, ma ne era uscito fuori qualcosa di farfugliato?

-         Già, eh eh- ridacchiò anche Moyra, cercando di sembrare tranquilla- Ah, già, Doremì stava aspettando i dolci…è meglio non farla aspettare oltre- ed entrò in stanza.

Kotake si grattò la testa e si allontanò.

-         Doremì, co…- gli arrivò una cucinata in faccia-…me va?- finì la frase confusa.

-         Ops, scusa Moyra…ti avevo scambiata per Kotake.

-         Ah…(-_-)’- disse la ragazzina, mentre appoggiava sul letto il cuscino- E così, per salutarvi, vi prendete a cuscinate? Cos’è, una nuova moda?

-         N- no, è che…- disse imbarazzata, senza sapere che scusa inventarsi.

-         Non c’è bisogno che mi spieghi…si sentiva anche fuori dalla stanza.

-         S- si è sentito?- disse Doremì arrossendo leggermente. Non si capacitava ancora di quello che aveva detto. Cosa gli era successo? D’improvviso era come le fosse scattata un molla e si sentiva strana. E poi, dopo quello che gli aveva detto Kotake…- Ah, ah, scusa…non deve essere stato un bel spettacolo- disse ridendo.

-         Figurati, mi sono divertita (^-^).

-         Come? (°_°)’

-         Certo, è meglio discutere, piuttosto che rimanere in silenzio…perché se no, sembra che ci sia qualcosa da nascondere.

-        

-         Quando avete smesso di parlarvi, sembrava che qualcosa fra di voi si era rotto…- appoggiò i dolcetti sul tavolino della stanza- invece vedervi così, è come essere tornati a qualche tempo fa…

-         …mh. Però…questa è solo un illusione, no?

-         Uhm…sai, credo di aver capito cosa ti succeda…hai paura che crescendo, tu perda l’amicizia di Kotake, vero?

-         Ah…ecco…- si agitò.

-         Eh, eh…certo che sei buffa, quando si parla di Kotake.

-         Unf- sbuffò offesa- Vuoi un altro cuscino in faccia?- disse agitando un cuscino in mano.

-         Ah, no, pietà…- disse Moyra ridacchiando- D’accordo, d’accordo…lasciamo stare per oggi discorsi così seri…e concentriamoci su qualcosa di più dolce…come questi dolci. In fondo, oggi è stata una giornata pesante, non trovi?

-         Sì- fece cenno di sì e appoggiò il cuscino sul letto. Appena lo fece, ricevette in faccia un cuscino. Quando cadde il cuscino per terra, vide Moyra ridere.

-         Ben ti sta- disse ridendo- Giustizia è fatta.

-         Ah, sì?- la ricorse con il cuscino- Adesso vedremo!

-         Ah, aspetta, scherzavo, scherzavo!- disse mentre correva per la stanza.

 

Continua…

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Uyyy, mi sono dilungata come al solito (-_-)’ ma al prossimo capitolo ci sarà finalmente una svolta, ve lo garantisco…come? No, no…non l’ho ancora scritto, però ho tutto in testa…infatti per prima cosa la creo nella testa, dopodiché quando la scrivo, cerco di migliorarla. E’ per questo che quello che inizialmente penso, non è quello che alla fine scrivo.

Va beh…dopo un piccolo commento…ritorno alla storia. Anche perché, una volta terminato, potrò passare ad altro, cioè a terminare le altre fiction…che naturalmente nessuno di voi li avrà letto, ma che spero, un giorno, possiate leggerle.

   
 
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