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Autore: yachan    21/02/2006    3 recensioni
Eccomi con una nuova fiction su Doremì. Un sogno e una premonizione, che sia l'inizio di una nuova minaccia? Nuove avventure e nuovi guai attendono i protagonisti di Ojamajo Doremi (che trailer è? U_U')
Genere: Avventura, Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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TRUST YOU

TRUST YOU

 

Cap.15

 

 

-         Saaalve!- disse una donna spalancando la porta di una casetta.

Due signore si girarono sorprese e videro una donna dai capelli color verde scuro e un naso fino a punta.

Nessuno delle due donne, riuscirono a spiaccicare parola dalla sorpresa e dalla risolutezza dell’estranea.

-         Non scomodatevi a farmi entrare- disse lei entrando a buon passo nella casa- Dov’è Majosakura?

-         Ah…ma lei chi è?- disse finalmente una donna.

-         Ehi, qui le domande le faccio…è una caso d’emergenza!

-         Ah, ecco…lei…- disse l’altra donna, farfugliando qualcosa.

-         Eh, eh…la solita Majorika, eh?- disse un’altra donna, uscendo da una stanza, coperta da un tendina scura.

-         Ah, la vecchia Majosakura! La stav…- non fece in tempo a terminare, che si beccò una bastonata sulla testa.

-         Arrogante e poco educata…non sei migliorata, sai?- disse la donna, dai capelli neri raccolti in tre codini, mentre abbassava il bastone da passeggio- Ho sentito parlare molto di te…si dice che tu abbia avuto delle apprendiste streghe, che sono diventate famose per aver salvato più volte il regno della magia…non ti credevo in grado di avere buone relazioni con gli umani.

-         Uh…il tuo colpo con il bastone, non ha perso forza nel tempo- disse Majorika massaggiandosi la testa e ricordando le bastonate che riceveva dall’insegnante- Però non sono venuta qui per una rimpatriata.

-         Lo supponevo…- disse lei, facendo cenno alle altre due donne di far spazio sul tavolo.

Loro eseguirono subito, si alzarono dalle loro sedie, rimisero a posto le carte e sistemarono per bene il tavolo.

-         Sediamoci- disse Majosakura.

-         Mh- Majorika si sedette e aspettò che la donna si sedesse.

-         Ebbene, cosa ti porta qui? C’è un'altra catastrofe in arrivo?

-         Questo- Majorika appoggiò il libro sul tavolo.

Majosakura esaminò per bene il libro. Sfogliò le prime pagine, mentre le due dite scorrevano velocemente sulla carta.

-         Mh…è una scrittura antica…

-         Questo lo sapevo anch’io (-_-)’. Quello che volevo sapere è se tu sei in grado di decifrarlo.

-         Quanto?- disse con un gesto della mano, come per chiedere qualcosa.

-         Non ho soldi con me- disse Majorika intuendo il suo gesto.

-         Unf…si dice che anche tu abbia aiutato la Regina e che ti sia presa cura della piccola Hana, per non dire di quanto successo abbia avuto il negozio Maho. Non credo che tu non abbia niente con te.

-         Uhm, venale come al solito, eh? Si vede che sei la nonna di Majodelia- disse sbuffando e appoggiandosi bene con la schiena alla sedia- D’accordo, ti pagherò, anzi ti pagherà la Regina profumatamente, una volta che avrai completato il tuo compito.

-         Uh…sembra proprio che si tratti di vitale importanza. Allora era vero quello che si vociferava in giro…che il regno è minacciato dall’altra dimensione…

-         Più o meno…ma non mi è permesso dire di più…- appoggiò la mano sul tavolo in modo deciso- Voglio sapere cosa c’è scritto su questo libro.

-         …sarà fatto- disse lei. Poi diede uno sguardo in giro- Nel frattempo che sei qui, perché non dai un aiuto alle mie domestiche a dare una ripulita alla casetta?

-         Perché mai mi dovrei sporcare per pulirti la casa?!- disse irritata.

-         Forse perché sono l’unica in grado di tradurre questo libro, no?- rispose lei, con una certa ironia- Altrimenti non avresti fatto tutta questa strada per arrivare qui…

Majorika sbuffò. Aveva ragione. Aveva assolutamente bisogno di Majosakura e finché non terminava, le conveniva assecondarla.

-         E va bene, vecchia decrepit…- un’altra bastonata le arrivò in testa-…volevo dire, va bene, adesso pulisco…- disse allontanandosi e massaggiandosi la testa.

La donna sorrise soddisfatta e tornò con lo sguardo serio, verso il libro che aveva di fronte. Si prospettava una lunga nottata.

 

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-         Momoko…- la chiamò l’amica dalla carnagione scura.

-         Sì, che c’è?- la ragazzina dai capelli biondi e due simpatici codini, si girò per guardarla.

-         Come, che cosa c’è?- ripetè con un tono dubbioso.

-         Non capisco…

-         Neanche io…hai appena eseguito un esercizio di educazione fisica ed hai fatto cilecca.

-         Può capitare, Bessy…- disse Momoko, alzando le spalle.

-         No- disse decisa l’amica- tu sei brava in atletica e prendi buoni voti. Non mi spiego perché adesso tu non…

-         Non credi di esagerare, Bessy?- disse Momoko, ridendo- Ho solo inciampato…

-         Certo, e ieri allora?

-         Ti riferisci a quel piccolo guaio a lezione di cucina?

-         Piccolo?- disse sbalordita- Piccolo io lo direi ad una pentola che cade o ad un set di piatti che si frantuma…ma tu hai addirittura rischiato di bruciare il forno!

-         Ehh, puoi finirla di ricordarmelo, per favore?- disse un po’ imbarazzata, ricordando le sgridate dell’insegnante.

-         Gli insegnanti stavano ancora sistemando il guaio, causato dall’allagamento della scuola e adesso ti ci metti tu con il forno.

-         D’accordo Bessy, è stato un incidente…la prossima volta starò attenta.

-         E che mi dici dei tuoi pasticcini?

-         In che senso?

-         Da qualche giorno, sono diventati inmangiabili…è come se d’improvviso non sapessi più cucinare. Il che è strano, visto che sei la migliore.

-         Uhm…in effetti- disse Momoko pensandoci su- Non capisco, eppure faccio le stesse identiche cose…

-         Ehi, Momoko, Bessy…- disse una voce da lontano- se non vi muovete, ce ne andremo senza di voi.

-         Sì, stiamo arriviamo- disse Momoko.

-         Uhm…

-         Cosa c’è?- Momoko si girò verso l’amica.

-         Quel ragazzo- fissò la persona che le aveva chiamato.

-         James? Che hai con lui?

-         Sai che, anche lui vuole diventare un cuoco?

-         Sì, lo sapevo, e allora?

-         Non ti sembra strano che d’improvviso, tu non riesci più a cucinare bene e lui è addirittura migliorato?

-         Che insinui?- disse Momoko stupita- Che lui…?

-         Fin da piccoli eravate in competizione e se non erro, prima che tu ti trasferissi in Giappone, l’hai superato un sacco di volte.

-         Bessy…James sarà pure un ragazzo insopportabile, ma non farebbe niente di cattivo.

-         Ma non ricordi, quanti tiri mancini ti ha fatto?

-         Sì, ma io l’ho sempre battuto comunque.

-         E’ vero…e devo anche ammettere che nel periodo, che eri in Giappone, lui si è migliorato tanto, però…dovresti stare attenta.

-         Come vuoi- si travestì da investigatore, con una pipa in bocca- lo terrò d’occhio.

-         Oh, Momoko- disse ridendo- Non ti smentisci.

 

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-         E così…oggi si torna a casa…- disse Moyra sospirando e guardando fuori dalla finestra- Uff, che barba.

-         Su, non essere così triste- disse Marina, cercando di confortarla- In fondo, ci resta tutto questo giorno per divertirci, no?

-         Giusto, allora sfruttiamola al massimo- disse Doremì, che ormai si era ripresa dal suo stato d’animo- Dove si potrebbe andare?

-         Uhm…ho sentito che gli altri faranno un salto alla spiaggia- disse Tamaki.

-         Spiaggia…mare? Stupendo, andiamoci!- disse Moyra raggiante- Forse è la volta buona che trovi la mia anima gemella!

-         Quella della cornamusa?- fece ironica Tamaki.

-         Già…chissà…- abbassò lo sguardo triste.

-         Qualcosa non va?- chiese Marina, avvicinandosi a lei.

-         No, no- scosse la testa- Bene, andiamo allora!

Tutte fecero cenno di sì.

 

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-         Mare, spiaggia e…calcio!- disse Kimura estraendo dal suo borsone, un pallone- Con questo, ci divertiremo un sacco- disse tutto allegro.

-         Wow, lo avevi nascosto proprio bene- disse Akatsuki- L’insegnante ci aveva raccomandato di non portare il pallone.

-         Sì, perché aveva paura che combinassimo qualche casino…ma staremo cauti, vedrai. E lei non si accorgerà di niente.

-         E da quando il calcio non è chiassoso?- disse Watabe, aggiustandosi i suoi occhiali.

-         Oh, non fare il solito menagramo Watabe- disse Kimura scocciato- Sarà come tornare ai vecchi tempi, eh Tetsuya?

Si aspettò una risposta, ma nessuno fiatò.

-         Tetsuya?- si girò per vedere il ragazzino.

-         Eh?- disse lui, quasi come svegliato.

-         Ehi, che ti prende Tetsuya? Non bastava Doremì, adesso anche tu?

-         Eh, eh…ero solo un po’ assorto…che stavate dicendo?

-         Oggi andiamo a giocare a calcio…- disse Kimura, indicando il pallone che aveva in mano.

-         Potremmo invitare anche qualcun altro a giocare, così sarà più divertente- propose Akatsuki.

-         Giusto, ho sentito che ci sono scolaresche in giro…magari riusciamo ad arruolarne qualcuno- disse Kimura- Che ne dici, Tetsuya?

-         Eh? Ah…sì, sì, buona idea…

-         Per caso c’è qualcosa che non va? Quando si tratta di calcio, sei sempre il primo a lanciarti…mentre adesso sembra che non t’interessi minimamente- disse Kimura deluso.

-         Un atteggiamento simile, si dice anche per uno che è innamorato…- disse Akatsuki, guardando Kotake.

-         Davvero? Allora, finalmente tu…- disse Kimura, con la bocca aperta dalla sorpresa.

-         No, non è così!- disse agitato Kotake.

-         Se non sbaglio anche tu ti comportavi così Kimura, quante tempo fa…- disse Yada, cercando di farlo stare zitto.

-         Già, era nel tempo in cui uscivi con Marina, o sbaglio?- disse Kotake, prendendo al volo l’opportunità per cambiare tema.

-         Eh!- arrossì e si alzò in piedi- Bando alle ciance, muoviamoci!

Kotake guardò Akatsuki, mentre l’altro ragazzino si limitò a sorridergli.

 

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-         Anche oggi, fiasco?- disse una voce.

Momoko alzò la testa e s’incontrò con il suo compagno di classe. Un ragazzino dai capelli castani e da ciocche bionde. I suoi occhi erano di un colore chiaro ed era di statura alta.

-         James…che ci fai qui?- disse mentre continuava il suo lavoro.

-         Sono venuto ad aiutarti, no?- si chinò come lei, per aiutarla a mettere via i palloni.

-         James…- disse con gli occhi commossi.

-         Sia chiaro che non volevo venire- disse subito- Mi ci ha costretto l’insegnante. Ha detto che in due avremmo fatto in fretta.

-         Ah…volevo dire che era strano…- disse Momoko sospirando- Comunque, ho già quasi finito.

-         Ho visto…sei veloce- disse lui, guardandosi intorno nello stanzino degli attrezzi.

Momoko diede uno sguardo veloce al ragazzino. Le venne in mente i ricordi di quando erano piccoli e non si potè trattenere dal farsi una risata.

-         Perché mi fissi e ridi?- disse lui offeso- Sono così buffo?

-         No, no…non è la tua faccia- disse lei, cercando di controllarsi- E’ che mi è venuto in mente un ricordo…

-         Quale?

-         Ricordi di quando stavamo gareggiando e sei inciampato, cadendo su un sacco di farina?- rise di nuovo- Eri così ricoperto di farina, che sembravi un fantasma.

-         Unf, non c’è niente da ridere- disse James, incrociando le braccia.

-         Scusami, è che eri così imbranato da piccolo…bastava che ti cadessero gli occhiali, per andare a sbattere contro un palo.

-         Beh, adesso non può più accadere, visto che non porto gli occhiali- s’indicò gli occhi.

-         Già, è vero. Adesso hai le lenti a contatto…ma in fondo, non cambia il fatto che senza di essi, brancoli nel buio.

-         Hai ragione, sono imbranato…- disse con una voce quasi sarcastica e diede una gomitata ad un sacco- Ops, che sbadato- finse una voce da stupito, mentre il sacco cadeva, facendo rotolare tutte le palline in tutto lo stanzino.

-         Ahhh, James!- disse Momoko disperata e guardando con sospetto il ragazzino, che fischiava tranquillamente- Non sei cambiato! Il solito dispettoso!

-         Io non ho fatto niente- disse con voce di innocente.

-         Unf, incominciò a credere che sia stato tu a sabotare i miei pasticcini- disse mentre si chinava per raccogliere le palline.

-         Come puoi dire questo!- disse arrabbiato.

-         Era solo una supposizione.

-         E io che…- strinse forte le mani-…ero così felice, del tuo ritorno…

-         Eh?- disse sorpresa Momoko, alzando lo sguardo- Io pensavo che non ti ero simpatica…

-         Il fatto che siamo avversari, non vuol dire che non ti trovo simpatica! E neanche che ti saboterei i dolci! Sono cambiato, rispetto al passato…- si voltò verso la porta- Ma forse tu sei diventata più arrogante, per accorgertene!

-         James…- si alzò in piedi, ma il ragazzino se n’era già andato-…e adesso quanto c’impiego a sistemare tutto?- disse sospirando e guardando il disordine- Poteva aiutarmi, prima di scappare via.

 

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-         Ehilà!- disse Moyra, con il sorriso sulle labbra, mentre salutava i ragazzi.

-         Voi qui?- disse sconcertato Kimura.

-         Già, abbiamo deciso di venire con voi.

-         Non se ne parla! Andatevene per conto vostro.

-         E’ un problema se veniamo?- chiese timidamente Marina, facendo zittire Kimura.

-         Non potete, perché noi andiamo a giocare a cal…- Kimura tappò subito la bocca a Watabe.

-         State tranquilli, non verremo a disturbarvi…- disse Maki- Noi andremo a nuotare un po’…

-         E a prendere un po’ di sole- Tamaki tirò fuori un paio di occhiali da sole.

-         In questo caso, meglio così…- disse Kimura sollevato.

Kotake che stava dietro a Kimura, guardò Doremì. I loro sguardi s’incrociarono, ma si voltarono subito.

Moyra e Akatsuki li guardarono, mentre gli altri continuavano a parlare, senza accorgersi di niente.

 

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-         Avete litigato?- chiese stupita Bessy.

-         No, non abbiamo litigato…- disse Momoko, mentre apriva il suo libro- Abbiamo solo parlato e poi lui se n’è andato via.

-         Allora era arrabbiato.

-         Ma se non gli ho fatto niente.

-         Gli avrai detto qualcosa.

-         Ho detto solo che era imbranato da bambino. Cosa c’è di strano? E poi lui, ha fatto cadere le palline da tennis. Così mi sono arrabbiata e gli ho detto che non è cambiato rispetto al passato- girò la matita, guidata dal tono della sua voce- Gli ho detto pure, che forse era lui il sabotatore…

-         Gli hai detto questo? Ci credo che era arrabbiato.

-         Ma scusa, non è quello che pensavi anche tu?

-         Sì, ma…- appoggiò il mento sulla mano- Ci ho riflettuto e mi sono ricordata di alcune cose…E da lì, ho capito che non poteva essere lui.

-         E da dove questa convinzione?

-         Mi ricordo che mi avevi raccontato di quella tua amica…come si chiamava?- disse riflettendo- Quella con quei buffi codini e quel viso così allegro…

-         Doremì?

-         Sì, leì…mi avevi raccontato di un compagno di classe che la tormentava con i suoi dispetti.

-         Sì, e allora?

-         Però mi hai fatto anche capire che, nonostante tutto erano buoni amici.

-         Sì…

-         Com’è che ancora non l’hai capito? Dovrei ormai aver imparato dalla tua amica Doremì. Molti ragazzini, preferiscono fare i dispetti, pur di non affrontare la questione.

-         Tu pensi che James…?

-         E’ molto probabile, dopo il tuo racconto.

-         Oh…immagino che dovrei parlargli.

-         Immagini bene.

 

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-         Trovato!- disse d’un tratto Majosakura.

Majorita piantò lo straccio sul pavimento e si precipitò dalla donna.

-         Cosa?- chiese ansiosa.

-         Il dolcetto che avevo comprato durante un viaggio- disse la donna vittoriosa ed esaminando il dolce- Mi chiedo se sia ancora commestibile…vuoi provare tu per prima?

Majorita abbassò il capo e strinse forte le mani.

-         Adesso basta!- sbattè le mani sul tavolo- Sono ore e ore che sono qui…e ancora niente! E lei mi fa prendere uno spavento per quel…quel…- guardò meglio il reperto- quel dolce ammuffito! Non lo mangerei neanche sotto tortura!

-         Peccato, non sai che ti perdi- e se lo inghiottì.

A Majorika per poco non veniva da vomitare, ma si trattenne.

-         Comunque sia, non hai da scaldarti tanto…ho già finito.

-         Che? (°_°)’- rimase stupefatta Majorika- E perché non me l’ha detto subito?

-         Perché finalmente stavi pulendo bene la casa- disse Majosakura, con un sorriso divertito.

-         Questa poi…- Majorika non aveva neanche la forza di arrabbiarsi, così si sedette sulla sedia e guardò la signora- Allora?

Majosakura fece cenno alle due donne di portarle il the.

-         Prendiamoci qualcosa di caldo…perché sarà un lungo racconto…

 

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-         Sapevo di trovarti qui…- disse Momoko, guardando un ragazzino seduto davanti ad una casetta.

-         E’ cominciato tutto qui, vero?

-         Sì- disse guardando la casetta- E’ lì che ho conosciuto la persona che mi ha insegnato a preparare i dolci.

-         E che ci ha fatto conoscere.

-         Mh…se non fosse stato per lei, non avrei conosciuto Bessy e tutti voi.

-         Sì, però poi tu…ti sei trasferita in Giappone.

-         Già…e devo dire che all’inizio non ero per niente contenta…ma poi- sorrise- ho incontrato delle persone fantastiche.

-         E’ un peccato che lei non ci sia più…sarebbe stato bello ritornare nella sua pasticceria, adesso che eri tornata.

Momoko sospirò. Ricordò quanto aveva dovuto lottare, per sconfiggere la sua tristezza dovuta dalla morte della donna.

-         Oh, scusa…non dovevo parlarne- disse il ragazzino, vedendo l’espressione triste di Momoko.

-         Non importa, James…adesso è tutto a posto- cercò di sorridere- Piuttosto mi dispiace a me, non ci vedevamo da così tanto tempo e io ti ho accusato ingiustamente.

-         Anch’io ho esagerato…- sorrise- Sai, quando sei tornata, ero contento perché avremmo potuto riprendere la nostra rivalità…ma poi hai iniziato a perdere colpi…come se d’improvviso non fossi più tu.

-         In effetti, anche Bessy me l’ha fatto notare. E non capisco perché…in fondo, mi comporto come sempre, però c’è sempre qualcosa che non va…Ho sempre quell’impressione che non dipenda da me…

-         Un altro rivale?

-         No, non credo- scosse la testa- Questa volta, è qualcosa di più…

 

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-         Yeah!- esclamarono Moyra e Doremì, mentre si buttavano in acqua insieme.

-         Aspettate- disse Maki seguendole- siete dei fulmini.

-         Oh, finalmente un po’ di relax…- disse Tamaki, sistemando l’asciugamano sulla sabbia e sistemandosi per prendere il sole, ma non fece in tempo a rilassarsi, che un getto d’acqua la investì- C-cosa?!

-         Scusa Tamaki- dissero le altre.

-         Grr, guardate prima dove schizzate!

-         Perché non ti tuffi anche tu?- chiese Doremì.

-         Perché è da bambini, giocare nell’acqua- disse con tono di superiorità e spostandosi con l’asciugamano.

-         Bambini…noi siamo dei bambini, Moyra?- chiese Doremì.

-         Boh, se bambini vuol dire fare i dispetti a Tamaki, allora sì (^-^)- disse con un sorrisino.

-         Mentre loro stanno in acqua, noi possiamo giocare- disse Kimura mentre sistemava il pallone sulla sabbia.

-         Bisogna delimitare la porta- disse Yada.

-         Quei due massi andranno bene- disse Watabe, indicando due oggetti.

Kotake nel frattempo stava guardando il mare, assorto nei suoi pensieri e Akatsuki gli si avvicinò.

-         Continuerai a guardarla da lontano, senza fare niente?- chiese d’improvviso Akatsuki.

-         Come?

-         E’ Doremì la persona di cui sei innamorato, no?

-         Non sono affari che ti riguardano- sbuffò e voltò lo sguardo.

-         Tu mi avevi chiesto se mi ero mai innamorato…- disse Akatsuki, catturando l’attenzione di Kotake- Ebbene, sì…e ne sono ancora innamorato. E anche se sarà più difficile, riuscirò a farla innamorare di nuovo di me.

-         Mh- fece una smorfia- Da dove ti viene questa sicurezza?

-         Dal fatto, che ancora adesso voi non avete fatto nessun progresso- disse sorridendogli.

-         Unf, sono sempre un passo davanti a te.

-         Dimentichi che io…so molte più cose su lei. Perché credi che siamo così in confidenza?

Si sentì un rumore. Kotake aveva tirato un calcio al masso che stava lì vicino.

-         Se pensi che questo mi crei qualche problema, ti sbagli. Non ho bisogno di sapere tutto di lei, per farmi voler bene…

-         Però non puoi negare, che ti crea qualche fastidio, eh?- insistette Akatsuki, con il suo solito sorriso.

-         Ehi, Tetsuya, Akatsuki! Venite, presto!- li chiamò da lontano Kimura.

-         Sai? Mi viene proprio ora in mente, che non abbiamo terminato la nostra sfida…ricordi, alla gita…- disse Akatsuki, mentre i due si avviavano a passo lento.

-         Già, ricordo perfettamente…sarebbe l’ideale riprendere adesso la nostra sfida.

-         Così si vedrebbe chi è il migliore di noi due.

I due si guardarono con aria di sfida.

 

Continua…

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Uh, sto per battere il record di capitoli di Secret of my heart (°_°)’ e il peggio è che la sospirata fine non mi è ancora apparsa all’orizzonte. Sooob!

Va beh…nel frattempo cercherò di continuare le altre fan fiction…

Eh, eh…credo di aver fatto un po’ di confusione con le parole in corsivo…i pensieri li scrivo in corsivo e i ricordi dentro le virgolette.

Ok, con questo è tutto…alla prossima!

By Ya-chan

   
 
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