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Autore: VigeeleBrune    24/05/2011    0 recensioni
Questa è una storia ambientata in un luogo non definito e in un tempo che richiama i nostri giorni. Mi sono ispirata a un sogno che feci quand ero piccola. Ero una bambina molto turbata e tormentata da incubi, ma questa storia mi piaceva. Non ho memoria precisa di questo sogno, ma decisi di svilupparne la base e scriverne un racconto sperando di allettare anche gli animi di altri lettori amanti del fantasy. In questa storia non ci sono Elfi, Nani o Fauni, ne si svolge in boschi fatati, ma sono presenti altre creature che sono sempre presenti nelle nostre menti: le nostre paure e il loro mondo.
"... I suoi occhi non sono visibili, un velo nero gli copre il volto ma io sento il suo sguardo penetrarmi fin nelle membra tanto da farmi cedere le ginocchia e non potermi sorreggere più. Se mai potessi vedere il suo viso, credo che ricorderebbe i petali di un fiore avvizzito che cresce nella neve d'inverno, il cui gambo, il suo corpo, è fragile e piegato, sorretto da un filo d'erba, anch'esso sopravvissuto appena al gelo."
Genere: Fantasy, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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 PROLOGO

<< ... I suoi occhi non sono visibili, un velo nero gli copre il volto ma io sento il suo sguardo penetrarmi fin nelle membra tanto da farmi cedere le ginocchia e non potermi sorreggere più. Se mai potessi vedere il suo viso, credo che ricorderebbe i petali di un fiore avvizzito che cresce nella neve d'inverno, il cui gambo, il suo corpo, è fragile e piegato, sorretto da un filo d'erba, anch'esso sopravvissuto appena al gelo.
Io cerco di sfuggire da questo “essere”, ma sembra avvicinarmisi sempre di più. Corro e corro ma le forze mi vengono a mancare e, cosa molto curiosa, vengo sempre affetta da un dolore lancinante al braccio sinistro, proprio dove ho il tatuaggio. Vedo il dragone ingrandirsi, nonostante sia impossibile che un tatuaggio possa cambiare dimensione, trasformando pure colore e forma. Questo diventa più articolato e decorato... mi stringo forte il braccio perchè ho paura e perchè fa male. Nel frattempo l'essere si avvicina sempre di più finché non mi raggiunge e si sente un urlo agghiacciante. Forse sono io stessa.
Qui tendo sempre a svegliarmi e il sogno termina. E' sempre lo stesso tutte le notti da quando ho memoria. Il tatuaggio l'ho sempre avuto, è una tradizione di famiglia, e tutte le notti mi sveglio in un bagno di sudore con la mano destra che stringe il braccio tanto da farmelo addormentare poiché impedisce la circolazione del sangue. Cosa mi consiglia dottoressa? ormai mi conosce... >> .La signorina Lamberti esitò un istante prima di rispondere. 

Ormai sono mesi che Ester frequenta lo studio della dottoressa ma non sembrerebbe essere migliorata la situazione.
Lei viene da una famiglia ricca di tradizioni, e avvolta anche da molto mistero. La dottoressa ha sempre domandato perchè dei genitori dovrebbero tatuare un dragone sul braccio di una docile bambina indifesa di soli 2 anni, rischiando di causarle dei danni irreversibili alla delicatissima pelle. Otteneva però risposte come "si vergogni, questo non le riguarda! pensi al suo lavoro e racconti qualcosa a nostra figlia affinché non si crucci troppo! Non c'è più discrezione neanche dallo psicologo.." Il che è alquanto bizzarro, poiché è proprio il mestiere di uno psicologo cercare di entrare nei meandri più oscuri e segreti delle persone perché queste possano essere aiutate. Peccato che la signorina non abbia mai voluto interferire troppo. 
Il lavoro da psicologa non era la sua vera vocazione, aveva preso una piccola laurea in un paesino di campagna per guadagnarsi da vivere. La sua vera passione erano i dolci, ma questa fu abbandonata quando decise di seguire il suo grande amore in una altrettanto grande città. 

<< Io credo, che tu debba solo riposare. Le vacanze estive sono ormai alle porte. Divertiti. Passi tutti i tuoi giorni concentrata sullo studio, lasciati andare e starai meglio. Adesso la seduta è finita e aspetto un altro paziente. Ci vediamo martedì prossimo? >>  

<< Mhh, capisco... credo che per martedì prossimo avrò da fare >> rispose schietta Ester. "Ma pensa te se devo spendere tutti 'sti soldi per sentirmi dire che devo dirvertirmi e rilassarmi. Buffona." Questo fu il suo primo pensiero che le balenò subito in testa. "Da questa non ci torno". 

Fuori dallo studio l'aspettavano delle sue amiche. Ester era solita frequentare con loro vecchi mercatini dell'usato situati in posti decisamente poco raccomandabili, ma non se ne preoccupava. Le piacevano il vintage e le cose vecchie, usate, che avessero una storia da raccontarle o un passato da scoprire.
Quel pomeriggio trovò un vecchio diario rilegato in pelle di camoscio chiuso da un legaccio coordinato con le pagine sbiadite. Poche parole erano ancora decifrabili e solo le prime pagine sembravano scritte.
Arrivata a casa lo lesse: narrava di una fanciulla vissuta in un epoca apparentemente ricca di povertà quanto di misteri. Difficile era risalire a un periodo storico preciso. Forse si trattava di una storia iniziata bene ma abbandonata poiché l'autore mancava di ispirazione.
Ester decise di continuare a scriverci e di farlo diventare il suo tesoro più prezioso, annotandoci tutte le cose che più la turbavano. Queste però erano pressocchè tutte uguali. Tutte avevano un fattore in comune: quel sogno.
  
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