Dozzine di
patate dolci, sbucciate, tagliate, bruciate occupano l’intero piano cucina,
accanto ad esse risiede assopito nella sua teglia il tacchino ripieno
carbonizzato ancora fumante, su muri verniciati di bianco miriadi di schizzi di
salsa di mirtilli. Il ragazzo, disperato si porta alla bocca un cucchiaio colmo di salsa per assaggiarla ma
repentinamente compare sul suo volto un’ espressione di disgusto, e subito anche
la salsa prende posto sul piano cucino accanto a tutte le altre vittime della
battaglia che il dottor Reid sta combattendo, la cena per il ringraziamento. Il
ragazzo si guarda attorno con aria avvilita: Sono le 18:30 e la sua cena per il
ringraziamento è un disastro, l’unica cosa commestibile sarebbe stata la torta
di zucca che aveva prenotato in pasticceria, se solo non si fosse dimenticato
di ritirarla. Scuotendo la testa afferra il telefono e compone in tutta fretta
un numero.
“Ehi Spence, cosa c’è?” trilla la voce dall’altro capo del
telefono.
“JJ è ancora
valida la tua offerta?” azzarda il giovane
“Certo! Tra
mezz’ora sarò da te con la cena! Sapevo che avresti avuto bisogno di me!”
esulta trionfante la bionda
“Grazie!” le
risponde il giovane, tranquillizzato.
Sono le
18:30, Clelia è seduta sul bordo del letto, avvolta nel suo accappatoio. Sta fissando
le valigie aperte davanti a lei, una morsa le attanaglia lo stomaco, sta per
lasciare tutto. Si trova sul ciglio di
un precipizio, sa che se salterà per lei sarà la fine, e potrebbe evitarlo se
solo facesse un piccolo passo indietro, ma invece decide di saltare. Sa che se
tornerà in Italia, perderà tutto quello che ha trovato in America. Questa nazione
che finalmente le ha fatto riscoprire il piacere di vivere, le ha fatto
riscoprire delle sensazioni che da anni non provava più, il dolore, la
felicità, l’amicizia, In meno di una settimana ha vissuto quasi un’intera vita,
ma una volta salita sul aereo dovrà dire addio a tutto questo. È consapevole di
stare per compiere quello che forse, sarà il più grande errore della sua vita,
eppure decide di non tornare indietro. Strofinandosi gli occhi pieni di lacrime
e scuotendo la testa si dirige a passo svelto verso le valige, oggi è il 25
novembre,in America si festeggia il Ringraziamento, e lei deve andare a cena a
casa del suo collega Reid. Reid. Pensare a lui le provoca un’altra fitta allo
stomaco, questa volta più forte. Sta per lasciare anche lui. Lui che le ha
salvato la vita, i suoi occhi che hanno più volte sciolto il ghiaccio intorno
al suo cuore, le sue braccia che l’hanno sorretta quando non ce la faceva ad
andare avanti. Non riesce ha capire come possa provare una cosa simile per un
uomo che conosce da meno di una settimana e che per di più non le era nemmeno
simpatico all’inizio. Sospirando rumorosamente, apre la valigia, incerta su
cosa indossare, non avrebbe mai sospettato
di essere invitata a cena, quindi di dover portare un abito elegante.
Mentre con le mani si fa largo tra i vestiti, qualcosa le cattura la vista.
Nascosto sotto il monte di abiti, timidamente poggiato sul fondo della valigia vi
è un elegante vestito nero. Estrae il vestito: è nero, senza spalline e
leggermente svasato alla fine, è perfetto,
anche se odia indossare vestiti, lo indossa velocemente, con un sorriso
stampato sul pallido viso, pensando ce forse sia stato il Destino a metterglielo
in valigia. Vi abbina un golfino rosso come i suoi indomabili ricci, indossa le
scarpe e sempre sorridendo si avvia verso casa del suo collega felice, se pur
con il cuore pesante.
È davanti ad
un edificio con l’intonaco grigio, da alcune finestre traspare la vita delle
persone al suo interno. L’attenzione della ragazza viene catturata dal leggero
bagliore che si intravede nella finestra al terzo piano, l’appartamento del suo
collega. Trattenendo il respiro suona il campanello e la voce del ragazzo,
smorzata dall’imbarazzo ma colorata dal entusiasmo risponde: “Si?”
“Reid, sono
Clelia.” Risponde tutto di un fiato la ragazza, riprendendo finalmente a
respirare. Il portone davanti a lei si apre, e a passo incerto si dirige verso
le scale. Ha di nuovo quella sensazione che le attanaglia lo stomaco, quella
sensazione che ormai sentirla le è diventato un piacere. Sale ritmicamente le scale, arrivata ormai al
terzo piano, vede, appoggiato allo stipite della porta, Spencer che la guarda
sorridendo. Appena i loro sguardi si incrociano le guance di entrambi
cominciano ad arrossire.
“Bè buona
Festa del Ringraziamento!” esclama la ragazza aprendo le braccia sorridendo,
cercando di smorzare la tensione.
“Oh anche a
te!” risponde il ragazzo ricambiando il sorriso e ridestandosi dopo la visione
della ragazza, ancora più bella del solito. “Prego entra!” le dice poi
facendole un cenno con la mano. La ragazza a passo lento attraversa la soglia
della porta, entrando nel piccolo appartamento del ragazzo: davanti a lei
compare un enorme libreria straripante di enormi tomi, vi sono libri ovunque,
sul piccolo mobile del salotto, sulla poltrona e persino a terra, e Sul piccolo
tavolino posto ai piedi della poltrona risiede una scacchiera aperta. La ragazza
continua a guardarsi attorno, curiosando nel piccolo salotto del ragazzo,
mentre lui è tornato in cucina.
“Sai Reid,
dovresti leggere di più!” dice sarcastica la ragazza afferrando con aria
disgustata un saggio di mille pagine.
“Bè sai come
si dice, “Un uomo che legge ne vale due” “ risponde ridacchiando il ragazzo
dall’altra stanza.
“Allora tu
ne vali almeno quindici!” risponde la ragazza, per poi continuare “Perché compri
tutti questi libri se tanto ricordi tutto quello che leggi?”
“Hai
ragione, ma mi piace tenerli e rileggerli!” risponde entrando nella stanza con
il vassoio di patate dolci. L’attenzione della ragazza si era intanto spostata
su un’altra cosa, la collezione di Cd di musica classica del ragazzo.
“Oh mio Dio,
tu ascolti questa roba?”esclama, con aria leggermente inorridita.
“Si, perché tu
no?” risponde il ragazzo avvicinandosi a lei.
“Certo! Quando
ho l’insonnia!”
“Bè se
adesso hai finito di criticarmi, possiamo mangiare!” le dice il ragazzo
sorridendole.
“Non hai
cucinato tu vero, Reid?” domanda la ragazza sedendosi.
“Certo che
ho cucinato io!” cerca di mentire il ragazzo.
“Si certo!”
gli risponde lei ancora una volta sarcastica.
“Credimi!”
esclama lui ridacchiando, per poi proseguire, cambiando argomento “Comunque
chiamami Spencer!”
“D’accordo,
Spencer, tu chiamami Clelia! Come hai sempre fatto d’altronde!”dice la rossa
addentando un pezzo di tacchino.
“Cercavo
solo di essere amichevole!” si giustifica il ragazzo, “malgrado tu non fossi il
massimo della simpatia!” la provoca il ragazzo.
“Se è per
questo, neanche tu mi eri molto simpatico, anzi non lo sei neanche ora!”risponde
la ragazza mentendo e sorridendo.
“La penso
come te!”dice ridacchiando il ragazzo, seguito dalle risate della rossa. Dopo
un attimo di silenzio, Reid si fa serio e si rivolge a Clelia:
“Ti fa molto
male?” indicando la ferita al braccio e lividi marchiati sul volto della
ragazza.
“No, tranquillo.
Non fanno molto male. E a te?” chiede dolcemente la ragazza
“ Neanche a
me, ma credo che mi resterà la cicatrice!” risponde il ragazzo arrossendo e
abbassando lo sguardo.
“Ah
tranquillo, le donne adorano le cicatrici!” scherza Clelia, per poi tornare
seria “Spencer grazie veramente! Senza di te non sarei mai riuscita viva da
quella cantina, ti devo la vita!”
“Scherzi? Sei
tu che ti sei presa il proiettile al posto mio, sono io che devo ringraziarti!”.
Tra i due ricade di nuovo il silenzio, si sentono solo i rumori ferrosi delle
forchette che battono sui piatti.
“A che ora è
il volo domani?” chiede Spencer con la
voce leggermente rotta
“Alle nove!”
risponde secca la ragazza, cercando di non pensare a quanto sia vicino quel
orario.
“Ti serve un
passaggio per l’aeroporto?” chiede tutto d’un fiato
“No,
tranquillo. Andrò in taxi!” .
“Ok” si
limita a rispondere, con la voglia di dirle, anzi di urlarle di non partire. Di
restare lì con lui! ma sarebbe troppo irrazionale, come è del resto provare
quello che prova lui per una donna che conosce da così poco, e che non vorrebbe
perdere.
“Comunque,
non è così tanto male la vostra cucina!” cerca di cambiare discorso Clelia,
afferrando un’altra patata.
“Mi fa
piacere che ti piaccia!” risponde quasi entusiasta il ragazzo.
“Anche se la
cucina italiana non ha rivali. Dovresti venire a trovarmi!” dice poi la ragazza,
facendo una piccola parte, per poi riprendere, “si, devi venire da me in Italia
quest’estate!”
“Se il
lavoro me lo permetterà, verrò di sicuro!” risponde il ragazzo.
La cena
continua tra discorsi di vario genere, risate, battute, aneddoti di vita, fin
quando l’orologio batte la mezzanotte.
“Oh mio Dio
è tardissimo!”esclama la ragazza guardando l’orologio. “Devo andare!” mentre fa
per alzarsi.
“C-certo! Ti accompagno alla porta” bofonchia il ragazzo. Arrivati
ala porta i due restano a fissarsi, inaspettatamente il primo a parlare è Reid:
“Allora
questo è un addio!”
“Dipende da
te. Vuoi che sia un addio?” domanda la ragazza fissando i grandi occhi del
giovane.
“Io no, e
tu?” risponde sommessamente il giovane, diventato rosso con al solito.
“No” tra i due cala di nuovo il sipario del
silenzio, fin quando prende la parola Clelia:
“Spencer
vorrei darti una cosa” gli dice aprendo la chiusura del braccialetto che tiene
al polso, e legandolo intorno a quello esile del ragazzo, una fine catenella d’argento
con il ciondolo di un TAO “é l’unica cosa che mi resta di mia madre. Vorrei che
l’avessi tu, così ti ricorderai di me. Tu sei lo Yang il principio positivo, il
bianco, e hai portato la luce nella mia oscurità”
“Ma Clelia,
io non posso accettarlo” dice il ragazzo emozionato
“Allora,
prendilo come una garanzia! Così per restituirmelo dovrai venire da me!” dice
la ragazza con gli occhi lucidi, alzandosi sulle punte per posare un leggero
bacio sul angolo della bocca del ragazzo, prima di uscire dall’appartamento.
Ciao
a tuttii!!! Lo so, sono imperdonabile, scusate il
ritardo!!! Ma purtroppo ho avuto il computer rotto! Comunque, che ve ne pare di
questo ultimo capitolo?? A me non convince molto e a voi?? Ma forse è
solo il mio dannato pessimismo e la mia stramaledetta criticità che mi fa
vedere questo cap così disgustoso… aspetto impaziente i vostri pareri! E vorrei
sapere da tutti quelli che mi hanno seguito cosa ne pensate di questa storia
ormai giunta al termine. Ma state
tranquilli, ho già pronto il seguito, lo pubblicherò la settimana prossima, e
mi aspetto di rincontrarvi tutti!! Concludo mandando un enorme bacio a tutti
quelli che mi hanno fatto sempre sapere cose ne pensavano, grazie mille senza
di voi, non ce l’avrei mai fatta!!! Davvero grazie con tutto il cuore. E poi un
grazie alla mia adorata Martina che mi ha sempre spronato ad andare avanti e a
credere in me stessa!! Ti voglio bene!
adesso concludo veramente, mando un bacio a tutti, e vi aspetto alla
prossima storia!