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Autore: nausicaa black    24/05/2011    4 recensioni
“Perchè mi segui?”, le chiese, senza toglierle la bacchetta di dosso. “Perchè sei Sirius Black”, rispose quella, una voce roca. Sentir pronunciare il suo nome, gli causò un brivido strano. La sua mente gli urlava 'PERICOLO', eppure una sensazione alla bocca dello stomaco destò maggiormente la sua curiosità. “Che cosa vuoi?”, le chiese scorbutico, infastidito dai suoi sentimenti contrastanti. “Voglio te”, rispose ella, tranquilla.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Buio e luce









Era appena uscito dalla casa dei Potter a Godric's Hollow. Quella era stata la sua ultima visita, prima che fosse designato l'Incanto Fidelius sopra l'abitazione. Avevano relegato Peter a Custode Segreto, nonostante non fosse proprio quello col legame più stretto a James, ma comunque era l'unico meno sospettabile. Sirius sapeva benissimo che Voldemort li stava cercando e quella era la sola soluzione possibile.
Avevano cenato, Lily aveva preparato il polpettone di carne e uova che loro adoravano, si era intrattenuto a giocare col suo figlioccio Harry e dopo diversi bicchierini di Whiskey Incendiario, li aveva salutati, con la speranza di poterli rivedere prestissimo.
Gli si era ristretto il cuore guardando gli occhi del suo migliore amico James nel salutarlo prima che si abbracciassero forte, a lungo. Lily non lasciava trasparire emozioni, ma venne tradita dall'offuscarsi del suo sguardo in un luccichio impercettibile.
Camminava per il piccolo paesino, patria del fondatore della sua Casata, immerso nei pensieri, tra dubbi e speranze, timore e fiducia. Ancora una volta, nella sua vita, la luce e il buio facevano lotta libera nelle sue sensazioni.
Fu per quello che non si accorse subito di essere seguito.
Dietro di lui, una figura incappucciata percorreva i suoi stessi passi, a debita distanza. Uno scricchiolio lo fece destare dalla sua introspezione. Si girò, notando la figura. Tirò fuori la bacchetta, sospetto. Aveva imparato a non fidarsi, in quei tempi oscuri.
“Non muoverti”, disse allo sconosciuto, che si fermò, alzando le mani. Non lo vedeva in volto, ma quando aprì le braccia, notò un vestito di velluto verde, riccamente ricamato da ghirigori argentei. Era una donna.
“Fatti vedere”, ordinò a quella figura sinistra.
Il cappuccio del mantello cadde giù, rivelando un volto pallido, delle labbra sottili, le narici allargate, nervose. Aveva serrato la mascella, gli zigomi erano tesi, attenti. I capelli, incastrati sotto al mantello, pareva fossero lunghi e neri, leggermente mossi.
“Perchè mi segui?”, le chiese, senza toglierle la bacchetta di dosso.
“Perchè sei Sirius Black”, rispose quella, una voce roca. Sentir pronunciare il suo nome, gli causò un brivido strano. La sua mente gli urlava 'PERICOLO', eppure una sensazione alla bocca dello stomaco destò maggiormente la sua curiosità.
“Che cosa vuoi?”, le chiese scorbutico, infastidito dai suoi sentimenti contrastanti.
“Voglio te”, rispose ella, tranquilla.
“Sei impazzita? Neanche ti conosco...”, la guardò meglio, sempre sull'attenti. Non aveva nulla di familiare. E inoltre, tutto poteva sembrargli, tranne una con cui volesse avere a che fare. Era certo fosse un imbroglio, forse era stata mandata da Voldemort per estorcergli notizie sui Potter.
“E' proprio come pensi”, le disse ancora la sconosciuta, leggendo tra i suoi pensieri.
“Non so cosa mi trattenga dall'ucciderti all'istante”, riflettè Sirius ad altra voce, per non permetterle di entrare nuovamente nella sua testa.
“Non so cosa trattenga me dal saltarti addosso immediatamente. Forse se abbassassi la bacchetta, scopriresti che in fondo non sono quello che credi. Non del tutto, almeno”. Il tono calmo e leggermente suadente lo fece tentennare. Di abbassare la sua unica arma non se ne parlava. Decise di avvicinarsi un po' di più, per guardare da vicino quegli occhi che al buio parevano brillare come le stelle nel cielo. Era una luce che non si trovava comunemente negli occhi del nemico. Una luce che gli infuse, per un istante, fiducia.
Cautamente, fece qualche passo avanti, osservandola ancora. Arrivò a un metro da lei, ora la sua bacchetta era a pochi palmi dal collo delicato della donna.
“Sei una Dusten?”, gli chiese accennando al ciondolo che ella portava al collo. Era un pendente circolare, con una D intrecciata di fiori di sambuco. La donna annuì.
“Sei una Mangiamorte!”, esclamò sicuro, afferrando con più forza la bacchetta.
“Lo sono. Ma non sono qui per farti del male. Avrei potuto colpirti alle spalle già da un po'”, rispose tranquilla.
“E allora cosa vuoi?”, le chiese Sirius, con tono stizzito.
“Te l'ho già detto: voglio te”, questa volte la sua voce era un sussurro “non farti ingannare. Il fatto che porti la collana di famiglia e che sia una Mangiamorte non implica che io condivida tutti i loro ideali. Non credi che potrei mentire? Sono una Legilimens dalla nascita, come avrai potuto notare”.
Sirius non potè fare a meno di convenire quanto avesse ragione. Solo chi nasceva con quella dote naturale poteva infiltrarsi nei pensieri degli altri senza causare disturbi dolorosi.
“Dimostrami che non sei come loro”, le disse in tono di sfida.
La donna sembrava stupita da quella proposta. Con un gesto lento infilò la mano nelle tasche del mantello. Egli credette stesse prendendo la bacchetta e si preparò a combattere. Ma ella tirò fuori un pugno chiuso, alzando il braccio all'altezza del viso di Sirius. Aprì il palmo, scoprendo un anello a lui familiare.
Egli lo prese con cautela. Era l'anello dei Black. Il suo anello. Controllò l'interno, c'era il suo nome.
“Ma dove l'hai preso? Io l'avevo...”
“Buttato giù dalla Torre di Astronomia, al sesto anno”, concluse lei la frase “ero nel parco e ti ho visto. L'ho raccolto”.
“Eri anche tu ad Hogwarts? Non mi ricordo di te” le confessò, rendendosi conto, dalla di lei espressione, di averla colpita.
“Tu non mi hai mai guardata in faccia. Vedevi solo la mia divisa Serpeverde. Ma io ti guardavo ogni giorno, speravo che i tuoi occhi un giorno si sarebbero scontrati coi miei, ma in sette lunghi anni non è mai successo. Ho lottato con tua cugina Bellatrix perchè mi venisse incaricato di seguirti. Lei ti avrebbe ucciso subito dopo aver scoperto dove abitano i Potter”.
“Quindi ti devo la vita?”, la schernì, confuso. Era una situazione paradossale. Pensò a sua cugina, sarebbe stato meglio vedersela con lei una volta per tutte che avere a che fare con quella strana donna.
“Parliamo da diversi minuti, non ti interessa nemmeno sapere come mi chiamo?”, gli porse una mano affusolata, la pelle liscia e candida, le unghie curate “Morganne”, e gli sorrise per la prima volta. Un sorriso spontaneo, non beffardo, non un ghigno malefico, né tantomeno una smorfia da Mangiamorte.
Osservò quelle dita per un momento. Poi decise irrazionalmente di allacciarvi le sue.
“Così va meglio. Potresti abbassare la bacchetta? Sai, mi sento leggermente minacciata”, provò a scherzare lei, sorridendo ancora di più senza traccia di doppigiochi dipinti tra le labbra.
“Questo non significa che mi fidi, Morganne”, precisò Sirius, stringendole più forte la mano e guardandola negli occhi spingendola a sé “sarai anche una Legilimens di nascita, ma io so riconoscere benissimo e senza trucchi quando mi si prende in giro”. Si era avvicinato al suo viso, tra le labbra aveva un'espressione dura e sospettosa, ma era estremamente eccitato da quel contatto e dai loro respiri.
“E' un'altra sfida, Sirius Black? Perchè se non l'hai notato, la prima l'hai persa”, lo schernì appena, accennando all'anello che l'uomo aveva ancora nell'altra mano. Morganne manteneva tranquilla il contatto visivo con lui, senza battere ciglio.
“E' una constatazione, a voler essere precisi”, le disse, osservandole le labbra.
“Io ti conosco più di quanto tu possa immaginare. So che non li tradiresti mai e sarei folle a provare a convincerti. Sono solo una povera sciocca che si è innamorata della persona sbagliata. Ma non sei proprio tu quello che crede che il mondo è buio e luce?”, si scostò dalla sua bocca, per avvicinarsi al suo orecchio destro “non l'hai ancora capito che sei tu, la mia luce?”.










Angolo Autrice

Questa storia è un Missing Moment della mia prima Long, Principessa del Vento, partecipante al contest The Lover With No Home indetto da ClaireTheSnitch sul forum di EFP.
Chi ha letto Principessa del Vento, sa che fine ha fatto Morganne, chi non l'avesse fatto, bè ho intenzione di scrivere tutta la loro storia, quindi credo che questa diventerà una raccolta.

Spero di non essere caduta nel più eclatante Marysuismoi che dilaga sulle Sirius/Nuovo Personaggio, ma se l'ho fatto, per favore, sentitevi libere di insultarmi selvaggiamente/buttarmi a terra/far crollare la mia totale autostima/rovinare completamente il mio immenso amore per il personaggio che ho creato.
Un grazie particolare a Desdemona Malfoy che ha avuto l'idea principale, molto tempo fa e che ha scritto per me il pezzo da cui è ispirata questa shot.
Ovviamente, ringrazio anche voi che avete letto.
Vi abbraccio.
nausicaa black
   
 
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