Film > Sherlock Holmes
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Autore: Ziggie    25/05/2011    2 recensioni
Erano le cinque di pomeriggio e Sherlock Holmes, assorto nei suoi pensieri, degustava il suo tè e osservava l’atmosfera grigia e plumbea della città che tanto amava: Londra.
Erano giorni che non gli capitavano tra le mani casi in grado di impegnarlo completamente, ultimamente quelli proposti erano truffe, frodi assicurative e lui aveva la stessa espressione di un bambino a cui viene tolto il suo giocattolo preferito.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4: Le ipotesi sono fondate
 

 
“E’ un errore confondere la stranezza con il mistero. Il delitto più banale è spesso il più misterioso poiché non presenta caratteristiche nuove o particolari da cui si possono trarre delle deduzioni.”
                                                                                                   
                                                                                                   - Sherlock Holmes in “Uno studio in Rosso”-
 
La nebbia faceva compagnia a quel freddo pomeriggio londinese, anche per quel giorno le fabbriche avevano smesso di emettere fumi e gli operai sporchi di olio, fuliggine, grasso e soprattutto stanchi, tornavano verso casa.
Watson camminava a passo svelto sempre aiutato dal suo fedele bastone, facendosi largo tra la folla; aveva un’ottima notizia da riferire, era euforico. Aveva trovato una risposta ad una delle domande che Holmes gli aveva posto, non gli importava se l’amico era già arrivato ad una soluzione, non gli importava se avrebbe accolto la notizia come un dato di fatto, ciò che importava era quel piccolo tassello che possedeva: una svolta per le indagini.
- Holmes – esclamò a gran voce salendo le scale che portavano alla camera del detective, entrando senza bussare nel suo alloggio. – Watson,  dalla sua espressione sembra che lei abbia vinto una grossa somma o che abbia ricevuto un’ottima notizia, quale delle mie due affermazioni è esatta?- chiese con un sorriso, senza alzarsi dalla sua amata poltrona.
Il dottore scosse il capo – in parte la seconda amico mio, ho una notizia che fa al caso nostro -.
- La prego allora, che aspetta ad introdurla?-.
- Mi trovavo al mio gabinetto pubblico per le solite visite, quando mi sono venute in mente le sue domande aperte di ieri. Tra noi medici, c’è una persona che ha la fama di essere un noto intenditore d’arte nonché collezionista, si chiama Edgar Collins, ed era presente al congresso a cui ho partecipato il giorno che è avvenuto il furto al museo - spiegò.
Holmes si grattò il mento pensando – un alibi perfetto in caso di indagine- mormorò quasi tra sé
– Sa che significa tutto questo Watson?- chiese poi tranquillo.
- Che si aggiunge un altro tassello necessario per risolvere il caso?-.
- No, che la notizia che mi ha appena fornito è addirittura il tassello per concludere il caso -.
- Sta dicendo sul serio?- chiese alquanto sbigottito il medico, solo il giorno prima erano rimasti fermi ad un enorme punto interrogativo.
- Elementare Watson, sono o non sono l’investigatore-consulente più in gamba di tutta Londra?- esclamò con un sorrisetto beffardo, alzandosi dalla poltrona e andando a prendere in mezzo al guazzabuglio di scartoffie, che c’era sul tavolo, un fascicolo. – Guardi sotto la lettera M - consigliò, porgendolo al medico.
Era un fascicolo di medie dimensioni, rilegato in pelle, che racchiudeva tutte le notizie necessarie riguardanti casi di poco conto che vedevano coinvolte le persone benestanti della Londra vittoriana.
- McKeaton? – chiese mentre sfogliava le pagine, Holmes ghignò – legga dottore e mi dica che conclusioni riesce a trarre -.
“Sir Jacob McKeaton, noto intenditore d’arte nonché una delle figure di maggior rilievo della camera dei lord, perde metà dei suoi averi per debiti di gioco, parte della sua collezione viene ritirata dall’amico e socio in affari Edgar Collins, noto medico, che lo aiuta ad uscire da quel periodo nero. Tra i quadri comprati spiccano opere preraffaellite degli artisti Millais e Rossetti” Watson rilesse il trafiletto per diverse volte prima di richiudere il fascicolo – mi faccia capire Holmes, una volta presi i soldi necessari per estinguere i debiti, che bisogno aveva McKeaton di servirsi del falsario, compierne l’omicidio e attuare il piano per rubare il quadro, che a detta sua era un falso?-
- Semplicemente perché il lupo perde il pelo, ma non il vizio e ne è un esempio anche lei, amico mio -.
- Io scommettevo solo in via straordinaria - bofonchiò il dottore, colto sul vivo, si ricordava benissimo la scommessa mancata riguardante un articolo letto su un giornale e scritto dallo stesso Holmes, e si ricordava benissimo la brutta figura che ci aveva fatto pochi giorni dopo che si erano stabiliti lì, al 221 B di Baker Street, quando si iniziava a parlare del caso dello Studio in Rosso.
- Oh! Non lo metto in dubbio- ci tenne a precisare con un sorriso – ma come ben sa il gioco d’azzardo è una piaga che non si prosciuga mai, più si ha pecunia, più se ne vuole, è un giro vizioso a discapito del maggior offerente-.
Annuì, come al solito Holmes aveva ragione – le ricordo che ha risposto in parte alla mia domanda di prima - fece notare.
- Quando ha ragione, ha ragione, le espongo in linea di massima i fatti, ma non si adagi troppo sugli allori, sa che è mia abitudine sentir dire la dinamica del reato dai cosiddetti imputati -.
- Come sempre del resto, no?- esclamò retorico il medico, sorridendogli.
- Come ha letto, caro dottore, McKeaton era un assiduo giocatore d’azzardo; caduto in disgrazia e coperto di debiti, si è rivolto all’amico e socio in affari Edgar Collins, che ha comprato metà dei suoi averi e lo ha aiutato a saldare il debito. Ma i quadri dei preraffaelliti fanno gola a qualsiasi collezionista, soprattutto ora che dominano la scena artistica inglese, ed è per questo che hanno chiesto aiuto al più noto falsario di Inghilterra, per copiare il quadro dell’Ofelia, in modo tale che McKeaton avrebbe prestato il falso al museo, come garanzia per saldare l’ultima parte di debiti che  aveva ancora in sospeso in quest’ultimo periodo. Si sono serviti quindi di due massoni, il falsario e il custode del museo, appunto perché le loro leggi sono anticlericali e i componenti della loggia sono senza scrupoli. Ora, nessuno eccetto noi sa dell’omicidio, il tutto è passato come un semplice furto, quindi l’assicurazione è costretta a pagare i danni, come il nobile voleva -.
- Come ha intenzione di agire Holmes? – chiese Watson preso dalla tesi del collega.
- Ho coinvolto Lestrade, a quest’ora dovrebbe aver già ammanettato mister Dawson e, se lo conosco bene, ci allieterà della sua compagnia tra pochi minuti – esclamò guardando l’orologio e proprio in quel mentre la porta della sua stanza si aprì – Tempismo impeccabile, Lestrade, tenga pronte le manette, andiamo a salvare un pezzo di storia dell’arte -. 
  
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