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Autore: Ombra di fumo    25/05/2011    0 recensioni
Racconto basato sulle vite di cinque ragazzi berlinesi.
-Introduzione-
Blake,Hunter
(primo scritto su EFP. Ansia)
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Introduzione 

 



"Troneggio nell'azzurro quale Sfinge incompresa, unisco un cuore di neve alla bianchezza dei cigni, odio il movimento che scompone le linee e mai piango, mai rido."

                                                                                                                                               Charles Baudelaire
"La Bellezza"

 

 

                                                                                   

    ***

Nonostante il rapido adattamento a tutto il resto proprio non riusciva ad abituarsi a quel nuovo tipo di tabacco.
«Ti dico che è troppo amaro».
La stanza sul retro odorava d'olio di semi e la lavatrice continuava a non funzionare nonostante il padrone del Fish Eye avesse più volte promesso di farla riparare. Era li che viveva ed era li che lavorava. Si trattava di un piccolo locale poco distante dal Parochial-Friedhof Park, all'incrocio tra Frankfurter Allee e Warshauer Str., aperto dalle sette di sera sino a mezzanotte inoltrata. Li Blake serviva birra ai tavoli per il misero salario di 800 dollari al mese ed in cambio il signor Sishman gli concesse di starsene nello sconfortante scantinato. Probabilmente non avrebbe dimostrato tanta comprensione se solo non fosse stato inutilizzato da più di trent'anni.
«Amaro? A me non sembra così amaro...»
«Ti dico che è amaro»
«Le solite menate»
Poco distante, svaccato sul divano a molle se ne stava Hunter, con tanto di chitarra alla mano. Così le sue giornate passavano lente e spente tra otto ore di duro lavoro e pomeriggi di “riposo” accompagnati dall'improvvisata rock del consanguineo così giovane e così tremendamente diverso. Tra i due era Blake a ricoprire il ruolo del maggiore e, sempre tra i due, era lui quello pacato e nevrotico. La signora Beumer ha sempre sostenuto che per descrivere i propri figli bastasse mostrare ai più curiosi la fotografia appesa al muro della cucina: un ritaglio di giornale risalente al 1995. Sulla pagina ingiallita dal tempo erano stampate le figure di una magre premurosa, di un figlio biondo e fradicio aggrappato al suo collo e di un ragazzetto più grande dall'aria ancora seccata per aver dovuto soccorrere il più sconsiderato tuffandosi in mare in pieno inverno.
“Voleva solo toccare la sirena” recitava il quotidiano.
In realtà, Blake conosceva alla perfezione ciò che muoveva principalmente il fratello, tanto da sapere che era ben altro ciò che della sirena voleva toccare.
“Me ne farò mandare altro da Tivoli».
Ed era proprio li che volava il proprio pensiero ogni volta che fissava l'altro, tanto che il tabacco divenne in meno di pochi secondi il male minore. L'uno identico al padre e l'altro identico alla madre, tanto che entrambi fissandosi finivano per ricordarsi reciprocamente il pessimo caffè annacquato del mattino e la grande giostra dei cavalli di Tivoli. Era erano cresciuti, tra l'ottovolante e la bancarella del tiro a segno. Una miseria per vivere ed una famiglia forse più unita del dovuto, nonostante i litigi occasionali e le lamentele continue di entrambi i genitori. Il giorno della partenza avevano reciprocamente ventinove e venticinque anni, ma la nostalgia di casa continuava a nuocere ad entrambi come se fossero ancora due bambini. Rispetto Tivoli, Berlino era decisamente troppo grande e troppo affollata. Ma le persone, che vestivano tutte in modo così strano, erano rispettivamente stranieri e studenti in trasferta così che, in un certo senso, ci si trovava sempre in sintonia essendo accomunati tutti sotto il grado di “ospiti”. Li la vita aveva inizio alle dieci del mattino con l'apertura dei vari negozi e già a quell'ora si poteva sentire lungo tutte le vie principali un piacevole odore di pasta appena sfornata proveniente dai locali già pronti per fornire ai passant un perfetto brunch in tutta regola. Il più delle volte si finiva col vivere la giornata pensando che, dopotutto, Berlino non era poi così male, ma poi ogni fine del mese ( data coincidente con l'arrivo dello stipendio ) i conti non tornavano e si era costretti a vivere di stenti e sacrifici.
Ma dopotutto, non era certo quello il motivo per il quale entrambi salirono su quell'aereo.
C'era molto di più alla base di una tale decisione, perché a smuoverli sino all'aeroporto più vicino erano stati l'affetto, il rispetto e la forza di non dimenticare.

  
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