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Autore: reggina    25/05/2011    5 recensioni
Se la morte di Anthony fosse stato solo l'ennesimo tranello di Iriza, complice la zia Elroy, nei riguardi della dolce Candy? Se il ragazzo, ignaro di ciò, fosse sopravvissuto alla caduta da cavallo, perdendo però i ricordi del suo passato? La vita della giovane sarebbe stata diversa?
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony Brown, Candice White Andrew (Candy)
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Sulla tomba della mamma” Dammi o rosa la porpora

Onde sulla tua spina

Tinge i tuoi mille petali

La rorida mattina

Dammi o bel fiore la morbida

Testura di tue foglie

Dammi la molle ambrosia che nel tuo sen s’accoglie

I doni onde si prodiga

La man di Dio ti veste

Bastano appena a piangere la tua beltà celeste

… Bella così, bella d’amore

Anche ai miei sguardi incognita pareva

Ma non al core.

Tal non apparve al tenero riso materno un giorno

Non quando il lieve e placido sonno, talor sopita

Sognò presaga il gaudio della seconda vita.

Sol così bella un occhio mortale la vide il mio

E la vedranno gli angeli nel dì che torni a Dio

… (“Rosa Gallica” Francesco D’Onario”

Un formicolio che, solleticando la mano destra, si era protratto su tutto il braccio destò Candy.

Ci mise un bel po’ per familiarizzare con la nuova condizione che le aveva regalato quella notte: ricordando le paure di Anthony si chiese se avesse davvero messo le spine, poi convenne che una rosa senza spine è un fiore a metà.

Strinse i lembi della rozza coperta in Juta sotto la quale si erano amati e cercò l’amante per riscaldarsi al contatto del corpo con il quale era diventata un tutt’uno.

Un brivido gelido le fece accorgere di essere sola nella fredda stalla: Anthony sembrava essersi dileguato nelle sfumature incantate che avevano tinto quella notte.

Scacciò il disorientamento e il senso di vuoto che la solitudine comportava e recuperò i vestiti: meglio essere lesti a rindossarli per non dare occasione ad Iriza di alimentare le leggende sui trascorsi dell’odiata cugina nelle stalle.

Ricoprendosi, Candy ispezionava ogni lembo di pelle per capire quanto fosse cambiata: sorrise nel sentirsi diversa ma contenta in un corpo che le aveva permesso di concretizzare i suoi sogni d’amore.

Quella notte aveva conosciuto un grande mistero al quale non sapeva ancora dare un nome.

Scossa e troppo felice per poter tornare alla vita di sempre con indifferenza, decise di concedersi una passeggiata.

Il cimitero di famiglia sorgeva su un digradante declivio: croci in legno, ornate di ghirlande di fiori, omaggiavano la memoria degli avi degli Andrew.

Anthony depose un mazzetto di ibischi sulla pietra commemorativa di Rose Mary e si estraniò in preghiera.

Ogni atto di concentrazione era però inutile: nella sua immaginazione, davanti ai suoi occhi, compariva solo la visione di quel corpo minuto e perfetto che da lui si era fatto amare e che apparteneva alla donna che le sarebbe rimasta accanto per tutta la vita.

Aveva osservato a lungo Candy addormentata, quella mattina, si era convinto che non esistesse creatura più bella di lei: aveva amato i lunghi riccioli biondi sparsi sul fieno a formarle un’aurea intorno al capo, desiderava ancora le sottili labbra dischiuse in un sorriso di bambina che aveva bramato insaziabile tutta la notte, si era premurato di coprire quel corpo delizioso che da lui si era lasciato scoprire. Sotto quel corpo si era ripresentata la sua infanzia per dirgli addio e lasciarli la spina di un’immensa felicità.

Lì in quella stalla, nel giro di una notte, era cambiato anche lui: non si sentiva più un invalido in cerca di protezione o una pedina che le rigide etichette dell’aristocrazia avrebbero potuto muovere secondo le loro regole. Si sentiva libero di essere sé stesso, come tanto tempo prima quando aveva fatto a pugni con Tom meritandosi una severa punizione da parte della zia Elroy.

Allora si era giustificato accorgendosi di essersi finalmente svegliato dal torpore in cui si sentono in diritto di crogiolarsi gli aristocratici; ora invece era pronto a stendere i suoi occhi sul mondo: ancora una volta Candy, inconsapevolmente, gli aveva chiarito quale fosse la strada per la felicità.

“Perdonami! Sono stato davvero maleducato ad abbandonare una così bella creatura da sola al freddo di una stalla!”

Candy sussultò nel sapere che la sua discreta presenza non era più un mistero e arrossì, come la prima volta che lo aveva incontrato al cancello delle rose.

Anthony, dopo aver fatto il segno della croce, recuperò la stampella e si avvicinò a lei per abbracciarla.

“Ma avevo bisogno di venire qui! Sono venuto a dire addio a mia madre!”

“Addio?”

Candy non capiva quella necessità ma Anthony sembrava tranquillo mentre continuavano a fissare la croce di Rose Mary.

“Sì, perché tu sei Candy e ti voglio amare per la splendida persona che sei, non ho più bisogno di ricercare in te mia madre!”

Candy si abbandonò sulla sua spalla, lasciandosi stringere più forte: la confessione di Anthony le fece pensare al Principe della Collina che non aveva più incontrato.

Illusioni e sogni dell’adolescenza che scivolavano via e perdevano valore innanzi alla loro unione.

“Ho recuperato il mio passato, non ho paura del presente e voglio costruire il futuro accanto a te , Candy!”

Una luce nuova dava una sfumatura più intensa alle iridi blu: la belle infermiera fu presa dall’impeto di farsi coinvolgere da quell’euforia, dimenticando anche le difficoltà che avrebbero incontrato.

“Verro con te a Chicago Candy! Ormai non sopporterei di starti lontano neppure per un giorno: dovunque tu andrai , io ti seguirò!”

Il sorriso scomparve dal viso di Candy e, tenendolo per mano, lo fece sedere accanto a lei: l’incanto era sparito ed era giunto il momento della sincerità e della chiarezza.

“Ti sacrificheresti per me, in questo modo! Io non voglio che rinunci al tuo futuro!”

“Ma sei tu il mio futuro, Candy! Troverò qualcosa da fare, rinuncerò anche io al sostegno degli Andrew se necessario ma d’ora in poi voglio essere solo Anthony Brown e solo con te accanto posso essere me stesso!”

Parlava con ardore e con una punta di timore per non sapere ancora con chiarezza quale strada prendere.

Candy sorrise.

“Anthony ricordi quando la zia Elroy ti spedì nella foresta e non ci vedemmo per settimane?”

Lui annuì.

“Nelle nostre lettere promettemmo che avremmo cambiato gli Andrew, che lo avremmo fatto per la nostra felicità! Io ho vissuto fino ad ora da fuggiasca, in Inghilterra e a Chicago, ora voglio tornare per tener fede alla promessa! Tu mi aiuterai?”

Si era messa ginocchioni, stringendo le mani del ragazzo.

“No se questo significa rinunciare a quanto hai costruito con sacrificio!”

“Non rinuncerò al mio lavoro se è questo che intendi! Ho chiesto di essere trasferita a Lakewood: potrei lavorare nella clinica del Dottor Leonard!”

Ad entrambi sembrava di star costruendo il futuro troppo in fretta, in fondo avevano tutta la vita d’avanti e trovavano sciocco rovinare quella giornata trascorrendola a discutere.

“Valuteremo tutto a tempo debito Candy! Io voglio stare con te e rispetterò la tua scelta: qualunque essa si! Ora però sono io a doverti informare di una cosa.”

Lei lo guardò preoccupata.

“Terence Granchester ha chiesto di prendere parte alle esequie funebri di Stear! Aspetta una risposta!”

Candy vacillò e poi si accucciò contro il torace di Anthony: ormai era pronta per rivedere anche Terence.

“Non ha ancora avuto una risposta?”

“No! Credo la decisione non spetti a me o allo zio Albert, ma solo a te Candy!”

Anthony ripensava alle parole delle suore della casa di Pony, all’affermazione che quello tra lui e Candy era amore eterno e cercava di non farsi intimorire dalla minaccia che Terence avrebbe potuto costituire per la loro unione.

“Allora mandate a dire al signor Terence Granchester che apprezzeremo la sua vicinanza in un momento così drammatico per la famiglia Andrew!”

Dettò precise disposizioni la signorina Andrew.

“Anthony i fantasmi del passato non ci perseguiteranno più!”

Fissarono nuovamente la tomba di Rose Mary: lì accanto a lei stavano interrompendo la ricerca di una mamma scomparsa troppo presto e di un principe dipinto dalla fantasia fanciullesca. Stavano seppellendo idee accarezzate per troppo tempo e amori mai concretizzati.

Era ora di lasciare al passato non solo Rose Mary ma anche Terence.

Finalmente il nuovo capitolo!!!! Lo so: ho fatto scivolare altri mesi nel silenzio ma trovavo irrispettoso nei confronti di quanti seguono la storia buttar giù qualcosa per il semplice piacere di aggiornare! Quando la scrittura non fila o l’idea non mi convince, preferisco farvi attendere un (bel) po’ di più e poi regalarvi qualcosa di decente da leggere!

Finito lo sfogo, passo ai ringraziamenti per quanti aspettano pazientemente gli aggiornamenti: Tetide, Zapotec e Roxy 70 in particolare! Sono felice che la storia vi piaccia…

Alla prossima forse rivedremo Terence!!!

Non vi prometto nulla sull’aggiornamento, ma mi impegnerò per essere più celere. Infine non dubitate, prima o poi, porto a termine le mie storie, perché non mi piacciono le cose lasciate a metà.

Buona Lettura.

   
 
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