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Autore: Maki Pandora    25/05/2011    3 recensioni
Mentre lo scontro fra Zero e Rido si stà consumando, Shiki e Rima sono costretti ad allontanarsi dal complesso scolastico. Si rifugiano quindi in una casa di Shiki, inutilizzata da parte della madre.
Sentimenti strazianti, rimorsi, affetto. Alla luce della luna tutto brilla di una passione intensa, enfatizzando le speranze e rinforzando i legami già indissolubili.
Ma, ovviamente, non senza previe complicazioni.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rima Toya, Senri Shiki
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Colpe riflesse

Rima si allontanò taciturna dalla camera da letto e decise di fare un bagno; nel mentre Shiki era ancora accanto alla finestra, con lo sguardo vacuo, perso nel nulla… Fissava la sua mano e sentiva ancora la freddezza di quella della vampira, che fino a poco fa aveva posato immobile sulla sua. Pareva che per lui il tempo si fosse fermato e, apparentemente, i suoi pensieri con esso; in realtà non fu affatto così: pensò a lungo al desiderio che aveva provato nel vedere il collo perfetto della ragazza e non seppe darsi una spiegazione plausibile, non era mai successo negli anni trascorsi insieme all’accademia Cross e nemmeno sui set, dove solitamente, secondo l’opinione di molti, Rima appariva meravigliosa e sensuale, più di quanto non fosse già. L’atmosfera creatasi in quella casa vuota non era più tesa per gli stessi motivi nati in principio; c’era qualcosa di ancor più profondo, un gioco di complicità, di parole non dette e di gesti non compiuti, di sottili allusioni e di desiderio recondito. Non seppe trovare una sola risposta ai suoi numerosi quesiti, ma non si tormentò a lungo; era conscio del fatto che tutto si sarebbe chiarito entro il termine del loro solitario soggiorno. Shiki si volse con fare pigro verso il comodino dove era appoggiata la cornice, la sollevò e rimase per qualche secondo a fissare il sorriso spensierato della madre, strinse con talmente tanto vigore la cornice che la sua forza infranse il vetro. Aprì rapidamente il cassetto del comodino e la lanciò al suo interno, quasi sdegnato. Si chiese cosa stesse facendo in quel momento sua madre, accennò un lieve sorriso sarcastico…
Conosceva già la risposta, una donna di quel genere poteva fare solamente una cosa durante la notte. Smise subito di sprecare tempo ed attenzioni per sua madre, si avviò allora verso la grande sala dalle pareti celeste antico dove, per ingannare il tempo, prese un libro senza nemmeno badare al titolo. Si sedette sulla poltrona a lato della libreria e si immerse distrattamente nella lettura, nell’attesa che Rima terminasse di fare il bagno. Circa un’ora più tardi, la vampira uscì dalla stanza perfettamente abbigliata, elegantemente pettinata e sottilmente confusa, aveva percepito anche lei il desiderio fremente di Shiki, ma cercò di nasconderlo perfino a sé stessa, non era una ragazza propensa a giungere a conclusioni affrettate. Si avvicinò alla poltrona dove il ragazzo sedeva:
 – Usciamo? Vorrei fare una passeggiata nel bosco
La sua voce calda e suadente raggiunse immediatamente l’anima del vampiro che prima batté le palpebre lentamente, poi si voltò verso di lei e replicò con un “mh”  di totale consenso.  Si alzò, ripose il libro e raggiunse Rima, che si era già incamminata verso la porta. Lei lo attese con le mani unite dietro la schiena, rilassata e splendida come di consueto. Iniziarono a camminare in rigoroso silenzio, pareva quasi che non percepissero l’uno la presenza dell’altro… Si addentrarono nel bosco, continuando a sostenere incuranti quella barriera di silenzio. Rima ad un certo punto accelerò il passo, tagliò la strada al vampiro e con indifferenza scavalcò i bassi cespugli che costeggiavano il sentiero naturale che i due stavano seguendo; Shiki, un po’ sorpreso, si fermò e subito dopo oltrepassò con un passo agile i piccoli arbusti: vide dinnanzi a se la vampira, gli dava le spalle, avvolta da una candida luce lunare; le sue mani erano ancora strette dietro la schiena, forse un po’ più tese, in segno di sbigottimento. I sensi di Rima non l’avevano tradita, aveva percepito un graduale aumento dell’umidità nell’aria, così entrambi i vampiri si trovarono presso un modesto specchio d’acqua, delimitato da dei bellissimi biancospini in fiore.
Quelle piccole macchie bianche, insolitamente dischiuse quella notte, brillavano della luce rubata alla luna, fieri e magnifici, delicati e statuari… Parevano agli occhi di Shiki la trasposizione floreale della ragazza, candidi e dal profumo delicato ma intenso, penetrante… indelebile. Rima si avvicinò al piccolo lago, sedendosi attentamente sulla roccia più alta. Poggiò un gomito sulle esili gambe e su di esso adagiò il proprio volto distratto, affascinato da quella semplicità; lo sguardo era completamente incantato dal riflesso della luna. Si voltò poi verso il vampiro ancora immobile e lo invitò con uno sfuggente gesto della mano ad avvicinarsi. Il vampiro reagì prontamente, era ora accanto a Rima, in piedi e osservava assente ciò che lo circondava. Si fermò a scrutare il suo riflesso nell’acqua, incurante come di consueto… Non provava nessuna emozione in particolare, quel panorama non lo colpiva affatto e la presenza di Rima era per lui più che naturale. I due rimasero immersi in quel silenzio totalizzante e soggettivo, i loro pensieri erano egoisticamente rivolti a se stessi: Lei pensava alla bellezza di quel paesaggio ed alla sua situazione fisica, lui rifletteva sugli ultimi avvenimenti svoltisi all’accademia Cross, confermando a sé stesso che ciò che aveva fatto era stata indubbiamente la scelta migliore.
Non si stavano ignorando inconsapevolmente, al contrario, stavano piuttosto cercando di evitare pericolosi sguardi d’intesa; era ormai palese che i loro delicati sentimenti, appena possibile, sarebbero emersi sottoforma di una travolgente passione. Con tutta probabilità, com’è umano pensare, i due vampiri avrebbero voluto abbandonarsi a questo sentimento tanto incantevole quanto pungente.
Nella società notturna non erano certo i sentimenti a dettare i legami coniugali, lo sapevano bene… Ogni atto, ogni mancanza, ogni accortezza segnavano indelebilmente la propria casata, la propria immagine nella società ed il proprio rapporto con il consiglio.
Rima pose fine a quell’insulsa farsa, amava la propria libertà incondizionata, quindi, non trovava un motivo plausibile per fingere. Fingeva a scuola, fingeva al lavoro, fingeva di provare compassione per i Level E. Si sentiva incatenata ad un palco del quale non era l’attrice principale. Volse i suoi limpidi occhi azzurri verso lo specchio d’acqua, per l’esattezza, si concentrò sul riflesso di Shiki, dopodichè tese la mano di fronte a se e disse – Aiutami a scendere, per cortesia – Colsero entrambi il valore di quell’affermazione: Perchè mai una nobile vampira avrebbe dovuto chiedere aiuto ad un suo simile per scendere da una modesta roccia? Shiki afferrò la sua mano saldamente e con l’altra le cinse un fianco, portandola poi vicino a sé e fissandola privo d’espressione nelle penetranti pupille. In tutta risposta, Rima sollevò il volto, avvicinandolo a quello del vampiro, per poi volgerlo verso un cespuglio dove i biancospini erano fioriti particolarmente rigogliosi. Il suo collo era scoperto, seducente e colpevole. Il ragazzo sentì dentro di se un fremito, dettato dall’istinto e dal sentimento, un connubio implacabile. Spostò la sua mano destra sul volto della ragazza, mentre la sinistra le cingeva ancora saldamente il fianco e, forse inconsciamente, la spinse contro la roccia sulla quale pochi istanti fa Rima aveva riflettuto con aria fintamente pacata.
La reazione di lei non fece che fomentare l’istinto del ragazzo: Bisbigliò un provocante e placido – Hai paura?
I canini di Shiki erano penetrati rapidamente in quel collo tanto anelato, sentiva il suo cuore battere a mille, percepiva anche quello di Rima, ma non si accorse della lacrima che solcò il suo volto pallido. La ragazza si sentiva come avvolta da un fuoco, la testa cominciò a girare ed il collo a bruciare più di ogni altra parte del suo corpo. Forse aveva provocato fin troppo il vampiro, non riusciva a capire se fosse ancora in sé o meno, ma non le importava molto. Non era nemmeno nella condizione di formulare un pensiero coeso, provava talmente tante sensazioni differenti ed opposte fra di loro… Avrebbe solamente desiderato di poter fermare il tempo, anche se il dolore iniziava a prevalere su molte altre emozioni scaturite da quel lungo istante –  Shiki…
Il ragazzo espirò tremante, poi ritrasse i canini, ma le sue labbra macchiate di sangue rimasero posate sul collo della vampira: le diede un bacio quasi impercettibile per poi portare entrambe le mani al volto di Rima, cingendolo in un modo un po’ bambinesco. Le sue sopracciglia erano inarcate, in un’espressione apprensiva, un po’ preoccupata, riuscì a sussurrare alla vampira solo un “andiamo”, la prese per mano, ma non riuscirono a muoversi di un solo passo. La vampira era ancora stordita, un po’ debilitata… Fissava quei disarmanti occhi di ghiaccio, che riuscivano a comunicarle solo un sofferto “abbiamo sbagliato”. Pur essendo la voce suadente della ragione, Rima non si pentì affatto dell’accaduto, al contrario era convinta che fosse il primo passo al raggiungimento di un’ulteriore libertà da parte dei due vampiri: a modo loro avevano iniziato ad esprimere sentimenti più profondi dell’indifferenza.
Si levò una decisa brezza che portò con sé qualche danzante petalo di biancospino, sciupando la bellezza complessiva dei piccoli cespugli, ma creando un movimento così dolce da oscurare il primo fatto, esaltando la rovinosa conseguenza.
La situazione creatasi tra i due vampiri era indiscutibilmente simile a quella dei candidi fiori.                        


~ ~ ~
Mi scuso un sacco per il ritardo... Spero comunque di aver ripagato l'attesa :)
   
 
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