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Autore: manubibi    26/05/2011    5 recensioni
(Crossover Iron Man/AI - Intelligenza Artificiale) Cosa succederebbe se Tony Stark, in un giorno più sforturnato che fortunato, si imbattesse per caso in un robot? O meglio in un mecha costruito appositamente per sedurre? E se il suddetto mecha prendesse una cotta per lui? Una grossa, enorme scocciatura.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over, Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fortunatamente dopo qualche giorno la situazione sembra tornare vagamente nei ranghi. Dopo riunioni saltate per colpa di corto circuiti o di fantomatici guasti al sistema operativo - per non menzionare le ore complessive di serenate più o meno a sorpresa di Joe - Tony sembra aver iniziato ad accettare il fatto di avere un robot quasi inutile in giro per casa, più un disturbo che un aiuto.

- Joe, devo andare a chiacchierare ad un incontro alla Casa Bianca, stai qui buono e non fare la corte a Pepper - Dice con aria rassegnata, probabilmente perché sa che Joe ci proverà comunque, anche se sa che lei lo tollera decisamente meno, vedendo stupidamente il mecha come una potenziale minaccia. Quando inizierà ad urlargli contro, Tony saprà che sarà al limite della sopportazione e che dovrà trovare una soluzione definitiva, cosa che per ora è troppo pigro per fare.

- D'accordo.

Gli lancia un paio di occhiate in tralice, inforcando poi gli occhiali da sole e passando con sicurezza davanti allo specchio, vestito di tutto punto come ogni volta che va a prendere allegramente per il culo il governo statunitense.

- E tu e Jarvis - aggiunge, indicando sia Joe che il pannello al muro - comportatevi bene, non litigate e non tiratevi i capelli.

- Sì, Signore - risponde la voce laconica del computer. Poi aggiunge, come sentendosi in dovere di protestare: - Io non gli ho mai fatto niente.

- Sì, ma sei geloso. Dio, vorrei che non fossero tutti innamorati di me! - esclama ironicamente, allargando le braccia ed uscendo, trascinandosi dietro teatralmente la porta.

Joe e Jarvis, dopodiché, si limitano ad ingaggiare una battaglia psicologica: Joe fissa i led rossi di Jarvis, che si limità a guardare con aria di sufficiente superiorità Joe con il suo ridicolo poncho. Ma, in nome della sua aria inquietante, Joe vince, quindi il suo avversario si limità a battere in ritirata con dignità, mettendosi in stand-by.

 

Tony sta conducendo un discorso ironico ma dalle note serie - parlando di politica ed essendo il maggior azionista in campo militare - spiegando l'impatto dei proiettili sperimentali utilizzati contro il popolo, incoraggiando un intervento immediato sul campo delle forze militari americane. Proprio mentre muove le braccia con aria seria e concentrata, un singhiozzo dall'altra parte del tavolo lo distrae, costringendolo a voltarsi. 

- Cosa c'è? - sospira, fissando una donna giovane dai capelli scuri che indica un punto dietro la sua schiena. Al voltarsi di nuovo Tony reprime un impropero.

- Oh, porco--

accanto alla porta, di fianco al cavalletto con appoggiate le statistiche ed i calcoli che il magnate stava esponendo, c'è proprio l'inconfondibile sagoma di Joe. Che indossa un sorriso fisso e plastico mentre guarda il suo nuovo piccolo e stupefatto pubblico. 

- Buongiorno - si introduce, con la sua aria leziosa ed il cipiglio innocente. - Buongiorno anche a lei, signor Stark - aggiunge, esibendosi in un bell'inchino servile. Se Tony avesse la fronte bassa le sopracciglia potrebbero sparirgli fra i capelli. Ma non può decisamente permettersi di urlare al suo mecha domestico ora. No, decisamente no. Perciò si limita a maneggiare la situazione con la nonchalance che gli si addice. Sventolando una mano, si limita ad annuire, per poi congiungere brevemente le mani e fingere un'espressione concentrata, come se Joe non fosse mai entrato.

- Chi è lui, Stark? - chiede il Vicepresidente, indicando col dito sottile la figura del robot che, chiaramente, non ha fatto una piega. Tony, sbattendo le ciglia e rendendosi conto che non può davvero fingere che non sia lì, si limita a girarsi per lanciargli un'occhiata sufficientemente breve da non essere di puro odio. Poi torna a guardare gli astanti. 

- Oh, quello... Pff, è un robot che ho creato. Non preoccupatevi, non ci disturberà.

Ma la pace dura poco, perché è lo stesso Tony ad interrompere, di nuovo, il proprio discorso, per avventarsi all'improvviso sull'inumano visitatore.

- Si può sapere che sei venuto a fare? - sibila, con mille lame nella voce. Joe lo guarda a lungo, accigliandosi ed assumendo un'aria seria.

Solo per qualche secondo. Perché poi, senza avvertire, si limita a piegare la testa e, prima che Tony possa fermarlo, poche note si diffondono nell'aria, più o meno come una condanna a morte:

 

Treat me like a fool,

Treat me mean and cruel,

But love me...

 

Seguite subito dal rumore dei passi di tip-tap delle scarpe in cuoio, mentre Joe si pavoneggia nelle proprie abilità nella danza, disegnando grandi cerchi attorno al corpo di Tony, che completamente spiazzato rimane immobile per una ventina di secondi, finché in uno scatto di muscoli non afferra il braccio di Joe, trascinandolo letteralmente fuori.

- Cosa fai qui Joe?! - sibila, stavolta con mannaie e forconi nel timbro vocale.

- Speravo di portarti fuori a cena - risponde, un sorriso speranzoso (e degno di Aleister Crowley) che si modella sul suo viso di plastica.

- Non seguirmi mai più! - ordina, flettendo i pugni, le narici tremanti per la rabbia. Ma in pochi secondi acquisisce di nuovo il suo invidiabile charme, passando una mano fra i capelli e riassettando il colletto, per poi girarsi con aria sdegnosa e rientrare nella stanza dove si stava tenendo un vertice, certo prima che un robot folle vestito con un poncho ed un cappello imbarazzanti gli rubasse la scena. E Tony Stark, fra le altre cose, odia che qualcuno stia sotto i riflettori. Qualcuno che non sia lui.

 

Joe, pazientemente ed obbediente, rimane dritto in piedi fuori dalla porta, fissando la targhetta con scritto "SALA RIUNIONI", attendendo l'uscita del proprio padrone e, in via potenziale, amante.

All'apertura della porta una donnina piccola con in braccio decine di fascicoli fissa il robot - che la guarda di rimando senza cambiare espressione - con uno sguardo spaventato. 

- Signor Stark, c'è il suo... Affare qui... - pigola lei, trovando decisamente sgradita la presenza di un robot alto e bellissimo che però la guarda in modo assolutamente vuoto. O meglio, allucinato. No, in verità non sa cosa ci sia dentro gli occhi artificiali di Joe. Non ci può essere un sentimento, ma... Insomma, sembra davvero un malintenzionato.

Tony, alzando gli occhi al cielo, si fa prepotentemente strada attraverso la piccola folla creatasi, raggiungendo la propria semi-creazione ed afferrandogli il polso, distribuendo brevi e sommari saluti prima di forzare Joe fuori. 

- Sì, arrivederci, sì, ci risentiamo... Questa me la paghi, lattina. - aggiunge, quando è fuori portata d'orecchio del resto degli umani. - Sali in macchina, dài.

- Va bene, Tony. Ti farò un bel sformato quando arriviamo a casa, ti va? Una torta? Un piatto freddo? Aragosta! O magari riso. Sì, un bel risotto di --

- Quello che ti pare Joe - risponde Tony, tagliando corto il discorso. - Mi sa che ti devo insegnare un paio di regole.

- Sì, va bene! - replica il meccanismo, come se farsi dare dei paletti sia tutto ciò che vuole nella vita. - Che regole?

- Beh, per ora mi basta che tu non mi segua come un cagnolino ovunque vada. 

- Non l'ho fatto.

- Sì invece.

- Non ero a quattro zampe. Non scodinzolo. E non abbaio. Quindi non ti ho seguito come un cane. Sono abbastanza sicuro di averti seguito con tutte le movenze e l'aspetto di un essere um --

- Era una metafora, Joe! - sbotta l'altro, guardando l'orologio e chiedendosi se Pepper gli farà una scenata o meno, per via del proprio ritardo, fatto completamente indipendente dalla presenza di Joe. - E comunque che ci facevi? Perché mi hai seguito?

Joe lo guarda fisso, fino a farlo seriamente preoccupare. - Cosa?! - aggiunge Tony, alzando un sopracciglio.

- Sono venuto per Reattore. Speravo di poterlo vedere - mormora, guardando fuori dalla finestra e producendo un suono che ha tutta la parvenza di un sospiro.

- Reattore... Vuoi dire il mio reattore? - domanda Tony, dubbioso.

- Sì... Sai, Tony, credo di essermene innamorato - risponde il mecha, senza guardarlo, con una voce impostata su un timbro leggero e frivolo.

Tony, dalla mente già occupata da mille cose, non ultime le modifiche urgenti da apportare ad Iron Man, si limita a scuotere la testa. - Certo, va bene...

Una volta arrivati di nuovo alla villa Stark, Joe non fa nemmeno in tempo ad entrare dalla porta che sta già danzando, mormorando addirittura le parole, come a voler rafforzare il concetto.

 

If I'm seen with someone new,

don't be blue, don't be blue.

I'll be faithful I'll be true;

always true, true to you.

 

Tony, passandosi una mano sul viso, dà una voce a Jarvis, che appena riacceso comincia a parlare.

- Signore, il mecha mi ha spento e non ho potuto fermarlo.

- Sì, va bene - butta lì Tony, guardandosi intorno. - Dov'è Pepper?

- Sono qui - risponde la voce femminile ed inacidita dell'assistente personale, che brandisce un ferro da stiro, con un'espressione che sembra dire 'ho un ferro da stiro e non ho paura di usarlo'. - Tony, la tua bambolina è scappata in barba a tutti i sistemi di sicurezza.

- Non è la mia bamb -- comincia, per poi scuotere la testa. - Scappata...? 

Pepper rotea gli occhi rispondendo seccamente. - Sì, scappata letteralmente.

- Sono alquanto certo di essere una versione maschile di mecha - esordisce Joe, con una nota di disappunto nella voce.

Tony e Pepper si voltano di scatto per guardarlo, per poi sospirare all'unisono e spazzare via le parole con le mani quasi nello stesso momento.

- Vado a stirare - annuncia Pepper, alzando sdegnosamente il naso ed agitando la coda di capelli all'aria. Tony, come sempre, si limita a scendere le scale, di sicuro per andare a lavorare al suo nuovo modello.

Joe, con aria stupita ed in evidente stato confusionale per la mancanza di ordini da eseguire, rimane nello stesso punto, fissando una porta e poi il pannello dal quale si diffonde la voce di Jarvis.

- Sistema di Sorveglianza? - chiama, un pò titubante. Jarvis gli fa soggezione, in verità.

Bip.

Ovvero, un segno di assenso.

- Che cosa sai di Reattore? - chiede di nuovo, assumendo di nuovo un'aria sognante.

- Reattore? Il reattore ad arco miniaturizzato, in breve, permette al Signor Stark di espletare le proprie funzioni vitali. - spiega, appunto in breve, la voce piatta dall'alto.

Joe rimane in silenzio per dei lunghissimi e pensierosi secondi, prima di guardare di nuovo il pannello.

- Ma Reattore... E' nel corpo di Tony? - domanda, con lo sguardo di un bambino che inizia a scoprire le cose del mondo.

Persino un meccanismo come Jarvis rimane interdetto e quasi dubbioso. Non sul reattore, ma sull'effettiva intelligenza artificiale in piedi davanti a lui.

- ... Fa parte del Signor Stark, sì.

Joe, dopo un "oh" stupito, si limita a guardare dritto davanti a sé.

Finché un largo sorriso non prende possesso del suo viso.

- Ma allora... Reattore e Tony sono la stessa cosa! Tony! - esclama, gioioso e commosso.

Jarvis non lo degna nemmeno di una risposta.



NdA: Aggiornata prima del solito! Sono soddisfatta di me, perché oggi sono riuscita a scrivere un altro capitolo con una certa facilità! Sono stata proprio bravina *^* comunque mi sono davvero affezionata a Joe, rileggendo anche solo frasi di questa fic rido da sola, credo sia il personaggio non-RDJude migliore che mi sia capitato sotto le mani, lo amo e lo abbraccio con tutto il mio cuore di panna ♥

Come sempre, dedico il capitolo a velocity girl, che crede in questa fic come solo lei può. Grazie mille Fra, per tutto. *asciuga lacrimuccia* ma scriverò un post più appropriato per tutte le mie bimbe del fandom RDJude, per ora vi lascio sperando che il capitolo vi sia piaciuto, e grazie anche a chi mi supporta in questa odissea folle che è cercare di pubblicare una long senza lasciarla a metà /o\

   
 
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