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Autore: Feel Good Inc    26/05/2011    2 recensioni
{ I classificata nel contest 'Come in un CD' indetto da KeR e JunKo, giudicata da Fe85 e syssy5 }
Quando era con Matt, Misa dimenticava completamente di essere il secondo Kira.
Quando era con Misa, Mail Jeevas dimenticava completamente di essere Matt.
Senza Matt, Mello non riusciva neppure a ricordare cosa significasse essere Mihael.

“Verso la fine della vita avviene come verso la fine di un ballo mascherato, quando tutti si tolgono la maschera...” (A. Schopenhauer)
{ Mello/Matt/Misa }
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Matt, Mello, Misa Amane | Coppie: Matt/Mello, Matt/Misa
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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track 09 ♪ Dirty Diana

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26 gennaio 2013, ore 12:00

Ultima strofa ~ I’ve been here times before, but I was too blind to see

 

 

Dieci minuti di pausa per la troupe del nuovo spot di quella certa marca di dolciumi che, anche se non poteva certo farlo sapere al suo pubblico, per lei erano assoluto tabù. Ryuuzaki-san l’avrebbe trovato molto divertente.

Che ironia. Ora tornava addirittura a pensare a L.

Dieci minuti di pausa che, aveva suggerito il regista, non sarebbero stati sciupati se lei li avesse trascorsi a informarsi meglio sul suo personaggio. Per « migliorare l’interpretazione »: dicevano sempre così, quando volevano farti capire che stavi recitando da schifo. E allora, rimasta sola nel suo camerino, con l’abito di scena addosso, Misa aveva aperto il portatile e digitato le parole ‘Diana + divinità’ nel motore di ricerca predefinito; un rapido doppio clic e si era ritrovata nell’unica enciclopedia che le fosse mai capitato di sbirciare. Probabile che anche questo, per Ryuuzaki-san, sarebbe stato divertente.

 

Secondo la leggenda, Diana – giovane vergine abile nella caccia, irascibile quanto vendicativa – era amante della solitudine e nemica dei banchetti; era solita aggirarsi in luoghi isolati. In nome di Amore aveva fatto voto di castità e per questo motivo si mostrava affabile, se non addirittura protettiva, solo verso chi – come Ippolito e le ninfe che promettevano di mantenere la verginità – si affidava a lei.*

 

Sentì le labbra incurvarsi in un sorriso amaro. Bisognava un po’ leggere tra le righe, però quella definizione se la sentiva particolarmente vicina.

Abile nella caccia. Dopotutto, lei era il secondo Kira.

Irascibile quanto vendicativa. Meglio non soffermarsi a pensare quanto.

Nemica dei banchetti. Non per niente quelle caramelle che stava pubblicizzando erano un pericolo mortale per qualsiasi idol degna di questo nome.

Solita aggirarsi in luoghi isolati. Beh, per questo magari bisognava sorprenderla in uno di quei momenti bui che la sprofondavano nella disperazione – come questo, ad esempio.

Le voci e gli immancabili rumori provenienti dal set si spensero a poco a poco, lasciandola sola con il suo unico pensiero fisso: l’espressione di Matt, quella notte, quando lei gli aveva aperto la porta del palazzo e lui senza neanche entrare l’aveva baciata come se non avesse mai avuto altra necessità al mondo.

Se si concentrava su quel momento, sentiva ancora la pioggia che li aveva avvolti, la fugace sensazione che per un attimo l’aveva convinta che non poteva essere sbagliato, non se era così bello.

Poi Matt si era ritratto e le aveva confessato sulle labbra la colpa e le aveva soffiato in viso una redenzione.

 

« Non m’importa più di sapere chi sei, Misa. So che sei quello di cui ho bisogno per vivere, per uscire dal limite della semplice esistenza. So che sei come me. E mi basta sapere questo... »

 

Distrattamente, le dita di Misa accarezzavano il quaderno nero, quello che quasi sempre portava con sé sotto i vestiti. Quello che, due notti prima, Rem aveva fatto sparire dalla stanza quando era tornata e li aveva visti e aveva compreso che era troppo tardi perché si salvassero entrambi.

Era troppo tardi, per loro.

Lo sguardo spento, atono fin dal momento in cui una dea della morte le aveva dimostrato quanto potesse essere ingannatrice la vita, scorse tra le pagine vergate della sua grafia snella e quasi puerile. Nomi su nomi su nomi. Si era soffermata qualche volta a chiedersi cosa significasse uccidere un uomo? A domandarsi se si lasciava alle spalle una famiglia che lo amava, che magari lo reputava un innocente, che avrebbe pianto la sua perdita come facevano tutti i padri e le madri dei reduci e dei bambini uccisi e delle giovani donne stuprate in strada? Non se ne ricordava. Era tutto nero, adesso. Vuoto.

Quando a Misa Amane era stato offerto il ruolo di protagonista in uno spot di dolci, quando l’avevano vestita di quella tunica bianca e leggera e le avevano sciolto i capelli e l’avevano fatta sedere su una nuvola di cotone con un pacchetto di caramelle celestiali in una mano, niente le aveva lasciato presupporre che in quella Diana che avrebbe dovuto interpretare avrebbe ritrovato così tanto della sua storia.

Diana cacciava le fiere. Lei, terroristi e assassini.

Diana era legata ad Amore. Lei, a Kira.

Diana era pura. Lei aveva peccato.

Rem non disse nulla, come sempre, quando vide Misa rigirarsi la penna tra le dita e poi farla scendere lentamente sulla carta intonsa. Non commentò né giudicò neanche quando le dieci lettere di quel nome si delinearono nette l’una accanto all’altra, sotto la lista di quelli che sarebbero morti quello stesso giorno.

Rem non disse nulla, ma Misa non poté impedirsi di piangere un singhiozzo sul Death Note. Il suono del suo dolore fu sovrastato dalla penna che cadeva a terra, e dalla voce lontanissima del regista che richiamava gli attori. Pausa finita, si torna in scena.

Rimettiti quella maschera, Misa-Misa, e non permetterti di soffrire della tua espiazione.

 

 

pause ▐ ▌

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Ci avviamo inesorabilmente alla conclusione, cari lettori. E sono sempre grata che siate qui.

Il brano contrassegnato dall’asterisco è tratto da Wikipedia. Quando mi sono ritrovata dinanzi al titolo di questa track, mi è venuto spontaneo pensare alla divinità della caccia; mi sembrava una buona immagine per rappresentare Misa – e spero che voi non la troviate troppo forzata.

Grazie come sempre, a tutti, e alla prossima.

Aya ~

 

Credits: Dirty Diana, © Michael Jackson

   
 
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