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Autore: callistas    26/05/2011    5 recensioni
Ave, popolo di EFP.
Anche se so che sono presenti millemila storie migliori delle mie, spero vogliate regalarmi qualche attimo del vostro tempo, anche solo per dare una letta a questo mio nuovo parto.
L'avevo ferma lì da un pò e sinceramente mi piaceva e mi dispiaceva lasciarla nei meandri del mio pc, quindi ho deciso che l'avrei pubblicata, rompendo così le palline a voi.
Importante: LA MAGIA NON ESISTE!
Lettore avvisato, mezzo salvato.
Dirvi subito di cosa tratta mi dispiacerebbe, ma penso che dal titolo si capisca che la storia si svolgerà su un aereo, teatro di un dirottamento e di un incontro tra i personaggi principali.
Spero possa essere di vostro gradimento.
Buona lettura, callistas
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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10 - Con i piedi per terra Buona sera e bentornati a questa storiella.
Vi comunico subito che questo è il penultimo capitolo.
Qui accadranno un po’ di cosucce e Hermione si troverà finalmente davanti alla bomba per disinnescarla. Ce la farà?
Speriamo, va… ciò che nel frattempo posso fare è lasciarvi alla lettura anche se prima mi preme di più ringraziarvi a dovere per le vostre bellissime recensioni.

_araia: la mia bedda! Beh, non ti sembra sufficiente come spoiler? I minuti che passano lenti ma inesorabili, la sensazione di impotenza, il terrore di non farcela… magari alla fine di questo capitolo troverai qualcosa di più interessante e stuzzicante.
Ma prima dello spoiler, devi leggerti il capitolo, eh? Mica me lo vorrai saltare!
Comunque hai ragione. Tutta questa storia è improntata sul culo (alias, fortuna) di Hermione e forse sì: è magia. ^^
Beh, dopotutto erano tutti nella stessa condizione e se fosse andata male tutti sarebbero morti, quindi a cercare di risolvere la situazione recitando a destra e a manca non ci avrebbero perso niente.
Alla nostra cara Hermione, non ti resta che guardare cosa faranno.
Spero di non accattivarmi il tuo odio, ma era necessario.
Bacio e buona lettura!
Laura Malfoy: una volta letto il capitolo capirai da sola a cosa si riferisce il conto alla rovescia. Beh, non sono così stronza da far morire una bambina innocente! Povera me… considerata alla stregua di un’insensibile! ç_ç
Comunque adesso vedremo come va a – quasi – finire questa storia.
E spero che lo spoilerino alla fine ti piaccia.
Un bacio e grazie per essere arrivata fin qui!
Dramy96123: grazie mille! Sono contenta che ti sia piaciuto. E ti prego… così mi imbarazzi. Ho le chiappe tutte rosse! ^//^
Oddio… perché ti sta simpatico Souriel? L’ho caratterizzato così male? ç_____ç
Oddio… finale drammatico?
Mamma mia… no, no! Altro che drammatico! Capirai da sola attraverso lo spoiler come sarà il finale.
Ora non dico altro, altrimenti faccio prima a dirti come va a finire. ^^
Ciao cara, un supermegaenorme bacio e buona lettura!
Tinotina: no dico, con tutte le materie che esistono, vai a recensire nell’ora di religione? E poi, scusa… come hai fatto? Avete i computer in classe? O.o!
Sono contenta che Blaise ti piaccia, io per dirti lo adoro! Non ti sembra molto Denzel Washington mentre da ordini a destra e a manca?
Comunque per Castle abbi pazienza, ma la pressione a volte fa fare brutti scherzi.
Certo che stacco il carburante, altrimenti sarebbe stato troppo facile per Draco guidare l’aereo con tranquillità, ti pareva? Dovevo fargli fare una parte a effetto anche a lui e lo leggerai tra poco, anzi. Adesso non ti dico più niente perché mi sono già bruciata con quello che ti ho appena detto.
Vuoi leggere il seguito, hai detto? Eccoti accontentata.
Buona lettura e alla prossima!









Non avrebbe mai dimenticato quel nome. Blaise Zabini è stato l’unico e il solo ad aver disattivato una sua bomba ed essere riuscito a raccontarlo in giro.
Ricordava perfettamente il giorno in cui quell’uomo era entrato a far parte della sua vita come antidoto ai suoi veleni. Quando aveva disinnescato la bomba su quel pullmino aveva passato mesi e mesi a pensare a come fargliela pagare, ma ogni volta che pensava a un obiettivo e che il suo cervello elaborava automaticamente gli esplosivi da usare, continuava a immaginarselo mentre disinnescava la sua bomba.
Fu come se avesse perso la fiducia in se stesso. Ogni obiettivo gli sembrava banale e ogni composizione chimica perfettamente disattivabile.
E ora non poteva credere di trovarsi davanti ad un membro del suo staff. E se la ragazza che gli stava di fronte era stata talmente abile da eludere la sua sorveglianza tanto da arrivare a scollegare il rifornimento del carburante dell’aereo, doveva essere abbastanza brava nel suo lavoro e, di conseguenza, molto vicina a Zabini.

“Bloise Zabini, eh?” – fece Maurice con un ghigno.
Il ghigno però sparì subito e il suo volto si distorse in una maschera di odio puro. Colpì Hermione con un pugno, facendola volare a terra.
“HERMIONE!” – urlò Draco, scattando in piedi.
Una scarica di proiettili, molto vicini a lui, lo indusse a sedersi.
“BASTARDO!” – urlò Draco, anche se sapeva che serviva a ben poco.
Hermione si rialzò con fatica: il pugno era stato molto violento. Si sentì strattonare da qualcuno, molto probabilmente il complice di Souriel che la fece sedere sul seggiolino dell’hostess morta, legata con le mani dietro la schiena e un lembo di corda che andava a collegarsi con la corda che le legava i piedi, in modo da non potersi nemmeno muovere senza cadere.
Fu Souriel in persona a occuparsi della prigioniera e quando finì la guardò in faccia. La guancia di Hermione si stava gonfiando molto velocemente, arrivando a uno sgradevole color pomodoro.
Souriel tentò di accarezzargliela, ma Hermione si scansò, schifata dal solo gesto.
“Quanto sci tiene Zabini a te? Tonto?” – chiese Maurice. – “Vedromo come reasgirà quondo ti riavrà… pessetto dopo pessetto.” – si rialzò e controllò l’ora.
Ancora tre quarti d’ora e avrebbe potuto attivare il timer.

La stessa cosa la pensò Hermione quando lo vide guardare l’orologio. Non poteva permettere una cosa simile ma legata in quel modo poteva fare gran poco.
I minuti passavano lenti e inesorabili e Hermione si sentiva sempre più impotente. Doveva slegarsi in qualche maniera.
Tentò di divincolarsi, ma era un nodo troppo ben fatto, perché potesse semplicemente far scivolare le mani via dalla sua morsa. Serviva qualcosa che tagliasse la corda, ma non aveva niente con sé!
Chinò il capo, sconfitta. Tutto quel lavoro per niente quando, a un tratto, si sentì chiamare.
Rialzò lentamente il capo, come se lo avesse immaginato, ma no. Un uomo della prima fila, proprio davanti a lei la stava chiamando. La prima cosa che fece Hermione fu quella di controllare i due rapitori. Stavano facendo un giro d’ispezione lungo il corridoio e quindi le stavano dando le spalle. Tornò a guardare l’uomo che le stava mostrando lo specchietto di sua moglie. Sgranò gli occhi per la brillante idea e annuì.
L’uomo lo buttò a terra e ci pestò sopra. Il crack della rottura fece girare Souriel e l’altro complice ma Danny fu molto abile nel fingere un colpo di tosse e mascherare così il rumore.
Souriel e l’altro tornarono a girarsi e a finire il giro. L’uomo della prima fila passò il pezzo di vetro allo steward che lo mise a sua volta in mano a Hermione che si mise a tagliare le corde, ferendosi a sua volta.

Stava tagliando da circa una ventina di minuti e purtroppo non riusciva ad andare più veloce: rischiava di far cadere il pezzo di vetro dalle mani. Fu quando sentì Souriel dire al complice di andare ad attivare il timer, che Hermione cercò di imprimere più forza possibile nella segatura della corda, terrorizzata.
Finalmente, questa si spezzò.
Maledetto bastardo, pensò Hermione, mentre lo vide chiacchierare con la bambina che poco prima voleva uccidere. Ne approfittò per segare le corde dei piedi e delle mani.
E ringraziò Dio perché ci riuscì.

Souriel si girò per controllare la situazione. Tutto era a posto, ma dopo ciò che era successo preferì controllare più accuratamente. Quando si avvicinò a Hermione, la ispezionò per bene, non capendo come mai la ragazza avesse uno strano ghigno sulla faccia.
Lo capì solo più tardi quando cadde all’indietro, facendo volar via la mitraglietta, colpito da un gancio niente male. Hermione si avventò su di lui e continuò a prenderlo a pugni, avvantaggiata dal fattore sorpresa, fino a farlo svenire.
“Legatelo, presto!” – ordinò Hermione ai due steward. – “Che due uomini si appostino all’ingresso della prima classe!”
Draco si fece subito avanti e poi subito raggiunto da Mark.
Quando dalla seconda classe, gli altri due rapitori, avevano sentito tutto quel trambusto, si erano precipitati per vedere cosa stesse succedendo. Non fecero in tempo a entrare che vennero sbattuti l’uno contro l’altro, perdendo la presa sulle armi e cadendo a terra. Anche Draco e Mark li rintronarono di botte e iniziarono a legare pure loro.
Hermione prese la mitraglietta di Souriel e del complice andò in cabina di pilotaggio per mettere ko gli altri due.
“Vado in cabina di pilotaggio. Stendete anche l’ultimo!” – ordinò Hermione, sparendo dietro la tenda.
“Hermione, aspetta!” – urlò Draco, ma fu troppo tardi.

Hermione avanzò lentamente, pronta a qualsiasi evenienza.
Aprì lentamente la tenda e vide i due uomini seduti al comando dell’aereo. Entrò di soppiatto e puntò le canne delle armi contro le nuche degli altri due sequestratori.
Che sgranarono gli occhi.
“Ciao ragazzi. Scusate, ma credo che questo non sia il vostro posto. Coraggio… alzatevi e uscite da qua.”
I due si guardarono negli occhi e capirono di aver fallito la missione. Uscirono senza opporre tanta resistenza e furono presi e legati, pure loro, e ammucchiati accanto ai loro compari.
L’aereo esplose in grida di giubilo ma Hermione non perse comunque la sua lucidità. Afferrò la cornetta del telefono in cucina e chiamò Miami, dando loro la bella notizia.

Castle, Don, Blaise e tutti gli altri esultarono, mandando all’aria le carte e abbracciandosi tra loro.
“Hermione, ascolti!” – fece Castle, riportando tutti al silenzio. – “Chiami questo Draco Malfoy e gli dica di mettersi subito all’opera. L’ora di autonomia sta per scadere, presto!”
Hermione corse da Draco e lo chiamò affinché guidasse l’aereo a terra. Draco accorse e si mise subito alla guida.
Purtroppo, l’uomo sceso nella stiva era riuscito ad attivare la bomba e avevano solo tre ore per far atterrare il velivolo e disinnescare la bomba.
“Allora, credi di farcela?” – chiese Hermione alle spalle di Draco.
Il biondo si era seduto al posto del pilota e con erotica sicurezza prese possesso della cloche. Disattivò il pilota automatico e si mise la cuffia per comunicare con la torre di controllo.
“Torre di controllo. Torre di controllo, qui AK598, mi ricevete? Passo.”
Ci furono un paio di interferenze, ma poi la voce di Castle suonò decisa nell’abitacolo.
“Forte e chiaro AK598. Lei è Draco Malfoy, giusto?”
“Sì, signore. Con un po’ di fortuna farò atterrare questo aereo. Qual è lo scalo più vicino?”
“Nassau. Crede di farcela?”
“Un momento: imposto le coordinate.” – Draco fece ruotare una manopola, delimitando la latitudine e poi ne girò un’altra per la longitudine. – “Signore… qui dice che ci vorranno due ore e venti per l’atterraggio. Siamo fuori di venti minuti.”
“Confido nella sua abilità, pilota. Cerchi di sfruttare al meglio le correnti ascensionali.”
“Farò del mio meglio, signore. Passo e chiudo.”
“Roger.”
E la comunicazione venne interrotta. Hermione, provata da tutta quella situazione, si sedette sulla poltrona del co-pilota, sospirando.
“Cazzo che roba…” – fece lei, con gli occhi chiusi.
“Ti spiace metterla giù? Mi metti agitazione.” – fece Draco, rivolto alla troppa sicurezza ostentata da Hermione nel maneggiare un’arma simile.
Hermione guardò l’arma e sorrise.
“Sì, scusa…” – la appoggiò a terra.
Cadde il silenzio nell’abitacolo. Nessuno dei due sapeva cosa dire.
“Sei stata coraggiosa, prima… e in generale, anche… hai salvato quella bambina.”
“Se non l’avessi fatto, sarei vissuta con un peso troppo grande. Non potevo lasciarla morire.”
“Sì, per prima…” – fece lui, imbarazzato per come si era comportato. – “… mi dispiace… non ti devo aver dato una buona impressione. Di solito reggo molto di più la tensione.”
“Ah!, non ti preoccupare.” – fece Hermione. – “Ne ho visti di peggio.”
“Oh, non ne dubito.” – fece Draco. – “Finalmente atterreremo.” – disse, che aveva già in mente a che piano portare la conversazione.
“Non vedo l’ora. Mi butterò su uno sdraio e pianterò le radici, guarda!” – esclamò lei.
“Credo che ti farò compagnia… questa vacanza non è ancora iniziata e già non vedo l’ora che sia finita.”
“A chi lo dici! Voglio ridurmi a un vegetale! Spiaggia, sole, ristorante, sesso…”
Draco girò la testa di scatto.
“Sesso?”
“Eh?” – fece lei, che non si era resa conto di ciò che aveva detto.
“Hai detto… sesso…”
Hermione sgranò gli occhi, perché quando lo aveva detto così, sovrappensiero, l’immagine di lei e Draco rotolanti su un letto si era insinuata nella sua mente.
“Ho detto sesso?” – chiese lei, tergiversando.
“Hai detto sesso.”
“O-oh… io… io volevo dire… volevo dire… sasso!” – fece lei, dandosi dell’idiota demente.
“Sasso.” – fece lui con un sopracciglio alzato.
“Sì, sasso.” – ripeté Hermione convinta. – “Scogli… quella roba lì…”
“Ma non ci sono scogli alle Bahamas!” – osservò lui, che aveva capito che quello di lei era solo un modo per salvarsi in corner. Infatti, Hermione divenne ancora più rossa.
Magari Draco non era il tipo da una botta e via!
“Beh…” – fece infine il biondo, con aria decisamente compiaciuta.
Hermione lo guardò, chiedendosi quale battutina sarebbe saltata fuori.
“… spero di trovarne tanti di questi… sassi…” – e la guardò come si può solamente guardare una torta alla panna montata: da leccare.
Hermione si sentì sollevata e guardò avanti.
“Io vado a vedere com’è la situazione di là.” – a Hermione non sfuggì quel lampo di delusione negli occhi di Draco: sicuramente si aspettava qualcosa di concreto, che però la ragazza non voleva dargli.
Tornò a concentrarsi sulla “strada”, ma l’attimo successivo si sentì girare di scatto e una bocca calda precipitarsi sulla sua. Il bacio che Hermione gli stava dando aveva di casto tanto quanto una pornostar all’azione e si diede dell’idiota quando una volta staccatasi, si era reso conto di non aver risposto tanta fu la sorpresa.
Hermione ghignò di fronte alla sua espressione beota.
“In tal caso… cercheremo quei sassi insieme, ok?” – e lo lasciò definitivamente con un impellente bisogno di acqua fredda.

Hermione chiuse la tendina dietro di sé e gonfiò le guance fino a esalare tutto il fiato che aveva in corpo. Sapeva di essere rossa come un pomodoro e si prese qualche minuto per calmarsi: di certo non poteva presentarsi agli altri tutta rossa. Chissà che avrebbero pensato.
Quando entrò in prima classe, trovò Mark e altri due uomini che reggevano in mano le mitragliette dei sequestratori puntate direttamente su di loro.
“Tutto bene?” – chiese la ragazza. – “Maurice… sei comodo?” – ironizzò la ragazza.
“Vas te faire encule, putain, salope!”
Fottiti, maledetta puttana!
“Après vous, Maurice.”
Dopo di te, Maurice.
Gli rispose Hermione, diventando seria l’attimo successivo.
“Come disinnesco la bomba?”
“Sei passa se ponsi che te lo dica!” – le rispose il criminale, sputando a terra.
Hermione scosse la testa e gli sganciò un bel pugno.
“Te lo chiederò un’altra volta, bastardo: come disinnesco la bomba?”
Ma tutto ciò che Hermione ottenne fu un macabro silenzio.

Le due ore che trascorsero furono relativamente calme. Draco fu molto abile nello sfruttare le correnti naturali per volare fino a che, dall’alto, si riuscì a vedere la terra ferma.
“Signori, sedetevi e allacciate le cinture di sicurezza. Si ballerà un pochino.” – fece Draco, usando l’autoparlante.
Nessuno osò controbattere. Le cinture vennero strette fino a mozzare i respiri e l’attimo successivo l’aereo iniziò a traballare pericolosamente.
In cabina di pilotaggio Draco era concentratissimo: doveva stare molto attento, perché se alzava di troppo il muso rischiava di finire fuori dalla pista di atterraggio, e quindi in mare, se lo abbassava troppo presto rischiava di far impiantare l’aereo di punta. Non aveva mai sostenuto una situazione simile e, purtroppo, gli serviva aiuto.
“HERMIONE! HERMIONE VIENI QUI, PRESTO!”
La ragazza, sentite le sue urla, accorse immediatamente, sbattendo di qua e di là. Tirò la tenda ed entrò.
“Cosa succede?”
“Devi aiutarmi!”
La ragazza sgranò gli occhi.
“Draco non so cosa…”
“Siediti! Te lo dirò io!”
Hermione obbedì e l’attimo successivo strinse tra le mani la cloche del co-pilota.
“Con me!” – disse Draco. – “Tirala su di quaranta gradi con me!”
Hermione lo guardò e imitò i suoi gesti. Doveva fare molta attenzione, perché vista la concentrazione di Draco quella doveva essere un’operazione alquanto delicata.
“Bene così…” – fece il biondo, lanciandole qualche occhiata fugace. – “Ora spingi la cloche in giù, molto delicatamente, brava…”

Furono i minuti più lunghi di tutta la vita dei passeggeri dell’AK598. Oltre ad essere seduti, non sapevano come le cose stessero andando in cabina di pilotaggio e quando sentirono le rotelle dell’aereo toccare terra, un sospiro di sollievo si levò all’unisono.

Draco fece rallentare l’aereo fino a che non si fermò definitivamente.
Crollò esausto contro il sedile e Hermione con lui. Poi si girarono e si sorrisero.
Ma, per Hermione, la storia non era ancora chiusa.




Dalla torre di controllo di Miami una squadra di artificieri partì alla volta dell’aeroporto di Nassau, armati fino ai denti.
Nel frattempo, Hermione e Draco aiutarono il personale di bordo a far scendere ordinatamente tutti i passeggeri, facendo passare anche quelli della seconda classe dalla prima. Man mano che passavano, Hermione teneva il conto e quando arrivò a centocinquanta urlò.
“Ci sono tutti! Andate!”
Draco si girò di scatto.
“Dove vai?”
Hermione, già diretta verso la stiva, si fermò e si girò.
“Ho ancora una cosa da fare, Draco. Tu va! Mettiti al sicuro!”
Ma il ragazzo non ci pensava minimamente. Seguì Hermione, ma lei non era dello stesso parere.
“Non ci pensare! Io devo disinnescare la bomba!”
“Se tu rimani, rimango anch’io!”
“Draco no! Non so se ce la farò!” – era disperata e aveva cercato con tutte le sue forze di nasconderlo, anche per non allarmare gli altri passeggeri che contavano su di lei. – “Almeno tu, salvati!”
“Scordatelo! E poi non puoi badare alla bomba e sorvegliare Souriel!”
Purtroppo anche quello era vero. Quando Hermione aveva preso la decisione di disinnescare la bomba – di provarci – voleva con sé Souriel: forse il bombarolo a forza di pugni le avrebbe finalmente confessato come fare per disinnescarla, ma Draco aveva ragione. Le serviva qualcuno che l’aiutasse.
“Quando arriveranno gli artificieri tu te ne andrai! E non contraddirmi!”
“Agli ordini…” – sussurrò Draco, lontano dalla sua portata uditiva.
La seguì, dirottando Souriel verso la stiva.

La squadra, artificieri, ebbe un contrattempo. L’aereo che avrebbe dovuto portarli a Nassau ebbe un imprevisto che in meno di due ore non si sarebbe potuto risolvere.
Imprecando più e più volte per quell’inconveniente, Castle ordinò che la guardia costiera mettesse loro a disposizione delle imbarcazioni veloci, ma anche lì furono messi molto male perché il mare era molto mosso e con quella velocità le imbarcazioni avrebbero potuto rovesciarsi.
BJ non sapeva più cosa fare: erano riusciti a portare l’aereo in salvo, e ora tutto il peso gravava sulle spalle di Hermione.
“Hermione ti prego… siamo nelle tue mani…” – sussurrò BJ al nulla.




Blaise si sentiva esattamente come BJ: impotente. Tutto era nelle mani di Hermione.
“BJ, mettimi in collegamento con Hermione. Voglio essere io a dirglielo.”
Castle, dall’altra parte del mondo, annuì.
“Hermione?”
Shepard era riuscito a collegarsi con l’interfono generale dell’aereo, che aveva un auto parlante anche nella stiva, e lasciò che la voce del comandante Zabini riempisse l’aria.
“Blaise?” – chiese Hermione.
“Hermione senti… c’è un problema…”
La ragazza ghignò amaramente.
“E te pareva? Che succede?”
“La squadra artificieri che doveva venire a darti una mano è rimasta bloccata all’aeroporto. Dovrai vedertela da sola.”
Fu come ricevere uno schiaffo in pieno viso. E mentre Hermione e Draco vennero presi dal panico più assoluto, Souriel se la rideva della grossa.
“Qualche probloma?” – chiese Souriel. Anche se sarebbe morto nell’esplosione non gli sarebbe importato, perché avrebbe avuto la meglio su Zabini.
“Sta zitto!” – urlò Hermione, in preda a una crisi di nervi.

00:53:03
00:53:02
00:53:01
00:53:00
00:52:59

Il tempo correva inesorabile e Hermione non faceva altro che guardare i secondi scorrere e scendere sempre verso il basso.
Draco si ritrovò ad assistere impotente a quella scena: voleva aiutare Hermione, ma non sapeva come fare. Lui la sua parte l’aveva fatta e purtroppo ora toccava a lei.
La vide fare avanti e indietro con le mani appoggiate al collo e gli occhi chiusi, intenta a meditare su qualcosa che la potesse aiutare a disinnescare la bomba.

Si ritrovò a rivivere un’altra lezione di Blaise su Souriel.
Ci avevano perso dietro sei mesi, perché la tecnica di quell’uomo sembrava migliorarsi sempre di giorno in giorno. Paradossalmente, Hermione lo aveva preso come esempio perché Souriel, pur di raggiungere i suoi obiettivi, continuava a cercare sempre altre soluzioni e così aveva deciso di fare lei: per raggiungere il suo obiettivo, e cioè quello di affiancare Blaise, un giorno, si era impegnata e aveva affrontato tutte le avversità a testa alta.
Si era trovata con il suo istruttore in un bar, a bere qualcosa dopo le lezioni.
“Allora Hermione… come proseguono gli studi su Souriel? Hai trovato quello che stavi cercando?”
La ragazza aveva scolato la sua birra tutta in un soffio.
“Ehi, ehi, ehi… vacci piano con quella roba, altrimenti mi toccherà portarti via in barella.”
La ragazza aveva riso.
“Tranquillo… reggo bene l’alcol. Comunque no, non l’ho trovato. So che c’è qualcosa che mi sfugge nel metodo lavorativo di Souriel, ma non capisco cosa!”
“Hai troppa fretta, Hermione… procedi per gradi. Sei intelligente e un ottimo artificiere.”
“Per me è stata solo fortuna, quella che ho avuto fino ad ora…” – fece la ragazza.
“Hermione… in questo lavoro la fortuna non c’entra. C’entrano invece la capacità dell’artificiere e la sicurezza in se stessi e in quello che si sta facendo.”
“Ma Sinclair dice che…”
Blaise fece una faccia schifata.
“Oooohh!, lascia perdere quello che dice quel becchino da strapazzo!”
Quella cosa fece sorridere Hermione.
“Anch’io sono capace come lui a parlare, ma quando si tratta di scendere in campo non mi pare di averlo mai visto arrivare e mettere a repentaglio le sue Prada.”
Hermione rise più forte.
“L’unica voce che devi sentire è la tua. E la mia, all’occorrenza. Tutto il resto è superfluo.”
“Me ne ricorderò. Grazie Blaise.”
“Ti pare?”

Hermione tornò con tutti i sensi alla realtà, ritrovandosi in quella buia stiva in compagnia di un bellissimo ragazzo e del bombarolo più pericoloso che il mondo avesse mai visto.
Diede un’occhiata al timer e decise che non poteva più aspettare.

00:41:27

Si diresse verso la bomba, mentre Draco la guardò ostentare una sicurezza che, sapeva, non le apparteneva. Non in quel momento, per lo meno.
“Hai desciso di provarsci?” – chiese Souriel, legato come un salame.
“Sta zitto.” – ordinò Hermione.
Il portelletto era già aperto e si mise a studiare l’intreccio di fili. Ogni volta che provava a toccarne uno ritirava la mano, terrorizzata di poter sbagliare.
Draco le si avvicinò.
“Ce la puoi fare, tranquilla.”
Hermione non gli rispose tanto era concentrata.
“Vuoi una mano?” – chiese Souriel, beffardo.
“Parli della mano che ti ritroverai su per il culo se non la pianti di parlare?” – chiese lei.

Da Miami e da Londra avevano sentito tutto: la ragazza ci sapeva fare, eccome!

“Che volgore… io volevo solo aiutorti.”
“Tranquillo, se avrò bisogno del tuo aiuto te lo chiederò.” – frecciò Hermione.
Che tornò a concentrarsi sulla bomba.
“Dunque…”
“Oh madamoiselle, perdonami… mi sono dimonticato di dirti una cosa…”
Hermione alzò gli occhi al cielo e si girò, stizzita.
“Cosa c’è adesso?”
“Se togli il filo sbogliato, provocheroi un disastro ambientale.”
Hermione sgranò gli occhi, mentre Castle chiuse i suoi. Aveva volutamente omesso quel particolare per non agitare di più la ragazza, ma Souriel aveva mandato tutto a puttane.
“Cos-cosa?” – sussurrò lei, flebilmente.
“Oh, monsieur Castèl non te l’ha detto? Questa bomba è stata prosgettata affinché provochi un disostro ambientale.”
Hermione sentì la gola e lo stomaco serrarsi in una morsa letale. Avvertì un forte capogiro coglierla per l’assenza di aria che sembrava mancare da ore, anziché da pochi istanti.
Souriel non si perse nemmeno un’espressione del volto di Hermione. La sua vendetta contro Zabini, anche se mai veramente progettata nei dettagli, si stava realizzando per un colpo di fortuna.
“Castle! Che storia è questa?” – urlò Hermione, all’aria.
Castle si grattò la nuca, sapendo che avrebbe dovuto dare maggiori spiegazioni.
“Souriel ha ragione, Hermione.” – disse l’agente, mandando in frantumi le ultime speranze – deboli – della ragazza.
“Ma… ci sono componenti radioattivi?” – chiese lei.
“Tutto l’aereo è radioattivo, Hermione…” – fece Castle.
La ragazza interpretò male quel messaggio. Infatti, credette di aver viaggiato fino a quel momento su una bomba nucleare.
“L’agente ha ragione, Hermione…” – fece Draco, che rivangò qualche ricordo di meccanica.
“Ma…”
“Non nel senso che intendi tu.” – si affrettò a spiegare il biondo. – “Il livello di radioattività, in generale, è molto basso, se non inesistente.”
Castle, seppur non visto, annuì.
“Ma collegare una bomba in questa parte dell’aereo, vicino al carburante e soprattutto alla moltitudine di fili che compongono il velivolo, si rischia di creare una detonazione che recherebbe in sé conseguenze catastrofiche.”
“Oddio…” – sibilò la ragazza, bianca come un cencio. – “Blaise!” – urlò la ragazza.
“Sono qui.” – fece il ragazzo, con voce metallica. – “Hermione… siamo nelle tue mani.”
“NO!” – urlò lei. – “Non ce la posso fare! Non da sola! Blaise devi aiutarmi!”
E, in sottofondo, le risate di Souriel. Hermione era così furente e frustrata per essere arrivata a quel punto e saper di dover morire, che iniziò a massacrare di botte il prigioniero.
“VEDIAMO SE DOPO AVRAI ANCORA VOGLIA DI RIDIERE, BASTARDO! COME LA DISINNESCO?” – urlò Hermione.
“Hermione! Hermione fermati!” – urlò Draco, tirandola via a forza.
Hermione si dimenava tra le braccia del ragazzo, furente anche con lui perché l’aveva fermata.
“Lasciami! Lasciami! Se dobbiamo morire che almeno lui muoia come voglio io! Lasciami, Draco!”
Ma il ragazzo non fece altro che rinsaldare la presa, fino a che non cadde in ginocchio, portando con sé la ragazza.
“Lasciami, lasciami…” – lo pregò tra le lacrime.
Souriel, nonostante le botte, trovò la forza di ridere, mentre Hermione sentiva la sua venir meno.

00:35:35









Note della scribacchina:
Allora, contente? Sono atterrati sani e salvi, ma si presenta un altro problema: la bomba.
Ohi… occhi e orecchie a me!
Non so se sia vero che collegare una bomba al carburante e ai fili che sono presenti nella stiva possa creare un disastro ambientale, ma dovevo dare un po’ di pepe alla storia. Hermione mi serviva un po’ insicura e mi sembrava l’unica soluzione.
Mi raccomando! Se volete collegare una bomba al carburante non fatelo perché avete letto la mia storia, ok?
HAHAHAHAHAHA!
Adesso vi lascio allo spoilerino che…

Joachin stava per controbattere, ma alla fine rinunciò e se ne tornò al ristorante.
Solo qualche minuto più tardi capì che pesce intendeva la cliente…
  
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