Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: Chibi_    26/05/2011    5 recensioni
Nella World Academy c'è aria di cambiamenti. Ludwig, studente modello, si ritrova a fare da tutor a una nuova entrata nella scuola, che gli porterà non pochi problemi! Tra amicizie, amori, rivalità, studenti strampalati e l'imminente arrivo del festival della cultura, riuscirà il tedesco a non farsi venire una crisi di nervi?
primissima fanfic che scrivo.... è una specie di esperimento, spero vi piaccia!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

09-Amici che scompaiono

 

 
 

-Come sarebbe a dire che non lo trovi?
Un silenzio innaturale calò tra i presenti, che guardarono sbigottiti Francis mentre le loro espressioni diventavano man mano più allarmate
-Esattamente quello che ho detto, non c’è! Sono andato a cercarlo in bagno e nelle classi vicine, ma quel cretino non si trova!
-Magari si è perso….- tentò fiducioso Antonio, subito interrotto da un Alfred urlante che gli si appolpò al braccio
-No che non si è perso, E’ la maledizione! La maledizione della sposa! Ci ucciderà tutti!!!
Feliciano impaurito si avvicinò al tedesco, che intanto si era alzato e ascoltava preoccupato lo scambio di battute fra i compagni –Fo….Forse è tornato al dormitorio, perché non lo aspettiamo lì?- propose tremante
-Magari è morto- Esalò candidamente Ivan con la solita tranquillità di sempre
-Non…Non dire cavolate! Dobbiamo andare a cercarlo, la responsabilità è mia!
-Cest vrais, Arthùr , anche se fosse successo qualche fenomeno inspiegabile non possiamo lasciarlo solo!
-Ma che vi frega? Cazzi suoi, no? Andiamocene via!
-Lovinito… non dire queste cose…. E non fare il fifone!
-Stai zitto brutto bast..-
Fu Ludwig come al solito a prendere le redini di quella situazione caotica. Si alzò dal divanetto e si mise in mezzo alla stanza, in modo da essere visto da tutti
-Ok, adesso basta, statemi a sentire. E’ ovvio che non possiamo far finta di niente, fantasma o no dobbiamo andare a cercarlo…. E smettila di borbottare Romano, guarda che ti sento, patata senza cervello vallo a dire a qualcun altro, dicevo…. La scuola è grande, quindi ci divideremo in gruppi
-A me sta bene- affermò Arthur – come facciamo a decidere i gruppi?
-Prendiamo come metodo di suddivisione le misure di ognuno….- propose Francis sogghignando
-……Credo sia meglio fare ad estrazione- Non fu decisamente una buona idea….
 
-COL CAZZO CHE IO ME NE VADO CON LUI!
-Ma Romano, mon amì, sei crudele! Non ti mangio mica
-Oh Lovino, il destino ci ha separati, affibbiandomi questo acido sopracciglione…..
-Fuck you, pensi che io sia contento di stare con te?
Ovviamente le coppie erano state estratte completamente a caso, dando vita ad accoppiate non esattamente ben volute: ad Antonio era toccato Arthur, Alfred era dovuto andar con Kiku e Ivan, e a romano era capitato Francis. A Ludwig effettivamente non era andata male e non pensava che ci sarebbero stati problemi, eppure il suo compagno, Feliciano, si ostinava a fissare senza smettere il più grande degli italiani. Quest’ultimo nel frattempo,, stava continuando a lamentarsi rumorosamente
-Ho detto NO! Non so se sia peggio il fantasma o stare in compagnia di un vinofilo ninfomane!
-Pazienza, le coppie sono state decise a caso!
-Non m’importa un accidente! O vado con Feliciano o me ne torno in camera mia e poi cazzi vostri! L’italiano sembrava irremovibile nella sua decisione: stringeva i pugni e batteva i piedi per terra come un bambino cocciuto
-Non possiamo semplicemente cambiargli persona?- propose Antonio –poteri fare a cambio io….- in realtà neanche lui faceva i salti di gioia a sapere quei due insieme, soprattutto dopo la sua piccola discussione col francese dell’altro giorno
-Sentite, fate come vi pare, cambiategli persona e decidevi a darvi una mossa- sbottò Ludwig che voleva solo ritrovare suo fratello per poi andarsene a dormire in santa pace –Feliciano, vieni?
-No.
Era stato detto con la dolcezza di sempre, eppure l’italiano aveva usato un tono così deciso che spinse Ludwig a voltarsi
-Preferirei andare anch’io con lui….- tentò di giustificarsi
Il tedesco rimase sorpreso. Feliciano  non aveva mai preso posizione, preferiva che fossero gli altri a prendere tutte le decisioni. Lui preferiva farsi trascinare da scelte che non erano sue, gli andava bene così. Eppure adesso, alla prospettiva di essere separato dal fratello si faceva avanti e diceva la sua, e in un tono che non ammetteva repliche, tra l’altro!
-Oh, va bene, fai venire tuo fratello con noi, basta che ci muoviamo! Arthur, tu e Antonio cercate Gilbert nella mensa e nelle cucine; Francis, tu controlla il cortile e torna al dormitorio, magari è tornato lì. Alfred Kiku e Ivan, voi tre andate a controllale le aule al piano terra. Noi ci occuperemo delle classi su questo piano e sul terrazzo. Tutto chiaro? Su, forza!
 
-Quindi…. Vieni dalla Russia
-Già. E tu sei americano
-Esatto….
-Capisco…..
Kiku sospirò rassegnato: stare in compagnia di quei due insieme era un impresa, pareva di stare tra due vulcani in punto di eruzione. I comportamenti fintamente cordiali dei due, poi, gli davano l’impressione che stessero per saltarsi addosso da un momento all’altro: Ivan continuava imperterrito a mantenere il suo solito ed inquietante sorriso angelico e a guardare l’americano dall’alto dei suoi 1.90 m; Alfred, per contro, era teso come una corda di violino e il suo tiratissimo sorriso comunicava tutto tranne pensieri amichevoli. Lungo la schiena del giapponese passò un brivido freddo. Com’era possibile che si sopportassero a malapena quando avevano parlato poco e niente? Che razza di antipatia era la loro? Istintivamente pensò ad un cane e ad un gatto e sospirò.
-Guardate che bella luna piena….- disse improvvisamente il biondo avvicinandosi alla finestra –L’altra sera ho visto un film su quel satellite, era ambientato nel lontano 1969…..-
Ivan sussultò impercettibilmente e il giapponese si schiaffò una mano sulla fronte. Aveva come l’impressione che Alfred cercasse di compensare la mancanza di altezza, importanza o  di qualsiasi altra cosa fosse, mettendo in risalto il suo paese di fronte a quello dell’altro –Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità…..- recitò infatti solenne.
La risposta del russo non si fece tanto attendere però
-Eh già, bei tempi quelli…..Ricordo ancora di quando mi raccontavano di Yuri Gagarin, ilprimo al mondo ad andare in orbita sullo spazio. Grand’uomo quello, non credi?
Kiku a quel punto cercò di cambiare argomento, giusto per allentare un minimo la tensione che si stava andando a creare
-Voi che ne pensate di questa storia del fantasma?- tentò infatti. Inutilmente, visto che i due avanti a lui continuavano a fissarsi in cagnesco, ovviamente non abbandonando mai quei gelidi sorrisi
-Sai, si dice che la Russia, nonostante le dimensioni, sia stato fino a poco tempo fa uno dei paesi più arretrati del mondo….- continuava infatti Alfred. L’aveva detto con un tono piatto e disinteressato, come se avesse appena detto che doveva andare a fare la spesa, mentre aveva praticamente dato dello stupido paleolitico a quel gigante accanto a lui
-Beh, forse, ma sembra che abbiamo recuperato in fretta, no? E poi non è un fattore estremamente decisivo, non credi? Pensa all’ America, che dopo la guerra del Vietnam sen’è dovuta andare a casa con la coda fra le gambe, nonostante combattesse contro una nazione molto svantaggiata rispetto a lei, o sbaglio?
-Ehm, ragazzi…..- Kiku si voltò di scatto, gli sembrava di aver sentito un rumore, come un fruscio…. – Credo che ci sia qualcuno qui
E finalmente i due si fermarono e si voltarono verso il giapponese, non tanto perché gli interessava quello che lui aveva appena detto, ma giusto perché sembrava avessero trovato un altro pretesto per litigare.
-Non preoccuparti, Alfred, se starai vicino a me non correrai alcun pericolo!- esultò infatti Alfred, sembrava che pur di fare concorrenza al russo avesse completamente dimenticato le sue paure
-Farti proteggere da questo qui?- chiese Ivan ostentando un altro sorrisetto –beh, perché no, certo. Apporposito… sai che l’esercito russo è uno dei più potenti al mondo?
-Proteggerò io Kiku!
-Perché, ne saresti capace?
Il più piccolo li guardava preoccupato
-Guardate, che non è che dovete per forz….-
-Non preoccuparti, ti proteggerò io!- esclamarono in coro i due davanti a lui. Il moro sospirò esasperato
-E con cosa? Con il vostro infinito arsenale di frecciatine velenose?- borbottò senza farsi sentire dai due. Ancora quel fruscio, e poi una ventata d’aria gelida lo fece rabbrividire, portandolo a voltarsi
-Io proprio non capisco. Senza offesa, ma cosa c’è di bello in Russia? E’ fredda, inospitale e  la gente è strana. Ovviamente non mi riferisco a te- Continuava intanto Alfred
-Mi faccio tutti i giorni la stesa domanda sull’America…. È popolata solo da stupidi megalomani esaltati grassi e con il quoziente intellettivo di un mollusco. Ovviamente non mi riferisco a te…..-
-L’America è un paese strapieno di meraviglie!
-Non può reggere il paragone con la Russia
-Oh, ma per favore! Diglielo anche ti, Kiku! Kiku?-ma inspiegabilmente dietro di loro il giapponese non c’era più
 
-Ah, ma guarda tu con chi dovevo capitare
-Oh, certo, perché io non aspettavo altro che sprecare tutta la sera con te!
Dall’altra parte della scuola Arthur e Antonio percorrevano la grossa stanza della mensa scolastica guardandosi continuamente intorno, alla ricerca di qualche traccia dell’albino. Nessuno aveva mai capito perché non andassero d’accordo quei due. Kiku una volta aveva pensato che probabilmente ognuno di loro invidiava qualcosa dell’altro, ma quando ne aveva parlato con Feliciano e Ludwig non era stato preso sul serio e gli dissero che pensava troppo.
-Ehi, Gil, ci sei?- chiese alla stanza vuota inutilmente Antonio –Arthur scusa… Non possiamo accendere le luci? Non si vede un accidente!
L’inglese passò distrattamente un dito lungo uno dei tanti tavoli guardandosi intorno,anche lui alla ricerca della chioma chiara del tedesco.
-Certo che no. Se qualche professore ci scoprisse? Noi non dovremmo essere qui. E smettila di sbuffare, a cosa stai pensando?
-A come sarebbe stato se al tu posto ci fosse stato il mio adorato Lovinito!- il moro incrociò le mani fra loro e se le portò al petto, alzando gli occhi con un’espressione sognante –Sarebbe stato fantastico! Lui che spaventato dal buio trema di paura e io che lo prendo e lo stringo fra le mie braccia….- gesticolava come se avesse avuto un ipotetico Romano davanti e lo stesse spupazzando –E poi, protetti dall’oscurità, unisco le mie labbra alle sue e lo faccio stendere su uno di questi tavoli, a quel punto prendo a sbottonargli la divisa, un bottone alla volta, e poi…..
-Carriedo, sei disgustoso.- tagliò corto Arthur interrompendo lo spagnolo, ormai partito per un sogno ad occhi aperti vietato ai minorenni –Immaginare di compiere atti osceni in questa scuola, come se fosse anche lontanamente possibile, poi!
-Eh? E perché, scusa?
-Perché da quando ci sono io nel consiglio studentesco a sorvegliare la situazione la scuola è più casta di un convento di suore!- disse impettito, fiero del suo operato –Beh, perché mi guardi così?
Antonio lo guardava a bocca aperta
-Non dirmi che lo credi davvero…
-Beh, certo che sì- disse perplesso l’inglese. Gli servirono un paio di secondi per capire dove volesse andare a parare lo spagnolo –N..Non dirmi che tu…?
Il silenzio della stanza fu interrotto dalla grossa, enorme risata di Antonio, si teneva con le mani la pancia e aveva quasi le lacrime agli occhi –Arthur, non dirmi che stai dicendo sul serio! Cosa credi che facevamo io e la mia ex in biblioteca, studiare? E dove pensi che sia Francis a tutte le ore del giorno, quando non è né con te né con me o Gilbert? E’ ovvio che in questa scuola ogni tanto si fa del sano ed abbondante sesso!
Dire che Arthur in quel momento era più rosso di un semaforo sarebbe stato riduttivo. Aveva la bocca spalancata e fissava incredulo lo spagnolo con gli occhi spalancati –Tu…Tu smettila subito di dire queste cose!- urlò dopo un po’
-Oh, ma dai Arthur, non dirmi che parlare di queste cose ti imbarazza! Sapevo che in queste cose non hai esperienza, ma scandalizzarsi solo perché ho detto “sesso”, S-E-S-S-O!
-No che non mi scandalizzo, ma smettila di essere così volgare! E poi chi ti ha detto che non ho esperienza? Scommetto che è solo una voce messa in giro da quel mangia rane per prendermi in giro!- la sua voce stava passando ad un tono sempre più isterico. Antonio lo guardò esibendo un sorrisetto
-Preferivi la parola “copulare”? E poi non c’entrano niente le voci che circolano, basta vedere il modo in cui reagisci…Sei proprio frigido, eh?
-Non è affatto vero! Sei tu che sei un pervertito!
-Ma sentitela, la verginella isterica….
-IO NON SONO ISTERICO!
Dopo un momento di silenzio che ad Arthur parve infinito, Antonio mosse qualche passo verso di lui e lo guardò esultante
-Allora è vero che sei vergine…
Arthur da rosso divenne viola, poi blu, poi giallo, infine diventò pallido come un cencio
-Non….NON E’ VERO! Non sono vergine! Io….Io ho avuto un sacco di ragazze, ecco!
-certo Arthur, non lo metto in dubbio
-Ma è vero!
-Tranquillo, le mie labbra sono sigillate come una tomba- e mimò di cucirsi la bocca. Arthur lo fulminò con lo sguardo
Improvvisamente alle loro orecchie arrivò un rumore, come qualcosa che sbatteva… I due si lanciarono uno sguardo, come per accertarsi che l’avessero sentito entrambi
-Viene dalle cucine- sussurrò il più basso avanzando qualche passo
Come previsto le cucine erano vuote, eppure di tanto in tanto quello strano rumore tornava. Attraversarono la stanza lanciando occhiate alle varie pentole, coltelli e padelle  appoggiate sui mobili, avvicinandosi sempre di più alla fonte di quel suono, finché non si ritrovarono di fronte alla porta del magazzino
-Qui?- chiese sottovoce Antonio
Ad un cenno affermativo dell’inglese il moro girò la maniglia e aprì la porta. Un tuono illuminò la stanza
-Gilbert?- esclamarono in coro
Il tedesco era a terra, bocca e corpo completamente avvolti da nastro da pacchi, si agitava nel tentativo di liberarsi e li guardava spaventato
-Per la regina….Gilbert, chi ti ha conciato così?
Ma quando si accorsero che l’albino non guardava loro, ma un preciso punto alle loro spalle, era troppo tardi.
 
-Vi decidete ad darvi una mossa?
-Lu…Luuuud, dove sei?!
-Davanti a te…
-Stupido crucco, non ti allontanare!
Ludwig si fermò ad aspettare i due italiani dietro di lui: tremavano come foglie, avevano gli occhi lucidi e facevano un passo ogni dieci minuti, convinti di aver visto il fantomatico fantasma della sposa ad ogni angolo che svoltavano.
-Ragazzi, di questo passo non arriveremo nemmeno alla fine del corridoio- cercò di farli ragionare, riuscendo a farli  muovere di tre passi.
-Su, forza, i fantasmi.Non.Esistono.
-E allora l’urlo di Arthur che abbiamo sentito prima??- gracchiò Romano con voce acuta
-E’ successo più di mezz’ora fa, dannazione! Avrà visto un topo, che ne so!
-O forse era la sposa che sel’è preso!
Passandosi esasperato una mano fra i capelli biondi tornò indietro
-Su che voglio andarmene a dormire! Pensate che prima finiamo prima ce ne andiamo…Non vorrete passare tutta la notte a scuola, no?
Feliciano e Romano si lanciarono un’occhiata veloce, quell’opzione non li allettava molto
-E se finiamo di controllare le aule di questo corridoio ce ne andiamo, va bene?- propose tremante Feliciano. Il biondo lo guardò: in quale condizioni non gli sarebbe certo stato di aiuto, e figurarsi se Romano restava a cercare Gilbert, tanto valeva farlo contento
-Va bene, arrivati alla fine potete andare al dormitorio, io resterò ancora a cercarlo
Feliciano si avvicinò alla finestra ancora piagnucolante, quando guardando fuori si accorse di un altro insormontabile ostacolo
-Perché il dormitorio è così lontano?
-E’ la stesa distanza di tutti i giorni, Feliciano- gli rispose spazientito il tedesco
-Il cortile è troppo buoi, quindi ci accompagnerai –sancì Romano non ammettendo repliche
Quella sottospecie di promessa sembrava aver smosso i due italiani, infatti ora giravano spediti per le classi ansiosi di finirla. Ludwig si compiacque, quando volevano quei due sapevano essere efficienti, anche se Feliciano perdeva un po’ troppo tempo a guardare fuori dalle finestre
-Va bene, abbiamo finito, qua non c’è. Su, che vi accompa…
-VVVVVVEEEEEH!- Feliciano improvvisamente urlò spaventato. Si allontanò di scatto dalla finestra e percorse il corridoio in 0.03 secondi, fino a spiccare un salto e finire addosso al tedesco- L’HO VISTA, L’HO VISTA! LUD, NON VOGLIO ESSERE DECAPITATOOOO!
Vedendo che il suo fratellino si era appolpato addosso a Ludwig, anche Romano iniziò a sbraitare, anche se per motivi un po’ diversi
-Feliciano! Staccati subito da quel coso, cazzo è disgustoso, Felicianooo!
Prese la divisa del fratello e iniziò a strattonarlo nella sua direzione, cercando di staccarlo dal biondo. Inutilmente, visto che il più piccolo si era ancorato bene al collo del tedesco
-LA SPOSA, LA SPOSA, L’HO VISTA, ERA IN CORTILE!
-Feliciano, in cortile c’è solo Fran…
-SMETTILA DI SPAVENTARMI! E STACCATI MALEDIZIONE! E TU CRUCCO TIENI LE MANI APPOSTO, GUARDA CHE TI VEDO!
In realtà Ludwig non stava facendo assolutamente niente. Era immobile e guardava con sguardo spento e rassegnato il soffitto –Ormai ho perso sia la forza sia la voglia di infierire- sussurrò esasperato al nulla mentre Feliciano continuava a piangere e Romano lo strattonava. Un tuono illuminò il corridoio, fu il colpo di grazia: nei due italiani scoppiò ormai una crisi isterica, con Feliciano che si spalmò ancora di più al corpo del tedesco e Romano che, impaurito anche lui, si strinse al fratello, spingendo una mano sulla faccia di Ludwig, nel tentativo ancora di allontanarlo. E restarono così per svariati minuti, in quella strana e patetica posa.
-Perché a me…?
 
 
 
-Aux armes, citoyens… Formez vos bataillons..
Francis intanto continuava la sua ispezione del cortile. Ovviamente l’ingrato compito di stare sotto la pioggia era toccato a lui, e non aveva neanche un po’ di compagnia. Poco male,avrebbe fatto un giro veloce e poi se ne sarebbe andato al calduccio nella sua stanza, magari facendo prima una capatina al dormitorio femminile…
-Marchons! Marchons! Qu'un sang impur Abreuve nos sillons… - continuava a canticchiare a bassa voce cercando di far passare più velocemente il tempo. Ad un tratto un’ altra voce, più sottile e melodica, si unì alla sua
-Un giorno ci ritroveremo, io e il mio amore, e niente più ci separerà...
Era la voce di una donna, il francese si guardò velocemente intorno alla ricerca della fonte di quella voce, riuscì appena a vedere l’orlo di una gonna che sparì dietro ad un angolo. Si leccò i baffi e corse in quella direzione, forse la serata non era stata una completa perdita di tempo
-Madame,est-ce?Non sia timida! Si bagnerà sotto la pioggia !- ma ogni volta che gli sembrava riuscire ad avvicinarsi a quella sagoma confusa sotto la pioggia, quella spariva e riappariva poco più avanti, quella pioggia fitta lo stava confondendo.
-Su, vieni qui, una bella ragazza come te tutta sola a quest’ora di notte, dimmi…sei nuova?- riuscì finalmente ad afferrarla per un braccio, era gelida, ma quando si girò il sorriso sulle sue labbra sparì in un attimo
 
-DOV’è FINITO, DOV’E’ FINITO??
-Smettila di urlare, sarà qui intorno!
-KIKUUUU KIKU DOVE SEI??? RESISTI, TI VERRO’ A SALVARE!
Non appena Alfred e Ivan si erano voltati e avevano notato che il giapponese non li stava più seguendo, nell’americano ritornò prepotentemente quell’ondata di panico  che era saltata fuori durante i racconti di quella sera, ed era completamente impazzito: correva per i corridoi urlando il nome del giapponese, affacciandosi ad ogni aula che trovavano, mentre Ivan gli correva dietro tentando di stargli al passo, il sorriso di prima magicamente sparito dal suo volto per fare spazio ad un’espressione decisamente più angosciata
-SEL’E’ PRESO LA SPOSA, E’ SICURAMENTE COSI’!LO TROVEREMO IN QUALCHE SGABUZZINO DEGLI INSERVIENTI SENZA TESTA!!
-MA che diavolo stai dicendo? Dev’essere qui da qualche parte….
Alfred improvvisamente inchiodò i piedi a terra fermandosi di colpo, colpito da un’improvvisa illuminazione
-Forse… Forse ha raggiunto Arthur!- prese il cellulare dalla tasca e compose velocemente il numero dell’inglese, portandoselo all’orecchio e attendendo impaziente
-Non risponde, non risponde, non risponde, PERCHE’ NON RISPONDE??!?
Ivan a guardarlo fu tentato di prendere la testa dell’americano e scaraventarla contro un muro per farlo stare zitto, ma probabilmente non era una buona idea. Abbassò la mano controvoglia
-E se ha preso anche lui? Ivan… Tu non mi lasceresti morire, vero?
-Eh? Beh….Suppongo di no
-SUPPONI??
Qualcosa nell’espressione del russo, qualcosa che sembrava molto prossimo  ad un istinto omicida, riuscì a zittire Alfred, che abbassò immediatamente la voce e si calmò
-E’….E’ meglio se continuiamo a cercare- balbettò infatti
Fuori intanto non accennava a smettere di piovere, sembrava uno di quegli enormi ed improvvisi temporali estivi che pare vogliano portarsi via tutto con la forza di un tornado, tanto sono forti. E Alfred ce la stava davvero mettendo tutta per rimanere impassibile, aveva raccolto tutto il suo eroismo per darsi un contegno davanti a quel maledetto russo. Sbuffò. Se ci fosse stato Arthur…. Lui avrebbe trovato sicuramente il modo per calmarlo, dopotutto era successo tante volte che lo avesse rassicurato, magari dopo un bel film horror. E invece questo qui se ne stava zitto e sorridente accanto a lui ostentando tranquillità da tutti i pori, quasi come se si divertisse a vederlo in quelle condizioni
-Ma dimmi….- chiese l’americano misurando la voce –La storia della sposa… era un racconto creato giusto per l’occasione, no?
-Certo che no, è successo davvero.- gli rispose Ivan nascondendo un sorrisetto. Sì, si stava divertendo da morire –Ah, come hai detto che si chiamava quello strano tipo con gli occhi rossi che stiamo cercando?
-Eh? Parli di Gilbert? Perché?
-Gilbert…. No, così, tanto per dire
Controllarono ancora un po’ di corridoi, poi Ivan si fermò
-Vado un attimo in bagno…- disse avviandosi verso il bagno maschile. Notando che l’americano lo stava seguendo si voltò verso di lui infastidito –Posso andare anche da solo, grazie
-Eh? Ah…certo! Hahahaha, che sciocco!- ignorò volutamente il tono isterico della sua voce e gli chiuse la porta sul naso. Fastidioso. Alfred F.Jones era la cosa più fastidiosa che gli fosse mai capitata, com’era possibile che nessuno l’avesse ancora fatto sparire? Ma ecco che, uscito dal bagno, sembrò che il suo desiderio si fosse avverato
-Alfred?- chiese al corridoio vuoto, gli rispose soltanto l’eco della sua voce.
-Alfred, guarda che ti lascio qui….- una risata. Una sola, piccola risata bastò per scatenare il panico nel russo,che si fiondò senza esitazioni verso la fine del corridoio. Non era possibile
Come previsto appena iniziato a correre anche lei iniziò, partendo all’inseguimento.
Svoltò un angolo, e poi un altro, poi un altro ancora. Dove poteva rifugiarsi? Ancora non conosceva bene la scuola…Lanciò un’occhiata dietro di sé con il terrore negli occhi e poi la vide: con i suoi capelli biondi, i suoi occhi di ghiaccio e il suo sorriso inquietante. Aumentò il passo mosso da quello che si potrebbe chiamare istinto di sopravvivenza, mentre la pelle pallida e gelata si stava arricchendo già di piccole goccioline di sudore, paura.
-Fratelloneeee- cinguettava la voce dal fondo del corridoio buio. A Ivan si drizzarono i capelli dalla paura –Fratellone, sono io! Perché non ti fermi?
La sala dei docenti… L’aula del consiglio studentesco, la mensa, il terrazzo… dove poteva andare a nascondersi?
Anche la ragazza dietro di lui accellerò, e in poco tempo iniziò ad accorciare la distanza che li separava
-Non scappare, non mi riconosci?
Cosa ci faceva Natalia LI’? Si fiondò nella prima stanza che trovò e si chiuse a chiave dentro. Magari se ne sarebbe andata, magari avrebbe capito che…
-Fratellone, mi sei mancato così tanto!  Perché hai  chiuso a chiave?
Iniziò perfino a tremare. Non riusciva a credere che l’aveva seguito anche lì! Lo stridio delle unghie sulla porta lo fece sobbalzare
-Apri, Apri! Perché non apri? Forse si è rotta…vuol dire che la aprirò io….
_Che è successo agli altri??
-Loro avrebbero rovinato tutto. Sono sicura che capisci anche tu, quegli stupidi cafoni avrebbero rovinato il momento magico in cui ci saremo ritrovati dopo così tanto tempo, non ho ragione?Ma non preoccuparti, da quel che ho visto erano tuoi amici, e sono stata attenta a non fargli troppo male
“E’ pazza, è pazza!” Pensò
Preso dal panico, afferrò il proprio cellulare ed iniziò a chiamare tutti i numeri che aveva memorizzato, ma come era successo ad Alfred prima di lui, tutti i numeri squillavano a vuoto: né Alfred, né Arthur, né Kiku, né Ludwig o i due italiani dava segni di vita
-Fratellone, resisti, l’ho quasi rotta!
Messo così alle strette, si decise a fare il numero del dormitorio, la sua ultima speranza. Non gliene fregava niente: nota, richiamo, punizione, sospensione, espulsione…. Avrebbe preferito tutto pur di uscire da quella situazione! A poco a poco si vide in lontananza il dormitorio che accendeva le luci, svegliato dagli squilli del russo
-Ti prego ti prego ti prego fa che arrivino presto- pregava Ivan completamente preso dal panico Dopo un po’ il rumore della ragazza oltre la porta cessò improvvisamente, anche se il russo non ebbe il coraggio di andar a verificare se se ne fosse effettivamente andata.
Mezz’ora dopo lo trovarono così: in un angolo della stanza che tremava come una foglia mentre balbettava frasi sconnesse e senza senso. Gli alunni e i professori si diedero da fare e cercarono anche il resto degli “scomparsi”, trovando Gilbert, Antonio e Arthur chiusi nel magazzino della mensa, il tedesco ancora legato come un salame e gli altri due a terra storditi con due bei bernoccoli in bella vista, Ludwig che in una classe tentava inutilmente di far uscire i due italiani da sotto una cattedra e di calmarli, mentre Alfred lo trovarono svenuto, chiuso in uno dei bagni femminili, Kiku era stranamente nel suo letto che dormiva tranquillamente. Francis lo trovarono solo il mattino dopo, nel cortile mezzo morto di freddo.
 
-Il primo….che si azzarda… a proporre una serata all’insegna dell’horror…. Giuro che gli cavo gli occhi- minacciò Gilbert seguito dall’assenso generale di tutti. Se ne stavano seduti fuori dalla stanza del preside,gli occhi cerchiati da profonde occhiaie ed uno sguardo vacuo e spento, aspettando il ritorno di Arthur,che in quel momento stava cercando di trovare una soluzione che non li avrebbe sospesi tutti. Nessuno aveva la forza di parlare, ancora scossi com’erano dagli avvenimenti della serata
-Io non capisco- disse infine Kiku tranquillamente –A e ha solo preso da parte una ragazza molto graziosa, anche se ammetto che era un po’ strana, dicendomi che avevate trovato quello che cercavamo e chiedendomi gentilmente di andarmene a dormire…
-Beh, a quanto pare non abbiamo avuto tutti lo stesso trattamento, non credi??- urlò Antonio all’improvviso
Furono interrotti dal rumore della porta che apriva. Tutti trepidanti si voltarono verso la figura di Arthur che, con una pessima cera anche lui, si limitò a fare il cenno della vittoria con espressione smorta e ad avviarsi verso le classi. –Oh, Ivan. Vai dentro, ti vuole il preside- disse prima  di andarsene.
Svogliatamente il russo entrò nell’ufficio, arrivando a capire cosa il preside volesse da lui Avrebbe sperato in una punizione, avrebbe preferito prefino l’espulsione, quando nella stanza vide la  sua amata sorellina aspettarlo con un sorriso sulle labbra
-Ivan, Perché non mi hai detto che avevi una sorella così carina?- scherzò il preside dietro di lei. Ora che la osservava meglio notò un piccolo dettaglio che gli era sfuggito la sera prima: portava la divisa. Perché portava la divisa??
-E’ arrivata stamattina e mi sono affrettato subito a chiamarti. Ah, ragazzina, menomale che non sei arrivata un giorno prima, pensa che si dice che in giro per la scuola ci sia uno strano tipo, un maniaco, o qualcosa del genere. Quando il presidente Kirkland mel’ha detto, e ha precisato che non era il solito Bonnefoy, non riuscivo a crederci! Ma non preoccuparti, non ti succederà niente!
Ivan strabuzzò gli occhi. Maniaco? Che fosse stata la scusa che si era inventato quell’inglese? Beh, ora aveva decisamente altro di cui preoccuparsi. Guardò sconsolato la ragazza  davanti a lui, che gli sorrise contenta aprendo le braccia
-Fratellone, perché non vieni ad abbracciarmi?
 
 
 
N.d Ary:
Giuro, dopo Natalia non ci saranno nuovi personaggi xD (si innalza un coro di “alleluia” da qualche parte), o se ci sono saranno apparizioni di un capitoletto, bastano così XD
Capitolo incasinato da morire, non ha uno straccio di senso, ma mi sono comunque divertita molto a scriverlo, spero non sia un orrore completo °___°
Se volete lasciatemi un parere, vorrei davvero riuscire a migliorarmi, almeno un pochino ^^ *E venne così sommersa dai pomodori*




Yumeji: Grazieee *___* spero che anche questo ti sia piaciuto allora ^^ Povero Arthur, gliene faccio sempre passare tante ma in fondo gli voglio un gran bene <3
°___° Ecco. Questo è quello che succede quando scrivo un capitolo e per mancanza di ispirazione lo completo due mesi dopo. beh, grazie per avermelo fatto notare ^^ *si sotterra* Boh, pensiamola così…. Avviene in un paesino sperduto di campagna dove la gente è superstiziosa e…. uhm…… *si arrampica sugli specchi* Bh, non lo so. Ammetto, ho sbagliato, ecco !  Figuradimm*
Grazie per la recensione <3 

Next----> "Fairytail"
(..."non sarà così male come lo descrivi" "No hai ragione, è molto peggio")

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Chibi_