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Autore: Rhye and Embrido    22/02/2006    13 recensioni
Ok...adesso non ci ferma più nessuno ed infatti siamo già a pubblicare la nostra terza fanfic su uno dei gruppi che più adoriamo, ovviamente i mitici, insuperabili GREEN DAY!! come abbiamo già detto, dobbiamo terminare anche le altre, ma ce la faremo ugualmente...passiamo adesso alla storia: nonostante nel primo capitolo venga dato spazio alla coppia Adrienne/Billie, la storia si baserà principalmente sull'adolescenza dei tre Green Day ed in particolar modo su quella di Billie Joe, che si fidanzerà con una ragazza speciale, che lascerà per sempre un segno su di lui...Joyce...una ferita che non si è ancora del tutto rimarginata...beh, buona lettura!!
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mamma mia

Mamma mia. Stasera mi si prospetta proprio una seratina niente male. Cioè, niente male si fa per modo di dire. Adrienne ha deciso di vedere un film e io devo seguirla e fare tutto ciò che vuole lei in silenzio. Protestare poi sarebbe inutile, e decisamente un suicidio. Ma prima di tutto facciamo le presentazioni, nonostante voi conosciate meglio di me, ogni membro della mia famiglia.

Ordunque, prima nella lista troviamo mia moglie, Adrienne Nesser: una ragazza bella, affascinante e simpatica. Ha una laurea in psicologia, ma sinceramente devono avergliela regalata, perché lei non capisce assolutamente nulla nella psiche. O per lo meno, non con me. Nonostante tutto, adora porre domande astruse, per dimostrare le sue presunti doti, o come dice lei, il suo “indiscutibile” talento: a volte viene da me e mi chiede cose decisamente senza senso. Ora non mi viene in mente niente, però è così. Insomma, giocando alla piccola “investigatrice” allieta tutti noi, che ne faremmo volentieri a meno. E’ molto dolce e mite, e disposta ad ascoltare le ragioni…degli altri, ovviamente. Perché ormai si sa, quelle del proprio marito non valgono niente. In ogni caso, nonostante sia un tipo tranquillo e terribilmente introverso, consiglio vivamente di non farla arrabbiare: quando si adira è a dir poco temibile e vendicativa. Avete presente la plebe di Roma, infuriata per non aver ricevuto una delle distribuzioni gratuite di viveri?? Ecco, più o meno lei reagisce alla solita maniera. Una tragedia. Poi c’è Joseph, il mio piccolo Joseph Marciano, nonché il mio primogenito, nato poco dopo il mio matrimonio. Adrienne critica il suo secondo nome, per il quale ho lottato, affinché comparisse all’anagrafe: non ho mai saputo perché, ma mi è sempre piaciuto. Ha dieci anni ed è un ragazzo abbastanza tranquillo, per quanto possa permetterlo un Armstrong.  Come me ama scrivere ed infatti posso scorgerlo là, raggomitolato sul divano, con le gambe incrociate, che si impegna nella stesura di una pagina di diario, esattamente come sto facendo io adesso. Ho sempre reputato il genere femminile il più adatto alla scrittura e alle diverse lingue, ma nella mia famiglia è il contrario. Sarà forse perché noi siamo strani e per noi il mondo gira alla rovescia. Per quanto riguarda il fisico, è un bel bimbo, che però non ha ereditato nulla della bellezza paterna. Adrienne lo guarda sempre orgogliosa e dice: “Meno male che non hai preso nulla da tuo padre!”. Ora, io dico, come può un marito sopportare tali insinuazioni? Voglio dire, è lei che mi ha sposato di sua spontanea volontà, mica la ho obbligata, lo sapeva anche prima di infilarsi la vera al dito che tipo sono. Ed infine c’è Jakob, l’unico maschio che in casa si salva, dal punto di vista del nome. E anche da tutti gli altri punti di vista, visto che, nonostante sia il più piccolo, è il più in gamba della famiglia. Adrienne ripete sempre che è il più furbo, che me le fa tutte ad un palmo sotto il naso. Beh, lei dovrebbe stare zitta, perché spesso nemmeno mia moglie si accorge delle sue bricconate. D’altronde sono così tante che sarebbe praticamente impossibile accorgersi di tutte. D’altronde è un tipo sveglio e tremendo proprio come io lo ero da piccolo. Una vera peste, un uragano sotto le spoglia di un presunto bambino tranquillo e calmo. Già, perché all’aria sembra proprio un angioletto, mica come me che invece ero una peste sia in pratica che all’apparenza. Jakob adora i peluches ed infatti casa nostra ne è piena. Ovviamente in questo momento lui sta giocando che le bestie di pezza, che impersonano una comitiva di turisti stranieri in partenza per una crociera. Brian, una pantera mal ridotta al cui il piccolo presta una voce decisamente espressiva e piena di effe perché ha la lisca, sta urlando: “Prefto, fignori e fignore, fi accomodino sul motofcafo che fi parte fubito…dai, prefto, fignori e fignore, occhio a non cafcarePlaf!”. Grido di giubilo, turista tedesco caduto in acqua. “Aiuuuuuuto!! Affogo!! Falvatemi!!”. Tuffo di venti turisti pelosi, che si affannano nel tentativo di salvare la povera pantera. Troppo tardi: è affogata. Il piccolo ha un temperamento drammatico.

Sicuramente sarebbe portato per il cinema e per le rappresentazioni con uno sfondo tragico. Ok, basta, vi ho parlato abbastanza della mia famiglia, anche perché sennò vi annoio…e in ogni caso devo andare a mettere nel lettore dvd il film “La mummia”. Già, perché ad Adrienne è venuta voglia di riguardare proprio quello…che ovviamente io considero un’emerita cavolata. Ma non faccio storie: stasera mi sento in vena di bontà e incasso dunque tutti i colpi senza ribattere. Ma la mia vendetta sarà spietata. Ahahahahahahahahahah!!

Il film comincia e trascorre un’ora o qualcosa simile...fa adesso la sua apparizione, visto che quei tre matti dei protagonisti non potevano bastare, il beduino Ardeth, che mia moglie considera anche un bell’uomo. Ma come?? Mi scandalizzo. Ha me, e va a guardare gli altri, quando io sono più bello? Lei dice sempre che “l’importante è essere convinti”…ed è vero…ma io sono più bello, non c’è dubbio. Nonostante tutto quello lì mi inquieta…non so come mai, ma mi ricorda qualcuno…insomma, ho già visto una persona simile a lui…una che aveva gli stessi tratti e li stessi lineamenti. Si, si, non c’è dubbio. Ma non riesco proprio a ricordarmi di chi possa trattarsi. Mah…forse mi sono preso un abbaglio. So solo che, ora come ora sono veramente stanco e non mi reggo in piedi. Vado a letto…mah, buona notte!!

 

 

Billie aprì prima un occhio, lo chiuse e poi aprì l’altro, ed infine si decise ad aprirli insieme contemporaneamente. “Jonathan, è Jonathan!!” urlò, contento, con una faccia decisamente soddisfatta e alzandosi dal letto improvvisamente, come se non stesse dormendo. Adrienne fece un balzo, preoccupata ed esclamò: “Cos’è successo? La casa brucia? C’è un incendio?”. Billie guardò la moglie, con un’espressione piuttosto divertita: la ragazza aveva sempre avuto il terrore del fuoco, fin da quando era molto piccola. Ma a volte con la sua fobia raggiungeva livelli impressionati.

“Ma cosa dici?” rispose, scherzando “no, mi è soltanto venuta in mente una persona, che ieri sera non riuscivo a ricordarmi…”

La donna si tranquillizzò un po’, squadrò quel marito pazzo che si ritrovava e rispose: “Ah…e così quella specie di mugolio soffocato che hai emesso doveva essere un nome?”

“Beh…più o meno”.

Adrienne si ributtò giù, con l’intenzione di continuare a dormire. Billie guardò il suo volto, pacifico e rilassato: sua moglie aveva forse intenzione di poltrire? No, cosa non accettabile, avrebbe dovuto rimediare lui. Le saltò addosso, iniziando a farle il solletico. La moglie non reagì, ma continuò a dormire, come se nulla fosse. Il cantante si preoccupò: iniziò a pensare di averla uccisa…cioè, credette per un attimo che fosse morta così, sotto i suoi occhi. Si disperò, poi finalmente la voce della donna, roca e che veniva dall’oltretomba, risuonò nella stanza silenziosa: “Billie, quante volte devo ricordarti che non soffro il solletico?”. Il moro rise, contento che la moglie fosse viva e vegeta, nonostante non fosse riuscito ad infastidirla. Ci pensò un po’ su: non poteva essersi tirato tutto fuori così, no…eppure doveva esserci qualcuno che lo soffrivo veramente molto. Ma, come la sera prima, non riusciva e ricordarsi chi. Decise che forse un'altra dormitina avrebbe giovato ai suoi pensieri ed alla sua salute e magari gli avrebbe fornito pure la risposta. Il sonno però, nonostante tutto, non decise a venire e, stufatosi di stare sdraiato sul letto senza far niente, decise di alzarsi. Fece sbucare timidamente una mano da sotto le lenzuola, per poi levarsele completamente di dosso, ma stando ben attento a non scoprire sua moglie, che era assolutamente freddolosa. Si mise a sedere sul bordo del letto e, senza guardare cercò le sue pantofolone celesti, con tanto di orsacchiotto sul davanti, e riuscì finalmente a mettere in moto quell’ammasso di carne che comunemente chiamava gambe.  Si diresse alla velocità della luce in cucina, trovando ancora tutto spento: di solito ci trovava Jakob e Joseph che, a differenza del padre, erano piuttosto mattinieri. Si stupì che i due pargoletti stessero ancora dormendo e, poco convinto da questa idea, si diresse nella camera dell’uno e dell’altro. Evidentemente quello era il giorno mondiale del “facciamo morire d’infarto Billie Joe!”, perché il cantante non trovò il figlio maggiore né il minore. Scese nuovamente le scale, per dirigersi nello studio, alla disperata ricerca dei pargoli. “Se quei due sono finiti là dentro, non so cosa possa succederli…” pensò Billie, camminando velocemente. Non gli andava a genio l’idea che i figli potessero entrare allegramente nel suo studio, dove riponeva tutte le sue carte e perfino le sue adorate chitarre. Per un primo periodo aveva anche chiuso a chiave la porta della stanza, adducendo come scusa il fatto che i piccoli avrebbero potuto farsi male. In realtà, Adrienne sospettava che il marito avesse paura che Jakob e Joey potessero rompergli i suoi strumenti musicali, ai quali teneva più che a sé stesso. Aprì la porta, tappandosi gli occhi, per poi aprire lentamente le dita, come se volesse digerire piano piano il fatto di trovarsi davanti le chitarre private delle corde e del manico. Tuttavia sembrava tutto stranamente a posto. Al ragazzo, passato il primo momento di gioia, nel vedere temporaneamente salve gli unici amori della sua vita, tornò subito quel senso di ansia. Non aveva ancora trovato quelle due pesti. Per un caso gettò lo sguardo fuori dalla finestra, e vide due testoline nere, che giocavano allegramente. Il moro si chiese come avessero fatto ad uscire di casa, visto che loro chiudevano sempre tutte le porte a chiave, com’era anche logico fare, ma poi si rispose che i suoi figli erano degli scassinatori nati e che non avrebbe potuto farci niente. Uscì dall’abitazione in mutande, destando subito l’ironia di chi si trovava nei paraggi. Per i vicini era normale veder spuntare il bel cantante solo in boxer, ma per chi non ci era abituato era un vero trauma. “Allora, ma vi sembra questa l’ora di stare in giardino???!” gli urlò, senza però smettere di sorridere “avete fatto preoccupare un povero padre!! E meno male che io non soffro di cuore, sennò a quest’ora sarei già bello e morto!!”. Jakob e Joey si lanciarono uno sguardo, in uno di quei pochi momenti in cui non litigavano e poi il più grande rispose: “Ma babbo, sono già le dieci…e poi, suvvia, ti avremmo anche fatto un bel favore, se noi non ci fossimo più stati!!

Billie colse l’ironia nelle parole del figlio, e rise, ma in realtà non aveva mai pensato una cosa simile: nonostante a volte quelle due piccole pesti fossero stancanti, erano però le persone a cui teneva di più al mondo, oltre ad Adrienne, Trè e Mike. Raggiunse i figli, si sedette per terra, sempre non curante del fatto di trovarsi in biancheria intima davanti a diverse persone e si mise a giocare con loro. Stavolta i poveri turisti di peluches non erano più in crociera, ma in montagna e sempre il solito turista tedesco, che forse nella mente di Jakob era riuscito a risorgere, era stato appena travolto da una valanga. Nessuna possibilità di salvezza per lui, i cani della polizia non riuscivano a sentire il suo odore e non riuscivano ad indirizzarsi sulle sue tracce. Billie decise in quel momento che avrebbe fatto fare un provino a suo figlio, per farlo entrare nel mondo dello spettacolo. In campo di tragedie sarebbe stato sicuramente imbattibile.

Una voce forte e decisa risvegliò il cantante dai suoi progetti e dalle sue smanie di grandezza, riportandolo alla cruda realtà: era Adrienne, che gli ordinava di dargli una mossa e di venire in cucina ad aiutarlo. Billie Joe si alzò a fatica, convincendosi che la vecchiaia stava cominciando ad incombere pure su di lui, e andò in cucina, dove l’attendeva la moglie, con tanto di caffettiera e cucchiaino in mano. Quei due oggetti nelle sue mani erano un’arma impropria e la faccia della donna non era proprio quello che si definisce “rassicurante”.

Chiese, stranamente in maniera gentile e delicata: “Si, amore? Mi volevi?”

Adrienne guardò il sorriso smagliante del marito, che cercava chiaramente di farla franca e non riuscì a trattenere un sorrisetto compiaciuto. Era lei che regnava incontrastata in quella casa, anche se spesso, al contrario di quel che pensava Billie, prendeva in considerazione le opinioni del consorte. Poi, alla fine, faceva sempre di testa sua, ma almeno dava l’impressione di averlo almeno ascoltato e di aver vagliato tutte le ipotesi.

“Billie Joe Armstrong” cominciò la moglie, pronunciando il suo nome per intero, per dare un senso di altisonanza alla sua frase “ti alzi urlando un nome qualsiasi, mi fai spaventare, mi torturi per non farmi dormire e poi non ti degni nemmeno di preparare la colazione?!?!?!”

A Billie si spense il sorriso sulle labbra: se c’era una cosa che detestava, a differenza di Mike, era cucinare. Oltre al fatto che era una frana nell’ambito culinario e quindi si demoralizzava ad ogni pietanza che preparava, sapeva già in partenza che non sarebbe mai riuscito a preparare se non qualcosa di buono o gradevole, almeno accettabile.

“Qualcosa non va, mio caro?” continuò la donna, vedendo quell’improvviso mutamento di umore “sei forse terrorizzato dall’idea di scaldare un po’ di latte e mettere il caffè nella caffettiera? Guarda, che i fornelli non mangiano!”

Il cantante non ne era poi così convinto dell’ultima affermazione di sua moglie, visto che lui ci aveva litigato da piccolo, ed infatti rispose “ma mia dolce sposa, lo sai che io sono una frana!! Potrei avvelenare i tuoi figli, il sangue del tuo sangue…le piume delle tue piume!!!

“Ti sembro un pennuto?” domandò la donna, abbassando la testa verso il pavimento, per vedere se tante volte, durante la notte, fosse cambiato il suo aspetto esteriore.

“Era una metafora, Adrienne, una metafora…era per dire di non lamentarti poi se mando a fuoco tutto o avveleno Jakob e Joey!”

La donna lo guardò perplessa e decise di andarsene in giardino a chiamare i piccoli: nonostante fosse abbastanza caldo, non era certo proprio il massimo giocare all’aria aperta in pigiama.

Il cantante imprecò contro la moglie, ma si mise ugualmente a fare ciò che le aveva detto. Mise il latte a scaldare sui fornelli, insieme alla caffettiera. Si sentì anche nello spirito giusto per apparecchiare e si decise a mettere in tavola le famose tovagliette all’americana e i biscotti integrali, che Adrienne adorava da morire. Cioè, “adorare” è un parolone: diciamo piuttosto che si era risolta a mangiare quelli perché si era decisa da qualche tempo di mettersi a dieta e quelli erano gli unici che le sembravano adatti per la sua “cura- dimagrante- fatta- in casa”.

Billie aveva opposto resistenza per un po’: a lui sua moglie piaceva così com’era. Che poi, Adrienne non era assolutamente grassa…era solo un po’ rotondetta in certi punti…ma quel tanto che bastava.

“Mia cara, ma se dimagrisci, cosa tocco io?” chiedeva Billie in un tono ironico, ma con una faccia di solito alquanto preoccupata. In fondo andava peggio anche a lui.

Tutti i suoi tentativi di riportarla sulla giusta vita erano però falliti miseramente e, nonostante l’unica a voler far la dieta in quella casa fosse Adrienne, ne risentivano però pure Billie, Joey e Jakob.

Si diresse verso la dispensa…che se li mangiasse lei, i suoi biscotti integrali!!

Frugò un po’ fra le vecchie confezioni di dolcetti e alla fine trovò ciò che cercava: i Pan di Stelle!

Non sapeva come mai, ma quelli erano i biscotti che più gli piacevano. Billie ringraziò il cielo perché sua moglie non avesse trovato l’ultimo pacchetto che aveva nascosto con tanta cura.

Se fosse riuscita a scovarlo, infatti, lo avrebbe fatto sparire misteriosamente perché secondo lei i coniugi dovevano condividere le stesse pene, compresa la dieta.

Billie si domandava se forse sua moglie avesse intenzione di eliminarlo dal mondo, perché ridurre le porzioni alimentari di ciò che mangiava Billie, per un ragazzo magro come lui, equivaleva a dire “morte certa”.

Un profumino di caffè si sparse dopo poco in tutta la casa e si diffuse anche all’esterno, dato che le finestre erano aperte. Jakob e Joseph si alzarono improvvisamente da terra, attaccarono una rincorsa, spalancarono la porta e entrarono di corsa in casa, buttandosi di peso sulle sedie della cucina. Adrienne gli raggiunse con calma, vide i suoi biscotti sul tavolo e poi posò lo sguardo su Billie. Quando vide ciò che teneva in mano, lanciò un urlo di orrore.

“Caro, mi nascondi i biscotti? Mascalzone!”

Il ragazzo non ribattè: preferì mordicchiare i suoi adorati e venerati biscotti, inzuppandoli nel caffelatte fumante che aveva appena preparato per sé e per la sua famiglia. Poi lanciò uno sguardo contemplativo alla donna che si trovava di fronte a lui: Adrienne gli era sempre piaciuta, fin dal primo momento in cui l’aveva vista nel 1990 a Minneapolis, quando fortunatamente lei gli aveva chiesto un autografo.

Billie non sapeva perché avesse posto gli occhi proprio su di lei: ce ne erano a milioni di belle ragazze che in quel periodo cercavano di attirare le sue particolari attenzioni; eppure aveva scelto lei. Forse era stato il suo sguardo così dolce, così espressivo che lo aveva tenuto incatenato per diversi minuti a suoi occhi, convincendolo immediatamente che quella fosse l’unica donna adatta a lui. Beh, aveva già provato un’altra volta una situazione simile, praticamente identica, ma non al primo istante.

Sbadigliò mostrando le tonsille ed il piloro ed attaccò un morso distratto al suo quarto biscotto, sotto lo sguardo contrariato e di rimprovero di Adrienne. Ad un tratto il ragazzo parve risvegliarsi dalla più assoluta contemplazione, ed esclamò, tutto convinto: “Via, c’è da dire però che oggi mi sono alzato presto!”

“Beh, se presto per te vuol dire a metà mattinata…” acconsentì la moglie, non proprio convinta.

Ma come? Per me è prestissimo!!” ribattè indignato il moro.

“Già, perché tu sei un ghiro, papà!” risposero all’unisono quelle due pesti che si ritrovava come figli.

Billie gli lanciò un’occhiata inceneritrice e se i piccoli lo avessero guardato direttamente negli occhi, forse avrebbero anche potuto “bruciarsi”.

Ma d’altronde i piccoli avevano ragione: Billie era sempre stato pigro, o meglio, aveva sempre avuto difficoltà nello svegliarsi. Era un grande dormiglione, proprio come i suoi migliori amici. Spesso riusciva a rimanere a letto fino all’una e c’era dunque da meravigliarsi se quella mattina si era levato così di buon ora. Era strano: non doveva neppure portare Jakob e Joey a scuola, perché loro non ci andavano di sabato, quindi avrebbe in teoria potuto poltrire fino a tardi. Eppure c’era qualcosa che doveva fare, qualcosa di importante. Come la sera prima, data la sua grande memoria, non riusciva però a ricordarsi cosa.

Adrienne gli lesse nel pensiero e disse, sbuffando, nel frattempo avvicinandosi al marito per togliergli i biscotti: ““Ma insomma, è mai possibile che tu non ti ricordi di nulla? Devo forse pensare io ai tuoi impegni musicali?”

Il cantante si diede una botta sulla fronte con la mano: come aveva fatto a non pensarci, a non esserselo ricordato? Oggi era pure un giorno importante per lui e per la sua band: dovevano firmare un nuovo contratto con una nuova casa discografica, cosa che gli avrebbe portato ancora più soldi e celebrità di quella che già non avessero.

“D’altronde lo sai come sono…soffro di perdita di memoria a breve termine…” esclamò Billie, ridendo.

“Peccato che tu non ti scordi mai di una cosa!” ribattè allora ironica Adrienne, ripensando al il fatto che spesse volte suo marito pensasse solo ad una determinata cosa, anche facilmente intuibile.

Ma certo, e come potrei! E’ una cosa fondamentale della vita…insomma, lo dice persino Mike, è una delle sue massime preferite…”

Green day is like sex, when were good, were really good, when were bad . . . were still pretty damn good…si, lo so” recitò a memoria Adrienne, sbuffando. Non contava nemmeno più le volte che il marito le aveva ripetuto la solita, stupida frase.

“Ordunque, che problema c’è?” continuò imperterrito il chitarrista che, quando si trattava di quei particolari argomenti non mollava mai facilmente l’osso.

“Nessun problema, tesoro. Mah…lascia perdere” disse Adrienne, dirigendosi in camera, subito seguita a ruota dal marito “comunque mi sembra che sia già abbastanza tardi, non credi sia l’ora di andare?”

Billie guardò l’ora sul suo nuovo orologio da polso, comprato all’incirca un mese fa, quando Jakob e Joey glielo avevano buttato di sotto dalla finestra, per una loro sciocca scommessa.

Il moro si era arrabbiato e aveva messo in punizione i figli per il loro comportamento. “Gli oggetti costano ed io mi faccio in quattro per poterveli comprare!! E voi, cosa fate?? Gli fiondate di sotto?”

Che si faceva in quattro per portare a casa i soldi, beh…questo non era proprio il termine adatto…ma le tutte le cose costavano, e su questo aveva pienamente ragione.

Considerando poi che Billie adorava quell’orologio con tutto se stesso, è facile capire il perché di una simile reazione.

“E’ tardissimo!” urlò e dirigendosi subito in bagno per lavarsi i denti. Adrienne lo guardò uscire di corsa dalla camera. Si, non c’era dubbio, aveva sposato proprio un tipo veramente molto singolare.

Mezz’ora dopo riemerse, tutto lavato, pulito e profumato. Andò in camera e si mise a rovistare nell’armadio. “Ok, questo no” scartò il primo vestito. “Quest’altro nemmeno”; “di questo non ne parliamo”. Aveva messo a soqquadro la stanza, ma non era riuscito a trovare ancora niente che gli andasse bene.

Cosa c’è?” chiese la moglie, vedendolo piuttosto in difficoltà “problemi per l’abbigliamento?”

“Esatto. Dunque, secondo te devo vestirmi da persona seria per far vedere che anch’io so esserlo quando voglio, o devo andare a giro sempre molto trasgressivo, per non far cambiare l’opinione che si sono fatti guardando la tv?”

“Io direi la prima. Insomma, la prima impressione è quella che conta. E se è buona anche il contratto può andare meglio…insomma, dai più fiducia alle persone. Se invece vai come di solito di conci, cioè come uno sciagattato…”

Billie si perse l’ultima parte del discorso, perché sennò probabilmente non avrebbe esitato e replicare. Era talmente fiero del suo modo di vestirsi, che criticarlo sarebbe stato un vero e proprio suicidio. La donna tornò in cucina per sparecchiare e per controllare i figli. Doveva stare attenta a quei due, se non voleva che combinassero dei danni seri.

 

“Ma guarda come sono affascinate!!” esclamava nel frattempo il cantante, vedendo il suo riflesso nello specchio. La modestia non era mai stato il suo forte. Ma, sebbene in gioventù lo fosse un po’ di più era peggiorato dopo essersi fidanzato, anni fa, con una ragazza che era tutto l’opposto della modestia. Quello fu il primo vero grande amore di Billie, che ne uscì pesantemente cambiato. Nessuno aveva mai più lasciato un segno come lei.

“Ecco, ora mi metto la matita, la struscio un po’ per sembrare un drogato, e sono ancora più bello!” continuava intanto imperterrito il ragazzo, convinto di essere l’uomo più affascinante della terra.

Guardò l’orologio che tenevano in bagno per ricordarsi l’ora la mattina e vide che era tardi, terribilmente tardi. Si infilò gli ultimi capi di vestito, salutò moglie e figli con un bacio, uscì di casa e salì sulla sua bellissima BMW nera, il suo orgoglio.

Accese il motore, sentendone il piacevole rumore ovattato e ingranò la marcia, per partire a tutta velocità. In mezz’ora fu fuori da Oakland, per imboccare la familiare strada che porta a Berkley. Quante volte l’aveva percorsa! Il ragazzo pensò che non rivedeva più la città dove aveva trascorso l’adolescenza da molto tempo ormai. Ma i suoi impegni glielo impedivano.

Dopo altri trenta minuti svoltò per Berkley sud, dove c’erano gli studi di registrazione. Già, il nuovo contratto doveva firmarlo proprio là. Percorse tutte le strade, lanciando ogni due per tre sguardi all’orologio. In poco sarebbe arrivato, ed infondo era solo in ritardo di dieci minuti.

“Le stelle devono farsi aspettare!!” pensava nel frattempo il ragazzo.

 

Dopo il contratto…

“Ragazzi, siamo forti!” esclamò un Mike al settimo cielo, dando una pacca sulla schiena di Billie ed una sulla schiena di Trè.

“Accipicchia, se lo siamo!! Siamo i migliori in assoluto!!” aggiunse il batterista, concordando con l’amico.

“Già” continuò Billie “e non abbiamo mai venduto tante copie con un disco!! Cioè, forse solo ai tempi di Dookie!!”

L’allegria nell’aria era quasi tangibile, come lo era la felicità dei tre membri dei Green Day.

“Allora, miei prodi, andiamo a bere qualcosa?” propose Billie, speranzoso.

Seeeeee….mi dispiace, ma devo uscire con Brittany…è da tanto che rinvio e oggi glielo ho promesso” declinò Mike, tristemente. L’idea di festeggiare con una bella bevuta era sempre molto gradita.

“Te?” chiese il cantante, convinto che almeno il batterista potesse unirsi a lui.

Ma subito le sue convinzioni svanirono: “Anche la mia situazione è più o meno come quella di Mike…ho promesso a Claudia che oggi l’avrei portata insieme a Frankito e Ramona fuori città…” disse Trè, pure lui visibilmente scontento.

“Ho capito, grazie ragazzi” rispose questo, preparandosi all’idea di trascorrere da solo la mattinata. Non aveva voglia di tornare subito a casa sua, sentiva il bisogno di rimanere un po’ nel luogo dove era stato tanto tempo.

I tre si salutarono, il cantante salì nuovamente in macchina e mise in moto. Decise sul momento che avrebbe fatto un giro con la sua automobile per tutta la città: aveva voglia di rivedere la sua vecchia casa e quelle dei suoi migliori amici.

Arrivò in fondo alla strada e poi svoltò a destra. Un viale alberato si aprì di fronte ai suoi occhi: quella era la zona dove risedevano i più ricchi della città, quelli che potevano permettersi un elevato tenore di vita. Effettivamente le case erano belle e i giardini che le contornavano erano talmente spuntati al millimetro, da sembrare i tipici prati inglesi.

Percorse quella strada lunga e la momento deserta a tutta velocità, sentendo nella macchina, a tutto volume uno dei tanti dischi dei Queen. Billie adorava Freddie Mercury.

Stavolta svoltò a destra e quello che si trovò davanti era invece il quartiere più povero, che sembrava ancora più misero, rispetto alla ricchezza che c’era a pochi metri da lì.

Tutte le strade erano familiari per lui e alla fine si trovò davanti ad una scuola. Billie la riconobbe subito, era quella che aveva frequentato lui, insieme a Mike e Trè. La guardò, mentre passava ed il suo sguardo si posò stranamente nella specie di boschetto che si trovava davanti all’ingresso. Nonostante la presenza dei rami, riuscì a scorgere una scritta “Joyce e Billie”, la scritta che aveva inciso lui stesso tempo prima.

“Joyce…ieri sera mi sono ricordato di Jonathan, adesso di te. Vedere quella scritta mi fa male, mi riapre una ferita che forse non si è ancora rimarginata. Mi manchi, Joyce...”

Il ragazzo si trovò catapultato nel passato, si ritrovò a ripensare agli anni della sua adolescenza…

 

 

Ps: potevamo forse stare a lungo senza pubblicare nuove storie?? Ma che domande, ovviamente no!! Si, lo sappiamo che ne abbiamo una marea a mano, ma come abbiamo già detto, riusciremo a sviluppare tutte quante…allora, come abbiamo già detto, questa fanfic si incentrerà principalmente sugli anni dell’adolescenza di Billie Joe, che all’epoca aveva una ragazza che ovviamente non era Adrienne. Anche se non è presente la vera moglie del cantante, vi assicuriamo che sarà divertente…ringraziamo chi ha letto il primo capitolo, e vi invitiamo caldamente a lasciarci una recensioncina…sapete, ne abbiamo di bisogno!!! Bacione a tutti!! By Rhye ed Embrido!!

 

  
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