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Autore: KikiSuicide    27/05/2011    3 recensioni
La mia prima ff spero vi piaccia e di non aver fatto tanti errori grammaticali... La storia parla di un'italiana che va a vivere in america e di colpo si ritrova catapultata in un mondo completamente diverso da quello che ha vissuto fino adesso.
Spero vi abbia incuriosito :D
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
 
Stavo andando verso una vita migliore lasciandomi alle spalle tutto -Gentili Signori, Vi informiamo che il volo per Los Angeles partirà con un ritardo di 30 minuti per problemi tecnici, Vi ringraziamo per la comprensione e buon viaggio- Roma era stata casa mia per troppo tempo, avevo bisogno di cambiare, sperimentare cose nuove –Dalila!!!- mamma mi stava venendo incontro con a seguito la truppa –Non potevi davvero pensare che ti avremmo lasciato partire senza neanche salutarti- era la donna più prolissa che avessi mai conosciuto –Mamma non piangere, non sto partendo per la guerra- gli occhi della donna erano colmi di lacrime –Ok ma promettimi che mi chiamerai ogni tanto – un’altra ragione per cui me ne sarei andata era per poter avere i miei spazi, quegli spazi che non avevo mai avuto ma che ne sentivoil bisogno costante ora come ora –Mattia- guardai il mio fratellone che piangeva come un bambino –Non puoi andare via- io e Mattia eravamo legati tantissimo, gli volevo un bene dell’anima, era la persona più bella che avessi nella mia vita era come il mio raggio personale di sole –Tornerò … Un giorno- anche se quel giorno fosse sarebbe stato lontano, sarei ritornata – Martina, vita mia- aveva solo cinque anni, così piccola e innocente che mi si spezzava il cuore a lasciarla – Ti voglio un mondo di bene- l’abbracciai forte da fargli sentire tutto il mio amore per lei –Perché vai via?- la sua vocina mi strinse il cuore – Devo, ti porterei con me ma … - mamma ci guardò con il volto pieno di lacrime e il suo singhiozzo convulso sembrava perforargli i polmoni –Qualcuno dovrà restare a tenere d’occhio questa testa calda- indicai Mattia e li diedi un buffetto sulla guancia –Non dimenticarti di me- da dietro sbucò Mauro, il compagno di mia madre –Come poteri- gli diedi una pacca sulla spalla e lo baciai –Prenditi cura della mia famiglia- gli sussurrai all’orecchio per non farmi sentire, Mauro era una persona davvero calma, dolce e affettuosa e sapevo che lo avrebbe fatto –Terremoto vedi di non finire nei guai- ci abbracciamo e alla fine li dovetti salutare –Ciao- mi voltai senza aspettare nella loro risposta, non volevo che mi vedessero piangere soprattutto per il fatto che non volevo piangere ma ormai era troppo tardi, le lacrime presero possesso del mio viso facendomi crollare tutto il trucco, sembravo la moglie di  Frankenstein –Signorina?- una ragazza sorridente mi prese la valigia –Carta d’identità e biglietto prego- le mani mi tremavano –Grazie- pensare che la mia vita era rinchiusa in due valige e un bagaglio a mano mi fece rattristire –Buon Viaggio- ripresi il tutto e m’incamminai veloce verso lo sportello volevo quasi correre, sapevo che se mi fossi fermata un attimo a pensare avrei tenuto in considerazione di rimanere, non potevo permettermelo però.
Il viaggio in aereo sembrava non finire più, mi stavo annoiando e non sapevo più cosa fare, avevo dormito, mangiato, letto, computer e la mia fantasia era un po’ a secco in fondo su un aereo non si può fare così tanto –Viaggio noioso eh?- la signora di fianco a me si voltò e mi guardò come se fossi matta –Direi silenzioso, almeno fino a poco fa- ero una ragazza espansiva e solare cosa non tanto apprezzata dalla signora –Va per lavoro o per piacere?- non per farmi i cazzi suoi ma avrei fatto di tutto per parlare con qualcuno che non fossi stata io –Io vivo là- in effetti dal suo accento si capiva che non era italiana –Mi scusi ma ora vorrei farmi una dormita prima di atterrare- mi girai dall’altra parte e guardai fuori dal finestrino, non c’era altro che nuvole bianche, sembravano fatte di zucchero filato ed erano enormi mi sarei voluta avvicinare e toccarle.
Le ore passavano e quando stavo prendendo in considerazione di buttarmi dall’uscita di emergenza sentii la voce che tanto agognavo di sentire da quando sono salita –Gentile clientela, Vi ringraziamo,  per aver scelto Ryanair , stiamo per atterrare, allacciatevi le cinture e preparatevi per l’atterraggio, grazie- ero davvero eccitata ancora non mi rendevo conto di essere arrivata in America, proprio quell’America che sembrava tanto irraggiungibile, quella dei miei sogni, la patria dei miei film preferiti come “Colazione da Tiffany” o “Psyco” .
Mi guardai intorno e presa da una felicità improvvisa mi misi a saltellare sul marciapiede dell’entrata dell’aeroporto, Lila ora scendi dalle nuvole e pensa a come arrivare in un hotel, credo che dovrò chiamare un taxi così mi affacciai sulla strada e iniziai a sventolare la mano sperando che un taxi si fermi e come botta di culo proprio davanti a me un bel taxi giallo fiammante –Salve signorina – faceva strano non sentire più la mia amata madre lingua –Ciao, mi potresti portare nell’hotel più vicino alla città- la pronuncia era pessima, il mio inglese era un po’ arrugginito –Certo, C’è il MaryRose che è un’hotel a tre stelle molto carino- sembrava accessibile e non troppo squallido se era a tre stelle –Ok- tra tutti i miei risparmi e quei pochi soldi che mi aveva dato mamma ero riuscita a racimolare 5000 $, non erano tanti e ovviamente mi sarei trovata un lavoro e anche alla svelta, non potevo permettermi di avere tante aspettative anche se a Roma lavoravo come apprendista per uno stilista emergente e stavo studiando proprio per diventare una stilista Vedi America a quante cose ho rinunciato per te; vedi di non deludermi –È venuta per lavoro o vacanza?- finalmente una persona che aveva voglia di fare due chiacchiere – Nessuna delle due, sono venuta qui solo per prendermi i miei spazi e rifarmi una vita- nessuno disse più nulla così mi concentrai sull’enorme città piena di edifici che stavamo attraversando –Siamo arrivati, guarda è lì davanti- e mi indicò un enorme palazzo color rosa mattone con una grande scritta in argento MARYROSE con accanto tre stelle oro, sembrava carino –Penso che ti ci troverai bene- e mi fece un sorriso sornione –Ti vedo spaesata, sicura che và tutto bene?- in effetti mi sentivo un po’ persa in questa grande città tutta sola senza nessuno che conoscevo –Me la caverò- e feci un sorriso incoraggiante; mi accompagnò fino alla reception con le valige   –Allora io andrei- mi disse –Aspetta e i soldi?- ancora non lo avevo pagato –Il giro lo offre la casa- non potevo, in quanto a persona educata, lasciarlo andare senza essere pagato –Insisto … A proposito non so il tuo nome- era un ragazzo alto, mingherlino e tatuato con un accento marcato –Luis, piacere – mi strinse la mano, una stretta forte  e calorosa –Dalila, piacere mio- ripeté il mio nome e si passò una mano tra i capelli biondo cenere –Facciamo così che ne dici se t’invito a una festa stasera?- sapevo che l’America era il paese delle feste da sballo ma non pensavo che appena arrivata me ne fosse già capitata una –Festa?- dissi perplessa senza sembrare scontrosa –Si, dei miei amici daranno un party a casa loro, posso invitare chi voglio e visto che mi devi dei soldi ti obbligo a venire a quella festa con me – era gentile, allegro e giocoso mi ricordava molto mio fratello –Va bene, a che ora è?- gli scoccai un’occhiata da bambi –Vengo a prenderti alle otto- ci sorridemmo ancora una volta –Ok- non disse nulla se ne andò correndo verso il taxi che era parcheggiato malamente e sembrava che dei poliziotti gli stavano facendo la multa –Salve, vorrei una camera- la ragazza della reception era alta, abbronzata e bionda come una barbie, la perfetta californiana –Certo! Vengono 200$ a notte- Lila devi riflettere attentamente, è una questione di soldi non c’è più mamma che ti controlla e ti dice che stai esagerando –Vorrei restare per una settimana- la ragazza controllò il computer e mi sorrise, aveva denti bianchissimi e lucenti –Bene, 1400$ e può usufruire in più di tutti i servizi che dispone l’hotel: piscina, ristorante … - perfetto, un costo accessibile –Ok- controllò ancora una volta il computer e mi chiese le informazioni base –Paga in contanti o carta di credito?- mi accostai a prendere il portafoglio e tirai fuori delle banconote –Grazie e questa è la sua chiave- la presi in mano e mi diressi all’ascensore che mi portò nella stanza 661.
La camera era modesta, confortevole e ad ogni modo spaziosa –Lila sei a Los Angeles- presi a saltellare sul letto a baldacchino e iniziai a cantare a squarcia gola Living in America Wooaaah , guardai l’orologio e di colpo mi bloccai perché mancava un’ora cos’ iniziai a dirigermi al bagno per fare una doccia che si dimostrò la più scomoda e la più veloce della mia vita –Casual o elegante?- cazzo non mi aveva detto che tipo di festa era così optai per un corpetto nero di pizzo, calze a rete con short di jeans e tronchetti di pelle; mi guardai in quello specchio gigantesco e vidi una ragazza pallida con occhi miele e capelli rosso acceso –Naturale o truccata?- non mi piaceva truccarmi così scelsi un look più sbarazzino, un filo di matita sulla bocca sottile e i capelli selvaggi lasciati al vento toc toc , andai ad aprire e senza pensarci trovai Luis vestito come prima e con la bocca aperta –Mamma mia … Sei bellissima- le guance mi si colorarono di rosa –Sei pronta?- mi prese la mano e ci dirigemmo all’uscita –Ovvio, sono sempre pronta-.
La casa era una villa enorme compresa di piscina, il rumore della musica si sentiva sino dalla stradina che la precedeva –Woow è enorme- spense il motore e mi guardò con uno sguardo buffo –I miei amici sono famosi sai?- mi incuriosiva, un taxista con amici famosi –Sono una band- pieno di sorprese il ragazzo –Li conosco?-  la musica era una parte importante della mia vita, mi aveva accompagnato nei momenti più bui e in quelli più gioiosi, dal mio primo amore al divorzio dei miei –Sono gli Avenged Sevenfold- li conoscevo tramite mio fratello che era loro fan sfegatato, a me non dispiaceva la loro musica, la trovavo profonda e intelligente e perché no anche figa –Oh- non sapevo cosa dire, il mio primo giorno e già conosco persone famose – Conosci?- se lo avesse saputo Matti sarebbe saltato sul primo aereo per poterli conoscere –Si mio fratello gli ascolta parecchio- scese dall’auto e mi aprì lo sportello –Che musica ascolti Dalila?- non avevo uno stile definito, mi basavo sull’umore –Un po’ di tutto sai vivendo con un fratello che ascolta il metal, una madre che gli piace la musica pop e la mia sorellina che è pazza per la musica della Disney (mi veniva da sorridere, ricordarla cantare Hanna Montana) ho dovuto abituarmi a tutto e intermediare- ero sempre io quella che si sacrificava ascoltando qualcosa che non mi piaceva –Ma ci dovrà essere uno stile che preferisci- non ero l’unica curiosa allora –Il metal mi affascina- decretai ricordandomi quella volta, la prima volta che entrai in un pub con mio fratello e i suoi amici e ascoltai quel meraviglioso pezzo dei Pantera, la melodia e le parole di Walk mi ridondarono in testa per settimane, mesi… Sinceramente anche ora che ci penso –Beneee allora abbiamo qualcosa in comune- aprimmo la porta e di colpo la musica m’invase il corpo prendendone il possesso senza permesso, il cuore batteva all’unisono con la batteria Hand of Blood –Cazzo è proprio un casino qui- mi prese la mano e mi trascinò nella veranda dove c’era un gruppetto di persone di spalle –Ragazzi è qui la festa!!!!- tutti si girarono e subito riconobbi i componenti della band e le loro signore –Lu io non so sarà questo l’ora d’arrivare?- Zacky Vengeance gli si parò davanti e gli diede uno scappellotto come avrebbe fatto una mamma col figlio in ritardo –Lei e Dalila- senza fare caso al ragazzo dagli occhi azzurro cielo mi presentò a tutti –Piacere Gena- disse la ragazza bionda e sorridente, poi una mano forte strinse la mia e degl’occhi verdi fissi su di me come a  perforarmi l’anima –Matt, piacere mio- da lì non capii più niente.  
 
Note dell’autrice:
Non mi è venuto un granché lo ammetto ma spero lo stesso che vi sia piaciuto.
Fatemi sapere con una recensione che ve ne pare.
Baci baci
Kiki 
   
 
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