27/05/2011
8 recensioniSpero non mi lancerete troppe scarpe dietro, non sarebbe esattamente il “bentornata!” che mi piacerebbe dopo tanti mesi di assenza da EFP.
Comunque sia, buona lettura.
A volte
“A volte le persone rimangono.”
Furono le prime parole che James Potter disse a Sirius Black dopo il loro litigio. Sirius aveva torto marcio, aveva rivelato a Mocciosus il segreto di Remus – il loro segreto, ma James si era mosso prima e aveva risposto così alla sua faccia interrogativa.
Sirius aveva sorriso, e l’aveva abbracciato.
Anni più tardi, James Potter era lì, avvolto nel grigiore di una pioggia mattutina; gli occhiali tondi un po’ storti sul naso, il sorriso abbozzato, i capelli ritti nonostante l’acqua li impregnasse fino alla radice. E ovviamente, i vestiti fradici. In un mano chiusa a pugno stringeva un unico fiore di campo – probabilmente raccolto ai margini di un parco strada facendo – e lo stringeva così forte che gli si stavano sbiancando le nocche.
In quel momento, Sirius Black stabilì che quel ragazzo era un completo deficiente.
Provò l’irrefrenabile istinto di urlargli contro festante una qualche frase di benvenuto – era pur sempre il padrone di Grimmauld Place – e poi farlo accomodare a casa, stappare una bottiglia di Whisky Incendiario di buon’annata e stare svegli fino al mattino.
Eppure, seppe che non era questo quello di cui entrambi avevano bisogno. E allora lo abbracciò.
Ma nell’attimo stesso in cui chiuse le braccia attorno all’aria, si girò di scatto e salì le scale diretto in camera sua – non vi arrivò e i singhiozzi lo colsero prima del previsto.
Doveva smetterla di avere quelle fottute allucinazioni del cazzo.
A volte le persone rimangono, ma non come vogliamo noi.