Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: ___CASYeSILVI___    27/05/2011    1 recensioni
"[...] Fuori era buio, ma appena il suo occhio (visto che l'altro era coperto da una benda) si abituò, cominciò a camminare, non sapeva nemmeno lui dove stesse andando. Si ritrovò dietro la villa.
«Oh! Guardate! Eccolo lì il piccolo conte Phantomhive!» sentì dire da dietro, Ciel non si ricordava di esser stato seguito da qualcuno. Gli uomini dietro di lui erano molto più grandi e grossi, ma non fece nemmeno in tempo a fare un passo, che gli tapparono la bocca e lo fecero svenire."
Prima storia scritta da sola. D:
Per favore siate gentili con me, anche se so che è noiosa e stupida. ._.
Buona lettura.
-Silvi-
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5.~ About to be happy...


Appena Ciel sentì lo sparo, chiuse gli occhi, aspettando che il proiettile lo raggiungesse, tanto non aveva più rimpianti, ormai, quel che doveva dire a Sebastian lo aveva detto, e sapeva che lui non ricambiava, perciò, più che sentire un rifiuto preferiva farla finita in quel modo, ma c'era qualcosa di strano: il colpo non arrivò. Aprì lentamente gli occhi e vide tutto nero. Alzò un po' di più lo sguardo e vide la capigliatura corvina del suo maggiordomo; che si girò e gli sorrise. Con la mano destra teneva il proiettile stretto tra il pollice e l'indice.
Sebastian lo rilanciò all'uomo che aveva sparato, colpendolo dritto al cuore, così da cagionarne la morte.
Gli altri, facendo uscire anche loro, come l'uomo precendente, le pistole dal cappotto, spararono alla cieca a Sebastian, ma il maggiordomo rimase lì, fermo, a fare da scudo al suo Signorino.
Ciel si sedette sulle gradinate mentre osservava il suo maggiordomo che si avvicinaca velocemente agli uomini e che, stringendo tra le dita dei coltelli d'argento, li pugnalava uno ad uno semplicemente lanciando le posate verso di loro.
E quattro erano andati... ma Sebastian si ricordò che ce n'era uno in più, eppure, non sembrava esserci la sua presenza nella hall.
Piano il maggiordomo si avvicinò al Conte, sedendosi affianco a lui, non levandogli nemmeno un attimo gli occhi di dosso. Ciel provò a non guardarlo, ma per sbaglio incrociò il suo sguardo, non ce la faceva a spostare la sua attenzione su qualcos'altro, ma questa volta era Finnian a distrarli.
«Sebastian! Sebastian! Ho avuto un problema!!» si sentiva che era fuori al giardino. Immediatamente Sebastian prese i cadaveri degli uomini e li andò a nascondere chissà dove, Ciel non riusciva a seguirlo con lo sguardo.
Finnian arrivò nella hall quasi inciampando.
«Sebastian, potresti venire un attimo??»
Il maggiordomo annuì. Aveva uno sguardo che era un misto tra l'annoiato e tra il furioso.
Quando si allontanarono andando in giardino, Ciel, aggrappandosi al corrimano, salì le scale: era intenzionato ad andare nella sua stanza.
Arrivato faticosamente nella sua camera si buttò sul letto. Non sapeva cosa fare. Dopo 10 minuti circa sentì aprire piano la porta e si alzò di scatto, pensando che era Sebastian, invece era uno degli uomini di prima. Ciel se ne era dimenticato, non aveva fatto caso a quanti ne fossero.
Stringeva in mano un pugnale.
«A quanto pare, la scommessa la vincerò io.» sussurrò l'uomo.
«Sei uno degli uomini di Stevens?» chiese Ciel non togliendo lo sguardo dal pugnale.
«No, ma a te che importa? Tanto sei già morto.»
«Perchè questa scommessa?»
L'uomo gli spiegò il motivo, lasciando Ciel scioccato e n
on fece nemmeno in tempo a rispondere, che l'altro lo colpì, ma Ciel istintivamente si fece scudo con le braccia, così che il pugnale trapassò l'avambraccio. Ciel urlò dal dolore, l'altro uomo, di cui non si sapeva il nome, estrasse il pugnale, sporco di sangue, e provò a ricolpire il Conte, ma qualcosa stringeva forte il suo polso tanto da fargli mollare la presa. Ovviamente era il maggiordomo.
Ciel chiuse gli occhi, mentre portava la mano sul braccio, stringendolo. Aprì di scatto gli occhi quando sentì l'altro urlare. Il corpo dell'altro uomo era disteso a terra, senza vita. Sebastian, senza curarsi di chiudere la porta o sbarazzarsi anche di quel corpo, corse verso Ciel e lo curò.
«Perdonatemi, Bocchan...» lo sguardo che aveva Sebastian sembrava quasi disperato.
Mi ero promesso di non distogliere mai lo sguardo dal Signorino...
«Non importa...» il Conte guardava a terra, parlava come se non fosse abituato a dire frasi del genere.
«Come potrei farmi perdonare?» Sebastian lo fissò, Ciel non ci riusciva però ad incrociare il suo sguardo questa volta. Visto che Ciel non gli rispose andò a sbarazzarsi anche di quel cadavere, poi tornò e chiuse a chiave la porta.
«Visto che non volete dirmi in che modo potrei farmi perdonare, farò qualcosa a modo mio, Bocchan...» Sebastian distese Ciel sul letto, gli sorrideva, il Conte era agitato ed imbarazzato. Lentamente, le labbra di Sebastian sfiorarono quelle del suo Signorino.


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Bene gente! XD Voglio dire soltanto che il motivo lo spiegherò nel prossimo capitolo e che se non rispondo alle recensioni è perchè non saprei che dire... >_> comunque grazie mille a chi mi segue! >___<
Alla prossima!
  
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