Epilogo.
6 mesi dopo...
La detective Kate Beckett stava riordinando dei vecchi fascicoli alla centrale di polizia quando, tra le varie scartoffie, riconobbe un foglio familiare. La sua mente tornò indietro di sei mesi.
Erano passati cinque o sei giorni dal momento in cui avevano arrestato il killer che aveva gettato nel terrore la città. Lo psicologo criminale nel frattempo era riuscito, scoprendo le identità dei due killer, a stilare dei profili psicologici accurati.
-Vedete...- disse l'uomo parlando con Beckett e Castle – i due soggetti sono cresciuti nel South Dakota insieme alla madre, il padre li aveva abbandonati alla nascita. Entrambi sono stati maltrattati e abusati dalla madre fin da quando avevano due anni. Quando il più grande aveva nove e il più piccolo sette anni i servizi sociali li hanno affidati ad una struttura per toglierli dalla mano della madre. Si scoprì in seguito che la madre, una prostituta, una bella donna bionda con gli occhi verdi, li maltrattava perchè pensava che loro avessero reso la sua vita un inferno.
Rimasero in quel posto fino al compimento dei diciotto anni del più grande, che si prese la responsabilità anche del fratello. Una settimana dopo del rilascio la madre venne trovata morta in casa sua, accoltellata. La balistica capì che gli assassini erano due, ma la polizia non fece niente. Conosceva la storia dei due ragazzi. Non voleva infierire oltre.
Quindi andiamo avanti di molti anni, i nostri due soggetti sono riusciti a trovare un posto nella società, entrambi hanno un lavoro a New York, in una fabbrica, anche se ognuno con cognome diverso, probabilmente perchè non volevano che qualcuno chiedesse loro del loro passato.
Ma un giorno succede qualcosa che fa scattare la furia omicida: uno dei suoi colleghi viene scoperto da Bill, o “la Rosa”, in compagnia di una prostituta, una bella donna con gli occhi verdi. Capite il nesso? Quello lo ha fatto impazzire. Ha cominciato a litigare con l'uomo fino a quando, nella foga, non ha spinto un macchinario che ha finito per cadergli addosso.
Dopo il dovuto tempo di riabilitazione insieme hanno deciso di andare a cercare la donna. Pensavano che meritasse quello che avevano in servo per lei...-
Beckett e Castle ascoltavano rapiti. C'è sempre una storia dietro la nascita di un mostro, ma quella era incredibile.
- … gli omicidi delle altre
prostitute sono venuti di conseguenza...-
Kate seguì la ricostruzione attentamente, prima di chiedere all'uomo il perchè delle altre vittime.
-Beh, per quanto riguarda gli uomini e le donne, la maggiorparte probabilmente erano solo nel posto sbagliato al momento sbagliato, un uomo sembra essere collegato ai due, un testimone sembra averlo sentito chiamare Bill “Figlio di ….” una sera dopo il lavoro.
Per quanto riguarda i bambini...secondo la mia ricostruzione i due soggetti devono aver visto i bambini giocare nel parco, due ragazzini approssimativamente della loro età quando vennero strappati alla madre per gli abusi subiti, intenti a divertirsi, coccolati dalla madre, anch'essa una bella donna bionda con gli occhi verdi...non riuscivano a capire perchè a loro non era toccata quella fortuna....-
Kate e Rick si guardarono negli occhi, congedando lo psicologo dopo averlo ringraziato.
Si può provare pena per un mostro?
Usciti dalla stanza, Rick si girò
verso di lei.
- Wow...è una storia terribile. Perfino io
non avrei mai immaginato una cosa del genere.-
- Già, ma
non lasciarti trasportare dalla pietà, quello che hanno fatto
va oltre quello che hanno subito-
-Già...mi sembra di
vedere il mondo attraverso delle lenti diverse ora. Incredibilmente
mi è venuta voglia di andare da mia madre ed abbracciarla...-
disse Rick, con un brivido.
Kate sorrise, e disse
-Beh, ci salutiamo qui-
-Deja vu- rispose Rick, ricordando
la fine del loro primo caso.
Kate annuì ridendo e poi disse
- Ci vediamo dopo al ristorante?-
-Non vedo l'ora- rispose Rick
prendendo la giacca e baciandola sulla guancia.
Non si potevano
lasciar andare alla centrale, i colleghi non erano ancora pronti a
vederli come coppia.
Mentre si incamminava verso l'uscita, Rick
pensò con malinconia a tutte le volte in cui l'aveva fatto,
sapendo di tornare in quel posto al più presto. Quei tempi
erano finiti, una promessa era una promessa.
Lui aveva chiuso.
Ma mentre usciva, da lontano sentì
la voce del capitano che lo chiamava. Si girò e lo vide
avvicinarsi.
-Castle, sono venuto a ringraziarti per il tuo aiuto
in questi anni. Senza di te molte di quelle persone non avrebbero
ricevuto giustizia...-
-Si figuri, è stato un piacere, e
sono sincero...-
- ...Non capisci, Castle. Non voglio che la
smetti.- continuò il capitano serio.
- Capitano, grazie, ma
penso che sia la decisione giusta. Non posso più rischiare la
mia vita e quella degli altri.- disse Rick, sorpreso della richiesta
del capitano.
- Nessuno ha mai detto che tu debba più
farlo...hai mai pensato ad una carriera come consulente delle forze
dell'ordine?-
Erano passati mesi da quel momento, ora Rick divideva il suo tempo tra la scrittura del suo nuovo libro, “Heat Locked”, la ricostruzione della casa e un lavoro di consulenza che lo appagava in pieno.
Kate pensava con piacere che quella orribile situazione dopotutto non aveva portato solo brutte conseguenze, mentre metteva via i documenti.
Si alzò a fatica da per terra e uscì dallo stanzino, fuori l'aspettava il suo fidanzato con un giglio in mano.
-Hey!- lo salutò entusiasta lei
- Hey a te! Come stanno oggi le mie due donne?- chiese Rick accarezzando il pancione alla sua ragazza.
-Stiamo bene, tranquillo papà-
rispose lei guardando la sua pancia. - Mancano ancora tre mesi ma la
piccola si scatena come se volesse uscire ora-
Rick rise e si
appoggiò alla scrivania.
- Senti, volevo parlarti della
situazione in cui siamo rimasti ieri sera...- disse lui, facendosi
serio.
- Accetto- rispose interrompendolo lei.
- Come?- chiese
lui confuso
- Accetto di venire a vivere con te, ho già
detto al mio proprietario che alla fine del mese me ne vado!- disse
lei felice.
- Oh mio dio, è bellissimo! Alexis sarà
così felice, e sarà un bene per la bambina avere i
genitori insieme...- rispose lui abbracciandola stretta.
- Lo so!
Vado a prendere la giacca e ti raggiungo- disse lei baciandolo in
fretta e voltandosi per incamminarsi.
Lui sorrise tra sè e sè accarezzando la scatolina di velluto che aveva in tasca.
La sera prima le aveva chiesto di andare a vivere con lui; dato che lei era indecisa aveva deciso di osare di più, di darle più certezze, ma forse quello non era il momento giusto.
Forse ora dovevano solo godersi il momento, molte cose sarebbero cambiate di lì a poco.
Ma non avrebbe aspettato a lungo.
FINE!!
Questa lo è per davvero!! ragazze sono un po' triste!! spero comunque che vi piaccia l'epilogo. È proprio un Happy Ending in tutti i sensi, proprio come piace a me che vivo ancora nel mondo degli orsetti del cuore.
Grazie ancora a tutte quelle che hanno letto la storia! Spero che vi sia piaciuta almeno quanto a me è piaciuto scriverla.
Sappiate comunque che tornerò!! Buahahahaha!
No a parte gli scherzi tornerò davvero, magari dopo gli esami, con un'altra storia...
Nel frattempo, buona fine scuola, buon inizio vacanze, buon tutto!
Namaste.