Epilogo
So why don't you blow me a kiss before she goes?
Quando erano stati informati dell'accaduto erano tutti corsi all'ospedale di
Belleville. Avevano lasciato gli strumenti al locale, avevano lasciato tutto lì,
erano saliti sul furgone di Ray ed avevano guidato il più velocemente
possibile per raggiungere Alex. O quello che ne era rimasto. Non potevano
saperlo, non sapevano nulla. C'era stata solo quella telefonata di Donna in
lacrime, che supplicava i suoi figli con voce straziante di raggiungerla
all'ospedale, che Alex aveva avuto un incidente, e Mikey aveva risposto "Ah,
ecco perché non è venuta, non è niente di grave vero?". Ma Donna ripeté solo di
raggiungerla al più presto, non aggiunse altro, e in quell'istante, sotto lo
sguardo preoccupato di Gerard e Frank che lo guardavano mentre lui era al
telefono con sua madre, aspettando spiegazioni, in quell'istante preciso, Mikey
sentì un pugno gelido e spinato stringergli il petto, stritolargli il cuore.
Qualcosa non andava. Non l'avrebbe trovata solo con un paio di fratture sparse
per il corpo, o la testa bendata, o qualsiasi altra cosa. La voce disperata di
sua madre gli aveva fatto venire i brividi, e ora voleva solo correre lì.
Fu anche peggio, quando presero la stessa strada che aveva
percorso Alex per raggiungerli a Newark, e ad un tratto il flusso delle macchine
si fece più lento e in lontananza il cielo scuro della notte era illuminato di
blu e di rosso e delle luci delle volanti della polizia e Ray rallentò e tutti
guardarono dai finestrini verso quel punto di strada circondato da un nastro
giallo, e lì c'era un van col frontale ammaccato, e poi c'erano le strisciate
lasciate dalle gomme che avevano provato a saldarsi fermamente al suolo, senza
successo, perché finivano proprio contro quel van, e poi c'era lì, la macchina
di Alex.
Mikey stava per vomitare. Era ridotta in... non era più
nemmeno una macchina, con i vetri scoppiati e il cofano rientrato di un bel
pezzo, accartocciato su sé stesso, e tutti erano senza parole, mentre un agente
della polizia spazientito dalla lentezza di Ray si avvicinò al furgone
facendogli cenno di proseguire oltre.
«Non c'è niente
da vedere ragazzi, andate!» disse accompagnando la frase con un gesto della
mano.
Frank per una volta non sapeva che dire, e Gerard voleva solo che tutti stessero
bene. Ray abbassò il finestrino e indicò il punto dell'incidente. Doveva
chiederlo, tanto prima o poi lo avrebbero scoperto.
«L-la ragazza che guidava la macchina...» disse quasi
incerto. No, forse nessuno voleva saperlo. Era uno di quegli attimi in cui
nessuno vuole la verità, in cui basta pensare che tutto andrà bene. Però
l'agente lo guardava con le folte e scure sopracciglia inarcate e poi scosse la
testa «Dio, non sai in che condizioni era quella povera ragazzina...» commentò.
Era come se per tutto il tempo in cui aveva verbalizzato l'incidente non aveva
aspettato altro di poter pronunciare quella frase, di poter commentare
quell'incidente, e finalmente qualcuno gliene stava dando occasione, così
sospirò «Cristo, poteva essere mia figlia, ti rendi conto? Poteva essere una...
non lo so, una vostra compagna di scuola, o una vostra amica.».
Si, a questo punto Mikey voleva vomitare davvero. E voleva
sapere perché poteva essere. No, Alex non era morta, non poteva essere
morta, Alex non sarebbe morta mai.
Non importava nulla, Mikey doveva piangere, sentiva che ne aveva bisogno. Poi
diede una strattonata a Ray «Cazzo, andiamo all'ospedale!» quasi urlò.
Ray annuì, salutando il poliziotto con un cenno della mano,
prima di rimettersi in marcia verso l'ospedale di Belleville.
«E' colpa mia...» mormorò Frank dopo un pò, guardandosi le
scarpe nel furgone. Stava quasi tremando, e Gerard lo guardò confuso mettendogli
una mano sulla spalla per rassicurarlo «Che c'entri tu, Frank?» chiese con la
dolcezza più assoluta nella voce.
L'altro scosse la testa, quasi scansandosi da lui. «Non dovevamo farla guidare,
ok? Dovevamo immaginarlo che sarebbe successo qualcosa! Era troppo stanca, era
esausta, e mi aveva chiesto di aiutarla, e invece no, io dovevo venire a fare
questa merda di serata a Newark e...» Frank deglutì, e si, anche lui stava
piangendo. Mise la testa tra le mani, disperato «Se Alex è morta muoio anche io.
Se le è successo qualcosa, e non ce l'ha fatta, io...» non riuscì ad aggiungere
altro. Alex non poteva morire. No. L'ospedale sembrava sempre più lontano e in
tutto il tragitto, con le mani che gli nascondevano il voltò, Frank pensò a
quanto facesse schifo la vita, se Alex era morta. Ma lei non poteva morire.
Qualcosa gli strappò un sorriso. No che non poteva morire. L'erba cattiva non
muore mai... le aveva detto. Cazzo, lei aveva supplicato tutti di darle una
mano. Com'era stato stupido pretendere che potesse guidare di sera tardi dopo
che l'avevano vista trascinarsi per il locale come uno zombie? Frank si odiava,
odiava sé stesso, odiava Gerard e Mikey perché non erano stati più svegli di
lui, odiava Ray che trovava quei dannati locali fuori Belleville in cui suonare,
odiava quello stronzo al Cafè che aveva la febbre ed aveva costretto Alex a fare
anche il suo turno di chiusura. Era colpa sua. Era colpa di tutti, se Alex era
morta.
No, non poteva essere morta.
La televisione sintonizzata sul telegiornale serale emetteva l'unico suono
udibile nell'edificio.
Mikey e Gerard erano seduti uno di fronte all'altro, al tavolo della cucina,
intenti a fingere di mangiare. Non mangiavano, non parlavano, non sorridevano da
giorni ormai. Sembrava che si trascinassero le proprie vite dietro a stento,
come se nulla importasse più.
"...l'ottimo servizio sanitario nazionale-". Mikey
fece una smorfia, spengendo la televisione, mentre sentiva lo stomaco bruciare,
il petto ardere e le lacrime bagnargli ancora una volta gli occhi.
«Perché hai
spento? Io stavo ascoltando...» si lamentò Gerard cercando di afferrare il
telecomando dalle mani del fratello.
L'altro sbuffò «Ascoltando cosa? L'ottimo servizio sanitario nazionale? Se fosse
così ottimo allora...» poi si fermò, non riuscì a pronunciare quelle parole così
pesanti che gli torturavano la mente. Non ce la faceva.
Gerard lo guardò ed accennò un sorriso «Non potevano fare altro, Mikey, non li
fanno ancora i miracoli.» disse, poi bevve un lunghissimo sorso di birra «dovremmo
andare avanti, se fosse qui ci direbbe questo...» annuì poi.
Mikey fece una smorfia «No, lei aprirebbe gli occhi e
scoppierebbe a ridere e ci direbbe "Che idioti! Ci siete cascati! Dovevate
vedere le vostre facce!"» lo corresse, mentre altre lacrime lo colpirono,
con quella strana sensazione mista di intensa tristezza e lieve gioia, nel
ricordare Alex proprio così come era. Si, avrebbe fatto esattamente così, si
sarebbe alzata da quel dannato letto, sarebbe uscita da quella dannata stanza
così sterile e bianca e vuota e silenziosa e sarebbe andata a casa sua, avrebbe
aperto la porta, li avrebbe trovati lì, che la guardavano stupiti e increduli, e
sarebbe scoppiata a ridere, ed avrebbe riso per ore, dicendogli esattamente ciò
che aveva detto Mikey. Poteva immaginarsela, lì davanti a loro, piegata in due,
con le lacrime agli occhi da tante risate, che li indicava e senza fiato tra una
risatina e l'altra li derideva.
Gerard sorrise «Hai ragione. E sai che direbbe anche? Se
potesse vedersi stesa lì? Direbbe tipo "Ti pareva che dovevo finire in coma?
Tutte le sfighe capitano a me! Sono anche più sfigata di Mikey Way!"».
Ora ridevano entrambi. E per un breve, misero istante, era come se quella casa
fosse di nuovo piena, come se lei fosse di nuovo lì, per qualche minuto, con
tutta l'energia e l'ironia che l'aveva sempre resa unica e speciale.
- - -
Ok, dopo aver
spoilerato alquanto un pò in giro, questo è l'epilogo, e come diceva sempre
qualche vecchio di paese che ora non ricordo chi era, ma qualche vecchio in
qualche paese lo diceva, - o forse, ah, si, era una mia maestra delle
elementari. vecchio di paese=maestra elementare, uguale proprio .-. - " a buon
intenditor poche parole" XD.
Grazie mille per tutti gli "Stronza - ti odio - vaffanculo" e così via che mi
avete dedicato, vi amo tantissimo, fa sempre piacere! LOL ovviamente scherzo,
l'importante è che non mi abbiate uccisa come avevate promesso - ma la giornata
ancora non è finita e famme da na grattata che non si sa mai, dovessi morì pure
io, ehm - e poi:
GRAZIE MILLISSIME per tutti i complimenti, le recensioni e sopratutto per avermi
detto che avete riso e pianto e che vi siete emozionati leggendo la storia e
sopratutto l'ultimo capitolo. E' la cosa più bella che uno pseudoscrittore possa
sentirsi dire, suppongo, e mi fate sempre tanti complimenti che quasi mi sciolgo
davanti alla pagina delle recensioni ogni volta, e vi amo tanto, e vi ringrazio
per tutta l'autostima che mi fate ritrovare! Se non fosse stato per voi non
avrei scritto poi molto, ultimamente scrivevo sempre pochissimo ed ero molto
insicura del risultato tanto da lasciar perdere, alla fine.
Comunque, vabbè, questo era l'epilogo, e vabbè... chi vuol capire capisca, chi
ha capito stia zitto, chi sa si cucia la bocca perché così deve essere. Ci tengo
tanto, non spoilerate ciò che vi ho detto/accennato/confidato, sennò vengo a
casa vostra e vi succhio il sangue -.-
LOL
XOXO
<3