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Autore: POPster    28/05/2011    8 recensioni
Mikey era seduto sul letto di Gerard, con le gambe incrociate e lo sguardo perso nel vuoto, mentre il rumore della matita che suo fratello stava utilizzando per scrivere il testo di una possibile canzone che gli aveva attraversato la mente dopo la notte passata con Frank, lo ipnotizzava quasi.
Sospirò, voltandosi verso Gee che era seduto sul davanzale, con la testa china sul blocco di carta che teneva poggiato sulle ginocchia.
    «Quindi ora tu e Frank state insieme? Cioè, insieme insieme, dico?» domandò con un leggero filo di imbarazzo nella voce.
Gerard sorrise. Gli bastava sentir pronunciare quel nome, per sentirsi meglio, allegro. Sospirò, facendo spallucce «Credo di si. Insomma, qualsiasi cosa sia, è... è bellissimo, Mikey. L'amore, è straordinario...» disse sorridendo.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Mikey Way, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le confusioni più grandi le procura il cuore'
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Epilogo
So why don't you blow me a kiss before she goes?

    Quando erano stati informati dell'accaduto erano tutti corsi all'ospedale di Belleville. Avevano lasciato gli strumenti al locale, avevano lasciato tutto lì, erano saliti sul furgone di Ray ed avevano guidato il più velocemente  possibile per raggiungere Alex. O quello che ne era rimasto. Non potevano saperlo, non sapevano nulla. C'era stata solo quella telefonata di Donna in lacrime, che supplicava i suoi figli con voce straziante di raggiungerla all'ospedale, che Alex aveva avuto un incidente, e Mikey aveva risposto "Ah, ecco perché non è venuta, non è niente di grave vero?". Ma Donna ripeté solo di raggiungerla al più presto, non aggiunse altro, e in quell'istante, sotto lo sguardo preoccupato di Gerard e Frank che lo guardavano mentre lui era al telefono con sua madre, aspettando spiegazioni, in quell'istante preciso, Mikey sentì un pugno gelido e spinato stringergli il petto, stritolargli il cuore. Qualcosa non andava. Non l'avrebbe trovata solo con un paio di fratture sparse per il corpo, o la testa bendata, o qualsiasi altra cosa. La voce disperata di sua madre gli aveva fatto venire i brividi, e ora voleva solo correre lì.
   
    Fu anche peggio, quando presero la stessa strada che aveva percorso Alex per raggiungerli a Newark, e ad un tratto il flusso delle macchine si fece più lento e in lontananza il cielo scuro della notte era illuminato di blu e di rosso e delle luci delle volanti della polizia e Ray rallentò e tutti guardarono dai finestrini verso quel punto di strada circondato da un nastro giallo, e lì c'era un van col frontale ammaccato, e poi c'erano le strisciate lasciate dalle gomme che avevano provato a saldarsi fermamente al suolo, senza successo, perché finivano proprio contro quel van, e poi c'era lì, la macchina di Alex.
    Mikey stava per vomitare. Era ridotta in... non era più nemmeno una macchina, con i vetri scoppiati e il cofano rientrato di un bel pezzo, accartocciato su sé stesso, e tutti erano senza parole, mentre un agente della polizia spazientito dalla lentezza di Ray si avvicinò al furgone facendogli cenno di proseguire oltre.
   
«Non c'è niente da vedere ragazzi, andate!» disse accompagnando la frase con un gesto della mano.
Frank per una volta non sapeva che dire, e Gerard voleva solo che tutti stessero bene. Ray abbassò il finestrino e indicò il punto dell'incidente. Doveva chiederlo, tanto prima o poi lo avrebbero scoperto.
    «L-la ragazza che guidava la macchina...» disse quasi incerto. No, forse nessuno voleva saperlo. Era uno di quegli attimi in cui nessuno vuole la verità, in cui basta pensare che tutto andrà bene. Però l'agente lo guardava con le folte e scure sopracciglia inarcate e poi scosse la testa «Dio, non sai in che condizioni era quella povera ragazzina...» commentò. Era come se per tutto il tempo in cui aveva verbalizzato l'incidente non aveva aspettato altro di poter pronunciare quella frase, di poter commentare quell'incidente, e finalmente qualcuno gliene stava dando occasione, così sospirò «Cristo, poteva essere mia figlia, ti rendi conto? Poteva essere una... non lo so, una vostra compagna di scuola, o una vostra amica.».
    Si, a questo punto Mikey voleva vomitare davvero. E voleva sapere perché poteva essere. No, Alex non era morta, non poteva essere morta, Alex non sarebbe morta mai.
Non importava nulla, Mikey doveva piangere, sentiva che ne aveva bisogno. Poi diede una strattonata a Ray «Cazzo, andiamo all'ospedale!» quasi urlò.
    Ray annuì, salutando il poliziotto con un cenno della mano, prima di rimettersi in marcia verso l'ospedale di Belleville.
    «E' colpa mia...» mormorò Frank dopo un pò, guardandosi le scarpe nel furgone. Stava quasi tremando, e Gerard lo guardò confuso mettendogli una mano sulla spalla per rassicurarlo «Che c'entri tu, Frank?» chiese con la dolcezza più assoluta nella voce.
L'altro scosse la testa, quasi scansandosi da lui. «Non dovevamo farla guidare, ok? Dovevamo immaginarlo che sarebbe successo qualcosa! Era troppo stanca, era esausta, e mi aveva chiesto di aiutarla, e invece no, io dovevo venire a fare questa merda di serata a Newark e...» Frank deglutì, e si, anche lui stava piangendo. Mise la testa tra le mani, disperato «Se Alex è morta muoio anche io. Se le è successo qualcosa, e non ce l'ha fatta, io...» non riuscì ad aggiungere altro. Alex non poteva morire. No. L'ospedale sembrava sempre più lontano e in tutto il tragitto, con le mani che gli nascondevano il voltò, Frank pensò a quanto facesse schifo la vita, se Alex era morta. Ma lei non poteva morire. Qualcosa gli strappò un sorriso. No che non poteva morire. L'erba cattiva non muore mai... le aveva detto. Cazzo, lei aveva supplicato tutti di darle una mano. Com'era stato stupido pretendere che potesse guidare di sera tardi dopo che l'avevano vista trascinarsi per il locale come uno zombie? Frank si odiava, odiava sé stesso, odiava Gerard e Mikey perché non erano stati più svegli di lui, odiava Ray che trovava quei dannati locali fuori Belleville in cui suonare, odiava quello stronzo al Cafè che aveva la febbre ed aveva costretto Alex a fare anche il suo turno di chiusura. Era colpa sua. Era colpa di tutti, se Alex era morta.
    No, non poteva essere morta.

 

    La televisione sintonizzata sul telegiornale serale emetteva l'unico suono udibile nell'edificio.
Mikey e Gerard erano seduti uno di fronte all'altro, al tavolo della cucina, intenti a fingere di mangiare. Non mangiavano, non parlavano, non sorridevano da giorni ormai. Sembrava che si trascinassero le proprie vite dietro a stento, come se nulla importasse più.
    "...l'ottimo servizio sanitario nazionale-". Mikey fece una smorfia, spengendo la televisione, mentre sentiva lo stomaco bruciare, il petto ardere e le lacrime bagnargli ancora una volta gli occhi.
   
«Perché hai spento? Io stavo ascoltando...» si lamentò Gerard cercando di afferrare il telecomando dalle mani del fratello.
L'altro sbuffò «Ascoltando cosa? L'ottimo servizio sanitario nazionale? Se fosse così ottimo allora...» poi si fermò, non riuscì a pronunciare quelle parole così pesanti che gli torturavano la mente. Non ce la faceva.
Gerard lo guardò ed accennò un sorriso «Non potevano fare altro, Mikey, non li fanno ancora i miracoli.» disse, poi bevve un lunghissimo sorso di birra «dovremmo andare avanti, se fosse qui ci direbbe questo...» annuì poi.
    Mikey fece una smorfia «No, lei aprirebbe gli occhi e scoppierebbe a ridere e ci direbbe "Che idioti! Ci siete cascati! Dovevate vedere le vostre facce!"» lo corresse, mentre altre lacrime lo colpirono, con quella strana sensazione mista di intensa tristezza e lieve gioia, nel ricordare Alex proprio così come era. Si, avrebbe fatto esattamente così, si sarebbe alzata da quel dannato letto, sarebbe uscita da quella dannata stanza così sterile e bianca e vuota e silenziosa e sarebbe andata a casa sua, avrebbe aperto la porta, li avrebbe trovati lì, che la guardavano stupiti e increduli, e sarebbe scoppiata a ridere, ed avrebbe riso per ore, dicendogli esattamente ciò che aveva detto Mikey. Poteva immaginarsela, lì davanti a loro, piegata in due, con le lacrime agli occhi da tante risate, che li indicava e senza fiato tra una risatina e l'altra li derideva.
    Gerard sorrise «Hai ragione. E sai che direbbe anche? Se potesse vedersi stesa lì? Direbbe tipo "Ti pareva che dovevo finire in coma? Tutte le sfighe capitano a me! Sono anche più sfigata di Mikey Way!"».
Ora ridevano entrambi. E per un breve, misero istante, era come se quella casa fosse di nuovo piena, come se lei fosse di nuovo lì, per qualche minuto, con tutta l'energia e l'ironia che l'aveva sempre resa unica e speciale.

 

- - -
Ok, dopo aver spoilerato alquanto un pò in giro, questo è l'epilogo, e come diceva sempre qualche vecchio di paese che ora non ricordo chi era, ma qualche vecchio in qualche paese lo diceva, - o forse, ah, si, era una mia maestra delle elementari. vecchio di paese=maestra elementare, uguale proprio .-. - " a buon intenditor poche parole" XD.
Grazie mille per tutti gli "Stronza - ti odio - vaffanculo" e così via che mi avete dedicato, vi amo tantissimo, fa sempre piacere! LOL ovviamente scherzo, l'importante è che non mi abbiate uccisa come avevate promesso - ma la giornata ancora non è finita e famme da na grattata che non si sa mai, dovessi morì pure io, ehm - e poi:
GRAZIE MILLISSIME per tutti i complimenti, le recensioni e sopratutto per avermi detto che avete riso e pianto e che vi siete emozionati leggendo la storia e sopratutto l'ultimo capitolo. E' la cosa più bella che uno pseudoscrittore possa sentirsi dire, suppongo, e mi fate sempre tanti complimenti che quasi mi sciolgo davanti alla pagina delle recensioni ogni volta, e vi amo tanto, e vi ringrazio per tutta l'autostima che mi fate ritrovare! Se non fosse stato per voi non avrei scritto poi molto, ultimamente scrivevo sempre pochissimo ed ero molto insicura del risultato tanto da lasciar perdere, alla fine.
Comunque, vabbè, questo era l'epilogo, e vabbè... chi vuol capire capisca, chi ha capito stia zitto, chi sa si cucia la bocca perché così deve essere. Ci tengo tanto, non spoilerate ciò che vi ho detto/accennato/confidato, sennò vengo a casa vostra e vi succhio il sangue -.-
LOL

XOXO
<3


 

   
 
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