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Autore: _Lollipop_    28/05/2011    5 recensioni
[Sequel di "Io sono Tom! Io sono Bill!"]
E se dopo cinque anni Sara si trovasse a contatto ravvicinato con due vecchi amici? E se la loro presenza non fosse poi così ben voluta? E se alcuni imprevisti troncassero una nuova storia d'amore sul nascere?
"-Buongiorno signor Jost- aveva salutato, sorridendo cordialmente, l'uomo seduto dietro la scrivania che riordinava dei fogli. David aveva alzato lo sguardo da quella pila di carta e le aveva altrettanto sorriso.
-Buongiorno signorina Lena- aveva risposto lui incrociando le mani sui fogli e invitandola a sedersi con lo sguardo. Sara aveva immediatamente obbedito, accomodandosi sulla sedia di fronte all'uomo e osservandolo in attesa che parlasse.
-Signorina Lena, ci tengo a farle presente, che mi è stata raccomandata come una delle migliori, e più giovani, tecniche e arredatrici di tutta la Germania. Ripongo molta fiducia in lei. Il palcoscenico per il nuovo tour dev'essere sorprendente. Per questo l'abbiamo contattata. Crede di riuscire ad accontentarci?-
-Certamente signor Jost, non ci saranno problemi. Potrei sapere per chi dovrò lavorare?-
-Conoscerà i ragazzi tra poco(...)"
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chapter seven:                                                                                                                Happy Birthday!

Tutto doveva essere perfetto. Assolutamente perfetto. E con Bill ad aiutarla era ovvio che lo fosse. La casa era piena di addobbi, la torta e i salatini sul tavolo, i regali in cucina, l’acqua della piscina calda, la musica perfetta, le illuminazioni anche, gli invitati sarebbero arrivati a momenti. Tutto in perfetto ordine. Ora mancava il vestito. Non aveva idea di cosa mettersi e, avendo dovuto occuparsi tutto il tempo della festa, non aveva pensato a cosa avrebbe indossato. Andò decisa verso l’armadio, ne aprì le ante e cominciò a buttare gli abiti alla rinfusa per la stanza. C’erano vari abiti troppo eleganti, varie magliette e pantaloni troppo casual. Si fermò, sedendosi sul letto coperto di vestiti, e si portò le mani al volto. Frustrazione totale. Ma un certo essere rompipalle non era sempre e solo una spina nel fianco, e questo, Sara, poté constatarlo subito dopo. Infatti, l’appena citato rompipalle, fece capolino nella stanza della mora –senza neanche bussare, stranamente!- fermandosi davanti a questa.

-Che vuoi ora, razza di folletto logorroico alto quanto un palo della luce?- chiese rigandosi le guance con le mani. Bill incrociò le braccia al petto, assumendo un broncio contrariato.

-Buonasera anche a te, simpaticona! Siamo molto allegre oggi, vedo!- la schernì, portandosi il sacchetto che teneva in mano, stretto al petto.

-Non ho idea di cosa indossare! Ma tu, dico, ieri mi hai trascinata tutta mattina per negozi… Non potevi adocchiare anche qualcosa da farmi indossare per dopo! Sei inutile!- esclamò, assottigliando gli occhi.

-Ah sarei inutile? Bene, visto che qui non sono apprezzato, posso anche tornarmene da dove sono venuto- rispose, fintamente offeso.

-Bene!- fece lei, continuando a guardarlo ad occhi stretti.

-E porterò con me questo bel vestito…- tirò fuori da una busta un corto vestito bianco, senza spalline e con un grosso fiocco nero legato in vita. A Sara si illuminarono gli occhi e si alzò saltando addosso al cantante.

-Lo sai che io ti amo vero, porcospino rompipalle?- continuò, baciandogli una guancia. Lui rise, rimettendola in piedi.

-Però per stasera ti trucco io!- esclamò.

-Tutto quello che vuoi!- rispose con gli occhi luccicanti, mentre si chiudeva la porta del bagno alle spalle. Si lavò velocemente e si infilò il vestito. Le stava decisamente benissimo. Il porcospino ci aveva azzeccato, ancora una volta. Si asciugò i capelli e li lisciò accuratamente con la piastra. Uscì dal bagno scalza, arrivando in camera sua e fermandosi davanti al cantante che aveva già portato una sedia di fronte allo specchio e sparpagliato tutti i trucchi sul letto dell’amica.

-Forza, siediti che non abbiamo molto tempo- questa si sedette in corsa mettendosi completamente nelle mani del ragazzo.

Quando riaprì gli occhi, avrebbe voluto prendere il cantante e abbracciarlo fino a soffocarlo. Le aveva messo del bellissimo ombretto nero divinamente. Era perfetta.

-Prendi qua, Nana- le intimò, porgendole delle bellissime scarpe a tacco alto, un cerchietto nero con un fiocco e dei braccialetti argentati.

-Te l’ho già detto che ti amo?- prese tutti gli oggetti che Bill le aveva allungato, sotto il suo sguardo divertito. Era pronta e perfetta. Si mise un goccio di profumo, gli orecchini e, preso per mano il cantante, scese le scale fermandosi nel salotto. Salutarono gli invitati già presenti e poi Sara prese le chiavi della macchina, uscendo in strada. Si fermò sotto la casa dei genitori di Helen e, dopo averla salutata e riempita di baci e auguri, si diresse con l’auto verso una discoteca lì vicino.

-Oh merda!- esclamò, portandosi una mano in volto.

-Che c’è?- le domandò la bionda, guardandola accigliata.

-Ho dimenticato il cellulare a casa! Ti dispiace se facciamo un salto a prenderlo?- la bionda scrollò le spalle.

-No, no. Andiamo- Sara tornò indietro e in poco tempo arrivarono davanti al giardino.

-Io ti aspetto qui- le disse questa.

-No!- esclamò lei. Helen la guardò stranita –Cioè… Dai vieni dentro un attimo, mi aiuti a cercarlo e poi devo chiederti un consiglio sui capelli-

La bionda non sembrò molto convinta ma scese ugualmente e la precedette. Tirò fuori le chiavi ed aprì la porta.

-Sorpresa!- un improvviso urlo la fece sobbalzare. Le luci si accesero e mostrarono un salotto pieno di invitati e addobbi. La bionda si portò la mano alla bocca guardando tutti con le lacrime agli occhi. Sara, in quel momento, entrò sorridendo sorniona.

-Sei una brutta nana bastarda!- le disse ridendo felice.

-Ti voglio bene anche io, bionda- le due si abbracciarono scatenando gli applausi degli altri e facendo scendere una lacrima alla festeggiata.
 

Appena l’aveva vista entrare aveva creduto in un miraggio. Quell’abitino bianco le stava benissimo e la faceva sembrare quasi angelica. La festa era ormai iniziata e, dopo aver assistito allo scarto dei regali, tutti andarono in piscina, ballando a ritmo della musica che metteva il DJ. Si era appoggiato al bancone con un bicchiere di vodka tra le mani. Lei era lì, vicino al bordo della piscina, che ballava davanti a Lukas con in mano anche lei un bicchiere di vodka. Poco dopo si allontanò, dirigendosi all’interno della casa, e lui la seguì.

-Ehi- le disse, appena finite le scale. Sara si girò, mostrando un felice sorriso.

-Ciao! Dov’eri? Non ti ho visto per tutta la sera-

-Mi stavo godendo gli alcolici- le rispose, sorridendo anch’egli. Lei annuì, facendo intendere che aveva capito. Tom percorse tutto il suo corpo con lo sguardo, cosa che a lei non sfuggì.

-Sei bellissima- esordì infine, facendola arrossire vistosamente.

-Grazie, anche tu stai bene- continuò con un timido sorriso in volto.

-E quando arrossisci sei ancora più bella- proseguì, abbassando il tono di voce e avvicinandosi. Sara fece un passo indietro, automaticamente, finendo con la schiena al muro.

-G…Grazie- rispose di nuovo, con un piccolo sorriso imbarazzato e spaventato allo stesso tempo. Tom appoggiò una mano sul suo fianco, delicato. La osservò negli occhi e ci lesse che un posto, per lui, c’era ancora nel suo cuore. Abbassò il viso, con una lentezza che alla ragazza sembrò disarmante, sfiorò le labbra della mora con dolcezza e poi ci appoggiò le sue, morbide. Sara chiuse gli occhi mentre per quella volta decise di non pensare. Non le sembrava vero. Dopo cinque lunghi anni aveva il piacere di riprovare la bellezza delle labbra di Tom sulle proprie. A entrambi sembrava un sogno da cui non volevano svegliarsi. Per una volta, decisero di non pensare alle conseguenze e dedicarsi completamente a quel bacio che da molto entrambi attendevano. E la miriade di sensazioni che stavano attanagliando lo stomaco dei ragazzi e facendo loro galoppare il cuore, sapevano non le avrebbero provate in nessun’altra occasione.

L’altra mano del ragazzo salì sul suo viso. Aprì piano le labbra approfondendo quel bacio da molto bramato. Si avvicinò ulteriormente fino a sentire il corpo della ragazza aderire al proprio. Si staccarono solo in assenza di ossigeno. Sara rimase ancora qualche secondo ad occhi chiusi continuando a ricordare il momento appena passato. Tom la trovava bellissima con le guance leggermente arrossate. La guardò ancora qualche secondo e poi le prese la mano, conducendola ai piano superiori, dove c’erano le camere.

-Tom- si fermò, costringendo il ragazzo a fare lo stesso. Lui si girò, osservandola impaziente.

-Cosa stiamo facendo? Io sono fidanzata…- esclamò abbassando il viso. Tom le si avvicinò ulteriormente.

-Mi manchi, voglio sentirti di nuovo mia- sussurrò sensualmente al suo orecchio, baciandole la pelle sotto il lobo. Sara sospirò ad occhi chiusi. Forse fu quel gesto, forse le sue parole, forse la vodka che aveva bevuto, fatto sta che lo seguì all’interno della sua camera. Tom spalancò la porta della sua camera, tenendo stretta la mano della ragazza con la propria. Entrò con lei al seguito e lasciò la presa solo per chiudere la porta a chiave. Voltatosi verso di lei, avanzò fino a stringerla nuovamente tra il muro e il suo corpo. Vide comparire sul suo volto chiaro, un accenno di sorriso. Lentamente, posò di nuovo le labbra sulle sue muovendole delicatamente e ardentemente allo stesso tempo. Spostò le mani sulla sua schiena, slacciando con lentezza la zip del vestito. Abbandonò le sue labbra per dedicarsi al suo collo. Baciandolo vogliosamente e mordicchiandoglielo ogni tanto. Risalì, mordendole il labbro inferiore con delicatezza per poi riprendere il bacio. Spinse il bacino contro il suo, facendole avvertire la sua erezione, e infilò una gamba tra quelle della ragazza che ansimò sulle sue labbra. L’afferrò per le natiche, portandosela in braccio. Sara strinse le gambe intorno alla sua vita e Tom, senza staccare le labbra dalle sue, la fece scivolare sul letto. Si portò sopra di lei, che sorrideva maliziosamente, con le braccia tese e i pugni stretti a sorreggere il suo corpo. La mora si slacciò rapidamente il reggiseno e capovolse la situazione. Salì sul suo corpo, sedendosi sul suo bacino, e si allungò verso di lui cercando di togliergli la maglietta con impazienza. Tom sorrise, aiutandola a levarla. La prese per i fianchi, spingendola al suo bacino. Sara, continuando a sorridere maliziosamente, leccandosi le labbra cominciò a muovere il suo di bacino, guardando il ragazzo con aria di sfida. Tom abbandonò la testa sul cuscino, dedicandosi completamente al piacere che i suoi movimenti gli provocavano. Sara si abbassò, percorrendo con le labbra gli addominali del ragazzo, il suo petto, il suo collo. Si allungò maggiormente verso di lui, impossessandosi delle sue dolci labbra.

-E questi muscoli da dove vengono?- sorrise, sexy, mentre accarezzava con leggerezza le braccia forti e i pettorali.

-Da ore passate in palestra, invece che a scuola- sorrise, leccandosi il piercing e soffermandosi con lo sguardo sulle sue curve. Sara notò la direzione delle sue occhiate. Sorrise. Si allungò su di lui, poggiando il proprio seno sui
suoi pettorali e, passando la lingua sul piercing del chitarrista e le sue labbra, portò una mano alla sua cintura, tentando di slacciarla, e la gettò atterra insieme ai jeans. Tom capovolse nuovamente la sensazione, portandosi sopra di lei. Le tolse gli slip con rapidità e fece lo stesso con i suoi boxer. La ragazza si abbandonò sotto il suo peso, con gli occhi chiusi, aspettando quel divino e tanto atteso momento. Tom la guardò e poi gli vennero in mente le sue parole. Sorrise, bastardo. Lei non voleva starci. Avvicinò il suo membro alla sua femminilità, attento a sfiorarla appena, senza penetrarla. Sara ansimò. Lui si allungò su di lei, facendo aderire i lori sessi il più possibile. La baciò sotto il lobo e con voce sexy le sussurrò:

-Chiedimelo- Sara ansimò, emettendo versi di disapprovazione a quell’attesa. Tom spinse ancora di più verso di lei, facendole inarcare la schiena.

-Chiedimelo!- ripeté di nuovo al suo orecchio, leccandole poi il collo all’altezza della giugulare.

-Tom…- affannò, lei, mordendosi il labbro.

-Chiedimelo, ho detto…- la ragazza aprì gli occhi, puntandoli nei suoi.

-Fammi tua, ti prego- Tom sorrise e, mentre si impossessava delle sue labbra, entrò dentro di lei con dolcezza. Sara si staccò dalle sue labbra per far uscire un mezzo urlo di piacere dalle proprie. Inarcò la schiena e Tom sorrise, chiudendo gli occhi. “Dio…” fu l’estasiato pensiero di entrambi.
 
http://imageshack.us/photo/my-images/841/gshl.gif/

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Ciao a tutte! :) Spero davvero che questo capitolo vi sia piaciuto! Già ce l’hanno fatto finalmente xD spero di ricevere qualche commentino :D arrivederci e grazie a tutte!

Sara. 

  
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