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Autore: An11na    28/05/2011    2 recensioni
Gaara, un ragazzo introverso e che sembra odiare il mondo, viene mandato, contro ogni sua volontà, con i suoi fratelli a casa del padre, divorziato dalla madre, per passare l'estate...Coppia principale ItaGaa, ma è probabile che ci siano altre coppie, come sicuramente la SasuNaru, SasoDei e forse anche qualche altro piccolo pairing...Fatemi sapere che ne pensate!!!!
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Itachi, Sabaku no Gaara , Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 2- Il concerto

Gaara si guardava allo specchio da ogni angolazione, per controllare di avere il look giusto per un concerto; non sapeva nemmeno di che tipo di concerto si trattasse, quindi aveva optato per un look abbastanza anonimo e che potesse andare bene in qualsiasi situazione: indossava una t-shirt con dei motivi in bianco e nero senza alcun senso e dei pantaloni di pelle decisamente attillati, come scarpe, invece aveva optato per delle Converse rosse e bianche senza stringhe; decisamente un mix di look da fare invidia a un clown, ma a Gaara piaceva, perché in quel modo suo padre non avrebbe approvato ed era tutto ciò che gli importava.

Gaara uscì dalla sua stanza dopo l’ultima controllata allo specchio e controllò l’orologio appeso al muro del soggiorno: le 20 e 40, in perfetto orario!

Quando Kenzo avvertì la sua presenza, alzò lo sguardo dal computer sul quale stava scrivendo chissà cosa e lanciò un’occhiata al figlio minore “Vai da qualche parte?” chiese squadrandolo da capo a piedi senza sapere come definire il look di Gaara “Sì, ho conosciuto un tizio oggi e mi ha invitato a una cosa in spiaggia…farò tardi, quindi non aspettatemi” rispose senza guardare il padre e facendo per uscire di casa, ma Kenzo lo fermò “Aspetta, Gaara, vorrei…Parlare un attimo con te” disse alzandosi e raggiungendo il figlio sul portico “Non ho tempo, adesso, sono già in ritardo…Parleremo domani” lo liquidò Gaara scendendo di corsa le poche scale che lo dividevano dal vialetto per poi continuare a camminare velocemente, senza più voltarsi.

Kenzo sospirò osservandolo allontanarsi “Se vuoi un consiglio, cerca di lasciargli fare tutto quello che vuole, altrimenti ti odierà ancora di più” disse una voce alle sue spalle e l’uomo si voltò ritrovandosi davanti la figlia, seduta sulle scale del portico, che lo fissava con un sorrisetto “Da quanto sei lì?” chiese stupito il padre voltandosi completamente verso Temari “Da prima che voi usciste…Dico sul serio, papà, Gaara non ti odia davvero, ma vuole farti sentire un verme per un po’, poi gli passerà, ma fino ad allora…Lascia che faccia quello che vuole” lo consigliò la ragazza.

Kenzo annuì un po’ sarcastico “Beh, grazie per il consiglio, ma mi sa che, di questo passo, mi ucciderà” disse facendo ridere la figlia che si alzò e gli mise un braccio intorno alla vita “Era troppo piccolo per capire il significato del divorzio…Ha creduto che tu non ci volessi più bene e ha voluto coltivare questa sua convinzione anche una volta cresciuto…Tu dimostragli che ci tieni a lui…Non so, magari domani gli chiedi come è andata la serata, oppure dagli dei soldi quanto ti dice che va al centro commerciale, insomma queste cose…Vedrai che piano piano si addolcirà…Deve solo capire che tu ci sei” lo rassicurò Temari.

Kenzo la guardò dall’alto al basso alzando un sopracciglio “Soldi per il centro commerciale?” chiese non immaginandosi Gaara in giro a fare shopping, immagine che fece ridere anche Temari “D’accordo, magari al centro commerciale ci vado io, però hai capito cosa voglio dire, no?” chiese continuando a sorridere “Sì, credo di avere capito…Vuoi fare colazione?” chiese poi mettendo un braccio intorno alle spalle della figlia che continuava a tenerlo per la vita.

Temari guardò male suo padre “Sono le 21, papà” gli fece notare un po’ sconcertata, ma Kenzo alzò le spalle “Beh, che significa, se uno ha voglia di latte e cereali alle 21, non può mangiarli?…A te non va una brioche calda?” chiese poi voltandosi per entrare in casa “E vada per le brioches” rispose Temari continuando ad abbracciarlo e ridacchiando divertita.

Gaara raggiunse il punto che lui e Sai avevano scelto per incontrarsi, ma notò che il moro non era ancora arrivato “Meglio così” pensò: doveva ancora sbollire il nervoso per il breve incontro con suo padre e non voleva rovinare la serata a nessuno per via del suo malumore, quindi tirò fuori il pacchetto di sigarette dalla tasca dei pantaloni e se ne accese una iniziando subito a tirare velocemente.

Ma chi si credeva quel tipo per permettersi di fare il padre adesso?Non aveva più 10 anni, avrebbe dovuto pensarci prima…Suo padre se n’era andato quando lui non aveva ancora 11 anni e anche se aveva dei bei ricordi passati con lui, li aveva tutti rimossi quando, dalla finestra della sua cameretta aveva osservato suo padre caricare le valigie sul taxi e andarsene.

Non era nemmeno salito a salutarlo, semplicemente quella mattina lui e sua madre si erano messi a litigare e dopo un paio d’ore, Kenzo era salito sul taxi e per un bel po’ di tempo non si era più fatto vedere né sentire.

Anche i suoi fratelli non avevano preso bene questa fuga, ma all’epoca erano già abbastanza grandi da comprendere cosa significasse un divorzio e quando loro padre era passato a salutarli e a prendere le sue ultime cose, loro lo avevano abbracciato e baciato come se fosse rimasto via per lavoro e non perché non voleva più stare con loro.

Gaara invece era solo un bambino che venerava il proprio padre e che avrebbe voluto fare tante cose con lui, ma suo padre non sembrava dello stesso parere e quando se ne andò, Gaara la prese come una questione personale non riuscendo a perdonarlo nemmeno una volta cresciuto e consapevole che tante coppie si separano tutti i giorni.

Ciò che faceva più rabbia a Gaara era che adesso che lui era ormai ventenne, Kenzo si metteva a fare il padre come se nulla fosse, dimenticandosi di tutto il dolore che lui, i suoi fratelli e sua madre avevano dovuto passare: non è mai bello svegliarsi nel cuore della notte e sentire la propria madre piangere disperata, dandosi la colpa di tutto quanto e vederla crescere tre figli senza l’aiuto concreto di nessuno.

Suo padre si era disinteressato, limitandosi a mandare soldi ogni mese senza nemmeno scrivere una lettera di accompagnamento, mandando una cartolina ogni tanto e un regalo a testa a Natale e ai loro compleanni; questo, secondo Gaara, era tutto tranne che essere padre.

I pensieri di Gaara vennero interrotti dall’arrivo di Sai, vestito completamente di nero, con tanto di collare borchiato “Ma che razza di concerto è?” chiese Gaara senza nemmeno salutare e Sai scoppiò a ridere “Non preoccuparti, mi vesto sempre così…Mi piace…E al mio uomo eccita” dichiarò ridacchiando e facendo arrossire leggermente Gaara.

Gli era ormai chiaro che Sai preferisse la compagnia maschile, glielo aveva detto anche quel pomeriggio, ma la spudoratezza di quel tipo era a tratti davvero imbarazzante “Avanti, andiamo, altrimenti faremo tardi” disse Sai afferrando Gaara per un braccio e trascinandolo con sé verso la spiaggia, dove già si intravvedevano alcune luci e un palco allestito per l’occasione.

Avvicinandosi, Gaara vide un gruppetto di persone che lavorava intorno al palco armeggiando con i cavi degli amplificatori e dei vari strumenti e quando si avvicinarono di più, Gaara notò lo striscione in fondo al palco con il nome del gruppo che avrebbe suonato quella sera “Aspetta un attimo” disse a mezza voce, mentre il cuore iniziava a battergli sempre più forte “Sai….Su quello striscione c’è scritto The scenes……Non sono i The Scenes che penso io vero?” chiese al suo nuovo amico, mentre l’emozione iniziava a prendere il sopravvento.

Sai alzò le spalle come se niente fosse “I soli e unici…Li conosci?” chiese come se si parlasse di un qualsiasi gruppo di strada e Gaara sentì il cuore esplodere di felicità “Se li conosco? Sono famosi in tutto il mondo! Sono dei grandi, li adoro!” rispose forse con troppo entusiasmo, per lo meno abbastanza da far ridere Sai e far arrossire Gaara “Dai, vieni, te li posso presentare se vuoi” disse Sai quando si fu calmato afferrando Gaara per un polso “Dici sul serio?” chiese incredulo Gaara, rimanendo fermo al suo posto “Ma certo! Devi sapere che i membri del gruppo sono nati e cresciuti qua, per questo vengono ogni tanto a suonare qui da noi….Vieni dai” rispose Sai, trascinandosi dietro il rosso fino alle scale che davano sul palco.

Sai e Gaara si fermarono alle spalle di un tipo che, girato di schiena e piegato su sé stesso, sistemava alcuni cavi “Ehi, Hidan, come va?Ti voglio presentare un mio amico: lui è Gaara, è qui per l’ estate ed è un vostro fan” salutò allegramente Sai, mentre il tipo si raddrizzava e si girava verso di loro sorridendo “Ehi, Sai…Credevo non saresti venuto…Ciao Gaara, piacere mio e spero che il concerto ti piaccia…Sai, se cerchi Itachi, poco fa era sul palco a controllare il microfono, credo sia ancora lì” disse il ragazzo che Gaara riconobbe subito come il batterista del gruppo e dopo averlo ringraziato e salutato, Sai afferrò Gaara per un braccio e lo trascinò sopra al palco, dove i restanti membri del gruppo insieme ai tecnici del suono stavano controllando le ultime cose prima del concerto.

Gaara si guardò in giro e notò un tipo biondo con i capelli lunghi, il chitarrista del gruppo, che parlava fitto fitto con un ragazzo dai capelli rossi, che Gaara riconobbe come il tastierista; poco più in là uno strano tipo con i capelli blu, il bassista, era intento ad accordare gli strumenti e non sembrava accorgersi di quello che gli capitava intorno.

Gaara si voltò con un mezzo sorriso convinto di trovare al suo fianco Sai, ma l’amico si era allontanato per saltare in braccio a un ragazzo dai lunghi capelli neri che se ne stava vicino al microfono e che fu costretto ad afferrare Sai per le natiche per poterlo sorreggere “Cerca di darti un contegno, ti prometto che dopo il concerto ci divertiamo tanto, ma fino ad allora fai il bravo” sussurrò Sai al suo ragazzo, anche se più che un sussurro sembrava un annuncio.

Gaara osservò i due avvicinarsi a lui, o meglio, osservò Sai afferrare la mano dell’altro e trascinarselo dietro continuando a parlare con un tono di voce fin troppo alto, mentre l’altro lo seguiva con aria esasperata e leggermente annoiata, segno che non sembrava felice di avere Sai che gli ronzava intorno.

Quando però arrivarono davanti a Gaara, l’espressione del moro cambiò radicalmente e per molto tempo non riuscì a distogliere gli occhi dai suoi “Itachi, lui è Gaara, l’ho conosciuto questo pomeriggio e moriva dalla voglia di conoscervi” li presentò Sai, mentre Gaara si sentì avvampare per la vergogna “Io non mori---” mormorò, ma venne interrotto da Itachi che gli tese la mano “Itachi Uchiha” si presentò senza mai distogliere lo sguardo dal suo.

Gaara afferrò la sua mano sentendosi in imbarazzo per la pessima figura che gli aveva appena fatto fare Sai, ma, per sua fortuna, un tecnico si avvicinò a loro chiamandoli a gran voce “Ragazzi, dovete scendere dal palco, il concerto sta per iniziare” disse invitando i due a seguirlo giù dal palco.

Gaara si voltò verso la spiaggia e rimase stupito dalla marea di gente che stava arrivando e che era già arrivata dal momento che, preso dall’emozione, non aveva notato “Ehi, Sai” chiamò un ragazzo tra la folla alzando il braccio per indicare la sua posizione Sai subito lo raggiunse, seguito da un Gaara sempre più imbarazzato e convinto che andare a quel concerto con Sai non era stata poi così una buona idea.

I due si avvicinarono a un gruppetto di ragazzi che salutarono Sai allegramente e si presentarono a Gaara iniziando a fargli mille domande su da dove venisse, cosa facesse, perché era lì eccetera eccetera; tra il gruppo di amici di Sai, c’era anche Sasuke, il tipo della coca cola e Gaara fece di tutto per evitare di dover andare a salutarlo visto com’era finita quel pomeriggio.

Fortunatamente per lui, proprio quando Sasuke si era deciso ad andare da lui, le luci si abbassarono e il concerto finalmente cominciò, impedendo così a Sasuke o a chiunque altro di rivolgergli la parola.

Il concerto era stato straordinario: Gaara si era divertito come poche volte prima e anche gli amici di Sai non erano per niente antipatici a parte un tipo biondo, che non gli aveva praticamente rivolto la parola se non per dirgli qualcosa di acido e Sasuke, che ogni volta che poteva si avvicinava a lui per parlargli, quindi tutto sommato era stata davvero una bella serata.

Quando la gente iniziò a disperdersi alla fine del concerto, Gaara pensò che fosse ora di salutare e tornare a casa, ma Sai lo afferrò per un braccio parandoglisi contro “Io, i miei amici e i ragazzi del gruppo andiamo a bere qualcosa al pontile…Ti va di venire?” chiese su di giri, probabilmente per il troppo alcool ingerito.

Gaara ci pensò un po’ su: non gli era piaciuta la figuraccia che Sai gli aveva fatto fare e sapendo che ci sarebbero stati anche i ragazzi della band, temeva che il moro potesse fargliene fare altre, anche peggiori.

Si era già comportato abbastanza da stupido: d’accordo che i The Scenes erano tra i suoi gruppi preferiti, ma l’esuberanza di Sai lo aveva fatto sembrare una ragazzina rimasta senza parole davanti ai suoi idoli.

Tuttavia, pensò Gaara, quella sarebbe stata probabilmente la sua unica occasione di bere qualcosa con i The Scenes, quindi decise che per il resto della serata, avrebbe del tutto ignorato Sai e si sarebbe concentrato sui suoi amici e soprattutto, sui The Scenes.

“Sì, va bene, ci sto!” disse, fingendosi entusiasta; Sai annuì sorridendo e si voltò verso i suoi amici “Ehi, ragazzi, viene anche Gaara!Andiamo al pontile” esclamò iniziando a incamminarsi verso di loro.

Gaara fu costretto a seguirli a sua volta, ma cercando di stare il più possibile lontano da Sai, che aveva già iniziato a sproloquiare su quanto fossero stati bravi i ragazzi e soprattutto, il “suo” Itachi; il diretto interessato, non sembrava entusiasta quanto il suo cosiddetto ragazzo e cercava di ignorare Sai in tutti i modi, continuando a chiacchierare con i suoi amici, come se nulla fosse.

Gaara lo osservava di sottecchi, chiedendosi che tipo fosse e cosa stesse pensando, in particolar modo cosa pensasse di Sai; da parte sua, Gaara aveva già cominciato a inquadrare il pallido ragazzo: faceva l’amicone con i nuovi arrivati, solo per attirare l’attenzione su di sé, così come sventolava in giro il suo fidanzato per far vedere che stava con una persona ricca e famosa.

Non gli piaceva granché, ma i suoi amici erano tutti piuttosto simpatici e amichevoli, così come anche i ragazzi della band: Hidan chiacchierava concitatamente, ancora esaltato dal concerto e Kisame, il tipo con i capelli blu, cercava di tenerlo a bada dandogli delle pacche sulla nuca ogni volta che Hidan si lasciava scappare qualche imprecazione di troppo; Deidara e Sasori, rispettivamente alla chitarra e alla tastiera, sembravano aver ripreso la discussione iniziata prima del concerto e parlavano a bassa con le teste vicine continuando a camminare.

Per quanto riguardava gli amici di Sai, Gaara aveva conosciuto Shikamaru, Ino, Sasuke , che già aveva conosciuto, Naruto, il tipo biondo, che lo guardò male e si limitò a un cenno della testa, Kiba, Neji e Sakura.

Erano tutti ragazzi single, ma da quello che capì Gaara, solo Ino, Sakura e Shikamaru erano etero convinti; tutti gli altri, o erano gay, o erano bisex.

Gaara e i ragazzi si sistemarono in cerchio, sotto al pontile di legno e Hidan e Kisame aprirono una grossa borsa termica che Gaara prima non aveva notato, tirandone fuori diverse bottiglie di super alcoolici e qualche bibita per fare i drink, poi Deidara accese un piccolo falò e a tutti venne passato qualcosa da bere per un brindisi.

Gaara iniziò a chiacchierare con i ragazzi, lasciandosi andare e riprendendo il controllo della situazione, finalmente soddisfatto che Sai non gli stesse più facendo fare brutte figure: il moro era troppo concentrato a cercare di slacciare la camicia di Itachi e a fargli chissà quale giochetto al collo e all’orecchio; Itachi era semi sdraiato contro a un palo del pontile e non sembrava gli dispiacessero quelle attenzioni.

Teneva le mani appoggiate sui fianchi di Sai e di tanto in tanto gli accarezzava la schiena da sotto la maglietta, mentre Sai si sistemava a cavalcioni sul bacino di Itachi, iniziando a muoversi lentamente e baciando con passione il cantante.

Dopo alcuni minuti passati a scambiarsi effusioni, Sai sussurrò qualcosa nell’orecchio ad Itachi e si alzò in piedi dirigendosi verso la borsa termica; Itachi, invece, si rimise seduto, guardandosi intorno per vedere cosa stessero facendo i suoi amici e notando che la maggior parte si era addormentato sulla sabbia e russava rumorosamente.

L’unico ancora sveglio era Sasuke, che, Gaara aveva notato, non gli staccava gli occhi di dosso da diverso tempo; l’altra persona ad essere sveglia e ad aver notato tutto, era Naruto, che ora passava il suo sguardo infuocato da lui a Sasuke, finché non decise di alzarsi e andarsene salutando a malapena.

Gaara lo seguì con lo sguardo senza farsi notare e notò che Itachi lo stava fissando a sua volta con una strana luce negli occhi che fece quasi arrossire il rosso, poi il cantante si alzò a sua volta, controllando che Sai non stesse tornando con i drink e incamminandosi dietro al biondo come se nulla fosse.

Gaara sentì un gran nervoso salirgli quando cominciò a capire cosa stava succedendo e avvertì un certo ripudio verso Itachi e il suo comportamento, anche se si trattava di Sai.

Dando un’occhiata a dove fosse Sai, Gaara decise di seguire i due ragazzi che si erano allontanati, per verificare che ciò che aveva pensato era la verità: non voleva accusare nessuno di niente, prima di esserne certo; purtroppo, non gli ci volle molto per scoprirlo: fatti alcuni passi, infatti, individuò i due dietro a uno dei pali del pontile, che si baciavano con foga, Naruto con la schiena contro al palo e le braccia ad accarezzare le spalle e il collo del moro e Itachi che lo sovrastava accarezzandogli l’addome e la schiena.

Quando i due si accorsero della sua presenza, Gaara fu indeciso se andarsene e basta, oppure tornare da Sai e spifferargli tutto; poi pensò che non conosceva abbastanza quei ragazzi da potersi permettere di rovinare la loro amicizia, quindi tornò indietro e si limitò ad afferrare il suo zaino, pronto ad andarsene.

Tuttavia decise comunque di mettere un po’ di paura ai due traditori e chiamò a gran voce Sai : nello stesso momento in cui il ragazzo si avvicinò a Gaara, anche Itachi uscì dal suo precario nascondiglio, fissando Gaara con aria indecifrabile “Io me ne vado: si è fatto tardi e ho già bevuto troppo” annunciò, guardando prima Itachi e poi Sai, che si era accorto dello scambio di sguardi tra i due, così come si accorse della figura di Naruto che si allontanava in silenzio nascondendosi tra le ombre dei pali.

Che faticaaaaaaaaaa!!!!E’ da ieri pomeriggio che scrivo questo capitolo ed è stata davvero un’impresa!!!Ieri ho anche temuto di aver perso il tutto e ho rischiato l’infarto….Per fortuna sono riuscita a salvare tutto in tempo e nulla è andato perduto….Allora, parlando del capitolo, anche qui c’è da dire che Gaara è un po’ OOC, ma si riprenderà, ve lo prometto…E voi cosa dite, Sai ha capito tutto?Come la prenderà?E Itachi si arrabbierà con Gaara?Alla prossima per saperlo….Baciiiiiii

X Beads and Flowers: Lo so, ho fatto un gran macello con l’html nel capitolo scorso!!!Spero che per questo vada tutto bene, è che non posto da molto tempo e di conseguenza non uso neanche più l’html, quindi devo riprendere un po’ la mano…Prometto che questo cap andrà meglio!!!!Ti ringrazio, a proposito: sono contenta quando le mie fic piacciono fin dall’inizio e spero che continuerai a seguirmi…Io giuro che farò di tutto per finirla, anche perché ho molte altre idee in mente….Intanto goditi questo nuovo capitolo…Grazie ancora, un bacioooooo

X Lorelei95: Ciao!!!Grazie mille, che bello già due recensioni!!!!Sono contenta che la fic ti piaccia e spero che continui a piacerti…Come vedi, lo stesso Gaara si è pentito di essere uscito con Sai, ma era davvero necessario per far conoscere Gaara e Itachi….Spero che anche questo capitolo ti piaccia e spero, come ho detto qui sopra, di non fare altri macelli con l’html….Grazie ancora, baciiiiiiii

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