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Autore: Juliet The Rebel    29/05/2011    2 recensioni
- Non mi hai detto come ti chiami – fu la prima volta che lo vide arrossire e poi allontanare lo sguardo.
- Tutto qui? –
- È importante… Tu sai come mi chiamo ma io ignoro del tutto il tuo nome –
- Danielle –
- Ti posso chiamare Danny? –
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 7

 

 

Quel sonno che la aveva condotta a splendidi sogni si dileguò quando udii dei rumori provenienti dalla strada. La città aveva preso vita come ogni giorno. Danielle era sdraiata per terra tra le braccia di quel ragazzo che conosceva appena. Si stropicciò gli occhi poiché aveva ancora le palpebre pesanti per la stanchezza. Era da molto tempo che non faceva dei sogni così belli… Forse era la vicinanza di Bill a renderla così tranquilla da potersi concedere un illusione che prendeva vita solo durante la notte. Ma lui era reale, se ne era ormai convinta. Sorrise fra se e se. E poi la sua coscienza si mise ad urlare…

-   Bill… - lo chiamò inizialmente a voce bassa. Lui non diede segno di aver sentito. Lo scosse leggermente con le mani e solo in quel momento dalla bocca del ragazzo uscì un mugghio di dissenso.

-   Cosa c’è? – disse sbattendo le palpebre. Arrossì leggermente trovandosi a pochi centimetri dal volto della donna.

-   È giorno – gli sussurrò. Con un dito accarezzò la guancia di lui ma poi ritrasse la mano una volta incontrati gli occhi del ragazzo.

-   Non è la prima volta che vedo il sole, sai? – rise Bill. Sembrava quasi che Danielle gli volesse rivelare il perché del sorgere del sole o la differenza fra la luce ed il buio. Quelle erano cose davvero sciocche ma che lei riteneva davvero difficili da comprendere.

-   Hai dormito bene? – gli chiese cercando di cambiare discorso, si sentii davvero in imbarazzo.

-   Ho la schiena un po’ indolenzita, ma tutto sommato sto bene grazie – sorrise e lei ricambiò – e tu? –

-   Ho dormito davvero bene – dette quelle parole la realtà tornò ad invaderla. Lui non doveva essere li, cosa avrebbe pensato Erik se avesse saputo che aveva dormito con un altro uomo?

-   Forse è meglio che tu ora vada – si mise in piedi e rivolse lo sguardo verso l’orologio che era posizionato in cucina. Le sue lancette scandivano lente il trascorrere dei secondi che in quel momento sembravano pesanti sulla sua coscienza. Era davvero tardi.

Bill si alzò a sua volta ma non fece caso all’agitazione che stava scuotendo Danielle.

-   Hai qualcosa da fare domani mattina? –

-   Si, sono molto occupata – lei mentii e il ragazzo se ne accorse. Lo spinse verso l’uscita, fra le sue proteste, e gli porse la giacca che aveva posato vicino alla sua la sera precedente.

 -   Quando posso rivederti? – le chiese quando fu sulla porta con gli occhi rivolti verso il viso della donna. Non voleva che gli dicesse un’ulteriore bugia.

-   Mai… - sussurrò cercando, ancora una volta, di evitare il suo sguardo che avrebbe penetrato dentro di lei e avrebbe saputo quanto volesse dirgli di non lasciarla per nessuna ragione al mondo.

-   Danny ti prego, quando? –

-   Non rendere la cosa ancora più difficile di quanto è – cercò di chiudere la porta ma lui la bloccò con la mano e con un piedi.

-   Perché? Cosa c’è di sbagliato nel volerti rivedere? –

-   Tutto – e fisso gli occhi dentro i suoi. Le sue iridi scure nascondevano una preghiera ed un lamento di solitudine.

-   Ti chiamerò – la voce di lui era decisa a portare sollievo a Danielle, e voleva davvero rivederla.

-   Non lo farai – disse con tono strozzato.

-   Verrò a trovarti… -

-   Non lo farai – ripeté la donna a denti stretti. Lei era quella matura dei due e doveva essere coraggiosa e troncare del tutto i loro rapporti. Bill le parve abbattuto e lasciò la porta. Quella sbatté con forza dividendo quei due e gettando un muro fra di loro.

-   Danny – la chiamò un’ultima volta prima di scendere le rampe delle scale e lasciandosi alle spalle quella donna. Bill era testardo e avrebbe trovato un modo per riallacciare i rapporti con lei, anche contro il suo volere. No, non poteva lasciarla andare. Era stata troppa la sofferenza che aveva visto in lei e sapeva che non avrebbe retto ancora per molto. Doveva darle il suo ausilio e probabilmente in seguito anche lui sarebbe stato felice.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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