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Autore: KanraChan    29/05/2011    5 recensioni
[TYL! Future Arc.]
Una raccolta di FlashFic riguardanti le riflessioni dei Guardiani durante il risveglio del Decimo Boss dei Vongola.
~ #01 Tempesta. "Gomenasai, Juudaime"
~ #02 Pioggia. "Arigatou, Tsuna"
~ #03 Sole. "Waratte, Sawada"
~ #04 Nebbia. "Yakusokushite, Sawada Tsunayoshi"
~ #05 Fulmine. "Ikanaide, Dame-Tsuna"
~ #06 Nuvola. "Susume, Sawada Tsunayoshi"
~ #07 Cielo. "Yurushite, Minna"
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Yurushite, minna.

Sperando di sfiorarlo con un dito, per la libertà che ci ha donato. ~

Guardando il cielo capisco la felicità e la capacità di sorridere. ~






~ #07Cielo.


Se un uomo non ha scoperto nulla per cui vorrebbe morire, allora non è adatto a vivere.
Tsuna lo sapeva, più di chiunque altro.
Tsuna lo aveva appreso da quando aveva imparato ad essere circondato da una famiglia: una famiglia per cui vivere, una famiglia per cui morire.
E gli risultava inevitabile rimembrare il primo giorno dove la sua vita ebbe inizio. Una giorno inciso nella sua mente come un marchio a fuoco; ricordava i numerosi sorrisi amichevoli in grado di infondergli gioia, felicità e allo stesso tempo una malinconia passeggera. La stessa tristezza che gli suggeriva di godersi appieno quei momenti, perchè non sarebbero mai più ritornati.
Vortici di pensieri che, ancora adesso, avevano trattenuto la medesima influenza su di lui. Congetture piacevoli che dipingevano un calmo sorriso sulle sue labbra, accompagnato da una distorta amarezza che probabilmente non riusciva a non celare.
Erano trascorsi troppi anni. E le differenze continuavano ad aumentare, mattone sopra mattone, fino a costruire un muro invalicabile.
Rammentava quanto in realtà lui, un tempo, fosse stato debole; una debolezza creata e nata dall'assenza di quello che tutti avrebbero definito fondamentale, Tsuna era andato avanti senza, ed il dolore aumentava quando, voltandosi intorno, scorgeva la desolazione di una mancanza dentro la quale era cresciuto.
Per questa valida ragione si era ripromesso di proteggere a tutti i costi la sua famiglia, perchè lui aveva paura. Tsuna aveva paura di riprovare lo stesso lacerante dolore che molti anni fa lo aveva reso incapace di reagire: debole, così debole da non riuscire a difendere nemmeno sè stesso.
Un sorriso scappò involontario quando riuscì a vedere dietro una coltre di chiome color smeraldo la sua magione, la magione dove tutti lo attendevano, forse, da più di due anni.
Certe volte ricominciare non è così semplice come può sembrare. Ci vuole tempo, e a volte non basta nemmeno quello.
Si era fermato ad osservarli con la stessa apprensione che gli aveva rivolto l'ultima giornata, prima che il suo corpo si appesantisse ed il vortice di pensieri si affievolisse lentamente.
In cuor suo aveva sempre sperato che la sua morte risultasse silenziosa agli occhi della famiglia, una richiesta molto probabilmente egoistica; eppure, vi aveva creduto fermamente fino all'ultimo, perchè tutto in un secondo momento sarebbe stato difficile.
Il rimorso di averli lasciati vagare dentro un mare di piccoli frammenti di vetro, frammenti che un tempo ricostruivano la teca in cui li proteggeva, lo lasciavano con la disperazione palesata da uno sguardo costretto a mentire.
Nonostante tutto, sapeva che così non poteva essere.
La speranza esiste in tante forme quanto è il numero degli uomini.
Trascinato da una speranza fievole, aveva continuato a sorridergli; e loro avevano creduto a quei sorrisi, li avevano ricambiati con entusiasmo. Lui, invece, aveva continuato ad ingannarli ogni secondo, ogni minuto, ogni ora. Per due anni.
Ed il tutto era terminato un giorno. Aveva arrestato quel piegarsi di labbra con un impatto troppo violento da far male; cos'era stato da quel tempo in poi?
Tsuna lo aveva chiesto a sè stesso più di una volta. Eppure erano andati avanti, schiacciati sotto la sua assenza, si erano presi per mano ed erano andati avanti, tutti insieme come una vera famiglia.
Soltanto ciò era capace di rincuorarlo.
Il resto, lo aveva ferito e distrutto più della morte stessa.


Seduto a capotavola, le mani congiunte ed intrecciate fra di loro, con un'occhiata silenziosa vide i suoi Guardiani accomodarsi intorno al tavolo che ospitava appositamente sette persone.
Gokudera e Yamamoto al suo fianco, Lambo verso destra e Ryohei al fianco di Chrome, mentre Hibari al capo opposto, di fronte Tsuna.
- Perdonate l'improvviso richiamo, ma è da tempo che volevo parlare con voi... - iniziò con voce bassa, lanciando vari sguardi un po' su tutti i presenti. - E non so nemmeno da dove cominciare. - aggiunse con un sorriso imbarazzato.
Il Guardiano della Tempesta lo precedette: - Non si preoccupi Decimo, noi siamo qui, si prenda il tempo che necessita. - lo rincuorò placido mentre un coro si assensi fuoriuscì dalle labbra dei Guardiani, tranne Hibari che incrociò le braccia al petto: contrariato a quella riunione, ma capace di esservi presente anche senza proferire parole a riguardo.
- Ti ringrazio Gokudera-kun. Comunque... - si prese un attimo di pausa. - Non perderò tempo a ricordare un passato ed un presente che sono già trascorsi davanti a noi, nemmeno a rimembrarvi quanto io sia egoista nelle mie decisioni. -
Il silenzio cadde padrone nell'ampia sala, che finì con l'avvolgere tutti nella sua spirale.
- Mi sembra anche piuttosto banale ringraziarvi... Ed io non sono mai stato molto bravo con le parole. - si permise con un leggero sospiro. - Adesso vi chiedo soltanto una cosa. E sarà anche l'ultima; anzi, diciamo che la pretendo. -
I suoi occhi si fecero seri per qualche istante, catturando l'attenzione di tutti i presenti e, qualcosa gli disse che lì, da qualche parte, anche Mukuro Rokudo stesse ascoltando quella conversazione.
Si alzò dalla sedia restando in piedi dinnanzi al tavolo: - Sarà un'altra richiesta egoistica, ma ormai ho fatto l'abitudine. - strinse i pugni: - Giurate che anche se la Terra venisse messa sottosopra, noi sopravvivremo e ci ritroveremo qui. -
Un'espressione segnata dalla disperazione di perdere coloro che riteneva più importanti persino della sua misera vita.
- Non vi chiedo di restare eternamente al mio fianco, non vi chiedo di essere i miei Guardiani per sempre. Ma come una vera famiglia, come un vero capofamiglia, permettetemi di stare al vostro fianco, permettetemi di usare tutte le mie forse pur di salvarvi... - replicò con tono spezzato. - Non sprecherò altre parole su di me, ma voglio solo questo. L'idea di un'assenza da parte vostra è qualcosa che, perdonatemi, neanche voi sareste in grado di comprendere... -
A testa alta li guardò uno ad uno. Non si sarebbe aspettato nulla, Tsuna lo aveva detto, ma la decisione toccava a loro.

- E' questo che vuoi Sawada Tsunayoshi? Ciò che stai dicendo è soltanto una mera illusione che stai creando per mascherare la tua fragilità. - a dispetto di quanto avessero potuto credere i Guardiani, Hibari prese parola, stupendo lo stesso Tsuna e scatenando l'ira da parte di Gokudera, che venne successivamente ammonito ed invitato a prendere nuovamente posto con un gesto della mano.
- Non stai facendo altro che ripetere lo stesso errore. Se ho deciso di collaborare con te a quel piano ciò non comportava la mia concordanza ad accettare una cosa del genere. - avvertì il suo sguardo gelido su di lui. - Adesso tocca a te, Sawada Tsunayoshi. Poniti questa domanda. Cosa accadrebbe se ciò che si è ripetuto in passato accadesse ancora una volta? Tu hai negato una possibilità. La mia quanto la loro. La tua incoscienza non farà altro che generare distruzione, ed un giorno finirai con l'accorgerti che non saranno mani altrui ad uccidere la tua famiglia, ma tu stesso. -
Quelle parole lo colpirono con la stessa violenza di una pugnalata al petto. Credeva che lui non ci avesse pensato? E' solo che non accettava di crederlo.
- Lasciaci fare il nostro lavoro, Tsuna. - Yamamoto gli posò una mano sulla spalla: - Guardati intorno, non li vedi? Loro saranno sempre qui per te, è inutile che tu li richieda, ovunque tu andrai, saranno sempre con te. Per questo motivo, lasciaci stare al tuo fianco per combattere insieme. -
Ryohei si alzò di scatto, rischiando di cadere lui stesso: - Sono estremamente d'accordo con Hibari, Sawada! - esclamò, agitando un pugno in aria.
Chrome e Lambo annuirono in completa sincronia, ed il resto fu completato dai sorrisi dei suoi Guardiani. Ancora una volta era stato in grado di sbagliare.
- Siamo d'accordo anche noi! -
Tsuna, repentinamente, si ritrovò ad alzare lo sguardo basso, incontrando gli occhi della sua famiglia: ad incominciare da Reborn e gli Arcobaleno, Spanner e Shoichi, Kyoko, Haru, I-Pin, Bianchii e tutti gli altri.
Ma era altrettanto sicuro che se lui avesse ancora sbagliato, sarebbe stata la sua famiglia a correggerlo.
- Noi lo giuriamo. - un coro di voci fin troppo familiari: - Giuriamo che se anche la Terra venisse messa sottosopra, noi sopravvivremo e ci ritroveremo qui. Ma questa volta per combattere insieme. -
Questa sarebbe stata la sua famiglia.
- Ragazzi... - un sorriso: - Vi ringrazio. -
Questa era la sua famiglia.
- Ricorda Decimo Boss della Famiglia Vongola, la tua famiglia sarà sempre qui. Non dimenticarlo mai. -


Molte volte, l'ottimismo è l'unica cosa che ci rimane.
Tsuna aveva compiuto molti errori in passato: errori sciocchi ed errori gravi allo stesso tempo. Errori che avevano avuto il potere di cambiarlo, di mutare persino la sua debole personalità.
Aveva imparato più di quanto uno potesse immaginare da tutti i disastri che in vita sua continuavano a gravargli quasi come un piacevole fardello sulle spalle.
Ricordavano quanto Tsuna fosse stato imprudente e diffidente. E quanto, a volte, l'ottimismo fosse stata l'unica arma a sua disposizione.
Un ottimismo generato dalla semplicità dei legami con cui conviveva oramai tutti i giorni. L'ottimismo dei suoi amici.
Litigare porta alla tristezza, la tristezza porta all'odio, l'odio porta alla guerra, la guerra porta alla morte. E sai cos'è la morte Sawada Tsunayoshi? Guardarsi intorno, e non vedere più nulla. Credo tu lo sappia. Almeno io, l'ho sempre saputo.
Quante volte aveva provato a rifiutare il suo destino? Aveva perso il conto.
Eppure, ancora adesso, gli risultava difficile. Erano trascorsi anni ed anni, e tutto sembrava non appartenergli.
Che cos'erano quei sorrisi che si rispecchiavano nel Cielo?
Il Cielo ha tradito, il Cielo ha creato la tristezza, l'odio e la stessa guerra che aveva sempre sperato non accadesse. E poi? Che cosa aveva lasciato? Uno spesso strato di morte che si era compattato come un forte muro.
Tsuna si era assunto le colpe di un atto incosciente. Ma per quanto gli altri avessero potuto perdonarlo, lui non lo avrebbe mai fatto.
Era destinato a vivere con il rammarico di un passato ignoto, e anche con la convinzione di averci provato ma, nonostante avesse fallito, aveva tentato di proteggere la sua famiglia.
Anche se loro mi hanno sorriso e perdonato, io non posso perdonare me stesso.
Tutto quello che possiamo fare, è andare avanti.
Li aveva visti: Tristi, felici, a volte anche furiosi, ma sempre pronti a donargli una mano per sorreggerlo.
Tsuna li aveva visti. Tsuna aveva pianto per loro, ma non versando lacrime, aveva permesso alla mestizia di crescere al suo interno e di maturare. Questo lo aveva fatto per loro, per eliminare i ricordi tristi, e vivere con lo stesso entusiasmo di una volta.
Il ricordo di una vita passata che non sarebbe più tornata.
Perchè spesso ciò che restava da fare, era andare avanti e lasciarsi tutto alle spalle.
Aprire una nuova pagina e ricominciare a scrivere.
Scrivere, ma con loro.


- Prometto di essere il Cielo che veglia su tutti. Il Cielo che, con l'aiuto delle sue Fiamme, proteggerà coloro che ama. - socchiuse per qualche secondo le palpebre. - Al suo fianco ci saranno i suoi Guardiani, per mantenere una promessa. Qualsiasi cosa accada, noi sopravvivremo e ci rincontreremo qui. Per gli amici, per la famiglia. Qualsiasi cosa accada, noi saremo sempre insieme. -
Io veglierò sempre su di voi. Anche se dovessi morire. Anche se dovessi perdere tutte le mie forze. Io vi ritroverò...

 


 








E con questo signore e signori (?) siamo giunti al termine della Raccolta. *piange*
Con questo ultimo capitolo Tsuna chiude tutto, come è giusto che sia. preciso anche che le frasi segnate con i colori delle Fiamme sono appunto teoricamente citate dai Guardiani stessi.
Questo credo sia il capitolo più lungo dell'intera Raccolta, ma devo ammettere che mi ha lasciato con un'espressione un po' dispiaciuta ma anche soddisfatta, ho portato a termine un mio lavoro, ma senza di VOI tutto questo non sarebbe andato avanti. <3
Per questo motivo si devono ringraziare i cari recensori che fino alla fine hanno letto ogni singolo paragafo di questa FanFiction, a partire dalla carissima Raindrops che con i suoi commenti mi lascia sempre con un sorriso sulle labbra <3 Dew_Drop che cerca sempre di arrivare in tempo per recensire, ed io l'ho sempre apprezzato molto <3 ed infine Hibari Kyoite grazie, grazie per il supporto che mi hai dato. <3
Grazie a tutte con il cuore.
Ovviamente non si possono dimenticare alala, ShadowSun, Eiko_chin, Guitarist_Inside e SHUN DI ANDROMEDA grazie anche a voi che avete seguito\preferito questa storia. :) <3
E perchè no, un solenne grazie anche a Vetro che mi ha corretto i titoli e mi aiuta sempre quando ne ho bisogno. <3 Grazie anche a te. :3
E con questo, si chiude il sipario.
Grazie e ancora grazie. <3




Golden Brown
   
 
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