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Autore: Muffins    29/05/2011    1 recensioni
salve a tutti! eccomi di nuovo qua! comincio subito a dire che questa era nata come one-shot e poi è diventato qualcosa di piu lungo =) non so piu o meno quanti capitoli prenderà ma spero comunque che vi possa piacere, vi faccio un po un resoconto..
siamo durante la registrazione di Elcipse ma mi ero stancata di vedere sempre Jackson a soffrire perchè Ashley è fidanzata o non se lo fila, inizialmente, ho deciso che questa volta Jackson sarà un po il bastardo di turno, spero che vi possa piacere perchè subito dal primo capitolo si capisce cosa prova lei per lui ma cosa non prova lui per lei ma un ultra.
si è un po un casino ma leggete e sarà tutto chiaro spero!
la stronza di turno si chiama Jennifer sta volta =)
Genere: Erotico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashley Greene, Jackson Rathbone
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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una volta dentro Jackson si chiuse la porta alle spalle e accese la luce che illuminò la sala, lentamente cominciai a


guardarmi intorno e scortata da Jackson visitai ogni stanza della casa, era carina ma ero troppo stanca e depressa per


fare qualche altro apprezzamento cosi c buttammo sul letto e rimanemmo in silenzio per qualche minuto ma nella mia


testa c'era tutto tranne silenzio, negli ultimi due giorni Jackson era diverso, piu scontroso e silenzioso e questo mi


faceva stare male, anche perchè ero convinta che fosse colpa mia, evitava ogni mio sguardo come se gli desse noia


essere guardato da me.


preso coraggio e mi misi a sedere sul letto interrompendo il silenzio e guardandolo negli occhi gli dissi che dovevamo


parlare, sospiro anche lui prima di mettersi a sedere e guardandomi aspettò che parlassi, presi una boccata d'aria e


cominciai a parlare - che ti succede? - gli domandai guardandolo negli occhi che riuscivo a scorgere perfettamente


anche nella stanza immersa nel buio, aggrottò la fronte come se non capisse che cosa intendessi dire perciò continuai


-sono due giorni che non apri bocca - dissi cominciando ad alterarmi mentre lui si mise a ridere sempre piu


fragorosamente facendo solo aumentare la mia rabbia tanto che avrei voluto tirargli uno schiaffo - e io che pensavo


peggio - disse sempre ridendo rilassandosi e mettendosi comodo sul letto mentre io sempre piu arrabbiata mi alzai dal


letto - Ashley - Ashley niente, io ci stavo male per quel suo comportamento mentre lui se ne stava seduto a guardarmi e


a ridere - sei solo uno stronzo - dissi afferrando la borsa e uscì dalla stanza mentre a passo svelto percorsi la sala


illuminata dalla poco luce che filtrava dalle tende tirare male - Ashley - sentì i passi di Jackson seguirmi e afferrarmi


poco prima che potessi aprire la porta.


mi afferrò per un braccio tirandomi indietro verso di se mentre con l'altra mano chiuse la porta, lo guardai allucinata


pronta a saltargli agli occhi - lasciami andare - dissi arrabbiata cercando di liberarmi dalla sua presa ma mi costrinse


con la schiena contro la porta chiusa e guardandomi finalmente serio cominciò a parlare - Ashley scherzavo - disse


innocentemente - non ti prenderei mai in giro lo sai - disse in tono dolce mentre continuavo a guardarlo arrabbiata

- dai piccola - mi lasciò andare ma non si spostò per paura che scappassi di nuovo - bel modo di scherzare - gli risposi senza


sarcasmo ma con freddezza, abbassò lo sguardo intristito - io non capisco che ti è preso da due giorni, sembri diverso


- mi avvicinai a lui posando una mano sulla guancia prima di abbracciarlo - Ashley mi dispiace - disse, e in quel


momento mi sentì morire dentro, quel mi dispiace detto con quel tono, il suo abbraccio non ricambiato mi fece crollare


un mondo, un mondo che stavo cercando di ricostruire dopo le innumerevoli batoste, un mondo fragile che solo


Jackson riusciva a tenere insieme ed ecco che una ruspa passa e lo riporta via in frantumi, spalancai gli occhi spaventata


da tutto quello che stava succedendo e lentamente mi allontanai da lui facendo qualche passo indietro - mi dispiace di


averti fatto stare male - si avvicinò di nuovo a me bloccandomi di nuovo con la schiena contro la porta - io devo dirti


una cosa, ma non trovo le parole - disse avvicinandosi - provaci.- lo incoraggiai a bassa a voce - se solo avessi le


parole, te lo direi - fece un passo verso di me -se lo potessi immaginare lo dipingerei o se si potessero suonare le


inciderei e poi te le farei ascoltare, sei sapessi come fare, te lo direi - disse avvicinandosi ancora di piu, il cuore mi


batteva a mille e avevo capito cosa non riusciva a dirmi, rimasi in silenzio ad aspettare che riuscisse a trovare le parole


e poi anche se non le trovava non era il sentirmelo dire che mi faceva capire che mi amava, perchè lo sapevo che lui mi


amava - cosa? - domandai facendo finta di non avere capito cosa mi volesse dire di tanto importante, si avvicinò di


ancora e ormai schiacciati contro la porta ad pochi soffi dal mio viso si decise a parlare - Ashley io.. - - si..- sussurrai


avvicinando il suo volto al mio prendendolo tra le mani - ti amo - disse senza prendere fiato attaccando le sue labbra


alle mie mentre sorridevo felice contro le sue labbra mi aggrappavo a lui , alle sue spalle e in quel momento mi sentì


sollevare di peso e portare via da dove ero per sentirmi adagiare sul letto - Jay, ci voleva tanto? - gli domandai tra un


bacio e l'altro portandolo sopra di me tirandolo per la maglia, sorrise lievemente - mi scusi - rispose anche lui tra un


bacio e l'altro fermandosi poi a guardarmi negli occhi puntellandosi sui gomiti, gli accarezzai una guancia mentre


sorridevo beata - ti amo anche io - gli dissi catturando nuovamente le sue labbra sentendo come una fiammella che si


accese al basso ventre , lo guardai carica di desiderio costringendolo ad invertire le posizioni, mi sdraiai su di lui


tornando a baciare le sue labbra mentre sentivo le sue mani intrufolarsi sotto la maglietta e arrivare a massaggiare le


spalle per poi scendere di nuovo suo fianchi, mille sensazioni e mille emozioni mi arrivavano al cervello annebbiando il


poco raziocinio che mi era rimasto, sentì le sue mani scendere fino ai bordi della mia maglia e mi sollevai per lasciare


che me la sfilasse e tornai a baciarlo mentre riprese ad accarezzarmi la schiena si sollevò cominciando a baciarmi il


ventre e ne approfittai per sfilargli la maglia e spedirla insieme alla mia.


lo ributtai sul letto catturando le sue labbra - Ashley, basta giocare - disse a bassa voce prima di sfilarmi il reggiseno


alternandosi tra il mio seno e le mie labbra riuscì a portarmi di nuovo sotto di lui e facendo scorrere le mani lungo i


miei fianchi raggiunse i bottoni dei mie jeans, tornò a baciarmi quando sentì il primo bottone slacciarsi e cominciare a


sentire scivolare via i jens fino sentire il freddo delle lenzuola sotto di noi, feci lo stesso con il suo paio e rimasto solo


in box sentì la sua erezione premere contro di me e senza smettere di baciarmi sentì per l'ennesima volta la sua mano


giocare con il bordo dello slip fino a farlo scivolare e rimanere nuda difronte a lui, mi decisi a liberarlo dell'ultimo


ostacolo che ci divideva dal piacere una volta fatto lo sentì scivolare dentro di me, ormai abituata anche se ogni volta


era come la prima.


cominciò a muoversi dolcemente mentre lo seguivo nei suoi movimenti, i sospiri si mischiarono nel silenzio della


stanza.


quella notte non andava piu via l'odore del sesso che avevamo addosso, si era attaccato qui, all'amore che potevamo.


ci siamo mischiati la pelle le anime le ossa quella notte ma anche dopo finito nessuno si era ripreso le sue, eravamo


rimasti abbracciati per paura che la luce del giorno facesse svenire tutto e quando arrivò non si portò via niente


non andava via davvero, non andava piu via nemmeno se Dio ci avesse separati.


mi svegliai con gli occhi di Jackson puntati su di me, gli sorrisi avvicinandomi di nuovo a lui che ben accetto mi


accolse contro il suo petto - dormito bene? - mi domando da sopra i miei capelli posandoci un bacio sopra.


chiusi gli occhi e annuì semplicemente stringendomi di piu a lui -e tu? - gli domandai sempre ad occhi chiusi, lo senti


ridere e baciarmi di nuovo sulla testa - non è che si sia dormito molto - ammise, in effetti si sarà dormito si e no


quattro ore, fu il mio turno di ridere e voltarmi verso di lui per baciare le sue labbra perfette.


- che cosa è? - domandai poi improvvisamente sentendo dei rumori provenire dalle altre stanze - cosa?, io non..- gli


tappai la bocca indicando le altre stanze, li senti anche lui adesso e scostandomi da lui si alzò e infilandosi jeans lo vidi


cercare qualcosa per la stanza -che fai? - gli domandai sollevandomi sul letto coprendomi sul lenzuolo, mi fece cenno


di tacere e brandendo una mazza da baseball uscì dalla camera, pochi minuti dopo sentì urlare e preoccupata uscì dalla


stanza


- Jay, che..- mossa sbagliata pensai trovandomi davanti i suoi amici comodamente appollaiati in cucina intenti a fare


colazione - e bravo Jackson - disse uno indicandomi - niente male - disse un altro, io avvampai mentre vidi Jackson


sbiancare e mettendosi davanti a me tappandomi per nascondermi alla vista dei suoi amici - forza andiamo, fuori - disse


poi sollevandoli uno ad uno - mai dai Jackson, dove andiamo? - domandò un altro - ma proprio tu lo dici, forza


fuori- disse portandoli alla porta


- stai violando la regola numero uno - dissero - quale regola? - domandò Jackson riprendendosi le chiavi di casa - gli


amici


prima delle donne - dissero ancora - scordatevelo, fuori. e restateci - disse chiudendo la porta a chiave e infilando il


paletto e girandosi verso di me deglutì - tutto bene? - gli domandai avvicinandomi a lui, - si, scusali sono solo idioti,


non fanno male a nessuno - disse sedendosi sul divano - tranquillo - gli risposi sedendomi sul bracciolo del divano


accanto a lui ancora avvolta nel lenzuolo, lasciai lo sguardo vagare libero per la stanza e vidi una mazza da baseball


familiare - Jay è quella mazza? - gli domandai alzandomi per andarla a prendere, la raccolsi e la guardai attentamente,


si era proprio lei, quella delle riprese di Twilight - si è quella mazza - mi rispose venendomi accanto e abbracciandomi


da dietro mentre armeggiavo con quel bastone di legno - ti ricordi quando provavi? - annui, lo sentì appoggiare il


mento sulla mia spalla mentre continuavo ad armeggiare con la mazza - scommetto che non ti riesce piu - lo presi in


giro voltandomi nel suo abbraccio rischiando di far cadere il lenzuolo, mi guardò storto allacciando le braccia alla mia


schiena - mmm, dici di no è? - disse minaccioso, mi avvicinai alle sue labbra e le baciai prima di tornare a stuzzicarlo


- ah donna di poca fede - disse allontanandomi da lui, prese la mazza - stai bene a guardare - cominciò a rotearla


e fin li tutto bene - visto - disse vantandosi e sollevando la mazza in aria finì per sbatterla sul lampadario che venne giu


distruggendosi al suolo - merda! - esclamò guardando il lampadario distrutto per terra, lo guardava affranto mentre


non riuscivo a non trattenere una risata - un ottimo lavoro - dissi cercando di trattenere una risata e alzandomi dal


divano lo raggiunsi allacciando le braccia alle sue spalle, lui ancora guardava il lampadario senza sapere


esattamente cosa fare - proprio un ottima prova - dissi andando in cucina per prendere degli stracci per raccogliere i


vetri - grazie. se non mi provocavi a quest'ora avevo ancora un lampadario - si chinò per raccattare i vetri e una volta


fatto torno in cucina per buttare tutto nell'immondizia - dai Amore, è solo un lampadario - dissi senza rendermi conto


di come lo


avevo chiamato, da dentro la cucina lo sentì buttare in terra qualcos'altro, cominciai a preoccuparmi - Jay, tutto bene? -


gli domandai entrando in cucina, lo trovai con il frigo aperto e il cartoccio del latte che giaceva ai suoi piedi sul


pavimento aperto anch'esso e ancora gocciolante mi appoggiai al tavolo.


- cosa hai detto? - mi domandò superando il cartoccio del latte e venendo da me - se ti senti bene, insomma nel giro di


due minuti hai distrutto un lampadario e fatto cadere un cartoccio del latte - dissi gesticolando facendo la facci


preoccupata come se questo non fosse possibile - no, prima che..facessi cadere il latte - disse spingendomi contro il


tavolo della cucina, sorrisi guardandolo e capendo a cosa alludessi ma decisi di farlo patire un altro po, corrugai la


fronte assumendo un aria pensosa e lo vidi perdere ogni barlume di speranza - ah si, ho detto che era solo un lampadario


- dissi avvicinandolo a me intrecciando le dita ai suoi capelli -Ashley..- ma lo zitti baciandolo - hai capito benissimo


cosa ho detto - dissi appoggiando la mia fronte contro la sua - ma volevo sentirtelo dire - sorrisi di nuovo tornando a


baciare le sue labbra perfette che scesero a baciarmi il collo mentre le mani scesero lungo il mio corpo facendomi


rabbrividire , mi sollevò di peso e mi portò in camera buttandoci sul letto, mi guardo carico di desiderio mentre gli


accarezzavo il volto, spostò un ciuffo ribelle dal mio viso portandolo dietro l'orecchio - ti amo Ashley - disse


soffiandolo sulle mie labbra - ti amo anche io -.


- ah, vento alle vele, vento alle vele - mi voltai spaventata da quella voce tanto innaturale e sulla finestra vidi un


pappagallino verde che ci guardava - ahh - ricadde sul letto sbuffando, mi concentrai su quel pappagallino che


sembrava anche fin troppo curioso - ah vento alle vele, vento alle vele - ripetee - non pensavo avessi un pappagallo -


gli dissi accarezzandogli il petto ancora coperto dalla maglia, si tirò a sedere e guardandolo anche lui mi spiegò che era


della sua vicina, la vedova Manson e che veniva tutte le mattine a reclamare il biscottino - è così carino - dissi


alternando lo sguardo tra Jackson e il pappagalino che volo sulla spalla di Jackson - Biscotto, biscotto - risi


avvicinandomi ai due, sembravano proprio una coppia affiatata - perchè?. perchè veniamo sempre interrotti da


qualcosa, quando Cotton, fiocco di neve, - contò esasperato

- palla di neve - lo corressi quando menzionò il


mio adorato gattino- palla di neve, si - -e così ti chiami cotton, ma sei proprio un bel pappagallino - mi misi sulle


gambe di Jackson e cominciai a parlare al pappagalino facendo scattare il nervosismo di Jay che cominciò a sbuffare


- Amore che c'è ?- gli domandai esasperata dal suo eterno sbuffare, alzò la mano cominciando a contare, al tre suonò il


campanello - vieni cottono, é ora di tornare dalla mamma - mi spostò e andò ad aprire la porta portandosi via il


piccolo pappagallo - ahh, ciaociao - . rimasi sola nella stanza a sentire le voci che provenivano dal salotto, guardando


l'ora capi che non era presto, le nove di mattina e cominciavo ad avere anche fame così mi vestì dandomi una sistemata


ai capelli e truccandomi, quando fui pronta sentì anche chiudersi la porta e i passi stanchi di Jackson entrare in camera e


sbuffare di nuovo - e anche quella se ne andata, Ashley? - spuntai dal bagno tutta vestita e truccata e nel suo viso si


dipinse la delusione, intenerita da quel suo sguardo da cucciolo disperso mi sedetti accanto a lui e lo baciai - dai


Jackson ho fame - dissi facendo gli occhi dolci, cominciò a ridere e alzandosi dal letto cominciò a vestirsi anche lui per


uscire e andare a fare colazione. quando fummo pronti uscimmo di casa scendendo nel parcheggio sotterraneo arrivando


ad un auto sportiva nera, incredibilmente bassa - madame -disse aprendomi la portiera e poi andò a sedersi al posto del


guidatore, diede vita al motore che con un sonoro rombo si animò mettendo la retro uscì a velocità sostenuta dal


parcheggio. in centro ci fermammo a fare colazione da Starbucks e poi a fare una passeggiata nel parco, camminavamo


nel parco, aveva un braccio sopra le mie spalle e ogni tanto mi baciava sulla tempia e io mi sentivo felice come non


mai, ma ovviamente la felicità uno stato d'animo passeggero, mentre camminavamo Jackson si fermò alla vista di


qualcuno seduto sulla panchina - andiamocene via - disse cambiando tono trascinandomi via tornando indietro


- Jackson? - una voce femminile ci chiamò da lontano, guardai il volto di Jackson farsi scuro e teso, lasciando la presa


delle mie spalle ma no della mia mano ci voltammo verso di lei - Jennifer - disse a denti stretti.


Oggi mi sono svegliata bene e quindi ho pensato di mettere lo Spoiler:


- non fare così - provai a dire, a mezz'aria riuscì


a bloccare la sua mano che si stava gia levando per tirarmi un altro schiaffo - stronzo, non ti presentare mai piu -. si


liberò di me e voltandosi se ne andò via lasciandomi solo, mi misi le mani nei capelli maledicendomi in tutte le lingue



- adesso nessuno può piu intromettersi tra noi - Jennifer si legò al mio busto abbracciandomi da dietro mentre


guardavo ancora Ashley andare via, per sempre dalla mia vita.



   
 
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