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Autore: mindyxx    29/05/2011    10 recensioni
Dal capitolo 1: Arthur e Merlin, dopo aver sconfitto il drago, tornarono al castello. Mentre camminavano, osservarono la devastazione intorno a loro. L’ultima incursione della creatura incantata aveva provocato seri danni alle abitazioni. Piccoli falò ardevano sprigionando dense nubi fosche che s’innalzavano in cielo rendendo il paesaggio notturno ancora più tetro e lugubre. A terra si contavano innumerevoli corpi senza vita di chi aveva cercato di combattere o, semplicemente, di chi aveva provato a fuggire senza riuscirci.
Dal capitolo 2: Nonostante fosse completamente ubriaco, Arthur riuscì a tenerlo fermo e, sorridendo, posò le labbra sulle sue per un bacio innocente.
Passarono alcuni secondi, un paio non di più, poi, lentamente, Arthur si scostò e, rivolgendo a Merlin un sorriso ebete, parlò con voce impastata dall’alcool. «Se tu fossi una fanciulla saresti proprio carina, Lady Merlin, e da questa stanza non usciresti illibata».
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gwen, Lancillotto, Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Disclaimer: i personaggi descritti non mi appartengono. La storia non è stata scritta a scopo di lucro ma per semplice divertimento personale.
Warning: slash
Genere: commedia, romantico, avventura (ecc. ecc.)
Personaggi: Arthur - Gwen - Merlin - Lancillotto







Capitolo 16


Arthur aprì gli occhi e vide Morgana accanto a sé.
D’istinto cercò di impugnare la spada, ma la ragazza fu lesta nel posare la propria mano sul suo torace.
Il giovane re avvertì un forte dolore che lo tramortì. E così, come era successo a Merlin poco prima, anche Arthur vide il futuro.
Vide se stesso sofferente a causa di un’esistenza infelice poiché vissuta accanto alla persona sbagliata.
Assistette al ritorno dell’uomo che amava dopo anni di solitudine e vide il tragico epilogo del loro amore impossibile.
Vide il suo tradimento, l’uccisione di Lancelot, la sua morte per mano di Gwen e la fine della pace a Camelot.
Quando anche l’ultima immagine svanì, Arthur aprì gli occhi e fissò lo sguardo in quello della sorella. «Cosa succede? Perché hai cercato di uccidermi? E perché mi hai mostrato la mia morte per mano di Gwen? A che gioco stai giocando? Voglio una spiegazione e la voglio subito!»
Arthur si erse maestoso di fronte alla strega che però non abbassò lo sguardo. Morgana non lo aveva mai temuto, neppure quando non sapeva di possedere poteri magici, a maggior ragione non si sarebbe fatta spaventare ora che sapeva di essere potente. Ma il suo intento non era nuocere al fratello, solo metterlo in guardia e aiutarlo a capire cosa fosse meglio per il suo popolo, per il popolo magico e anche per se stesso.
Senza mostrare le emozioni che la tormentavano, perché quel futuro di morte spaventava anche lei, Morgana cercò di fornire una spiegazione al fratello per fargli comprendere l’orrore che attendeva tutti loro. «Ciò che ti ho mostrato è il futuro», dichiarò con estrema calma. «Tra una decina di anni ti macchierai di tradimento nei confronti della tua sposa e morirai per mano sua dopo aver ucciso il tuo migliore cavaliere, la magia verrà bandita e Camelot sprofonderà nel terrore».
Arthur strinse con forza i pugni e cercò nello sguardo della sorella un indizio che gli facesse capire che stava mentendo, ma non ne trovò.
Le sue parole, foriere di morte, lo colpirono al cuore; il viaggio intrapreso per salvare il suo popolo non sarebbe valso a nulla, avrebbe solo rimandato la disfatta del regno di una decina d’anni. A causa dei suoi sentimenti per Merlin, Camelot avrebbe di nuovo vissuto anni di terrore. Improvvisamente si sentì svuotato da ogni energia e avvertì il sapore amaro della sconfitta.
Ormai sull’orlo della disperazione sentì la mano di Morgana posarsi sulla sua spalla. «Non ti abbattere», sussurrò la ragazza decisa a fargli capire che non tutto era perduto. «Esiste un modo per scongiurare la catastrofe».
Arthur fissò la sorella e sul suo volto apparve un sorriso ironico. «Stai dicendo che tu puoi cambiare il futuro?»
«Certo», replicò Morgana con voce decisa. «E tu mi aiuterai».
Nonostante la sicurezza esibita da Morgana, Arthur scosse la testa titubante. «Se il destino è ormai segnato, come potremmo cambiarlo? Non sei una strega tanto potente altrimenti lo avresti già modificato da sola. Ed io sono solo un uomo, non sono una divinità, come posso aiutarti a cambiare il futuro?»
Morgana, comprendendo il suo scetticismo, indicò Merlin che si era seduto poco distante. «Forse ti è sfuggito un piccolo particolare, ma abbiamo già iniziato a cambiare il futuro. Fingendo di volerti uccidere ho costretto Merlin a mostrarti il suo dono. Se non lo avessi fatto, avrebbe mantenuto il segreto per altri nove anni, invece è successo oggi e con il suo aiuto cambierò anche i prossimi eventi, ma solo se tu sarai d’accordo».
Finalmente Arthur volse lo sguardo verso il fidato valletto. Merlin era seduto su un tronco poco distante e guardava il terreno fingendo disinteresse per la conversazione.
Il futuro angosciante che Morgana aveva mostrato, aveva fatto scordare ad Arthur quanto successo solo pochi attimi prima: Merlin lo aveva salvato usando la magia. Merlin era uno stregone.
Distolto lo sguardo dal giovane servo, Arthur osservò Morgana. La ragazza aveva visto il futuro e conosceva i suoi sentimenti per Merlin, inutile fingere che fossero solo amici. «Devo chiederti di lasciarmi solo con lui per qualche minuto, ho bisogno di parlargli, poi mi spiegherai come intendi cambiare il futuro».
«Può spiegarti tutto Merlin, a lui ho già detto cosa occorre fare». Senza aggiungere altro, Morgana si accomiatò dal re e si allontanò per concedergli qualche minuto di intimità con il suo amante.
Rimasto solo, Arthur fissò l'esile figura di Gwen. La ragazza, ancora vittima dell'incantesimo di Morgana, era distesa al suolo e pareva riposare serenamente.
Senza distogliere lo sguardo, Arthur pensò al futuro mostratogli da Morgana. Futuro in cui Gwen sarebbe rimasta al suo fianco e, nonostante non lo amasse, sarebbe stata un'ottima regina e una moglie premurosa fino al giorno in cui lui l'avrebbe tradita. A causa sua, Gwen sarebbe diventata un mostro, una donna senza cuore capace di uccidere anche gli innocenti.
Sconvolto, Arthur distolse lo sguardo dall'amica e lo indirizzò verso Merlin che se ne stava immobile, con la testa china, a osservare le braci del falò ormai spento.
Incredulo, Arthur ripensò a quanto successo solo pochi istanti prima. Gli occhi di Merlin avevano cambiato colore e dalla sua mano era scaturita una luce che lo aveva salvato; il ragazzo che aveva considerato per anni un servo idiota in realtà era un mago potente.
Il ricordo del loro incontro apparve nitido nella sua mente. In quell’occasione si era comportato in modo spavaldo e arrogante, lo aveva minacciato dicendogli che avrebbe potuto distruggerlo con un soffio e Merlin, con assoluta tranquillità, aveva risposto che avrebbe potuto farlo con molto meno. Ed era vero! Avrebbe potuto fargli male, se solo avesse voluto, ma non lo aveva fatto... mai!
E Arthur, finalmente, capì che dietro ogni scampato pericolo c'era Merlin. Il suo Merlin lo aveva aiutato, usando la magia, ogni volta che si era trovato nei guai.
Scacciati i ricordi, Arthur si alzò e raggiunse Merlin. «Guardami», disse. Il suo non voleva essere un ordine, piuttosto una richiesta e Merlin sollevò il viso, timoroso di leggere disprezzo in quel viso che tanto amava. «Perché non me lo hai detto?»
Merlin si sentì trapassare da quello sguardo così limpido che non minacciava, ma chiedeva solo una spiegazione, e non seppe cosa rispondere. Doveva ammettere di essere un codardo? Ma non era stata la paura a farlo tacere. Non aveva mai temuto la vendetta di Uther, ciò che lo spaventava non era la morte quanto la possibilità che Arthur lo rifiutasse.
Lo sguardo del sovrano continuava a essere fisso su di lui e Merlin sospirò. Doveva rispondere, anche se temeva di non riuscire a trovare le parole giuste. «Il mio destino è di starvi accanto per aiutarvi, con la magia, a diventare il miglior sovrano che il regno abbia mai avuto. Non potevo svelarvi chi fossi, e non perché temevo che Uther mi avrebbe messo a morte, ma perché con la mia morte avrei tradito il destino che mi lega a voi».
Merlin di nuovo sospirò, Arthur continuava a guardarlo e non riusciva a capire quali fossero i suoi pensieri, come avrebbe reagito al termine della sua confessione, ma ormai era tardi per recriminare su ciò che era stato e, nonostante l'ansia, si costrinse ad andare avanti. «Morendo non avrei portato a termine la mia missione e questa è stata la motivazione iniziale per cui ho mantenuto il segreto. In seguito, però, tutto è cambiato e non ho più trovato la forza di dirvi la verità perché non avrei sopportato di perdervi, non dopo aver capito quanto vi amo. Dovevo fidarmi di voi, lo so, ma la paura di essere considerato un mostro mi ha impedito di svelarvi la mia vera natura».
A stento Merlin trattenne le lacrime e con voce tremante concluse la confessione con un’ammissione di colpa e la muta richiesta di perdono. «Ho sbagliato», sussurrò. «Mi dispiace Arthur, mi dispiace di avervi mentito».
Di nuovo Merlin distolse lo sguardo. Si sentiva male perché non riusciva a leggere nell’espressione di Arthur quali fossero i suoi pensieri e temeva che il ragazzo non sarebbe più riuscito a fidarsi di lui. Temeva di averlo perso.
Mai in vita sua si era sentito tanto fragile e in silenzio attese la condanna.
Dopo attimi lunghi un’eternità, il re finalmente si sedette accanto a lui e, senza indugiare, accolse il suo volto tra le proprie mani.
Con il pollice gli sfiorò lo zigomo per poi disegnare il contorno delle sue labbra e Merlin si sentì pervadere da un brivido intenso che non riuscì a nascondere, tanto che Arthur sorrise e posò le proprie labbra sulle sue.
Un nuovo brivido pervase il corpo di Merlin. Tutto si sarebbe aspettato da lui, tranne un bacio.
Fu un bacio delicato, solo uno sfiorare di labbra che ebbe la capacità di far svanire dalla sua mente ogni dubbio, ogni preoccupazione.
Temeva che Arthur lo avrebbe considerato un mostro. Fin da piccolo era stato allevato disprezzando quelli come lui, ma con quell’unico gesto gli stava dicendo che lo amava e lo accettava.
«Ci conosciamo da più di due anni», esordì Arthur infrangendo il silenzio. «E non voglio dirti che non mi abbia fatto male scoprire che non ti fidavi abbastanza di me da svelarmi il tuo segreto, comunque non ti biasimo e posso addirittura capirti. Avevi un destino da compiere e ti sei prodigato in ogni modo pur di farlo avverare. Hai dovuto agire di nascosto e ora so che c'eri tu dietro strane vittorie e inspiegabili guarigioni. Se avessi scoperto all’inizio cosa sei, forse lo avrei accettato, o forse no, non posso dire oggi ciò che avrei fatto anche solo un anno fa, ma mio padre ti avrebbe condannato a morte, quindi è un bene che ti sia svelato solo ora, ora che non sono più il ragazzo viziato che hai conosciuto al tuo arrivo a Camelot. Ora che grazie a te ho cominciato a mettere le basi per diventare il re che tu credi io posso diventare».
Arthur sorrise perché negli occhi di Merlin poteva vedere una gioia profonda.
Quel ragazzo lo amava e avrebbe continuato ad amarlo per sempre. Nonostante avesse un potere enorme col quale avrebbe potuto distruggere Camelot, Merlin aveva deciso di mettersi al suo servizio, aveva deciso di donare quel potere a lui, solo a lui.
Come avrebbe potuto allontanarlo da sé?
Gli aveva nascosto la verità? Sì, lo aveva fatto! Ma poteva biasimarlo? Lui che in futuro avrebbe fatto di peggio!
Avrebbe tradito la moglie, ucciso Lancelot, condannato il regno alla distruzione! Come poteva permettersi di giudicare il comportamento altrui? Specialmente del ragazzo che amava. Sì, perché lui amava Merlin.
E poi cos’era più importante? Una bugia che li aveva aiutati ad arrivare vivi fino a quel giorno, o sapere da subito la verità che avrebbe potuto allontanarli?
La risposta era chiara e non avrebbe perso altro tempo trastullandosi in paranoie inutili.
Di nuovo accarezzò il volto di Merlin e di nuovo le loro labbra si unirono in un bacio vero, un bacio intenso e carico di passione.
«Questa volta te la sei cavata con poco», sorrise Arthur. «Ma in futuro vedi di non nascondermi più nulla o potresti pentirtene».
La minaccia, pronunciata con un tono sereno, fece sorridere Merlin. «E cosa vorreste farmi?» chiese con malizia. «Avete qualche nuova idea su come punirmi?»
Mentre pronunciava la domanda, Merlin posò la propria mano sulla gamba di Arthur che sorrise a tanta impudenza, iniziando a sentirsi eccitato.
«Credo che qualcosa mi verrebbe in mente», replicò con altrettanta malizia Arthur e di nuovo catturò le labbra di Merlin per un ultimo bacio.
Purtroppo, il futuro di disgrazie che incombeva su di loro li costrinse a ritornare con i piedi a terra e, pur controvoglia, si sciolsero dal bacio che li univa per concentrarsi sul modo per impedire che Camelot fosse distrutta.
«Morgana dice che ha un piano per salvare il regno. Parlamene».
Quando Merlin finì di esporre l'idea della strega, Arthur lo osservò in silenzio.
Ciò che il giovane amante gli ho aveva proposto avrebbe effettivamente cambiato il futuro, ora spettava a lui decidere se accettare o se correre il rischio di non fare nulla e attendere per capire se gli eventi tragici si sarebbero verificati.
Ovviamente, oltre all'idea di Morgana, Merlin aggiunse anche la propria che consisteva nell'abbandonare Camelot per non farvi più ritorno. Idea che Arthur scartò a priori e, alzandosi, osservò i corpi di Gwen e Lancelot distesi a terra e protetti da un sonno magico.
Si amavano, ma non sarebbero mai stati felici e avrebbero concluso la propria vita nel modo peggiore, e lui sarebbe stato la causa di tanta infelicità.
Mentre guardava gli amici, Arthur sentì i passi di Morgana, la ragazza era tornata per conoscere la sua decisione, e continuando a tenere lo sguardo fisso sui corpi dei due innamorati, incrociò le braccia al petto e si preparò a comunicarle quanto aveva deciso.


Continua






Forse avevate immaginato uno scontro tra Arthur e Merlin per la storia della magia, ma questa fiction è nata con l’intento di mantenere toni drammatici bassissimi, quindi ho immaginato una reazione molto serena da parte del re. Nessuna ritorsione, niente scene tragiche o addii, nessuna minaccia di morte per essere stato tradito, semplicemente Arthur capisce le motivazioni del valletto e le accetta poiché non si sente di giudicare le azioni altrui quando anche le proprie, in futuro, sarebbero state pessime e, comunque, stare con Merlin è più importante di tutto il resto quindi ho deciso che lo avrebbe accettato senza batter ciglio. Diciamo che in questa FF il mio Arthur è un po’ OOC, però mi piaceva l’idea che non facesse storie e ho deciso per una reazione tranquilla.
Per quanto riguarda l’idea di Morgana su come modificare gli eventi e il fatto che Arthur la accetti o no, vi rimando al prossimo aggiornamento.
Abbiate fede, ancora un paio di capitoli, al massimo tre, e tutto sarà finito.

Approfitto per ringraziare chi sta seguendo la storia e chi trova un attimo per lasciare un commento che è sempre GRADITISSIMO.
GRAZIE!



   
 
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