Fanfic su artisti musicali > MultiBand/Crossover
Ricorda la storia  |      
Autore: Something Rotten    29/05/2011    2 recensioni
« E come mai?! » aveva chiesto continuando ad usare quel tono sfrontato ed acido.
« Perché mi hanno cacciato da casa, in quanto ubriaco, fatto, musicista e soprattutto ateo e bisessuale. Vuoi qualche altro aggettivo? O vuoi qualche altra cosa che faccia sembrare Ryan ancora più cucciolo di quello che non è? »
E Pete non aveva saputo che rispondere, realmente. Era la prima volta che non sapeva quello che rispondere, ma sapeva solo quello che doveva chiedere.
Patrick li aveva lasciati da soli, sperando Dio che almeno per una volta il suo migliore amico facesse qualcosa di buono.
Domande su domande, domande su di lui, sulla famiglia e su quello che aveva preso in quei mesi. Domande che avevano una risposta e che piano piano facevano uscire Brendon dal suo stesso bozzolo di "grandezza" che era così irreale da stargli persino largo.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fall Out Boy, Panic at the Disco
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

could we share this poison apple?!


Tutti lo credevano un ragazzo dai facili costumi, persino lui dopo aver sentito l'ennesima balla sui suoi confronti ci aveva creduto, cominciando veramente a comportarsi così. Non aveva niente da perdere, visto che i vari ragazzi - o ragazze- che avrebbe incontrato per la sua strada lo avrebbero  ritenuto tale anche senza averne la certezza o la conferma nei suoi comportamenti, tanto valeva provarci, no?
Ed era così che era diventato ancora più famoso di quanto avesse mai sospettato. Era diventato persino un talent scout, certo il criterio di selezione lasciava a desiderare, però era comunque un talent scout.
Patrick glielo ripeteva tutti i giorni che quella non era la sua vera indole, che prima o poi si sarebbe perso nei meandri del personaggio che si era creato, che un giorno guardando al passato non avrebbe visto altro che errori e che nel momento in cui si fosse disgraziatamente innamorato realmente sarebbe finito male, ma lui era testardo, lui non ascoltava i consigli altrui neanche se si fondavano su basi ferree e solide. Lui doveva sbatterci la testa, prima di capire.
Il destino aveva voluto che sotto alla sua ala protettiva passasse un gruppo di ragazzini alle prime armi, sembravano appena usciti dall'asilo, timidi, riservati e con un casino di turbe psichiche consone all'adolescenza nella quale erano invischiati fino al collo. Un gruppo di ragazzini con tanta voglia di sfondare ma con poca voglia di scendere a patti, timidi riservati e tutto il resto, ma non erano cretini.  Pete non aveva notato proprio tutti quei ragazzini, quattro per l'esattezza, ne aveva notato solo uno, quello che poi si sarebbe rivelato il loro front man. Sembrava diverso dal resto del gruppo, così attento alla sua immagine e così spavaldo da sembrare un cantante o un attore già abituato alla notorietà e agli impegni pubblici, era sicuramente l'unico che sarebbe sopravvissuto in quell'ambiente, l'unico che non si sarebbe fatto sconvolgere o annientare da quel mondo fatto di sorrisi e lustrini che nascondevano la vera faccia della notorietà. Pete la conosceva bene quell'altra faccia, quella che aveva affrontato a forza di pasticche e di tentativi di suicidi, lui ne sapeva troppo e non avrebbe mai lasciato cadere qualcun altro in quel baratro. Ed era forse per questo che aveva preso a cuore gli altri tre, lasciando a sé stesso il front man che riteneva capace di fronteggiare tutto quello che quella vita gli avrebbe riservato.
Patrick, ancora una volta, lo aveva messo in guardia, commentando quel suo comportamento con una frase ai limiti della banalità "Non giudicare un libro dalla copertina, Pete" .
Ma lui aveva deciso, ancora un volta, di non ascoltarlo e di fare di testa sua.  Aveva preso sotto alla sua "ala protettiva" Ryan, quello che sembrava essere il più fragile e autolesionista del gruppo, quello dal faccettino dolce e dall'aria perennemente assorta nei suoi pensieri, sembrava persino troppo puro per crescere e sfondare in quel mondo, troppo cattivo per uno come lui. Invece Brendon era il contrario, era spavaldo, aveva quella faccia tosta e quell'ego che lo avrebbero portato lontano, che lo avrebbero portato in poco tempo alla notorietà assoluta. Ed era forse per questo che nel primo video compariva quasi soltanto lui, stretto in quell'abito rosso, con le sue labbra ed il suo sorriso malizioso e quel cappello che gli donava perfettamente, ma questo Pete non l'aveva notato, o forse aveva fatto finta di non notare nulla del corpo del piccoletto, lui doveva proteggere Ryan, doveva anche cercare di amarlo quando gli rimaneva un po di tempo, non poteva dedicarsi a nessun altro.
« Il video è perfetto. » aveva commentato osservando il risultato finale
« Siete stati bravi. »
Gli altri gli avevano rivolto un sorriso, osservando con gli occhi sognanti il video che li avrebbe portati alla notorietà.
« Perfetto è un eufemismo. » aveva commentato Patrick, sempre intento a dire la sua « Sublime, complimenti ragazzi, vi ho sottovalutato. »
Pete aveva sorriso a Ryan che, scostandosi un paio di ciuffi dal volto, gli aveva sorriso di rimando con la sua solita aria impacciata ed indifesa, un cucciolo, non era nient'altro che un cucciolo di un qualche strano animale, andava protetto.
I mesi erano passati velocemente, nessuno se ne era accorto, ma erano famosi, ora. Ora erano nella cerchia di Pete, ed essere nella sua cerchia era come avere il mondo sotto ai loro piedi. Venivano riconosciuti mentre facevano la spesa, mentre camminavano tranquillamente per le strade, venivano riconosciuti ed era strano. Soprattutto per gente come loro che a scuola non veniva mai riconosciuta e le poche volte che succedeva non era mai un buon segno.
Pete continuava a prendersi cura di Ryan, qualche volte anche di Spencer e raramente di Brent, mentre Brendon veniva lasciato a sé stesso, a Travis e qualche volta a Gabe. Non proprio un segno d'accortezza, conoscendo quanto quei due fossero deleteri. Erano buoni,  ma avevano la strana mania di distruggere tutto ciò che toccavano, trascinandolo giù fino al fondo dove ormai abitavano da tempo.
Mesi di show, mesi di pasticche, erba, alcol tutto alla luce del sole, quasi che volesse che qualcuno si accorgesse di lui, mesi di testi sbagliati, dimenticati e stonati nel bel mezzo del concerto, ma c'era Ryan lì vicino a parargli il sedere, mesi dei quali non ricordava nulla.
Eppure la frase di Pete era sempre la stessa
« Bellissimo concerto, ragazzi. »
Patrick aveva perso persino la voglia di spingere Pete ad accorgersi dei segnali di quel ragazzino dagli occhi profondi e dalle labbra carnose, così aveva deciso di prendersi cura di lui, come si faceva con un fratello minore, spingendolo persino ad avere una cotta per lui, ma era solo la classica reazione della crocerossina, niente di che.
Altri mesi che correvano veloci, altre folate di vento passeggero che staccavano i vari fogli del calendario. Era tutto troppo veloce e sembrava tutto, troppo, un fottuto ciclone e loro si trovavano nell'occhio del ciclone, circondati  da un apparente tranquillità ma sempre pronti a venir sbalzati via. Il primo a cedere era stato Brent, aveva lasciato tutto in mano agli altri.
Il secondo a cedere era stato Brendon, l'aveva fatto per una settimana, ma aveva pur sempre ceduto, e la reazione degli altri era stata simile a quella che si ha quando le fondamenta di una casa cedono, macerie.
« Io mi arrendo. » aveva commentato tranquillo, prendendo una sorsata di red bull e un biscotto al cioccolato, fissando teneramente gli occhi di Patrick uno dei pochi che c'era sempre stato « Io non ho più niente all'infuori di questo e mi arrendo prima che tutto si sbricioli sotto ai miei occhi lasciandomi nuovamente senza niente. è vero, se me ne vado resto con un cazzo in mano, ma almeno posso dire di averlo fatto di mia spontanea volontà. »
Nessuno di loro credeva a quelle parole, era molto più probabile che si fosse preso qualcosa che lo faceva parlare in quel modo rispetto al fatto che credesse realmente nelle sue parole.
« Dai, Brend. Smettila di farti di roba pesante, eh! » aveva commentato Spencer - lasciando interdetto Pete- « Tu sei l'anima dei Panic! »
« No, Spencer, l'anima qui è Ryan. Io sono solo il bel visino che canticchia malamente le canzoni, io sono solo quello che ha tutti gli occhi puntati su di sé. Io sono solo la copertina che vende, l'anima è ben altro. »
« Ma che stai dicendo? » aveva chiesto Pete
« Oh, buongiorno Pete. » gli aveva commentato ironico « Lo sai anche tu, anzi forse sei tu che hai creato tutto questo, mi hai messo in prima linea per proteggere lui. Perché i giornalisti vengono solo da me, la droga è arrivata solo da me, si può dire che tutto sia arrivato solo da me. Io non sono sotto la tua fottuta ala, come non lo era Brent e abbiamo visto tutti che fine ha fatto. Spencer sarà il prossimo, ma lui è così forte da non aver problemi. »
« Ci siete tutti sotto la mia ala. » aveva commentato non credendo alle sue stesse parole.
« No, io sono sotto quella di Patrick, ma Pat non sei tu. Pat è semplicemente quel coso coccoloso che riesce a tenermi testa nel momento in cui ho qualche crisi. » aveva commentato sorridendogli e ricevendo una linguaccia dall'altro ragazzo « Ma Patrick non è Pete. »
Pete non aveva detto nulla, aveva solo indicato la porta al ragazzino che si era ritrovato nuovamente a lanciare segnali contro di un muro, invalicabile, di pietra.
« Hai fatto nuovamente quello che credevi giusto, ma che non lo era. Hai nuovamente scelto di proteggere il membro forte, e mi sa tanto di Mafia, ma non fa niente. Ed io sono ancora qui a fare come Anacleto nella "Spada nella roccia". Hai consegnato, nuovamente, una mela avvelenata a quel povero cretino. Ed io sono nuovamente qui a dirti che sei un cretino. Strani i casi della vita, eh Wentz? E dire che all'inizio io ero come quel ragazzino e tu... tu non sei cambiato di una virgola. » aveva commentato Patrick accendendosi una sigaretta « Perché tu ti ricordi, vero? »
Ed era vero. Era tutto vero.
Perché lui non aveva mai calcolato Patrick, non lo aveva mai degnato di uno sguardo, troppo preso con William, o con Gabe, o con Travis. Eppure quel biondino paffuto era lì a cercare di attirare l'attenzione come stava facendo ora Brendon. Ma Pete era cieco prima e lo era anche adesso. Pete non si era mai accorto che Patrick lo amasse, almeno fino a quando lui non glielo aveva urlato nell'orecchio dopo l'ennesimo bacio rubato sul palco. Ma era troppo tardi, perché non era un ti amo, ma un "ti ho amato ed ora staccati dalle mie labbra, coglione".
Ed era cieco ora, visto che Brendon aveva già lasciato lo studio e forse aveva già fatto le valige per tornare a Las Vegas.
Ma Brendon non era Patrick. Brendon aveva lasciato lo studio e la casa, ma era tornato una settimana dopo con la coda fra le gambe mormorando frasi sconclusionate sul collo di Patrick e lui era lì, seduto sul divano a cercare di capire.
« Vuoi che ammazziamo il capretto? Il figliol prodigo è tornato! » aveva commentato acido, nonostante capisse che dallo stato nel quale era ridotto il moretto c'era qualcosa che non andasse.
Patrick gli aveva tirato un qualcosa di fottutamente pensante sulle gambe.
« Non voglio il tuo fottuto capretto, mettilo nel tuo fottuto culo! » aveva urlato Brendon « Non sono tornato per cantare nella tua preziosissima band, cerco un posto dove dormire e l'ho chiesto a Patrick, tu non centri proprio un cazzo. »
« E come mai?! » aveva chiesto continuando ad usare quel tono sfrontato ed acido.
« Perché mi hanno cacciato da casa, in quanto ubriaco, fatto, musicista e soprattutto ateo e bisessuale. Vuoi qualche altro aggettivo? O vuoi qualche altra cosa che faccia sembrare Ryan ancora più cucciolo di quello che non è? »
E Pete non aveva saputo che rispondere, realmente. Era la prima volta che non sapeva quello che rispondere, ma sapeva solo quello che doveva chiedere.
Patrick li aveva lasciati da soli, sperando Dio che almeno per una volta il suo migliore amico facesse qualcosa di buono.
Domande su domande, domande su di lui, sulla famiglia e su quello che aveva preso in quei mesi. Domande che avevano una risposta e che piano piano facevano uscire Brendon dal suo stesso bozzolo di "grandezza" che era così irreale da stargli persino largo.
Risposte, domande, domande, risposte. E piano piano Pete aveva cominciato a capire, ad ascoltare quell'attrazione nei confronti del moro che aveva lasciato per troppo tempo inascoltata.
Fino a portarlo a formulare l'ultima domanda.
«could we share this poison apple? »
Alla quale non c'era stata una risposta, o non subito almeno.
La risposta era arrivata qualche mese dopo, quando nel bel mezzo della registrazione del nuovo album, Brendon lo aveva preso da parte cominciando a baciarlo fino a quando l'ossigeno nei loro corpi non era finito.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > MultiBand/Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Something Rotten